Consigli di viaggio - A Tavola

Jefferson: la vera storia del miglior amaro del mondo

Scritto da Eliana Iorfida, 19/12/19

È calabrese al 100% ma si chiama Jefferson, come un leggendario capitano, il miglior amaro del mondo. Doppio World's Drink Awards 2019 per due differenti categorie, con la seguente motivazione - "Forte al naso, amarezza all'inizio che passa. Morbido e liscio e molto ben equilibrato, con un finale a base di erbe" - l'amaro Jefferson conquista il mondo!  

L'amaro più buono del mondo? Made in Calabria!

Quella notte pioveva, il mare era in tempesta. Eravamo io, Gil, Roger e il grandissimo Jefferson, il nostro capitano. La nave sembrava abbandonarci in balia delle onde, parlavamo delle nostre avventure, non vedevamo l’ora di arrivare in Italia, quel paese fantastico, per rilassarci e ripartire per il grande continente. Un’onda pazzesca o forse un drago marino, non so se esiste, picchiò un colpo micidiale e io ed i miei amici ci ritrovammo sul ponte. Non riuscimmo a resistere a quel drago che fu fatale, pensavamo di non farcela. A salvarci fu quel vecchio baule che avevamo sulla nave. Dopo una nottata in mare, Jefferson capì, non so come, che eravamo vicini alla terra.

Quella terra d'approdo, nel lontano 1871, era la costa tirrenica cosentina. Scampato al pericolo, l'equipaggio di naufraghi si avventurò nell'entroterra sconosciuto costeggiando la valle del fiume Crati, fino a raggiungre un Vecchio Magazzino Doganale in località Ziribba, tra Montalto Uffugo e Torano, in provincia di Cosenza

Raffaele Trombino, detto “u Giocondo”, e la sua famiglia, proprietari del magazzino che Jefferson definì “La Profumeria” - distilleria e spezieria - presero i naufraghi a lavorare e fu così che ebbe inizio la produzione di quel primo aromatico liquore di contrabbando destinato a diventare un grande amaro di Calabria, oggi riconosciuto l'amaro più buono dle mondo.  

L'amaro Jefferson e le erbe di Calabria

Il Vecchio Magazzino Doganale, luogo che non a caso Jefferson definiva "La Profumeria", era un edificio di tre piccole costruzioni: un'abitazione, uno spaccio e un locale per la vendita, che profumavano di spezie, cedro, bergamotto e altri agrumi di Calabria dall'aroma del tutto inedito per un equipaggio giunto dai mari del nord. 

'U Giocondo si metteva in viaggio prima dell'alba sul suo carretto, percorreva la Calabria intera per quattro o cinque ore di marcia e raggiungeva gli agrumeti dai quali provenivano le preziose materie prime.

Le botaniche nelle sue mani esprimevano cose straordinarie e a volte impensabili. Ricordo ancora le sue mani ruvide e piene di essenze di quei frutti meravigliosi: completava l’opera portando il tutto nella sua “stanza buia”, nessuno poteva entrare lì dentro.

Così racconta Jefferson, al quale qualcosa restava sempre interdetta e segreta. 

Jefferson e la ricetta per diventare il miglior liquore al mondo

Come si diventa il miglior amaro del mondo? La storia di Jefferson sfuma i suoi contorni in leggenda, ma una cosa è certa: nel 2019 l'amaro Jefferson è incoronato l'amaro più buono del mondo, oltre che migliore liquore alle erbe, entrambe prestigiose categorie dei World's Drink Awards di Londra.

Ma qual è il vero segreto di questo amaro di Calabria? Ce lo svelano i produttori:

Jefferson - Amaro importante - è un mix di erbe botaniche fresche, raccolte in fiore e lavorate come una volta: il rosmarino di Montalto Uffugo, l'origano di Palombara, i limoni di Rocca Imperiale, le arance amare e dolci e i pompelmi di Bisignano, il bergamotto di Roccella Ionica, la genziana della Sila. 

Questo distillato di essenze di Calabria proviene da un tempo lontano, ma oggi è sapientemente lavorato dagli eredi di Giocondo, alias Ivano Trombino e Francesco, suo padre, e i loro collaboratori, per un target internazionale di intenditori.

Assaggiare un sorso di Jefferson, quindi, equivale a un'esperienza inebriante, che sprigiona l'essenza di una terra fiera e generosa, capace di esprimere la bellezza del proprio territorio sia nel piatto che nel bicchiere.

Nei luoghi dell'amaro Jefferson

Il borgo antico di Montalto Uffugo, in provincia di Cosenza, presenta scorci suggestivi e storie che si intrecciano tra i vicoli, dove ci si imabtte, ad esempio, in edifici dal valore culturale come la "Bottega degli ebrei", l'antico negozio in via Panfilo Mollo che testimonia la presenza della comunità ebraica che visse in paese fino al XVI secolo. 

Dalla cultura ebraica a quella araba Montalto Uffugo, crocevia di culture, rievoca durante il periodo di Carnevale la vittoria conseguita dai montaltesi nel 902 sulle truppe del sanguinario Ibrahim: un corteo di grosse maschere di cartapesta animate percorre le vie del paese fino a Piazza Bianco, dove la battaglia rivive a colpi di scimitarre. È il Carnevale Saraceno, che ogni anno rinnova il rito della vittoria consumando nel fuoco le maschere dei pirati sconfitti.

Se la figura di Jefferson resta sospesa nel mito, quella del compositore Ruggiero Leoncavallo è certamente realtà:  giunto a Montalto da bambino, a seguito del trasferimento per lavoro di suo padre, nel 1865  assistette  al  fatto  di  sangue  che  gli  ispirò "Pagliacci", e lo legò intimamente a questi luoghi, che oggi ricambiano con un importante festival musicale a lui intitolato.  

Dal Tirreno cosentino, tuttavia, il viaggio sulle tracce del leggendario Jefferson e del miglior amaro del mondo prosegue lungo la profumata Riviera dei Cedri e si conclude tra i miraggi dello Stretto e la dolcezza inconfondibile del Bergamotto di Reggio Calabria.  

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