Museo di Palazzo Pretorio
Testimone silenzioso della storia della città, l’edifico che ospita il Museo di Palazzo Pretorio racconta oltre settecento anni di storia. Le prime notizie documentarie dell’edificio come palazzo pubblico risalgono al 1284 come abitazione dei magistrati. Nel Trecento il primo nucleo fu ampliato dando forma a uno dei più raffinati palazzi pubblici toscani del Medioevo. Nei secoli successivi e col crescere della città il palazzo venne trasformato e adattato alle nuove esigenze e funzioni, il suo aspetto attuale è la sintesi dell'alternarsi di stili architettonici e continui rimaneggiamenti della sua struttura. Nell’Ottocento perse d’importanza, rischiando di essere demolito, ma imponenti restauri comportano un nuovo uso dell’edificio che divenne, nel 1912, sede della Galleria Comunale.
Risale al 1954 il nuovo allestimento rimasto sostanzialmente invariato fino all’ultimo, complessivo restauro, avviato nel 1998 e concluso nel 2013 che lo ha restituito al suo ruolo prestigioso: custode di opere d’arte ma anche forziere delle memorie e delle vicende storiche di Prato.
Negli splendidi spazi di Palazzo Pretorio si può ammirare una collezione di capolavori formata nei secoli grazie ad artisti come Bernardo Daddi, Giovanni da Milano, Donatello e Filippo Lippi, come i pratesi Filippino Lippi e Lorenzo Bartolini. Le sale del museo sono arricchite da affreschi, stemmi dipinti, statue e altri ornamenti lapidei a testimonianza delle varie destinazioni d’uso nel corso dei secoli. Al piano terreno, nelle sale dedicate all’accoglienza del pubblico, si conserva lo stemma trecentesco in pietra col Cavaliere, l’insegna più antica del Comune, ritrovato nei lavori del 1926.
A piano terra oggetti, dipinti e pannelli introducono il viaggio nella storia della città, si trovano il Forziere ligneo con gli emblemi della Repubblica, del popolo fiorentino, di Prato e dei suoi quartieri, lo Scudo del pittore fiorentino Zanobi Poggini e dipinti, come la Visione di san Filippo Neri, dipinta da Orazio Fidani, che celebra la concessione a Prato dell'agognato titolo di diocesi e di città ottenuto nel 1653. Il primo piano è dedicato alle opere dal Trecento al Quattrocento, con i grandi Polittici, i capolavori di Filippo Lippi e dell'Officina pratese; il secondo piano ospita le grandi Pale realizzate nel Cinque-Seicento con opere del Poppi, Santi di Tito e Alessandro Allori ma anche i dipinti Battistello Caracciolo, Cecco Bravo e Mattia Preti. Nel mezzanino fra il secondo e il terzo piano si trova la collezione Martini, raro esempio di cabinet d'art di gusto settecentesco. Il salone del terzo piano è dedicato a Ottocento e Novecento, vi si trovano le opere di Lorenzo Bartolini, formidabile interprete del naturalismo a livello europeo, in stretto dialogo con quelle di Jacques Lipchitz, protagonista dell'arte del Novecento.
Info:
Aperto tutti i giorni (eccetto il martedì non festivo) con orario continuato dalle 10.30 alle 18.30. Chiuso per la festività di Natale.
La biglietteria chiude alle 18