Imola (Jômla in romagnolo, Forum Cornelii in Latino), è un comune italiano di 68 974 abitanti della provincia di Bologna in Emilia-Romagna.
È il maggior comune della provincia per estensione e il secondo per numero di abitanti, dopo Bologna. È il quinto comune della Romagna.
Geografia fisica
Territorio
Imola è situata lungo la via Emilia, nel punto in cui la valle appenninica del fiume Santerno sfocia nella pianura padana.
Clima
Classificazione climatica: zona E, 2292 GR/G
Storia
Antichità
Il luogo ove sorge Imola è stato frequentato da popolazioni preistoriche e protostoriche molto prima dell'età romana. I resti di un villaggio di età villanoviana sono emersi a Pontesanto, località sulla via Emilia (scavi effettuati tra il 1999 e il 2000); le tombe hanno restituito corredi funerari di grande ricchezza e complessità.
Il villaggio di Monte Castellaccio e la necropoli di Montericco (77 tombe) sono interessanti testimonianze delle popolazioni con caratteristiche umbre che si insediarono nel territorio romagnolo che tra VI e V secolo a.C. La necropoli di Montericco è la punta degli Umbri più avanzata verso occidente che si conosca.
Gli Etruschi costruirono (secc. V-IV a.C.) una pista pedemontana che congiungeva Rimini/Arimna con Bologna/Velzna. Non sembra invece che costruissero insediamenti nella zona di Imola. Tra il V e il IV secolo a.C. si verificò la penetrazione di popolazioni celtiche che, provenienti dall'Europa centrale, si insediarono su tutto il territorio cispadano, fino a confinare con i territori di Umbri e Piceni.
Nel III secolo a.C. cominciò l'espansione romana, che si concluse nell'arco di un secolo con la conquista della fertile pianura padana. I romani non sconvolsero l'impianto territoriale, ma pavimentarono la pista etrusca, che rettificarono in alcuni punti e denominarono Via Emilia. Nel punto in cui oggi sorge Imola trovarono un centro abitato (del quale non ci tramandarono il nome); vi dedussero una colonia al servizio della via militare, che successivamente prese il nome di Forum Cornelii. La sinuosità della via Emilia entrando ancora oggi a Imola da est è la testimonianza più indicativa dell'esistenza di un centro abitato pre-romano, allineato sull'asse stradale.
In epoca sillana (alto I secolo a.C.), il centro, ormai romanizzato, assunse molto probabilmente nuovi assetti, ma è impossibile ricostruire con esattezza il momento in cui raggiunse l'autonomia. Si sa invece che la città divenne un centro di agricoltura e di commercio, e che toccò il momento di massimo splendore e floridezza economica alla metà del I secolo a.C. Nei secoli successivi l'insediamento di Forum Cornelii sembra diminuire d'importanza. Dopo il 255 d.C. le fonti non indicano più il nome del curator viæ Æmiliæ.
La diffusione del cristianesimo a Imola data probabilmente dal III secolo; la nuova religione proviene da Ravenna, centro portuale con intensi contatti con l'Oriente romano. Nel 303-05 avvenne il martirio di San Cassiano, sotto l'imperatore Diocleziano. Cassiano è considerato il principale artefice della nascita e dello sviluppo della comunità cristiana della città. Secondo Paolo Diacono, il matrimonio di Ataulfo, re dei Visigoti, con Galla Placidia, figlia dell'imperatore Teodosio il Grande fu celebrato nel 412 a Forum Cornelii o Forum Livii.
Medioevo
Dal V secolo al Mille
Durante le invasioni barbariche la città fu notevolmente danneggiata. Le prime distruzioni e razzie cominciarono già nel III secolo, ad opera di Iuthungi e Marcomanni. Nel V secolo le incursioni dei Goti segnarono pesantemente il territorio imolese. Durante la Guerra Gotica (535-553) la città fu distrutta dai franco-alemanni. Forum Cornelii, che nel VI secolo non possedeva una cinta difensiva, venne abbandonata; in città rimase un piccolo nucleo presso la pieve urbana di S. Lorenzo.
Nel tardo VI secolo, quindi, la popolazione corneliese si disperse in numerosi centri distinti tra loro, disseminati nel contado. Oltre a Forum Cornelii, si ricordano: Castrum Sancti Cassiani, dove si trasferì la sede vescovile (1,5 km ad ovest della pieve di S. Lorenzo); Castrum Imolæ, insediamento di fondazione gota, posto sulle prime colline prospicienti Imola, al di là del Santerno; Bergullo, Dozza, Gallisterna, S. Prospero, Linaro.
Nel 568-69 la pianura padana, e quindi anche Imola, subì la traumatica invasione dei Longobardi. L'impero bizantino, già impegnato su altri fronti (campagne contro i Persiani e contro gli Slavi), faticò a riorganizzarsi. Verso la fine del secolo Forum Cornelii fu riconquistata dai bizantini. La città fu inserita nel neonato Esarcato d'Italia con capitale Ravenna. Re Agilulfo (590-616) fu il primo sovrano longobardo a stipulare una tregua con i Bizantini, ma durante il suo regno la tregua fu spesso violata.
Risale agli inizi del VII secolo la prima attestazione del nome Imola. Il nuovo toponimo comparve nel Catalogo delle Province d'Italia, compilato dal Monastero di Bobbio, da poco fondato: Foro Cornelii, cuius castrum Imola appellatur. La prima attestazione del termine «Castrum Imolæ» è contenuta nella Historia Langobardorum di Paolo Diacono (II, 18).
Negli anni tra il 727 e il 728 i Longobardi riconquistarono la città. Sotto Liutprando (712-744) Imula fu l'ultima città longobarda di confine con l'esarcato bizantino, che nel nord Italia era ormai ridotto alla fascia costiera da Ravenna ad Ancona. Nel 774 i longobardi furono sconfitti dai Franchi di Carlo Magno; il loro dominio nell'Italia settentrionale cessò definitivamente. I Franchi donarono i territori strappati ai longobardi alla Chiesa di Roma. Imola, come altre città sulla via Emilia, tornò invece nella giurisdizione della Chiesa di Ravenna, che aveva ereditato i territori dell'ex Esarcato. Nel X secolo appare nelle cronache il nome di Troilo Nordiglio.
Dal Mille al XV secolo
Nei primi secoli dopo il Mille si susseguirono guerre contro i Ravennati, i Faentini e i Bolognesi, così come lotte interne tra Castrum Imolæ e Sancti Cassiani. Nello stesso periodo venne redatto il primo Statuto comunale. Verso il 1080 il governo cittadino aveva sede a Forum Cornelii. L'importanza raggiunta dal potere civile fu confermata da un atto del 5 gennaio 1084 con cui il vescovo Morando, che risiedeva nel castrum Sancti Cassiani, elargì le prime concessioni al clero della civitas Corneliese. Lungi dal sancire un'equa divisione dei poteri, i contrasti tra il vescovo e il clero corneliese continuarono nei decenni successivi. Il lungo contenzioso fu sciolto solamente verso il 1130 da papa Onorio II. Originario dell'Appennino imolese, il pontefice diede ragione all'episcopato, restituendogli le prerogative precedentemente cedute dal vescovo Morando. Il documento è importantissimo poiché enumera tutte le pievi (18), i monasteri (18 anch'essi), i castelli (16) e i porti interni (ben 5) esistenti all'epoca nel territorio imolese. Approfittando della vittoria diplomatica, i san cassianesi attaccarono Imola e l'incendiarono. Nel 1140 si ha la prima attestazione dell'esistenza del libero comune.
In un documento del 1153 sono riportati i confini del contado imolese. Il territorio è delimitato a flumine Claternæ usque ad Casulam et a decem miliaria supra stratam usque ad paludes. Il torrente Quaderna (flumen Claternæ) delimita il contado a Occidente; Casola Valsenio (Casulam) è il limite appenninico che fa da discrimine con Faenza, mentre i decem miliaria indicano i confini a monte della via Emilia (supra stratam) partendo da Imola. Così, Fontanelice è il limite a sud (oltre il quale inizia il territorio dei conti Ubaldini), mentre il limite a valle (ovvero a nord) sono le paludi e gli acquitrini (ad paludes). Il territorio di Imola confinava con i contadi di Bologna, Ferrara, Faenza e Firenze. La sua estensione era molto limitata. Non sufficiente per fronteggiare la vicina Faenza e neanche paragonabile al contado di Bologna. Imola, stretta tra le due città, accusò i tentativi egemonici di entrambe, volti a impadronirsi del suo territorio.
Faenza e Bologna erano importanti centri guelfi, cioè fedeli al papa. Nel 1159 Imola accettò la protezione dell'imperatore, Federico I Barbarossa. L'imperatore svevo si recò in città ed assistette personalmente alla cerimonia di giuramento di fedeltà con la quale Imola divenne una città ghibellina (25 giugno 1159). Fu edificato un palazzo, residenza ufficiale del vicario imperiale. Nel 1175 Cristiano, cancelliere e generale dell'imperatore, attaccò tutti i castelli guelfi esistenti nella zona, tra cui Castrum Sancti Cassiani, che fu raso al suolo (febbraio 1177). Dopo la distruzione del Castello, sede episcopale, al vescovo Enrico (1173-1193) non rimase che trasferirsi a Forum Cornelii: è del 3 luglio 1187 l'atto ufficiale con cui il rappresentante imperiale consentì al vescovo di erigere il nuovo Duomo di Imola e il palazzo vescovile (nel luogo dove si trovano oggi). La popolazione di San Cassiano fu obbligata a trasferirsi in città; fu sistemata in una zona a sud-ovest. La politica di ingrandimento di Imola proseguì con l'attacco e la conquista dei castra di Bergullo (1187) e di Dozza (1198). Per la popolazione fu costruito un nuovo quartiere, nella zona nord-ovest, ove si trasferirono nel 1209.
Ciò spinse le vicine città di Bologna e Faenza, principali centri guelfi, ad attaccare Imola per fermarne l'avanzata. L'esercito guelfo conquistò pezzo per pezzo il territorio circostante la città. Nel 1198 risiedeva a Imola il Vicario imperiale Marquardo di Annweiler. Marquardo attese l'esercito avversario fino a pochi km dal centro abitato, poi scatenò la controffensiva. I guelfi furono ricacciati indietro; l'avanzata degli imperiali fu inarrestabile. Giunti a Tossignano, presero il castello e lo distrussero completamente.
La politica di annessioni riprese: nel 1213 fu attaccato il castrum di Gallisterna. I vinti abitanti furono trasferiti in case appositamente edificate nei pressi della porta orientale di Imola (Porta Spuviglia, attuale Porta dei Servi). Poi gli imperiali si volsero a Castrum Imolæ, unico insediamento che non si era voluto piegare ai loro voleri, e si prepararono a conquistarlo militarmente. Ma questa volta l'esito fu diverso. Si interpose il vescovo Mainardino come mediatore tra le parti. Dopo una lunga trattativa, che si protrasse per alcuni anni, Mainardino riuscì a convincere i castroimolesi a trasferirsi volontariamente dentro Imola. Nel 1222 gli abitanti di Castrum Imolæ si insediarono in una zona nella parte sud-est della città (nella zona compresa tra Porta Avice e Porta Spuviglia). Successivamente Castrum Imolæ fu distrutto, senza spargimento di sangue. Al termine del lungo processo di annessione e di inurbamento, Imola, da piccola città quadrata, si era allargata fino a raggiungere una forma rettangolare, la stessa estensione che aveva già avuto durante l'epoca romana. Sorse il palazzo del Comune (mentre piazza Maggiore fu realizzata nel Cinquecento); fu edificata la cinta muraria, con le annesse fortificazioni (1225).
Nel XIII secolo le principali famiglie nobili di Imola erano così schierate:
Famiglie ghibelline: Pagani, Sassatelli, Nordigli;
Famiglie guelfe: Brizzi (o Brizi), Alidosi, Vajni.
Nel 1213 (o secondo altre fonti, nel 1222) San Francesco d'Assisi (1182-1226) ebbe il permesso dal vescovo Mainardo di predicare agli imolesi. Così Imola fu uno dei luoghi in cui Francesco predicò pace e fratellanza.
Nel corso del XIII secolo Imola si sviluppò come vivace centro agricolo; la produzione alimentare in eccedenza trovò sbocco anche sui mercati esterni. Imola aveva un porto lagunare, Conselice, cui era collegata tramite un canale navigabile. Da Conselice le merci giungevano al Po e quindi al mare. In questo periodo la città conobbe un notevole sviluppo demografico: i 4.200 abitanti del 1210 salirono fino ai 7.000 circa della metà del secolo, più di quanti ne avesse avuti in età romana. Nel 1232 il palazzo comunale fu ingrandito con la costruzione di una nuova ala. Il nuovo edificio fu unito a quello precedente con un “voltone” (tuttora esistente). Nel 1259 fu costruita la rocca.
Undici anni prima, nel 1248, Imola era passata per la prima volta allo Stato della Chiesa. I rapporti di forza con Bologna furono rovesciati: Bologna (città guelfa), grazie al nuovo clima politico, si avviò a diventare il centro egemone. La ghibellina Imola dovette “pagare pegno” a Bologna accettando di ospitare un centinaio di famiglie provenienti da città lombarde fedeli all'imperatore (Mantova e Cremona) nel suo territorio. Si ebbe così la fondazione di Massa Lombarda. Nel 1254 Bologna cacciò le famiglie filo-imperiali da Imola, imponendo il proprio controllo politico sulla città. Fu istituita la carica di «capitano del popolo», che a Imola era sconosciuta. Opportunamente, Bologna decise di indicare un proprio uomo solamente alla carica di podestà, mentre riservò l'ufficio di capitano del popolo a un "indipendente", ovvero a un militare "forestiero" (spesso toscano). Ma nel 1263 la regola saltò: per entrambe le cariche furono scelti uomini di provenienza bolognese. Le forze filo-imperiali organizzarono una rivolta e cacciarono le famiglie filo-papali. La reazione di Bologna fu spietata: assediò Imola, la prese, abbatté le mura e interrò i fossati. Oltre a demolire le difese cittadine, demolì anche le istituzioni, cancellando ogni residua libertà cittadina. Imola e il suo territorio furono accorpati al Comune di Bologna.
Il dominio bolognese ebbe termine nel 1296. In quell'anno un esercito guidato da Maghinardo Pagani e Galasso da Montefeltro, capitani di una lega ghibellina, oltrepassò il Santerno ed occupò la città (1º aprile). Nel 1299 Maghinardo fu eletto podestà, carica che mantenne fino alla morte, nel 1302. Con la morte di Maghinardo, la dinastia Pagani si estinse. La città tornò nominalmente sotto il dominio dello Stato della Chiesa. Pochi anni dopo la sede del papato fu trasferita in Francia (la cattività avignonese iniziò nel 1309). In breve tempo Imola fu contesa tra le principali famiglie cittadine. Tra i ghibellini Nordigli ed i guelfi Alidosi prevalsero questi ultimi: nel 1334 Lippo prese la città e cacciò la famiglia rivale. Gli Alidosi vararono un nuovo statuto cittadino; inoltre pilotarono la nomina del vescovo di Imola, favorendo i membri della propria famiglia (Carlo Alidosi (1342-54), poi Lito Alidosi (1354-78). Il loro controllo sulla città divenne assoluto. Gli Alidosi avviarono il potenziamento della rocca costruita nel 1259, fino a raddoppiarne le dimensioni. Alla metà del secolo le porte della città erano quattro: due sulla via Emilia (d'Alone, verso Bologna, e Spuviglia, verso Faenza), una a nord (Porta del Piolo) e una a sud (Porta della Posterla).
Nel 1348 la peste nera uccise a Imola, come altrove, almeno un terzo della popolazione. Alla metà del Trecento i conventi fuori Imola, sparsi nei borghi, dovettero trasferirsi entro le mura. Fu così che entrarono in città Serviti, Olivetani, Agostianini, Gesuiti, Canonici, Domenicani, Conventuali (di San Francesco), Carmelitani, Gerolamini, oltre a Domenicane, Clarisse, Agostiniane (o Maddalene) e Cappuccine.
Nel 1402 Imola prese parte alla Lega che sconfisse Gian Galeazzo Visconti, Signore di Bologna. La vendetta dei Visconti fu consumata nel 1424, quando il condottiero Angelo della Pergola, "capitano" per Filippo Maria Visconti, espugnò la rocca catturando Ludovico Alidosi e il figlio Beltrando (24 febbraio 1424). Fu la fine del lungo dominio alidosiano su Imola.
Nel 1426 attaccato da due fronti (Venezia e Firenze alleate) il Visconti abbandonò Imola cedendola alla Santa Sede. Il legato pontificio (più tardi cardinale) Domenico Capranica inaugurò un nuovo regime negli affari pubblici. In seguito Imola fu guidata da diversi condottieri, tra cui gli stessi Visconti, i quali eressero diverse fortezze di confine. Nel 1434 i Visconti scesero di nuovo in Romagna allo scopo di contrastare il potere di Venezia. Essi scelsero Imola come base per la loro espansione ed affidarono il controllo della città a Guidantonio Manfredi, signore di Faenza. Gli anni manfrediani furono caratterizzati dall'aumento dei terreni coltivati, dall'erezione della cinta muraria e dalla ristrutturazione della rocca.
Nel 1471 Imola fu dominio degli Sforza, nuovi signori di Milano. La città fu riportata sotto l'autorità papale per effetto del matrimonio della duchessa Caterina Sforza con Girolamo Riario, nipote di papa Sisto IV.
Caterina segnò un periodo della storia di Imola, legando le sue vicende personali al destino della città. Il padre, Galeazzo Maria Sforza, aveva sottratto la città a Taddeo Manfredi, feudatario pontificio. Per mantenere il controllo sulla città, formalmente soggetta alla Santa Sede, Galeazzo decise di fare un patto con Girolamo Riario, nipote di Papa Sisto IV. Il patto fu suggellato con un matrimonio: nel 1473 lo Sforza diede in sposa a Girolamo la propria figlia Caterina, nata dalla relazione con l'amante Lucrezia Landriani. Il matrimonio fu celebrato nel 1477, quando la giovane aveva 14 anni. Imola con il suo contado costituirono parte della dote nuziale di Caterina.
Nel 1480 Girolamo e Caterina si recarono a Roma, dove Girolamo ottenne anche la signoria di Forlì, a scapito della famiglia degli Ordelaffi, dopo la morte di Pino III. Girolamo Riario fu insignito del governo del «Principato di Forlì e Imola». Questo portò diversi vantaggi a Imola, che fu abbellita con splendidi palazzi e luoghi d'arte. Furono costruiti: Palazzo Novo (o del Signore, o dei Riario, oggi Palazzo Sersanti); Palazzo "el Cappello" o Della Volpe; Palazzo Machirelli (chiamato poi Palazzo Dal Pozzo); Palazzo Calderini (poi Paterlini). "Queste costruzioni imolesi, come quelle dei Palazzi Riario di Roma e di Forlì, furono ideate da un grande pittore che era pure architetto e fino dall'epoca romana in dimestichezza con Girolamo: Melozzo da Forlì".
Quattro anni dopo, Girolamo fu assassinato a Forlì, il 14 aprile del 1488 da una congiura capeggiata dalla nobile famiglia forlivese degli Orsi. Caterina stessa fu imprigionata, ma poi riuscì abilmente a tornare in libertà. Poté così recuperare il governo sia di Forlì che di Imola, anche grazie all'appoggio dello zio Ludovico il Moro. Il 30 aprile del 1488 Caterina iniziò il governo di Imola e Forlì in nome del primo figlio maschio, Ottaviano, legittimo erede del principato.
Nel 1494 scoppiò un conflitto tra Ducato di Milano e Regno di Napoli. Caterina inizialmente si mantenne in posizione neutrale. Poi scelse di sostenere il Re di Napoli, ma fu tradita dai partenopei, che al primo attacco dei francesi non la difesero. Si schierò quindi con il Re di Francia, lasciando all'esercito transalpino via libera per raggiungere e conquistare il regno di Napoli.
Età moderna
Nel 1499 papa Alessandro VI decise di riprendere direttamente il dominio dei territori pontifici in Romagna. A questo scopo assoldò Cesare Borgia, cui affidò la guida di un esercito. Il 24 novembre 1499 Cesare Borgia arrivò a Imola. Per evitare il saccheggio, le porte della città vennero aperte dagli abitanti e Borgia ne prese possesso senza colpo ferire (25 novembre). Caterina, arroccata a Forlì, non poté fare altro che assistere all'evento. Fu il Borgia ad invitare in Romagna Leonardo da Vinci, incaricando il genio fiorentino di verificare lo stato delle infrastrutture difensive localizzate nel territorio conquistato. Nei primi anni del secolo soggiornò a Imola anche Niccolò Machiavelli, inviato dalla Repubblica di Firenze in missione diplomatica.
Dopo la morte di Alessandro VI (18 agosto 1503), Cesare Borgia perse in breve tempo tutto il suo potere. Il nuovo pontefice, Giulio II, ottenne il ripristino del dominio ecclesiastico su Imola e il suo contado. Dopo aver confermato gli antichi Statuti della città (concessi nel 1334 dalla famiglia Alidosi), il papa si mostrò favorevole al ripristino della Signoria dei Riario-Sforza sui castelli di Imola e Forlì, ma la popolazione di entrambe le città si mostrò contraria, per cui la città passò ad Antonio Maria Ordelaffi, che si insediò il 22 ottobre del 1503.
Il pontefice procedette ad un rinnovamento istituzionale e amministrativo. La diretta dipendenza dalla Santa Sede si concretizzò con l'insediamento di un Governatore cittadino, proveniente dall'esterno della comunità, nominato direttamente dalla Santa Sede e residente in città per un periodo di un anno (prorogabile). L'inizio del dominio diretto della Santa Sede sulla Comunità di Imola fu sancito dalla Bolla d'oro, emanata da Giulio II il 4 novembre 1504.
Il 3 dicembre 1512 avvenne la fondazione del Monte di Pietà, per impulso di frate Orfeo Cancellieri. Il Monte fu Retto dai Frati del convento dell'Osservanza fino alle spoliazioni napoleoniche. La prima sede fu sistemata sotto gli archi del Palazzo Novo (oggi Palazzo Sersanti). Dal 1518, per i successivi tre secoli, fu alloggiato nel palazzo Della Volpe, ceduto al Monte dal capitano Taddeo Della Volpe, sito sulla via Emilia. Nel 1709 al Monte di Pietà fu aggregato un Monte frumentario, con la funzione di consegnare grano in anticipo ai contadini, che poi lo restituivano una volta fatto il raccolto aumentato di una percentuale come interesse. Fu il primo monte frumentario della Legazione di Romagna.
Negli anni immediatamente successivi al 1750 venne costruito il primo ponte sul Santerno dopo l'epoca romana. Fino ad allora, infatti, il fiume era guadato con barche. La struttura era in legno; per attraversarla fu istituito un pedaggio (venne abolito nel 1777).
Nel 1769 lo stato d'anime (censimento) della città dentro le mura forniva un totale di 7.611 battezzati. Nelle parrocchie situate entro le mura, la popolazione era la seguente: 1.896 a San Cassiano, 584 a S. Maria in Regola, 440 a S. Giovanni Battista e 107 ai SS. Paolo e Donato. La popolazione totale della città e del suo contado non superava le 18.000 unità. Nello stesso periodo emerse l'esigenza di costruire un nuovo ospedale cittadino: la struttura che si affacciava sulla piazza maggiore era diventata inadeguata. Nel 1781 il vescovo, Giovanni Carlo Bandi, ottenne l'autorizzazione del Papa Pio VI ad acquistare un terreno a sud-ovest della città, fuori porta d'Alone (la porta che guardava Bologna). I lavori iniziarono l'anno seguente, sotto la guida dell'arch. Cosimo Morelli. Nel 1782 aprì un nuovo teatro cittadino: il Teatro dei Cavalieri Associati. Costruito da Cosimo Morelli, presentava un innovativo palcoscenico a tre bocche con tre distinte scene; la sala si elevava per tre ordini con 17 palchi ciascuno.
Il 22 giugno 1796 Imola venne occupata dalle forze rivoluzionarie francesi. L'invasione causò il blocco dei lavori per il nuovo ospedale. In luglio i francesi, dopo aver represso i primi tentativi di rivolta della popolazione, pretesero una contribuzione di 61.000 scudi. Il 22 luglio fu decisa la soppressione degli ordini religiosi. Alcuni di essi avevano una vita millenaria come il monastero di Santa Maria in Regola. L'esercito francese tornò l'anno successivo, il 1º febbraio 1797 e occupò nuovamente Imola. In quella notte andò a fuoco il Teatro dei Cavalieri Associati. Il giorno dopo giunse in città Napoleone Bonaparte. Il territorio di Imola fu assegnato al Dipartimento del Reno, entrando così a far parte della Repubblica Cispadana. Il 1º giugno dello stesso anno, in seguito alle forti pressioni degli imolesi, venne creato il «Dipartimento del Santerno». I confini del Dipartimento erano segnati dal Sillaro a ovest, dal Senio a est, dai monti Faggiola e Pratolungo a Sud, dal Reno a nord. La gloria del “rango provinciale” di Imola fu di breve durata: con la nascita della Repubblica Cisalpina, il Dipartimento del Santerno fu aggregato a quello del Lamone, con capoluogo Faenza (novembre 1797). Successivamente Imola ritornò a far parte del Dipartimento del Reno (2 ottobre 1798), avente come capoluogo Bologna. Dopo una parentesi in cui la Repubblica Cisalpina fu occupata dagli austriaci (1799), l'ordinamento napoleonico fu ripristinato nel 1800. In quell'anno entrò in funzione il nuovo ospedale, denominato "Santa Maria della Scaletta”.
Il XIX secolo
Nel 1806 Imola città contava circa 8.700 abitanti.
Con la Restaurazione (1815), Imola tornò sotto lo Stato Pontificio, inserita nella Legazione di Ravenna. La Santa Sede constatò che il patrimonio immobiliare nel territorio imolese si era azzerato: i repubblicani, infatti, avevano requisito sia i fondi agricoli che le sedi delle strutture ecclesiastiche e li avevano messi all'asta. L'unica istituzione che era stata risparmiata dalla spoliazione napoleonica fu l'abbazia di Santa Maria in Regola. Dopo un periodo di riorganizzazione delle finanze, poterono riprendere gli investimenti: nel 1821 fu inaugurato il nuovo cimitero civile (esistente tuttora) e nel 1826 il ponte di legno sul Santerno fu sostituito da un ponte in muratura.
Molti imolesi parteciparono ai moti rivoluzionari del 1820-21 e del 1830-31. Durante il moto modenese del febbraio 1831, Imola si sollevò, aderendo al governo provvisorio delle Province Unite. Molti volontari partirono al fronte per arruolarsi nell'esercito di Giuseppe Garibaldi. Nel 1855 si propagò in città una grave epidemia di colera, che provocò alcune centinaia di morti. Fu l'ultima che colpì la città romagnola. Nello stesso anno fu istituita la Cassa di Risparmio, sorta su iniziativa di alcuni cittadini, con l'approvazione e l'appoggio del vescovo, Gaetano Baluffi.
Nel 1857 Papa Pio IX effettuò un viaggio pastorale in Romagna. Da vescovo era stato a capo della Diocesi di Imola per ben 14 anni (1832-46). Giunse ad Imola il 6 giugno. La città gli tributò un'accoglienza festosa; in suo onore venne eretto un arco di trionfo a Porta Romana, al posto dell'antica porta medievale.
Dopo la fine del dominio pontificio, il Governatore delle Romagne Luigi Carlo Farini, il 27 dicembre 1859, ridefinì le circoscrizioni territoriali aggregando il Comune di Imola alla circoscrizione di Bologna.
Nel marzo 1860, in seguito ai plebisciti, le Regie provincie dell'Emilia furono annesse al Regno di Sardegna che, nel marzo 1861, divenne Regno d'Italia. Il primo sindaco di Imola dopo la cessazione del dominio pontificio fu Giuseppe Scarabelli, geologo e archeologo (febbraio 1860-1866).
Popolazione maschile di Imola al Censimento del 1861: 13.894. Principali attività maschili:
Vi erano poi: 221 possidenti, 398 militari e 218 ministri di culto (compresi membri di confraternite). Seguono studenti, pensionati, mendicanti, detenuti e mentecatti.
Senza professione: 3.207 (pari al 23%).
Popolazione femminile di Imola al Censimento del 1861: 13.118. Principali attività femminili:
Vi erano poi: 178 possidenti e 108 consacrate. Seguono braccianti, addette all'industria, studentesse, pensionate, mendicanti, detenute e mentecatte.
Senza professione: 6.968 (53,1%). In questa categoria sono comprese le massaie.
In campo politico, a partire dagli anni '80 ottennero i maggiori consensi le idee mazziniane e socialiste. Imola espresse uno dei politici più influenti del socialismo nazionale, Andrea Costa, fondatore nel 1881 del Partito Socialista Rivoluzionario di Romagna, prima formazione organizzata socialista del Paese. Nello stesso anno 1881 fu fondato un istituto professionale che nei decenni successivi divenne un vanto dell'istruzione imolese: l'istituto Alberghetti.
Nel 1889, con la nomina a sindaco di Ugo Tamburini (1850-1914), vicino politicamente ad Andrea Costa, Imola divenne il primo Comune a guida di sinistra d'Italia.
Il Novecento
All'inizio del XX secolo vivevano ad Imola 12 000 abitanti (cui si sommavano i 21 000 della campagna circostante). L'agricoltura era ancora la prima occupazione della popolazione, ma nascevano già le prime industrie: aziende di laterizi e terrecotte, di cementi, di meccanica. Nacquero anche una fonderia ed uno zuccherificio.
Nel 1901 fu fondata la prima cooperativa di credito: la Banca Cooperativa Imolese. Risale a quegli anni anche l'apertura della prima cassa rurale imolese.
L'amministrazione comunale era guidata dal Partito socialista. Il VII Congresso nazionale del PSI si svolse proprio nella città romagnola (6-9 settembre 1902). Imola diede un elevato contributo alla causa d'Italia nella prima guerra mondiale. Ben 533 militari imolesi morirono durante il conflitto: 505 soldati di truppa, 6 sottufficiali, 12 aspiranti ufficiali e 10 ufficiali inferiori. Ai caduti imolesi furono conferite 19 medaglie di bronzo, 15 d'argento e 1 d'oro. Negli anni 1918-19 Imola fu colpita dalla micidiale "febbre spagnola" che causò tante vittime in tutto il Paese.
L'ultimo sindaco eletto democraticamente fu Giulio Miceti. Durante la dittatura fascista, Imola subì diversi cambiamenti nel centro storico: furono demoliti alcuni vecchi edifici e il mercato coperto e venne costruito un grande palazzo comprendente la Casa del fascio (l'attuale Centro cittadino). Il 13 giugno 1928 fu inaugurato alla presenza di re Vittorio Emanuele III e della regina Elena il monumento ai Caduti della Prima guerra mondiale. Il monumento rimase ad ornare la piazza centrale della città (odierna piazza Matteotti) fino all'inizio del XXI secolo.
La seconda guerra mondiale (1940-1945) coinvolse anche Imola, che fu bombardata per la prima volta dagli aerei alleati il 13 maggio 1944. Le vittime furono 53, un centinaio i feriti; la città subì gravi danneggiamenti ad abitazioni. Trovandosi a soli 15 km dalla Linea Gotica, Imola rimase sotto il tiro dei cannoni e sotto i bombardamenti degli aerei. La città fu teatro, inoltre, di rappresaglie ai danni della popolazione civile e di elementi delle Resistenza locale da parte delle Brigate nere. Gli eventi più rimarchevoli furono l'eccidio del pozzo Becca e i conseguenti fatti di via Aldrovandi. La liberazione, da parte delle armate alleate, avvenne il 14 aprile 1945. I primi a entrare in città furono i soldati della 3ª Divisione del II Corpo d'armata polacco, al comando del generale Władysław Anders, che varcarono porta Appia poco dopo le 15. Più tardi entrarono nella città liberata gli uomini del gruppo di combattimento "Friuli" e dai partigiani della 36ª brigata "Garibaldi" e della brigata "Maiella".
Nel dopoguerra Imola conobbe un rapido sviluppo economico. Negli anni '60 la città si ingrandì con la costruzione di nuovi quartieri. Fu in questo periodo che Imola venne pensata con l'area industriale a nord (verso la nuova arteria autostradale Bologna-Ancona, inaugurata nel 1966) e il residenziale a Sud. Il nuovo quartiere fu chiamato «Pedagna» ed assorbì una popolazione di diverse migliaia di abitanti.
Monumenti e luoghi d'interesse
Rocca Sforzesca
Palazzo Machirelli
Casa di Benvenuto Rambaldi
Teatro comunale
Complesso di San Francesco
Palazzo Monsignani
Farmacia dell'Ospedale
Palazzo Della Volpe
Complesso dei Santi Nicolò e Domenico
Pinacoteca Comunale
Bastioni di Port'Appia
Palazzo Calderini
Palazzo Pighini
Palazzo Comunale
Piazza Matteotti
Palazzo Sersanti (fatto edificare da Girolamo Riario nel 1480, l'attuale facciata settecentesca è opera dall'architetto Cosimo Morelli)
Casa Gandolfi
Palazzo Tozzoni
Palazzo Vacchi
Casa Vacchi-Suzzi
Palazzo Vescovile
Casa Della Volpe
Porta Montanara
Borgo incastellato della Pieve di Sant'Andrea del XII secolo, per metà compreso nel comune di Casalfiumanese, con torre "Alidosi" del XV secolo
Chiese della città
Il più importante nucleo religioso della città altomedievale e medievale fu l'abbazia di Santa Maria in Regola. Gli edifici religiosi di Imola sono:
Basilica Cattedrale di San Cassiano martire
Chiesa di Santo Spirito
Chiesa di San Domenico
Chiesa del Pio Suffragio
Chiesa di Santa Maria dei Servi (immagine)
Chiesa di Santa Maria in Regola
Chiesa di Santa Maria in Valverde (contiene opere di Domenico Maria Canuti, Ludovico Carracci, Filippo Pasquali)
Chiesa di Nostra Signora di Fatima
Chiesa di San Bartolomeo del Convento dei Cappuccini
Chiesa di Sant'Agata
Chiesa di Sant'Agostino
Chiesa di Santa Caterina
Chiesa di San Giacomo dei Filippini
Chiesa di San Giacomo Maggiore del Carmine
Chiesa di San Lorenzo
Chiesa di San Pio
Chiesa di Santo Stefano
Chiesa di San Francesco
Convento dell'Osservanza
Santuario della Beata Vergine del Piratello
Santuario della Beata Vergine di Ghiandolino
Santuario della Madonna della Coraglia
Cappella del Nuovo Ospedale Civile
Cappella del Palazzo Comunale
Cappella di Santa Barbara
Cappella Istituto Piccole Suore del Bambin Gesù
Oratorio Beata Vergine del Rosario
Oratorio del Vecchio Ospedale Civile
Oratorio di San Macario
Oratorio di San Rocco
Oratorio della Madonna detta "della Marconcina", nella frazione Balia
Aree naturali
Parco Acque Minerali
Comprende una vasta area al di là del fiume Santerno, sulle prime colline prospicienti la città. Il parco fu creato all'inizio del XX secolo. La scoperta delle "acque minerali" (acque sulfuree dalle proprietà curative) è molto anteriore e risale al 1830, ed è dovuta a Gioacchino Cerchiari.
Parco Tozzoni
Situato in una vasta area collinare ai margini della zona urbana, il parco è aperto al pubblico dal 1º aprile 1978. La famiglia dei conti Tozzoni acquisì l'area nel 1882 e la utilizzò come riserva di caccia, conferendole il nome di "Parco del Monte". L'ultima erede del casato lo cedette al comune nel 1975.
Contigua al parco è la Riserva Naturale Regionale del Bosco della Frattona.
Società
Evoluzione demografica
Abitanti censiti
Popolazione
Variazione della popolazione residente a Imola dal 2006 al 2010.
Fonte, Dati Istat al 31 dicembre 2010.
Etnie e minoranze straniere
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2010 la popolazione straniera residente era di 6.184 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate erano:
Religione
Imola è sede di una diocesi della Chiesa cattolica. Le parrocchie del territorio del Comune possono essere divise in tre gruppi:
Centro Città: S. Cassiano (cattedrale), S. Agata, S. Agostino, S. Giacomo Maggiore del Carmine (che tuttavia ingloba la zona presso la Casa del fanciullo ed anche la zona industriale denominata "Pasquala"), S. Giovanni Battista, S. Lorenzo diacono, S. Maria in Regola e S. Maria in Valverde: .
Sobborghi: Croce Coperta, Croce in Campo, Nostra Signora di Fatima, S. Francesco d'Assisi (con la sede nella nuova grande chiesa di S. Pio da Petrelcina), S. Giovanni Evangelista nel quartiere di Zolino, S. Giovanni Nuovo e S. Spirito
Frazioni: Balia, Bergullo, Casola Canina, Chiusura, Ghiandolino, Giardino-Sasso Morelli, Linaro-Ponticelli, Mezzocolle-Ponticelli, Poggiolo-Ponticelli, Montecatone, Ortodònico, Pediano, Pieve di Cantalupo, Piratello, Pontesanto, S. Prospero, Sasso Morelli, Sellustra, Sesto Imolese, Spazzate Sassatelli e Zello.
Devozione mariana
Nel territorio di Imola esistono molti luoghi di devozione mariana.
In città
Chiesa di Santa Maria dei Servi: vi è venerata un'antica immagini della Madonna, con il titolo di Beata Vergine Salus infirmorum. È invocata per liberare la città da pestilenze, carestie, eventi naturali calamitosi e guerre. La sua ricorrenza cade il 2 luglio.
Chiesa di Santa Maria in Regola: vi è venerata la più antica immagine di Maria esistente a Imola, il Velo della Vergine. È invocata per liberare la città da pestilenze, carestie, eventi naturali calamitosi e guerre. La sua ricorrenza cade il Lunedì dell'Angelo e il 15 agosto.
Santuario della Beata Vergine delle Grazie (all'interno del Convento dell'Osservanza): vi è venerata l'immagine della Beata Vergine delle Grazie, risalente ai primi anni del XV secolo. È invocata per liberare la città da pestilenze, carestie, eventi naturali calamitosi e guerre. La sua ricorrenza cade il 4 agosto.
Nel forese
Santuario della Beata Vergine del Piratello: l'immagine, attestata tra il 1483 e il 1489, si trovava originariamente in un pilastro in muratura, collocata in una nicchia. Oggi vi è stata collocata una copia; l'originale è protetta all'interno del Santuario. È invocata per guarigioni da infermità e da ferite riportate in incidenti o in atti cruenti (rapine). Viene festeggiata durante le rogazioni di maggio.
Chiesa dell'Assunzione di Maria Vergine (a Pontesanto): l'immagine, risalente al 1580, è un bassorilievo di scagliola ritrovato al di là di un ponte di legno sul torrente Correcchio. Oggi è conservata all'interno della chiesa. È invocata per liberare la città da pestilenze, carestie, eventi naturali calamitosi e guerre. La sua ricorrenza cade il 15 agosto.
Santuario della Madonna della Coraglia: l'immagine, una terracotta smaltata a colori, fu rinvenuta nel 1784 da un ortolano in un fossato lungo la via Coraglia. Sul luogo fu poi edificato il santuario. È invocata per liberare la città da pestilenze, carestie, eventi naturali calamitosi e guerre. Viene festeggiata durante il triduo per la Pentecoste.
Santuario del Ghiandolino: l'immagine, un lacerto di tela, fu rinvenuta nel 1868 da una contadina nella propria casa, sita in località Ghiandolino. Poco lontano fu poi edificato il santuario. È invocata per guarigioni da malattie e soccorso in caso di incidenti. La sua ricorrenza cade la prima domenica di maggio e il 15 agosto.
Istituti religiosi
Congregazioni
«Ancelle del Sacro Cuore di Gesù sotto la protezione di S. Giuseppe», congregazione religiosa fondata nel 1876 da madre Lucia Noiret (1832-1899);
Istituto delle «Piccole Suore di Santa Teresa del Bambino Gesù», fondato il 2 novembre 1923 da Maria Antonietta Zanelli (1887–1957) insieme a don Giuseppe Mazzanti. Dal 1938 ha sede in via Emilia, nel centro storico. Madre superiora: madre Filomena Adamo (dal 2 gennaio 2007; confermata nel 2013).
Monasteri e Conventi
In città hanno sede un monastero e un convento:
Monastero di Santo Stefano (suore dell'Ordine delle Clarisse). Badessa: madre Maria Daniela Donato (dal 2012);
Convento dei Frati Cappuccini. Fu fondato nel 1595 nello stesso luogo in cui si trova oggi. Dal 1975 hanno sede nel convento imolese le opere delle missioni e della stampa della Provincia dell'Emilia-Romagna. Vi ha sede anche il Museo missionario indiano-africano.
Enti e istituzioni
Ospedale psichiatrico «Luigi Lolli»
Il primo ospedale psichiatrico di Imola fu costruito nel 1844 su impulso del vescovo Giovanni Maria Mastai Ferretti. Primo direttore fu Cassiano Tozzoli; la struttura, denominata «S. Maria alla Scaletta», apparteneva alla congregazione di carità. Nel 1847 divenne «asilo psichiatrico» e fu abilitato ad ospitare malati provenienti da tutte le diocesi romagnole. Nel 1862 Tozzoli lasciò la direzione della struttura a Luigi Lolli (nato nel 1819 a Riolo Terme), che propose di costruire un nuovo edificio di concezione più moderna e razionale. I lavori presero l'avvio nel 1869 sotto la direzione dell'architetto romano Antonio Cipolla. Contemporaneamente furono avviati i lavori di costruzione di un nuovo edificio, denominato «Osservanza». Nelle intenzioni di Lolli, servivano due strutture non per ragioni funzionali, bensì per assicurare la cura migliore ai degenti: il manicomio centrale (il nome S. Maria della Scaletta fu sostituito dal nome "Villa dei Fiori") doveva ospitare i malati acuti e curabili, mentre al manicomio dell'Osservanza sarebbero andati i malati "incorreggibili", ovvero i soggetti affetti da patologie mentali croniche. L’Ospedale divenne un modello architettonico e terapeutico, tanto che nel 1874 fu la sede del primo congresso nazionale della società italiana di freniatria (branca della psichiatria). Lolli fu direttore di entrambe le strutture fino alla morte, avvenuta nel 1896.
Dopo la morte del Lolli l'ospedale centrale venne messo in vendita. L'acquirente fu la Provincia di Bologna (1898). Il Manicomio centrale (Villa dei Fiori) assunse il nome di «Manicomio provinciale di Bologna in Imola». La struttura fu destinata ad accogliere i pazienti provenienti dalla sola Provincia di Bologna. Fu diretta, in successione, da Raffaele Brugia, Giulio Cesare Ferrari e Luigi Baroncini.
L'«Ospedale psichiatrico dell'Osservanza», invece, rimase nelle mani della Congregazione di carità. La struttura continuò ad ospitare i malati provenienti dalle altre province. Fu diretto da Raffaele Baroncini.
Le due strutture conservarono tale funzione fino al 1978, quando la legge Basaglia sancì la cessazione dei ricoveri in manicomio.
La chiusura formale dei due ospedali psichiatrici avvenne il 31 dicembre 1996. Villa dei Fiori è stata demolita nel 2011.
Istituto «Santa Caterina»
Fondato per assistere gli orfani imolesi della Prima guerra mondiale, l'Istituto Artigianelli (intitolato a Santa Caterina) nasce il 2 luglio 1915, pochi mesi dopo l'entrata dell'Italia nel conflitto. Fu fondato da don Angelo Bughetti, che dedicò gli ultimi cinque anni della sua esistenza al completo servizio dell'istituto.
L'istituto ha continuato la sua attività assistenziale per tutto il resto del XX secolo. A partire dal XXI secolo la sua struttura si è modificata da orfanotrofio/collegio a casa d'accoglienza. Una delle attività che ha segnato tale trasformazione è l'oratorio-doposcuola, che accoglie tutti i bambini fin dai sei anni d'età.
Montecatone Rehabilitation Institute
Istituto ospedaliero specializzato nella cura e nella riabilitazione di pazienti con lesioni alla spina dorsale (foto dell'ingresso). La vita dell'istituzione può essere suddivisa in tre fasi:
Sanatorio: viene fondato sui colli di Montecatone (una delle prime pendici dell'Appennino che sovrasta la città) e inaugurato nell'ottobre del 1936. Ospita ammalati con lesioni midollari, tipologia a quel tempo incurabile (e scomoda per tutte le altre strutture ospedaliere);
Ospedale: negli anni settanta è nominata al vertice della struttura la dott.ssa Maria Antonietta Vannini. Il nuovo direttore sanitario rimette in sesto la struttura, che nel dopoguerra non ha beneficiato di nessun ammodernamento, e le ridà nuova vita come centro di riabilitazione. Montecatone diventa un ospedale d'eccellenza: in pochi anni la sua fama valica i confini della regione e diventa un centro noto in tutt'Italia.
Istituto: nel 1998 l'Ospedale viene trasformato in una società per azioni a gestione mista pubblico-privato. Tre anni dopo viene nominato il successore della dott.ssa Vannini, Mauro Menarini. Il nuovo direttore migliora ulteriormente gli elevati livelli di organizzazione interna raggiunti nell'istituto. Oggi il «Montecatone Rehabilitation Institute» mantiene il primato tra gli istituti ospedalieri italiani nel suo settore. Nel 2011 l'istituto è passato alla totale proprietà pubblica (il 99,44% della società per azioni è dell'Ausl di Imola, il restante 0,56% è del Comune imolese). Nello stesso anno è stato nominato il nuovo direttore generale del centro, il dott. Augusto Cavina, che nel 2014 ha assunto la carica di presidente e amministratore delegato.
All'interno dell’area ospedaliera ha sede la casa di accoglienza “Anna Guglielmi”, una struttura dotata di 82 posti letto che accoglie i familiari dei pazienti ricoverati.
Cultura
Biblioteche musei
La Biblioteca comunale è nata in seguito alla confisca napoleonica della Biblioteca del convento dei frati minori conventuali, presenti a Imola dal XIV secolo. La biblioteca civica è stata aperta al pubblico l'11 gennaio 1799. Nel tempo il patrimonio librario si è arricchito di numerosi fondi di privati cittadini, tra cui il fondo di Giovanni Codronchi Argeli (1843) e il fondo Andrea Ponti (1957). Oggi la Biblioteca gestisce anche l'Archivio storico della città. Il patrimonio librario totale è di 480.000 volumi. Gli iscritti totali al prestito sono 11.880. Sedi decentrate della biblioteca comunale sono nelle frazioni di Ponticelli, Sasso Morelli e Sesto Imolese.
Nel 1990 è stata fondata «Casa Piani», la biblioteca comunale per ragazzi. È una delle prime biblioteche in Italia completamente dedicata ai bambini e ai ragazzi. Nel 2010 ha raggiunto il numero di 3.300 giovani lettori iscritti. Casa Piani ha due sedi decentrate, denominate "Pippi Calzelunghe" e "Zigo Zago".
Altre biblioteche di Imola aperte al pubblico sono:
Biblioteca del seminario diocesano;
Biblioteca del CIDRA (Centro imolese documentazione Resistenza antifascista).
I musei di Imola sono:
Centro Studi Naturalistici;
Palazzo Tozzoni;
Collezioni di armi e ceramiche della Rocca Sforzesca;
Museo diocesano Pio IX;
Museo di San Domenico - Pinacoteca (contiene la collezione "Giuseppe Scarabelli")
Museo del C.I.D.R.A., denominato "Mostra della Resistenza e del Novecento";
Museo della Cooperativa Ceramica di Imola.
Di questi, tre sono i complessi attorno a cui ruotano attività, mostre e iniziative: Rocca sforzesca, Palazzo Tozzoni e San Domenico.
Associazioni culturali
Il più antico e illustre sodalizio culturale imolese è l'«Associazione per Imola Storico-Artistica» (AISA). Fondata nel 1938 per iniziativa di Luigi Orsini (letterato), Gianluigi Poggiali (ingegnere) e Rezio Buscaroli (critico d'arte), l'associazione ha come scopo la valorizzazione del patrimonio storico e artistico di Imola e del suo territorio. Il suo primo presidente fu Luigi Orsini. L'attuale presidente è, dal 2000, lo storico Andrea Ferri.
Il più antico circolo cittadino imolese tuttora esistente è il «Silvio Pellico», nato nel 1911 a Palazzo Monsignani. Fu fondato da don Angelo Bughetti come centro di ritrovo e di crescita per i giovani dai 15 anni in su. Oggi il circolo (che dal 2008 ha sede all'Osservanza) rappresenta un punto di riferimento nel panorama educativo e culturale cittadino.
La Pro Loco di Imola è stata fondata nel 1949, pochi anni dopo il dramma della guerra. Tra i primi soci figurava l'allora sindaco Veraldo Vespignani, che fu il primo presidente. Dopo Vespignani, i presidenti furono Romano Catelli, Fausto Mancini, Laerte Poletti, Fabrizia Fiumi (1995-2002) e, dal 2002, Franco Capra. Si devono alla Pro Loco alcune delle più importanti iniziative culturali organizzate in città, tra cui la "Biennale d'arte" (di cui si tennero 22 edizioni) e il "Baccanale". In collaborazione con la «Società del Passatore Ca' d'Jomla», sodalizio dedito alla valorizzazione delle tradizioni contadine, la Pro Loco organizza anche eventi folcloristici, come Lôm a merz (fuochi di marzo) e la Sfujareja (spannocchiatura). Nel 2011 l'associazione contava circa 300 soci.
Dall'anno accademico 1987-88 è attiva "Università Aperta", l'università per adulti di Imola. Fondata nel 1987 da Quinto Casadio, nel 2012 l'associazione, presieduta da Gabriella Barbieri, contava circa 1.600 iscritti.
Associazioni musicali
La più prestigiosa associazione musicale cittadina è l'Accademia Pianistica Internazionale “Incontri col Maestro”. Fondata nel 1981 come associazione (il passaggio allo status di istituzione è avvenuto nel 1989) dal pianista Franco Scala, è un istituto di perfezionamento musicale, in particolare pianistico, nel quale oggi sono attivi sette insegnamenti (tra cui violino, violoncello, flauto, composizione e musica da camera). Gli allievi dell'accademia, che fin dalla fondazione ha sede presso la Rocca Sforzesca, sono stati premiati in tutti i maggiori concorsi pianistici oggi esistenti (60 primi premi vinti dal 1989 ad oggi), iniziando poi la carriera concertistica. L'Accademia Pianistica fonda la propria didattica sull'incontro tra l'allievo e i grandi maestri internazionali. Tra gli insegnanti vanno ricordati Lazar Berman, Maurizio Pollini, Vladimir Davidovich Ashkenazy, Andrea Lucchesini, Piero Rattalino, Pier Narciso Masi, Riccardo Risaliti, Enrico Pace, Nazzareno Carusi, Vovka Ashkenazy. Lo stesso Vladimir Ashkenazy è diventato il direttore dell'istituzione nel luglio 2013. L'Accademia dispone di una propria orchestra da camera la «Imola Chamber Orchestra», che ha debuttato nel maggio 2013. Nel 2014 l'Accademia è stata insignita del prestigioso Premio nazionale Presidente della Repubblica.
Altro punto di eccellenza della vita musicale imolese è il «Circolo della Musica». Fondato nel 1956 da Leopoldo Montanari, che ne fu il primo presidente, il Circolo organizza stagioni di concerti di musica classica di elevato livello artistico, invitando ogni anno interpreti di fama internazionale.
L'associazione musicale più antica è la «Banda Musicale Città d'Imola». Fondata nel 1823 come «Filarmonica Imolese», l'associazione, oltre ad essere presente nelle manifestazioni più importanti della vita pubblica imolese, svolge un'intensa attività di educazione musicale nelle scuole cittadine. Nel 2011 contava 150 iscritti, di cui 100 sono componenti effettivi della Filarmonica della Banda.
Per quanto riguarda la musica tradizionale romagnola, Imola vanta i natali di una delle più celebri formazioni del settore: il «Gruppo Canterini e Danzerini Romagnoli "Turibio Baruzzi"». Fondato con il nome di "Camerata dei Canterini romagnoli di Imola" nel 1927, nacque dall'idea di Pietro Tarabusi (Imola, 1895 - ivi, 1975) e dei dirigenti del Circolo degli Artigiani di Imola, tra cui Nino Zani e Roberto Bassi. Il sodalizio esegue un repertorio di canti popolari romagnoli. Fu il maestro Turibio Baruzzi a fare dei canterini imolesi, negli anni trenta-quaranta, una delle formazioni più prestigiose di tutta la Romagna. Dal secondo dopoguerra il coro è affiancato da un corpo di ballo che propone, grazie all'accompagnamento della relativa orchestra, danze tradizionali romagnole del XIX secolo.
Mezzi d'informazione
Stampa
Il Nuovo Diario-Messaggero (settimanale). Il giornale nacque il 13 ottobre 1900 con la testata «Eco della Diocesi di Imola», modificata nel 1903 ne «Il Diario». Dopo le interruzioni del periodo bellico rinacque come «Il Nuovo Diario» e, infine, diventò «Il Nuovo Diario-Messaggero», a seguito della fusione con il periodico lughese «Il Messaggero».
Sabato Sera (settimanale)
Imola Oggi (giornale online)
Sport Imola (giornale sportivo online di Imola e circondario)
Post Scriptum (giornale online)
Il Resto del Carlino - edizione di Imola (quotidiano)
Corriere Romagna - edizione di Imola (quotidiano)
La Voce di Romagna - edizione di Imola (quotidiano)
Radio
Nel passato Imola è stata sede di diverse radio indipendenti. Radio Logica, fondata nel 1976, è stata la principale radio imolese. Trasmetteva musica rock e leggera. Tra le trasmissioni più famose: Buona domenica, Paese che vai, Domenica sportiva, Traccia. Nel 2006 l'emittente è stata ceduta; le frequenze sono passate a Radio Stella di Modena. Altre radio imolesi esistite nel passato: Radio Grifone Stereo, Radio Alba, Teleradio Centrale.
Attualmente è presente su tutto il territorio la radio web Radio Montecatone.
Teatro
A Imola hanno sede tre teatri:
Teatro comunale Ebe Stignani (il teatro principale della città);
Teatro comunale Osservanza;
Teatro Lolli (con spettacoli di teatro contemporaneo e di avanguardia).
Cinema
La prima sala permanente di Imola fu il Cinema Marconi, aperto nel 1907. Dagli anni venti fu conosciuto come Cinema Modernissimo. Poi in successione aprirono il Centrale (1925), il Cristallo (1960), il Jolly e l'Astoria (nel quartiere Pedagna). Fino ai primi anni novanta esistevano cinque cinema di prima visione.
Oggi sono attivi tre cinema: il Cristallo, il Centrale (che dopo anni di chiusura ha riaperto nel settembre 2011) e il Don Fiorentini (intitolato alla memoria del sacerdote imolese don Romano Fiorentini, scomparso nel 1979). Quest'ultimo, aperto nel novembre 2002, offre anche una stagione di teatro dialettale.
Dal 1976 vi è poi un cineforum, tra i pochissimi nel settore a non aver capitolato di fronte all'avanzata delle multisale e dell'home theater.
Dal 1994 si tiene in dicembre il «Corto Imola Festival», un festival del cortometraggio d'autore. I premi sono: miglior corto italiano e miglior corto internazionale.
Eventi e ricorrenze
«Fiera agricola del Santerno». Nata nel 1947 come «Fiera del Santerno», si impose presto come la vetrina di tutto ciò che si produceva ad Imola e nel comprensorio. La Fiera si tenne nel vasto piazzale delle scuole Carducci fino al 1985, quando fu trasferita nell'autodromo. Ogni anno la fiera richiamava 40.000 persone, con 200 (in media) espositori. Per Statuto la fiera era presieduta dal sindaco della città. Dopo l'edizione del 1992 svoltasi alla Rocca sforzesca, la manifestazione fu sospesa. Nel 2011 la fiera è stata ripresa. Si svolge nell'area di Sante Zennaro (zona sud di Imola) e intende essere la continuazione della manifestazione originale.
CRAME («Club Romagnolo Auto e Moto d'Epoca»), dal 1966: mostra-scambio di auto e moto d'epoca. La manifestazione, conosciuta in Europa, è allestita all'interno dell'autodromo alla metà di settembre.
«Baccanale»: rassegna enogastronomica che si tiene a novembre con tema diverso ogni anno; aderiscono all'iniziativa molti ristoranti del comprensorio proponendo menù dedicati.
«Imola in Musica» (dal 1996): si tiene nel centro storico il primo weekend di giugno; il programma presenta sia concerti di artisti di rilievo che piccoli spettacoli di artisti da strada.
«Carnevale dei Fantaveicoli» (dal 1998): concorso per mezzi di trasporto stravaganti ed ingegnosi, rivisitati in chiave ecologica. I "veicoli" sono costruiti dai partecipanti; la sfilata avviene ogni anno nell'ultima domenica di Carnevale.
Fino al 2007 Imola ha ospitato l'Heineken Jammin Festival.
Persone legate ad Imola
Antichità
Marziale, (40-140) poeta latino
San Cassiano († 303/305) martire, patrono della città e della diocesi
San Cornelio († 446), vescovo di Imola
San Donato (V secolo)
San Pietro Crisologo († 450), arcivescovo di Ravenna, co-patrono della città e della diocesi
San Proietto († 483), vescovo di Imola
San Maurelio († 532), vescovo di Imola
Medioevo
San Terenzio (Alto Medioevo)
Maghinardo Pagani (ante 1250-1302), condottiero e signore della città
Benvenuto Rambaldi (1338-1388), commentatore dantesco
XVI e XVII secolo
Innocenzo da Imola (1485-1548), pittore
Lavinia Fontana, pittrice e moglie di Giovanni Paolo Zappi (discepolo di Innocenzo da Imola)
Lorenzo Mattoni, architetto
Papa Alessandro VII (1655-1667), vescovo di Imola e cardinale
Antonio Maria Valsalva (1666-1723), medico
Giambattista Zappi (1667–1719), poeta appartenente all'Accademia dell'Arcadia
Francesco Chiusuri (m. 1729), pittore
XVIII secolo
Domenico Trifogli (1675-1759), architetto
Giovanni Domenico Ferretti (1692-1768), pittore fiorentino detto L'Imola
Cosimo Morelli (1732-1812), architetto
Juan Ignacio Molina (1740-1829), religioso gesuita cileno, botanico
Papa Pio VII (1742-1823), vescovo di Imola e cardinale
Mons. Antonio Lamberto Rusconi (1743-1825), vescovo di Imola e cardinale
XIX secolo
In ordine alfabetico:
Mons. Gaetano Baluffi, (1788-1866), vescovo di Imola e cardinale
Cincinnato Baruzzi (1796-1878), scultore e professore di scultura
Giuseppina Cattani (1859-1914), medico
Quinto Cenni, pittore (1845-1917)
Giovanni Codronchi (1841-1907), senatore del Regno d'Italia
Andrea Costa (1851-1910), uomo politico
Sebastiano Galeati (1822-1901), cardinale
Antonio Domenico Gamberini (1760-1841), cardinale
Mons. Giacomo Giustiniani (1769-1843), vescovo di Imola e cardinale
Giuseppe Mirri (1834-1907), senatore del Regno d'Italia
Mons. Vincenzo Moretti (1815-1881), vescovo di Imola e cardinale
Papa Pio IX (1792-1878), vescovo di Imola e cardinale
Giuseppe Scarabelli (1820-1905), geologo e politico
Luigi Valeriani (1758-1828), economista e matematico
XX secolo
In ordine alfabetico:
Francesco Azzi (1914-1935), Medaglia d'oro al valor militare
Renato Bacchini (1916-1983), imprenditore, Medaglia d'argento al valor militare
Gino Baroncini (1893-1970), sindacalista fascista
don Angelo Bughetti (1877-1935), presbitero ed educatore
Tommaso Casoni (1880-1933), medico
Primo Contavalli (1899-1989), liutaio
Stefanino Curti (1895-1917), Medaglia d'oro al valor militare
Marino Dal Monte (1923-1944), Medaglia d'oro al valor militare
Mario Guido Dal Monte (1906-1990), pittore
Giacomo Dal Monte Casoni (1891-1968), uomo politico
Mons. Luigi Dardani (1915-1999), vescovo di Imola
Nazario Galassi (1923-2008), storico, scrittore e poeta
Gastone Gambara (1890-1962), generale
Enrico Gualandi (1930-2007), politico
Giovanni Guerrini (1887-1972), architetto e pittore
Pier Luigi Ighina (1908-2004), 'pseudo-scienziato'
Anacleto Margotti (1896-1984), pittore
Luigi Orsini (1873-1954), poeta e pubblicista,
Orlando Rampolli (?-1967), partigiano
Enrico Ravaglia (1976-1999), cestista
Diego Ronchini (1935-2003), campione di ciclismo su strada
Ebe Stignani (1903-1974), cantante lirica
Luigi Tinti (1920-1954), partigiano
Maria Antonietta Zanelli (1887-1957), fondatrice dell'ordine delle Piccole Suore di Santa Teresa del Bambino Gesù
Imolesi noti viventi
Piero Buscaroli (1930), storico della musica, scrittore e giornalista
Claudio Costa (1941), medico e fondatore della clinica mobile
Luca Dalmonte (1963), allenatore di basket professionistico
Stefano Domenicali (1965), direttore sportivo della Scuderia Ferrari
Claudio Golinelli (1950), bassista e musicista
Rosanna Marani (1946), giornalista e conduttrice televisiva
Andrea Minguzzi (1982), campione olimpico di lotta greco-romana
Massimo Montanari (1949), storico
Daniele Montroni (1961), politico
Mara Mucci, (1982), deputata
Giuliano Poletti (1951), ministro del lavoro e delle politiche sociali nel Governo Renzi
Franco Scala (1937), pianista
Gustavo Selva (1926), giornalista e uomo politico
Bruno Solaroli (1939), architetto e politico
Famiglie nobili di Imola
Alidosi
Baruzzi
Berti
Galeati
Gregori
Machirelli
Masolini
Della Bordella
Ubaldini
Sassatelli
Sforza
Tozzoni
Vacchi
Vacchi-Suzzi
Vaini
Zappi
Economia
Dalle dichiarazioni Irpef del 2011 (basate sui redditi del 2010) emerge che, rispetto all'anno precedente, aumentano coloro che dichiarano più di 100.000 euro (da 500 a 519); peraltro sono aumentati anche coloro che dichiarano meno di 1.000 euro annui (da 290 a 400). Facendo una media, gli imolesi hanno dichiarato 23.946 euro. Tale cifra fa di Imola la città più ricca della Romagna, davanti a Rimini.
Industria
Il territorio imolese ha una vasta e articolata gamma di tipicità di imprese: cooperazione industriale, cooperazione sociale, piccola e media impresa, terziario.
La peculiarità della struttura economica imolese è la forte presenza di cooperative industriali. Il "padre fondatore" della cooperazione imolese è considerato Giuseppe Bucci. Titolare, assieme al fratello Angelo, di una fabbrica di stoviglie e maioliche nata nel Settecento, il 22 giugno 1874 cedette l'azienda agli operai costituiti nella Società Cooperativa Ceramica Imola (S.C.C.), allo scopo di contribuire “al progresso dell'industria e al miglioramento economico dei suoi lavoratori”. Fu la prima cooperativa di produzione e lavoro fondata in Italia. Lo Statuto prevedeva il conseguimento della pensione dopo 30 anni di attività e l'apertura di una scuola serale di alfabetizzazione per i figli degli operai. Nel corso della seconda metà dell'Ottocento nacquero nel territorio imolese numerose altre cooperative.
All'inizio del XX secolo furono avviate le prime sinergie. Romeo Galli fondò il “Magazzino Generale Cooperativo di Consumo”. Il 21 maggio 1911 16 delle 20 cooperative esistenti crearono la “Federazione Circondariale delle Cooperative di Imola”, sotto la presidenza dello stesso Galli. Imola si mosse in anticipo rispetto al capoluogo di provincia, Bologna. Successivamente nacquero le altre principali cooperative industriali imolesi. In ordine cronologico di fondazione furono: la 3elle (infissi in legno, fondata nel 1908), la SACMI (impianti per l'industria ceramica e del packaging, fondata il 2 dicembre 1919 da Romeo Galli e Giulio Miceti) e la CTI (nel 1930). Il 4 marzo 1932 fu fondata la «Cooperativa Elettricisti Fontanieri Lattonieri e Affini» (CEFLA). Nel 1939-40 si aprirono a Imola le prime fabbriche belliche: la Cogne (produzione di cannoni e proiettili anticarro, proiettili per artiglieria marina e artiglieria antiaerea) e la Caproni (apparecchiature per l'aviazione e la marina).
Nel secondo dopoguerra Imola crebbe ulteriormente sviluppando un solido tessuto industriale. Negli anni sessanta nacquero, in città e nel circondario, molte nuove aziende, soprattutto nei settori metalmeccanico, ceramico e dei laterizi. I lavoratori dell'industria superarono per la prima volta quelli dell'agricoltura, l'attività che fino ad allora aveva impiegato la maggioranza della forza lavoro. Nel 1978 nacque la CESI, società cooperativa edile, che presto divenne una delle più maggiori realtà del settore a livello regionale.
Tra gli industriali, uno dei personaggi di maggior rilievo del dopoguerra imolese fu Renato Bacchini. Fu fondatore del Gruppo Benati (macchine movimento terra), della Cerim (ceramiche), dell'Avicola Selice (alimentare) e fu il continuatore di molte altre attività industriali già presenti sul territorio.
Oggi le principali realtà cooperative del territorio sono la Legacoop e la Confcooperative. Le maggiori aziende non cooperative del territorio imolese sono l'IRCE (conduttori elettrici) e la Case (gruppo FIAT), che alla fine degli anni '80 rilevò gli stabilimenti e la produzione del Gruppo Benati.
Credito e risparmio
La prima banca di Imola fu la Cassa di Risparmio. Venne fondata all'inizio del 1855. Fino a quell'anno l'unico istituto abilitato a prestare denaro era il Monte di Pietà (vedi supra). Fu promossa da un gruppo di cittadini che presentarono il progetto all'approvazione della Diocesi. Il vescovo, cardinal Baluffi, diede il placet e prenotò cinque azioni da venti scudi da destinare ai più bisognosi. Il presidente del primo consiglio di amministrazione fu il noto scienziato Giuseppe Scarabelli.
Nel 1871 venne costituita la Banca Popolare di Credito di Imola. Tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento si diffusero nel territorio imolese anche le prime casse rurali. Rispetto alla Cassa di Risparmio, il cui intento era favorire il piccolo risparmio, le casse rurali sorsero per fornire canali di accesso al credito per gli agricoltori.
Oltre alle casse rurali, nacquero anche istituti di credito cooperativo per finanziare altri mestieri. Una delle più note fu la "Società Anonima Cooperativa fra gli Operai Birocciai con sede in Imola", costituita il 10 gennaio 1892 ad opera di 11 birocciai.
Ai primi del XX secolo, dalla fusione di undici cooperative di credito nacque la Banca di Credito Cooperativo Ravennate e Imolese, tuttora uno dei più rilevanti istituti bancari del territorio. Nel 1905 aprì la sede imolese del Piccolo Credito Romagnolo, istituto bancario cattolico fondato a Bologna nel 1896.
Nel 1941 il Monte di Pietà (fondato nel 1512) cessò la plurisecolare attività; le sue funzioni passarono alla Cassa di Risparmio cittadina. La locale Cassa di Risparmio, la Banca Cooperativa di Imola (nuovo nome della Banca Popolare di Credito fondata nel 1871) e il Credito Romagnolo sono stati gli istituti che hanno maggiormente sostenuto lo sviluppo economico del territorio imolese nel secondo dopoguerra.
A partire dagli anni novanta, il sistema è radicalmente cambiato. La legge ha favorito le fusioni e le banche locali sono state una dopo l'altra inglobate dai grandi gruppi nazionali. La Banca Cooperativa è stata acquisita dalla Cassa di Risparmio di Ravenna ed oggi si chiama Banca di Imola; il Credito Romagnolo nel 2002 è entrato nel gruppo UniCredit; la Cassa di Risparmio di Imola appartiene al 100% al gruppo Banco Popolare.
Infrastrutture e trasporti
La principale infrastruttura viaria di Imola è rappresentata dalla Via Emilia; su di essa sono svolte autocorse suburbane in servizio di trasporto pubblico a cura della società TPER. In città è inoltre presente un servizio urbano svolto dalla medesima società.
Dal 1885 al 1935 nella periferia occidentale sorgeva la stazione capolinea della tranvia Bologna-Imola la quale svolgeva da un servizio con trazione a vapore gestito dalla Società Veneta.
La città è inoltre servita dalla omonima stazione ferroviaria, posta lungo la linea Bologna-Ancona, nella quale osservano fermata i servizi regionali svolti da TPER e Trenitalia nell'ambito del contratto di servizio stipulato con la regione Emilia-Romagna.
Dal 1916 al 1944, nell'area antistante all'attuale, sorgeva una seconda stazione, gestita dalla Santerno Anonima Ferroviaria (SAF), dalla quale partivano i treni della linea per Fontanelice e Massalombarda.
Amministrazione e gestione dei servizi pubblici
Autonomia del territorio imolese
Imola, pur non essendo a capo di una provincia, gestisce in autonomia alcuni servizi di livello provinciale, nei seguenti campi: amministrativo, multiservizi e sanità.
In campo amministrativo l'autonomia è data dal Nuovo Circondario Imolese, istituito con una legge regionale del 2004. Nato nel 1995, il Circondario Imolese è l'erede dell'Assemblea dei Comuni dell'Imolese (1985-1995), che a sua volta ha preso il posto del "Comprensorio di Imola" (1976-1984). Imola, quindi, ha una storia di autonomia amministrativa più che decennale. Il Circondario, ente pubblico territoriale, si estende su una superficie di 787 km2 (tutta interna alla provincia di Bologna) e ha una popolazione di 131.984 abitanti (al 1º gennaio 2011). Ne fanno parte 10 Comuni, di cui sette sono romagnoli (I