Museo Diocesano di Salerno
Il progetto di un museo del duomo risale al 1935 ad opera di Mons. Arturo Capone, membro del Capitolo primaziale. Dopo il sisma del 1980 fu avviata la ristrutturazione dei locali e nel 1993 l’esposizione venne ampliata con una sezione di dipinti su tavola realizzati tra Trecento e Cinquecento e con una sala dedicata al pittore cinquecentesco Andrea Sabatini. Attualmente è in corso la risistemazione degli spazi espositivi: il Museo può offrire al visitatore solo alcune opere, dal Medioevo al XX secolo, collocate in tre ampie sale. La collezione è composta da opere d’arte provenienti, per lo più, dalla cattedrale di Salerno. Nella prima sala è il prezioso ciclo degli avori, 67 pezzi di produzione locale della prima metà del XII secolo con scene in prevalenza del Vecchio e Nuovo Testamento, la cui destinazione più accreditata è come paliotto d’altare. Importante è la serie di codici miniati del XIII-XIV secolo, tra i quali l’Exultet, un lungo rotolo di pergamena del XIII secolo, impreziosito da finissime miniature, che veniva srotolato dal diacono durante le cerimonie liturgiche del sabato santo. Anche il Libro Pontificale, di fattura bolognese, eseguito per la cattedrale salernitana nel 1180, è interamente miniato. Si segnalano anche un crocifisso ligneo di epoca bizantina e la cosiddetta "Croce di Roberto il Guiscardo", un reliquiario della fine del 1000 con i denti dei Santi Matteo e Giacomo minore e un frammento della Santa Croce. I dipinti su tavola, provenienti sia dalla cattedrale che da diverse chiese della Diocesi, offrono un quadro della cultura campana tra il XIV e il XVI secolo: si segnalano la "Crocifissione" di Roberto D’Oderisio, unica opera firmata dal pittore napoletano di influenza giottesca; l’"Incoronazione della Vergine" attribuita al cosiddetto Maestro dell’Incoronazione di Eboli e il "San Michele Arcangelo" del pittore veronese Cristoforo Scacco, della seconda metà del XV secolo; il trittico primo manierista con "Madonna e Santi" del salernitano Vincenzo De Rogata; i complessi dipinti cinquecenteschi del cosiddetto "Maestro dei Polittici Francescani", di Bartolomeo da Pistoia e, soprattutto, di Andrea Sabatini, ai cui dipinti, tutti raffiguranti la Madre di Cristo, è dedicata la terza sala. La pittura devota controriformata è rappresentata dalla tela con "II Matrimonio Mistico di Santa Caterina da Siena" e dalla splendida "Madonna del Rosario" di Francesco Curia, mentre del Seicento sono da segnalare il "San Gemiamo Penitente" e il "San Pietro" di Jusepe De Ribeira. Il dipinto raffigurante San Filippo che battezza l’eunuco, ultima acquisizione del Museo Diocesano, rimanda a suggestioni paesaggistiche desunte dalla pittura del Domenichino, mentre i dipinti di Nicola Vaccaro e Nicola Malionconico si pongono come crocevia di influssi giordaneschi e delle nuove tendenze artistico-compositive settecentesche. Nei luminosi corridoi di accesso alle sale è stata provvisoriamente collocata parte della raccolta numismatica che va dalla Magna Grecia sino alla Zecca di Salerno. Arricchiscono la raccolta opere di oreficeria, un lapidario ed alcuni reperti archeologici di età romana e altomedioevali.