Celico
La sua origine è legata alla nascita dei casali, intorno al IX secolo, in seguito alle incursioni saracene verso la città di Cosenza, a causa delle quali i Cosentini cercarono rifugio nell’area silana dove già preesistevano piccoli villaggi abitati da pastori. Situato alla sinistra del torrente Cannavino, Celico si trova a metà strada tra la città di Cosenza e l’altopiano Silano, e si estende anche sull’altopiano stesso, con la frazione di Fago del Soldato e le contrade di Lagarò, Salerni, Muzzo, Torrebarone, Calamauci e Serra Giumenta. Inoltre ricade nel suo territorio più della metà del Lago Cecita. Intorno al 1135 Celico ha dato i natali all’Abate Gioacchino da Fiore, unico Calabrese citato da Dante nella Divina Commedia. Fu a seguito di ciò che Celico divenne il centro più importante dei casali, divenendo meta di pellegrinaggio e frequentato da uomini di cultura. Nel passato l’agricoltura rappresentava l’attività principale insieme all’industria del legno e all’allevamento del bestiame. Importanti anche alcune attività artigianali, come la produzione di lana, seta e tessuti, anche la via Gelseto ci da indicazioni su un’attività particolare, cioè la coltivazione dei gelsi per l’allevamento dei bachi da seta. Oggi l’agricoltura resta un’attività importante sull’altopiano e riguarda essenzialmente la zootecnia e la pataticoltura.