Destinazioni - Comune
Roghudi
Luogo:
Roghudi (Reggio Calabria)
Roghudi (Richùdi o Rigùdi in greco-calabro) è un comune di 1.137 abitanti della provincia di Reggio Calabria.
Roghudi Nuovo e Roghudi Vecchio
La caratteristica principale del comune di Roghudi è quella di essere, tra i pochi casi in Italia assieme a Sinnai (e la frazione Solanas), o a Ragoli (e la frazione Madonna di Campiglio), suddiviso in due differenti porzioni non confinanti poste a grande distanza l'una dall'altra (circa 40 km nel caso di Roghudi, 34 km nel caso di Sinnai, 32 km nel caso di Ragoli). La prima di esse è posta nelle vicinanze di Melito di Porto Salvo, del cui territorio comunale costituisce un'enclave, contenente l'attuale sede comunale e l'abitato di Roghudi Nuovo; la seconda è posta all'interno, sulle pendici meridionali dell'Aspromonte, nella quale si trova l'abitato ora abbandonato di Roghudi Vecchio.
A seguito di due fortissime alluvioni avvenute nell'ottobre 1971 e nel gennaio 1973 l'abitato di Roghudi Vecchio, fino ad allora sede comunale, fu dichiarato totalmente inagibile. Fu di conseguenza deciso di trasferire gli abitanti di Roghudi Vecchio, nonché la sede comunale, in un abitato di nuova fondazione che fu costruito in un territorio in prossimità della costa ionica alla periferia occidentale di Melito di Porto Salvo e che venne denominato Roghudi Nuovo.
Evoluzione demografica
Abitanti censiti
Etnie e minoranze straniere
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2009 la popolazione straniera residente era di 129 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:
Marocco, 85 (6,93%);
India, 21 (1,71%).
Amministrazione
Note
^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 agosto 2012.
^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Milano, GARZANTI, 1996, p. 550.
^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
Bibliografia
Roghudi Vecchio è citato nel libro La Casta di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo come esempio di abitato "veramente" montano, in contrapposizione con i molti centri che pur non essendo situati in zone montuose disagiate fanno parte o sono addirittura sede di Comunità montane. In particolare, riportando una citazione di Tommaso Besozzi, viene riferito che a metà del Novecento erano presenti nel paese grossi chiodi conficcati nei muri delle abitazioni dove venivano fissate corde legate alle caviglie dei bambini, per evitare che questi precipitassero nel burrone che circondava l'intero abitato.
Vito Teti Il senso dei luoghi, Donzelli Editore, Roma 2004
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