Consigli di viaggio - Esperienze

Visita alla Certosa di Padula, la più grande d'Italia

Scritto da Eliana Iorfida, 19/08/19

Anche nota come Certosa di San Lorenzo, la Certosa di Padula, nell'omonimo comune nel Vallo di Diano, in provincia di Salerno, vanta diversi primati: è la prima certosa sorta in Campania, anticipando quella di San Martino a Napoli e di San Giacomo a Capri, ma è anche la più grande in Italia e una delle principali in Europa, vero e proprio capolavoro del Barocco. 

Gita a Padula, alla scoperta della certosa

Situata nel Vallo di Diano, al confine tra Campania e Basilicata, la città di Padula è famosa in tutto il mondo per la sua monumentale certosa, già Patrimonio UNESCO.

Tra le più grandi d'Europa, certamente la più grande d'Italia, la Certosa di Padula (Certosa di San Lorenzo), è uno dei monasteri ritenuti capolavori assoluti del Barocco, da visitare almeno una volta nella vita. 

Padula e il suo dolce territorio offrono anche altri rilevanti siti di interesse storico, artistico e paesaggistico, tutti da apprezzare in una gita di un giorno o più: a partire dagli scavi dell'antica Cosilinum, passando per l'Eremo di San Michele, le Grottelle e il Battistero di San Giovanni in Fonti o di Marcelliano (IV secolo), di epoca paleocristiana fondato su un preesistente tempio pagano.

La certosa resta comunque il fulcro di un racconto secolare, che si svela tra chiostri, cappelle, cortili e scale imponenti che si avvitano su un paesaggio dipinto. Se non avete mai visiatato la splendida Certosa di Padula, è arrivato il momento di farlo! Noi ci siamo entrati e vi anticipiamo qualcosa...

Dentro la Certosa di Padula    

Varcato il portale d'ingresso, sul lato est, ci accoglie l'ampio cortile lastricato, chiuso a braccia da due corpi di fabbrica. Un tempo era qui che si svolgevano i principali contatti con l'esterno e con la stessa città di Padula: su questo cortile affacciavano i siti produttivi del complesso, dalla speziere alle scuderie e alle stalle, passando per le lavanderie, i granai, la farmacia e le officine. la Torre degli Armigeri, sul vertice alto del cortile, è invece un'aggiunta del XVIII secolo.

La facciata principale, che dà accesso all'intero monastero, risale al Cinquecento, seppur con diversi rimaneggiamenti successivi in stile Barocco, come testimoniano le quattro sculture entro le nicchie eseguite da Domenico Antonio Vaccaro e raffiguranti i santi legati all'Ordine. 

Addentrandoci nei primi ambienti interni di questo gigantesco complesso monastico, cominciamo a respirarne un'atmosfera mistica, sospesa nel tempo, ma pure così sfarzosa e ben tenuta. La struttura dell monastero di Padula ricalca quella classica delle altre certose d'Italia, il cui impianto è sempre funzionale ai dettami della Regola certosina, che impone spazi di lavoro e contemplazione insieme.  

Si susseguono così chiostri tranquilli, la Biblioteca con il pavimento ricoperto delle tipiche ceramiche di Vietri sul Mare, la Chiesa e le cappelle decorate con marmi, la grande Cucina e le cantine con botti enormi e così via fino agli ambienti di servizio, il tutto incorniciato dal verde acceso delle campagne circostanti e da quello dei giardini e dei piccoli orti interni per il sostentamento dei monaci.

Chiostro del Priore

Uno dei primi chiostri che incontriamo è quello della Foresteria, che segue a una sala completamente decorata da Francesco De Martino, uno degli artisti più attivi nella realizzazione dell'apparato decorativo dell'intero complesso. Attraverso una grande porta monumentale, si accede invece alla chiesa principale, col suo susseguirsi di cappelle e opere d'arte di infinita bellezza, oltre alla Sala del Capitolo e del Tesoro.

Coro dei Padri

Passando da un chiostro all'altro, con scorci che si aprono al blu del cielo e al verde dei campi, raggiungiamo il Refettorio, piccolo ma prezioso lascito originale del Trecento con un bel pavimento in terracotta e maioliche, e proseguiamo verso una vera chicca: la cucina settecentesca con al centro la cappa sospesa su una fornace decorata con piastrelle maiolicate.

Alle spalle della Cucina, le scale che conducono al seminterrato, dove si conservano le grandi cantine in cui veniva stoccato il vino; all'esterno, un piccolo chiostro di servizio, con al centro la vasca in pietra utilizzata per far fermentare il vino prodotto dagli stessi monaci.      

La Certosa di Padula e la scala verso il "cielo" 

Sapete qual è il vero "sancta sanctorum" di un monastero? Come insegna Umberto Eco, la Biblioteca!

Padula e la Biblioteca della sua certosa lo confermano ampiamente, basta pensare che per raggiungerla, ovvero per "ascendere al sapere", è stata concepita una piccola scala elicoidale in pietra di metà Quattrocento decorata da una grande tela di Leonardo Olivieri, raffigurante l'Aurora col suo carro, il Giudizio Universale e l'Allegoria della Scienza. Al termine della scala si giunge dinanzi alla scritta "Da sapienti occasionem et addetur ei sapientía": offri al saggio l'occasione e la sua sapienza crescerà.

Prima delle sottrazioni che l'hanno depredata, la Biblioteca di Padula custodiva circa 20.000 volumi, dei quali, oggi, si conserva in situ solo un decimo, mentre il resto è andato disperso oppure conservato nella Biblioteca Nazionale di Napoli. La volta della sala e altre decorazioni a fresco lungo le pareti sono di Filippo Pascale (1769); il pavimento maiolicato settecentesco è opera di Donato e Giuseppe Massa, tra gli artigiani del celebre Chiostro Maiolicato di Santa Chiara, a Napoli.

Ma la vera scala monumentale della certosa, gioiello nel gioiello, è situata all'estremo lato occidentale del complesso. Risalente all'ultimo quarto del Settecento, le Scalone Ellittico in Pietra di Padula appare chiuso, all'esterno, in una torre ottagonale; mentre all'interno si dispone su due ali laterali con 7 finestroni che incorniciano uno splendido giardino all'Italiana e, in lontananza, l'abitato di Padula come un vero e proprio presepe. 

I giardini della certosa si sviluppano tutti intorno al complesso, delimitati dalle mura esterne: alle spalle dello Scalone si apre il cosiddetto "desertum", il settecentesco giardino all'italiana usato dai monaci di clausura per le uscite esterne, consentite solo durante le festività. Probabilmente è il sentiero più antico del parco, in origine caratterizzato da più viali intervallati a frutteti e vigneti.

A questo, si aggiungono i piccoli spazi verdi circostanti, destinati a monaci e conversi per le attività quotidiane. Nei giardini sono collocate edicole sacre, fontane e una cappella dedicata alla Maddalena.

Padula e dintorni: nel Parco del Cilento 

Dal 1957 la Certosa di Padula ospita al proprio interno anche il Museo Archeologico Provinciale della Lucania Occidentale, parte integrante del bellissimo circuito dei Siti UNESCO visitabili in un weekend, che include le aree archeologiche di VeliaPaestum, il Vallo di Diano e il Parco Nazionale del Cilento

Senza spostarsi troppo, il centro storico di Padula offre diverse bellezze, a partire dal Castello Normanno, di cui restano i ruderi della torre nel giardino di Palazzo Padula, alle spalle della Chiesa di San Clemente. 

Una passeggiata tra i terrazzamenti lungo Via della Madonnella, proseguendo poi per la salita di Via Carlo Poerio consentono di rintracciare la linea delle antiche mura di cinta. Notevoli anche i palazzi di età moderna, come Palazzetto Sanseverino e Palazzo Di Stasio. 

Padula ospita inoltre numerosi musei di interesse locale e nazionale, come la Casa-Museo "Joe Petrosino", il Museo della Pietra di Padula, il Museo Civico Multimediale e il Museo del Cognome, dedicato all'onomastica, con la possibilità di effettuare ricerche assistite sul proprio albero genealogico.

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Immagine descrittiva - CC BY-SA Di Velvet - Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=20598189 c
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