Il borgo di Chianalea: la piccola Venezia della Calabria
È chiamata la piccola Venezia della Calabria, ma il borgo di Chianalea, tra i più belli d’Italia, è unico ed essenziale come una pennellata di Van Gogh.
Definita la Venezia del Sud e per i suoi canali che si intersecano nel borgo - il suo nome deriva da “Piano della Galea” chiamato anche Acquagrande o Canalea – e per le note poetiche che il luogo regala, Chianalea di Scilla, in provincia di Reggio Calabria, è annoverata tra i borghi italiani più belli.
Meta ideale per un weekend romantico, questo luogo è racchiuso in due mezze lune che formano la parte superiore di un cuore diretto verso la punta del Faro, a Messina. La storia di questo piccolo sobborgo del comune di Scilla è intrisa di miti e leggende, il suo nome riecheggia fin dai tempi di Omero: Chianalea è un borgo di pescatori nato da esuli troiani, da qui passò Ulisse che ne affrontò con grande audacia le sue sirene.
Le chicche del borgo:
1. Il mito di Scilla
È impossibile visitare Scilla e il sobborgo di Chianalea senza rimanere incantati dal fascino del mito che attraversa questi luoghi. La leggenda vuole infatti che Scilla da splendida ninfa venne trasformata da Circe in orribile mostro con sei lunghissimi colli e sei teste dal bacino in giù, “Sxylax” dal latino “cagna”.
Circe decise di vendicarsi con Glauco - creatura semidivina, un tempo marinaio - che perdutamente innamorato della splendida ninfa rifiutò la potente maga. Fu così che Circe avvelenò le acque della spiaggia di Zancle, dove Scilla soleva farsi il bagno, trasformandola in orribile creatura.
Scilla allora corse sotto la rocca per nascondere il suo terribile aspetto, ed è proprio tra i canali di questo posto incantato che oltre all’infrangersi delle onde del mare, sembra ancora udirsi l’urlo d’amore disperato di Glauco.
« […] Scilla ivi alberga, che moleste grida
Di mandar non ristà. La costei voce
Altro non par, che un guajolar perenne
Di lattante cagnuol: ma Scilla è atroce
Mostro, e sino ad un Dio, che a lei si fesse,
Non mirerebbe in lei senza ribrezzo.
Dodici ha piedi, anterïori tutti,Sei lunghissimi colli, e su ciascuno
Spaventosa una testa, e nelle bocche
Di spessi denti un triplicato giro,
E la morte più amara in ogni dente […] » Odissea, XII
2. I canali
Il borgo che affaccia sulla Costa Viola, nelle acque mitologiche dello stretto di Messina, è caratterizzato da canali che hanno avuto nei secoli, e hanno tutt’ora, diverse funzioni. La prima è quella di controllare le mareggiate proprio perché l’acqua con l’alta marea riesce ad incanalarsi e allo stesso modo a uscire quando la marea si abbassa, evitandone allagamenti.
Inoltre i canali sono un vero e proprio parcheggio sotto casa per le barche tirate a secco, il borgo infatti è raggiungibile solo a piedi o via mare (per chi arriva in macchina conviene parcheggiare nei pressi della stazione o nello spiazzo del porticciolo di Scilla).
Quando il principe Ruffo di Scilla regnava nel borgo, i canali erano utili per nascondere parte del pescato: il principe pretendeva dai pescatori due terzi del loro pescato, quindi i canali stretti del villaggio erano un utile nascondiglio per un po’ di pescato in più utile a sfamare le loro famiglie.
3. Il pescespada
I numerosi scorci creati dai canali, alcuni legati da archi, formano delle vere e proprie finestre sullo Stretto e sulle Isole Eolie. Non si può non ammirare almeno un tramonto del borgo delle Sirene: quando il mare si tinge di riflessi viola grazie alla Posidonia oceanica, pianta marina che si trova su questi fondali e di cui si nutre il pescespada.
Si narra che i pescespada fossero gli unici a far visita al mostro di Scilla. Il borgo è molto famoso per il pescespada di Scilla: se si va a fare un salto al Castello Ruffo tra le altre bellezze da ammirare si può far visita al piccolo museo delle vecchie imbarcazioni tipiche (“luntri”) utilizzati per la pesca degli spada e sostituita oggi dalla moderna passerella.
La festa più conosciuta era “La Sagra del Pescespada” che si teneva ogni anno in agosto a ridosso del borgo dei marinai. Da non perdere il tipico panino con il pescespada, disponibile da aprile a settembre: il migliore lo troverete al Civico 5, uno dei migliori street food della Costa Viola, che affaccia direttamente sul mare.
4. Le palafitte
Sicuramente uno dei posti da visitare in Calabria è Chianalea con le sue palafitte dove d’estate è possibile cenare incantati dalle luci del sobborgo che riflettono nel mare nero, qui ci sembrerà di immergerci nella tela Notte stellata sul Rodano di Van Gogh.
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