Falchera
Quartiere situato nell'estrema periferia nord della città di Torino. Sino al tardo Ottocento era un'area prevalentemente rurale, costellata di terreni agricoli, pastorizi e cascine. Il primo nucleo abitato, oggi noto come "Borgo Vecchio", comprendeva poche case rurali e alcune botteghe. All'indomani della Seconda Guerra Mondiale, di fronte alle necessità di incrementare l'occupazione operaia e la costruzione di case per i lavoratori, il Comitato "INA-Casa" acquistò parte dell'area per realizzare un quartiere ex novo, l'attuale "Falchera Vecchia". Il progetto, realizzato tra il 1952 e il 1954, diede vita a un borgo a sé stante rispetto al resto della città, caratterizzato da uno schema di caseggiati in mattoni rossi disposti a raggiera attorno a un centro comune, che ha il suo cuore nell'attuale Piazza Giovanni Astengo. Nei primi anni '70, a seguito del costante aumento demografico, il quartiere venne ampliato, realizzando il un nuovo nucleo urbano noto come "Falchera Nuova". Sul lato ovest di strada provinciale sorge la settecentesca Cascina Falchera, che attualmente ospita il "Centro di Cultura per l'Educazione all'Ambiente e all'Agricoltura della Città di Torino": una fattoria didattica dedicata all'allevamento e alla coltivazione, con un laboratorio di trasformazione alimentare, spazi polifunzionali e ricreativi. Nell'area a nord-est, si stendono invece i cosiddetti "Laghetti della Falchera", due grandi specchi d'acqua artificiali.