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Cosa vedere a Saronno: gita al profumo di Amaretto

Scritto da Redazione , 25/09/19

Esiste una città della Lombardia che profuma di mandorla. Ecco cosa vedere a Saronno in una gita fuori porta, sospesa tra le bellezze del centro storico, gli stabilimenti che hanno fatto la storia industriale della città e, ovviamente, una serie di assaggi a base di amaretto, declinato in ogni sua forma.

Cosa vedere a Saronno in un weekend

Il fascino della provincia italiana, operosa, tradizionale e sempre ricca di chicche da scoprire, passa anche per città come Saronno. Se vi state chiedendo cosa vedere a Saronno durante un weekend fuori porta, sappiate che c'è davvero tanto.

Parte dell'antico Ducato di Milano, la città di Saronno conserva ancora un centro storico di assetto medievale, all'interno del quale una semplice passeggiata rivela una miriade di bellezze e opere d'arte da scoprire.

L'itinerario principale è noto come "Asse delle tre chiese" e si diparte dal centro città in direzione ovest, includendo in successione la Prepositurale, la Chiesa di San Francesco e il Santuario della Beata Vergine dei Miracoli.  

Qurest'ultimo venne eretto nel 1498 per dare ospitalità al simulacro della Madonna del Miracolo, una statua della seconda metà del XIV secolo. Tra il 1596 e 1613 lo stile adottato dal Pellegrini si ispirò a canoni classici-tardo rinascimentali, introducendo ricchi motivi ornamentali (colonne, lesene, due grandi cariatidi che affiancano il portale di ingresso, fregi, balaustre e statue) completati da eleganti motivi rinascimentali. Per le decorazioni interne vennero convocati una serie di artisti tra i migliori attivi in quel tempo nel ducato lombardo: si alternarono pittori quali Bernardino Luini, Cesare Magni, Gaudenzio Ferrari, Bernardino Lanino; scultori del legno quali Andrea da Milano, Giulio Oggioni e anche valenti artigiani che produssero un complesso architettonico di grande solennità.

La Chiesa di San Francesco fu ricostruita nella forma attuale nel 1297. Notevole la facciata del XVII secolo, il tiburio di mattoni di cotto e il campanile. All'interno sono conservati dipinti nelle dodici cappelle, nell'abside e nella sacrestia, con opere di Tommaso Legnani, del Bellotti, dei fratelli Giovanni Pietro e Aurelio Luini. L'adiacente convento, di epoca medievale, ospitava i frati francescani. All'esterno della chiesa è conservata un'ara di epoca romana che risale a un periodo compreso tra il I e il II secolo. 

Cosa vedere a Saronno oltre al circuito delle chiese? Tra i luoghi più rappresentativi c'è sicuramente Palazzo Visconti, benché non visitabile all'interno, costruito nel XVI secolo dall'omonima famiglia, e il Monumento alla Riconoscenza, eretto in in Piazza della Libertà nel 1830 a seguito dell'incendio divampato nel Borgo il 18 marzo del 1827, nel rione di San Cristoforo.

La storia narra che una donna, comunemente soprannominata la "Ciocchina", fu responsabile del disastroso incendio mentre trasportava delle braci: il vento che sovviava in quella domenica di marzo, trasportò alcune faville che appiccarono il fuoco alle case e alle cascine del vecchio rione saronnese, molte delle quali andarono distrutte, con gravi danni alla popolazione che lì vi abitava. Partì una grandiosa gara di solidarietà, soprattutto da parte dei milanesi, ai quali la città espresse gratitudine con la realizzazione del monumento. Nell'anno 1924 il monumento venne trasportato da Piazza Grande a Piazza della Riconoscenza, nel vecchio rione di S. Cristoforo, luogo ove avvenne il disastro. Il monumento è rappresentato dalla figura di una donna con accanto il pellicano, simbolo della riconoscenza. 

La Saronno dell'industria e del lavoro

Un luogo simbolo della città e della sua anima industriale e operaia, da annoverare nel "cosa vedere a Saronno", è il Museo delle Industrie e del Lavoro del Saronnese.

È questo il posto giusto per conoscere il glorioso passato manifatturiero saronnese: dagli stabilimenti dell'Isotta Fraschini e della Lazzaroni alle ultime due attività, incluso il marchio che produce il noto "Amaretto di Saronno" e diversi vini. 

Il Museo dell’industria è posizionato all’interno di uno spazio che è esso stesso industriale: in via Don Griffanti, infatti, sono i capannoni messi a disposizione dalle Ferrovie Nord Milano a ospitare le sale del museo, proprio là dove, agli esordi di fine ‘800, venivano revisionate le locomotive a vapore.

Tra i fiori all’occhiello del MILS si possono citare un televisore Phonola, esposto anche al Guggheneim di New York; la custodia blindata della ditta Parma Antonio, che ha protetto dal 1881, per ben novantasette anni, il Pallio d’oro dell’altare di Sant’Ambrogio a Milano. Da non dimenticare la presenza del primo locomotore elettrico delle stesse Ferrovie, datato 1928; i motori dell’Isotta Fraschini; una grande macchina per stampare i tessuti della De Angeli-Frua-Cantoni e le più antiche macchine per la fabbricazione di biscotti ed amaretti della D. Lazzaroni & C. con le tante scatole di latta e cartone per contenerli raffigurate con immagini che hanno fatto la storia del disegno industriale.

Saronno, la città dell'Amaretto

Chi non conosce i mitici Amaretti di Saronno? Nella nostra gita non può mancare un assaggio del delizioso dolcetto a base di mandorla e del liquore che ne porta il nome.

Gli Amaretti di Saronno sono i tipici di biscotti secchi che hanno come unici ingredienti zucchero, armelline e albume. Originari della città di Saronno, i biscotti vengono prodotti dall'azienda dolciaria Lazzaroni & C., che detiene tuttora il marchio registrato "Amaretto di Saronno", nonostante questo venga spesso utilizzato per indicare genericamente qualunque tipo di amaretto duro.

Secondo la leggenda riportata dalla stessa ditta Lazzaroni, nel 1718 il cardinale Benedetto Erba Odescalchi, arcivescovo di Milano, decise di recarsi in visita al Santuario della Beata Vergine dei Miracoli di Saronno. In onore della sua visita una giovane coppia preparò un impasto a base di zucchero, armelline e bianco d'uovo che, fatto lievitare in forno, diede origine a dei biscotti tondi che vennero chiamati Amaretti. Al di là della leggenda fu la famiglia Lazzaroni, che si era trasferita da Teglio a Saronno agli inizi del Settecento, a farsi portabandiera di questa specialità dolciaria inizialmente nel piccolo laboratorio familiare, in seguito a livello industriale grazie alla fondazione della D. Lazzaroni & C. nel 1888.

I biscotti sono famosi anche per la tradizionale confezione fatta di carta velina. L'amaretto è anche un liquore aromatico a base di erbe e mandorle amare accompagnate ad altri frutti, come ciliegie, prugne, cacao, erbe diverse e zucchero. 

Come molte ricette a base di mandorle, è di antica tradizione e affonda le sue origini nel 1500, quando nella città di Saronno venne commissionato al pittore Bernardino Luini un affresco che ritrae la Madonna e l'Adorazione dei Magi (visibile nel Santuario della Beata Vergine dei Miracoli).

La leggenda narra che nel periodo in cui il pittore soggiornò a Saronno alloggiasse presso una locandiera di particolare bellezza, di cui si innamorò al punto da usarla come modella per la sua Madonna. Per ringraziarlo, lei gli offrì un elisir di erbe, zucchero tostato, mandorle amare e brandy che venne immediatamente apprezzato e si diffuse in pochissimo tempo. Il liquore mantenne quindi un significato di affezione e amicizia ed è oggi uno dei prodotti italiani più diffusi all'estero. Non viene tradotto e il nome resta invariato in tutte le lingue.

Riproduzione riservata © Copyright Altrama Italia 

 

Immagine descrittiva - CC BY Di Janet Daniel - Flickr, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=37166406 c
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