Destinazioni - Comune
Corleone
Luogo:
Corleone (Palermo)
Corleone (IPA: /korle'one/, Cunigghiùni in siciliano) è un comune italiano di 11.367 abitanti della provincia di Palermo in Sicilia.
Dista 115 km da Agrigento, 133 km da Caltanissetta, 249 km da Catania, 152 km da Enna, 299 km da Messina, 57 km da Palermo, 251 km da Ragusa, 324 km da Siracusa e 101 km da Trapani.
Geografia fisica
Territorio
Il comune ha una superficie di 22.912 ettari per una densità abitativa di 49 abitanti per chilometro quadrato. Sorge in una zona interna di montagna, nella conca tra la "rocca ri maschi", il castello soprano e quello sottano. Corleone si trova a 542 m s.l.m..
Classificazione sismica: zona 2 (sismicità medio-alta), Ordinanza PCM n. 3274 del 20/03/2003
D'interesse naturalistico sono la sorgente del Drago nei pressi del bosco della Ficuzza e la Cascata delle due rocche.
Gole del drago
Lungo la strada che collega Ficuzza con Corleone, seguendo la vecchia linea ferroviaria che collegava Palermo a San Carlo (Chiusa Sclafani) (oggi pista ciclabile), si arriva ad un vecchio ponte attraversato dal torrente Frattina che si butta tra le rocce calcaree quasi ad esserne inghiottito. Avvicindandosi al letto del torrente si può notare come questo, attraverso l'azione erosiva dell'acqua e del carsismo, ha solcato nel tempo la roccia formando voragini, mulinelli e piccole cascate nei quali l'acqua copiosa, prima scompare e poi riaffiora fra i massi e la lussureggiante vegetazione. Di notevoli dimensioni sono le "marmitte dei Giganti", cioè buche cilindriche e profonde dove l'acqua assume un andamento vorticoso. Si intravedono poi i resti di un muro di chiusa del torrente da dove l'acqua veniva convogliata per alimentare un mulino, di cui oggi si possono vedere solo le tracce. Vecchi gelsi, aranci, melograni e fichi sono la testimonianza del sito abitativo che qui sorgeva per gestire il mulino. Nel tratto dove la pendenza si attenua, si sono formate delle pozze con acqua limpida dove è possibile fare un bagno fra le felci, il capelvenere, salici e olmi ed in compagnia di qualche testuggine, pesci, e variopinte libellule. Le pareti che chiudono il versante sono ammantate di piante rupestri di grande interesse botanico come l'euforbia legnosa, il cavolo di monte, il garofanino, il cappero ecc... Tra gli anfratti della roccia trovano rifugio colombi, taccole e rapaci come il gheppio e il falco pellegrino. In escursione si può arrivare fino alla vasca principale dove si può sostare all'ombra dei grandi salici e pioppi. Da qui il torrente Frattina scende verso il Belice ed assume un andamento meno torrentizio, rivestendosi della tipica vegetazione ripariale.
Cascata delle Due rocche
All'interno del territorio di Corleone, a pochi passi dal centro storico della città si trova il "Parco naturale della cascata delle Due rocche". Dopo aver attraversato una seria di viuzze nel quartiere San Giuliano si giunge davanti a una piccola chiesa dedicata per l'appunto alla Madonna delle due rocche. Alla sinistra di questa chiesetta «si snoda un sentiero che conduce tra pioppi, salici e olmi alle cascate. Comodamente seduti su antichi massi squadrati , all'ombra di gelsi, noci e frassinisi può osservare il suggestivo spettacolo della cascata. Il salto dell'acqua del torrente ha, con la sua azione erosiva, formato una pozza ampia tra le rocce calcoarenitiche. Dall'acqua schiumosa si alza una notevole vapore che il sole trasforma in arcobaleni scintillanti. Tutt'intorno le rocce glauconitiche, rese vive dall'erosione nei loro colori giallo-verde, sono occupate da vegetazione rupestre. Osservando bene le pareti si notano i resti di un antichissimo acquedotto. Prima di gettarsi in questo punto, il torrente più a monte ha esercitato una forte azione di scavo lungo i fianchi rocciosi formando il canyon.» ( da Corleone SottoSopra)
Clima
In base alla media trentennale di riferimento 1961-1990, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a +7,2 °C; quella del mese più caldo, agosto, è di +24,6 °C.
Classificazione climatica: zona D, 1481 GG
Storia
Toponimo
L'origine del nome Corleone è incerta, e ha subito diverse modificazioni: da un ipotetico greco-bizantino χώραλέων (chó̱raléo̱n, il "paese di Leone" composto da chó̱ra, "paese" nel senso di territorio e da léo̱n, "Leone" come nome personale) all'arabo Qurlayun (Kurulliùn) durante l'Emirato di Sicilia, dal latino Curilionum al normanno Coraigliòn, dall'aragonese Conillon, fino alle forme italiane ormai desuete Coriglione e Coniglione, dal quale è derivato il siciliano Cunigghiuni. La forma Corleone è attestata dal 1556, ma fino a tutto l'Ottocento è ancora in uso la forma più antica Coriglione.
Età antica
Il territorio di Corleone risulta frequentato sin dalla preistoria. Recenti ricerche hanno individuato numerosi insediamenti distribuiti attorno a due poli principali: Pietralunga e "La Vecchia". Tale nome fa riferimento ad una montagna che si erge per circa 1000 s.l.m. e dista circa due km dall'odierno centro abitato. Il sito di Pietralunga risulta occupato dal neolitico finale a tutta l’età del bronzo (presenza di un bicchiere campaniforme decorato a pointillè) mentre il sito della "La Vecchia", il cui toponimo sottintende il termine "città" piuttosto che "montagna", come ha del resto intuito il Traselli, fu abitata addirittura sin all’età medioevale (presenza di un imponente castello con torrioni aggettanti, recentemente individuato), anche se l’insediamento più consistente è riferibile a epoca arcaica e classica. "I pochi materiali riferibili ad età ellenistica rinvenuti nel sito hanno supportato l’ipotesi dell’identificazione dell’antico centro abitato posto sulla Vecchia con la Schera di Cicerone, Cluverio e Tolomeo, anche se tuttora troppo labili sono i resti archeologici su cui si basa tale teoria" (D’angelo - Spatafora).
Età medievale
Il nome Corleone è attestato come Corilioni in un atto notarile del 1326 scritto in latino medievale.
In età medioevale La Vecchia costituì l’alterego della città di Corleone e fu probabilmente rifugio ideale dei musulmani ribelli del distretto, poi deportati a Lucera 1225 in Puglia con le sanguinose repressioni di Federico II. Nel 1080 veniva conquistata dai Normanni e nel 1095 fu annessa alla diocesi di Palermo. Circa cento anni dopo fu annessa alla nuova diocesi di Monreale. La città già infeudata nel 1180 alla chiesa di Monreale, venne ripopolata nel 1237 da una colonia di ghibellini Lombardi guidata da Oddone de Camerana, per concessione fatta a Brescia dallo stesso imperatore.
Tuttavia nel 1249 Federico, revocando il precedente privilegio, assegnava la città al regio demanio, anche se il flusso migratorio degli abitanti della Pianura Padana continuò fino alle soglie dei Vespri siciliani. Il che è dimostrato da un documento edito da Iris Mirazita, con il quale “il nobilis Corrado de Camerana, su incarico della curia di Corleone assegna agli uomini che verranno ad abitare a Corleone casalinis pro faciendis dominibus”, i cui nomi lasciano supporre l’origine settentrionale e latina. Un altro Camerana, di nome Bonifacio, si distinse nella rivoluzione dei Vespri siciliani capitanando l’insurrezione antiangioina di circa tremila corleonesi, accorrendo per primo in soccorso alla città di Palermo, tanto che il senato palermitano definì Corleone “soror mea”.
Durante il regno di Federico IV di Sicilia, detto il semplice, la città si ribellava alla corona ma veniva riconquistata nel 1355. Nuovamente perduta veniva assediata dal Ventimiglia nel 1358. Durante il governo dei quattro vicari la città entro nell’area di influenza della potentissima famiglia Chiaramonte ma nel 1391 fu donata dalla regina Maria di Sicilia a Berardo di Queralt, canonico di Lerida, senza che tuttavia questi ne prendesse mai possesso. Quindi fu occupata da Nicola Peralta figlio del vicario Guglielmo, ma il re Martino il Giovane la restituì al regio demanio, confermandone i privilegi 1397 e concedendo alcuni sgravi fiscali.
Età moderna
Nel marzo del 1434 il re Alfonso il Magnanimo si recò di persona a Corleone e nell’occasione concedette alcune gabelle al beneficio della città con lo scopo di restaurare le mura e fare fronte alle necessità, promettendo altresì l’inalienabilità della città alla quale concedeva il titolo di “Animosa Civitas”. Tuttavia Corleone nel 1440 fu venduta a Federico Ventimiglia per 19000 fiorini, con riserva di riscatto in qualsiasi momento. La concessione veniva revocata nel maggio 1447 dallo stesso re Alfonso per essere rifatta nello stesso anno ad un certo Giovanni di Bologna. Nel 1452 la città veniva infine concessa all’avvocato Giacomo Pilaya. Nel 1516 Corleone aderì ai moti rivoluzionari della città di Palermo contro il viceré Moncada. La rivolta Corleonese, capitanata da un ceto Fabio La Porta, assunse caratteri prettamente popolari ed ebbe come scopo la richiesta di sgravi fiscali. Venne tuttavia repressa nel sangue dalle truppe del viceré guidate dal vicario generale Gerardo Bonanno. Verso la fine dello stesso secolo le condizioni sociali della città si aggravarono ulteriormente. La peste del 1575-77 e la carestia del 1592 furono infatti causa di lutti e di desolazione. Il 3 giugno del 1625 Corleone fu venduta, assieme ad altre città demaniali come Agira, Calascibetta ecc.., ad alcuni mercanti genovesi, dai quali si riscattò dietro pagamento di 15200 once. Le condizioni di vendita erano state tuttavia assai gravi perché prevedevano la facoltà di “poterle vendere in feudo coi suoi uomini, vassalli, feudi e sub-feudi con la giurisdizione di prima, seconda e terza istanza civile, criminale e mista, mero e misto impero”. Nel 1649 la città veniva ancora una volta messa in vendita dalla corona in cerca di denaro per il riassestamento della flotta spagnola. Fu quindi acquistata 16400 per once dal giurisperito corleonese Giuseppe Sgarlata, il quale poi accettò il riscatto dietro il pagamento di una rendita di 820 once a ragione del 5% sul capitale impegnato.
Età contemporanea
Corleone contribuì ai fatti risorgimentali con l’azione rivoluzionaria di Francesco Bentivegna, il quale dopo aver partecipato ai moti del 1848, capitanò un'insurrezione antiborbonica nei comuni del circondario finché fu arrestato e quindi fucilato a Mezzojuso il 20 dicembre 1856. Il 27 maggio 1860 la città fu teatro di una furiosa battaglia tra la colonna garibaldina guidata dal colonnello Vincenzo Giordano Orsini e il grosso dell’esercito borbonico a comando del generale svizzero Von Meckel, sviato da Palermo con uno stratagemma ordito dallo stesso Garibaldi. In quella occasione si formò una squadra di volontari (picciotti) la quale, capitanata da Ferdinando Firmaturi, si unì ai garibaldini nella marcia verso Palermo. Il secolo XIX si concludeva con l’azione sociale di Bernardino Verro, uno dei capi del movimento dei fasci siciliani, il quale,dopo aver fondato il 3 aprile 1893 il Fascio di Corleone, fu l’ideatore dei nuovi Patti Agrari che vennero stipulati tra contadini e gabelloti nel congresso agricolo siciliano del 30 luglio 1893, tenutosi a Corleone tanto che la città cominciò ad assumere il titolo di “Capitale Contadina”. Alla Grande Guerra Corleone contribuì con 105 morti sul campo e numerosi feriti. Tra gli altri servitori della patria si distinsero il capitano Guglielmo Triolo, più volte medaglia d’argento al valore, e l’ardimentoso generale Vincenzo Streva (1870 – 1949) passato da Adua al fronte austriaco. Il seme sociale di Bernardino Verro sarebbe germogliato a Corleone ancora una volta nel secondo dopoguerra, con la nascita del movimento contadino per l’occupazione delle terre incolte, capeggiato dal sindacalista Placido Rizzotto, ucciso dalla mafia.
A partire dal secondo dopoguerra, Corleone è diventata tristemente nota per aver dato i natali ad alcuni pericolosi banditi e mafiosi (tra cui spiccavano Michele Navarra, Luciano Leggio, Bernardo Provenzano, Salvatore Riina e i fratelli Calogero e Leoluca Bagarella), i quali si resero protagonisti di violenti e sanguinosi episodi di cronaca nera che sconvolsero l'opinione pubblica siciliana ed italiana dell'epoca. Legato alla cosca corleonese era anche il sindaco di Palermo Vito Ciancimino, nato a Corleone.
Simboli
Lo stemma di Corleone, riconosciuto con D.P.C.M. del 30 ottobre 1929, ha la seguente blasonatura:
mentre il gonfalone è «formato da un drappo di color porpora della foggia regolamentare caricato dello stemma sopradescritto, sormontato dalla iscrizione centrata in argento Comune di Corleone».
Ricorrenze
12 gennaio 1556: Carlo V conferisce a Corleone il titolo di Animosa Civitas.
Monumenti e luoghi d'interesse
L'aspetto attuale di Corleone "è quello del barocco spagnolo che segnò il culmine del rinnovamento della città e della sua espansione, arrestatasi con l'inizio dell'età contemporanea e poi ripresa verso nord dopo la seconda guerra mondiale. Il vecchio nucleo storico, peraltro ben tenuto e selciato, ha vie strette con isolati da abitazioni con tipico fondaco, ingresso abitativo al piano terra e balconcini con ringhiere panciute in ferro battuto; la nuova espansione ha l'aspetto anodico del volto di tante città nuove" (Librici Alfio). Il nucleo antico della città era delimitato da una cinta muraria medioevale che collegava il castello Soprano con il castello Sottano, seguendo a Sud il corso del torrente Corleone e lambendo a Nord il fianco dell'attuale Chiesa Madre. Nel corso dei secoli XV, XVI, XVII, dentro e fuori le mura s'insediarono vari ordini religiosi: dai Minori Osservanti 1446 ai Domenicani 1554, dai Cappuccini 1570 ai Carmelitani 1572, dalle clarisse 1594 ai Padri Filippini 1626 mentre i Padri Agostiniani risultavano presenti già nel XIV secolo.
La chiesa di Sant'Agostino presenta all'interno un paliotto prospettico dell'700, una statua in legno policromo della Madonna della Mazza XVIII secolo, una cinquecentesca statua di San Giuseppe ed un martirio di San Bartolomeo, tela di Giuseppe Ribera. Alla chiesa è annesso in oratorio interamente affrescato da Santo Governali nel XVIII secolo.
La chiesa Madre, dedicata a San Martino, ha impianto basilicale a tre navate. Di origine trecentesca, ma ampliata nei secoli successivi, assunse l'aspetto attuale nel XVIII secolo allorché fu affrescata nella cupola da Carmelo Salpietra 1783 e poi da Giuseppe Genzardi 1854. Notevole il coro ligneo di Giovan Battista Li Volsi 1635 e una tavola con l'adorazione dei magi attribuita a Tommaso De Vigilia. Le due tele agli altari del transetto, reffiguranti San Leoluca e San Bernardo da Corleone, sono opere di Fra Felice da Sambuca. Ai modi di Vincenzo La Barbera è da riferire il quadro di "Santa Rosalia che prega per Corleone". All'interno della Chiesa Madre vi sono poi due sale museali dove è possibile osservare altre tele e argenteria.
Notevole è pure la chiesa di Santa Rosalia, in piazza Vasi, edificata nel XVII secolo. Custodisce all'interno due acquesantiere cinquecentesce e diverse tele di varia provenienza, ritenute di Pietro Novelli, Vito D'Anna, Gioacchino Martorana e Giuseppe Velasquez.
Meritano ancora di essere ricordate:
la chiesa dell'Addolorata 1735c.a. di architettura borromiana provinciale;
la chiesa del SS. Salvatore XVIII secolo ad unica navata con fastosa decorazione plastico-pittorica, con affreschi di Filippo Randazzo.
la chiesa dei Cappuccini, alla periferia della città, la quale custodiva notevoli tele di Pietro Novelli e Fra felice da Sambuca, attualmente custodite in Chiesa Madre.
La architettura civile corleonese annovera, oltre al seicentesco Palazzo Pretorio, diversi palazzi sette-ottocentesci, dovuti alla nuova borghesia agraria della città. L'ex-palazzo Cammarata, in piazza Garibaldi, restaurato di recente, ospita la nuova sede del municipio. È impreziosito da un portone in bronzo, opera dello scultore corleonese Biagio Governali. Molto bello è anche Palazzo Provenzano, con sale finamente affrescate, oggi sede del museo archeologico, ricco di reperti archeologici provenienti dal teriitorio (tra cui il famoso miliariumm romano del 252 a.c. con inciso il nome del console Aurelio Cotta).
Da Corleone provengono due notevolissime opere d'arte custodite nella Galleria Regionale della Sicilia di Palermo (palazzo Abatellis): il cosiddetto polittico di Corleone raffigurante l'incoronazione della vergine tre i santi Michele, Giovanni Battista, Giovanni Evangelista e Leoluca; opera magnifica di Guglielmo Pesaro (1450 c.a.) già nel monastero del SS. Salvatore; e la cosiddetta Madonna di Corleone, delicata statua di Antonello Gagini già nel monastero della Maddalena.
All'ingresso di Corleone, l'impatto immediato è con le sue Rocche «gemelle» la Sottana, ad Occidente, e la Soprana, ad Oriente, su cui svetta la Torre Saracena.
Nella cittadina si possono ammirare i portali chiaramontani dei Palazzi e delle Chiese di Via Cammarata e Firmaturi, le facciate barocche delle Chiese e dei Palazzi di via S. Martino, le diverse sculture bronzee (statue e portoni di Palazzi e Chiese) opere del corleonese Biagio Governali, percorrendo la via Bentivegna si possono invece ammirare i diversi "murales" che raffigurano luoghi e tradizioni di Corleone.
Proseguendo, lungo la SS 118, a "Tagliavia", nell'oasi di silenzio dell'ottocentesco santuario della Madonna del Rosario, si conservano affreschi e tele di Giuseppe Carta. Ancora qualche chilometro e si possono visitare le Gole del Drago, un biotopo naturale con la sua macchia mediterranea, con le sue pietre scavate dall'acqua del fiume di Frattina, con la sua flora lussureggiante.
Architetture religiose
Chiesa di San Martino (Chiesa Madre)
Chiesa del Carmine
Chiesa di Santa Rosalia
Convento dei Domenicani e Chiesa di S.Domenico
Chiesa di San Ludovico
Chiesa di Sant'Agostino e Convento dei Monaci Agostiniani e Oratorio
Chiesa della Candelora
Chiesa di San Pietro
Chiesa di Sant'Andrea (ex Moschea)
Chiesa di Santa Maria di Gesù e Convento dei Frati Minori
Chiesa dei Cappuccini e Convento
Monastero del SS. Salvatore e Chiesa
Chiesa di San Marco
Chiesa di Sant'Elena e Costantino
Chiesa di San Leoluca
Chiesa di San Bernardo
Chiesa della Trinità o di Santa Caterina
Chiesa di San Giovanni Evangelista
Chiesa di San Leonardo
Chiesa della Misericordia
Chiesa di Santa Maria delle Grazie
Chiesa di San Michele
Chiesa Santuario dell'Addolorata
Chiesa di San Nicolò
Chiesa Del Carmine al Quartiere dei Borgognoni
Chiesa dell'Immacolata
Chiesa della Madonna del Malpasso
Architetture civili
Palazzo di Città (Municipio)
Complesso monumentale dell'Ospedale dei Bianchi
Palazzo Provenzano
Palazzo nobiliare di Via San Martino
Ponte arabo delle due Rocche
Ponte chiaramontano di S.Agata
Castello Soprano - torre Saracena
Castello Sottano - Mura medievali (Ruderi)
Mulini medievali lungo il torrente Corleone
Società
Evoluzione demografica
Abitanti censiti
Tradizioni e folclore
La principale festa dei corleonesi è dal 1594 la ricorrenza del Corpus Domini, detta a fera ru Sacramentu. Ogni anno viene allestita la grande fiera, il cui momento centrale è la processione del Sacramento cui partecipano tutte le confraternite del paese. Dal 1954 non si svolge più il tradizionale corteo di tutte le statue dei santi delle chiese.
Il primo marzo si festeggia San Leoluca protettore del paese, con una processione e l'accensione di falò. A maggio, poi, c'è la corsa del santo, che rinnova la leggenda di San Leoluca che ferma l'esercito borbonico insieme a sant'Antonio abate. Tradizione vuole che durante la corsa vinca sempre San Leoluca.
Nel periodo delle Festività Pasquali si svolgono suggestive e imponenti manifestazioni: Il giovedì Santo si visitano gli altari della Reposizione. Il venerdì Santo grande corteo processionale dei "Fratelli" Salita al Calvario, Deposizione dalla Croce e grande processione in notturna con l'Urna del Cristo e il Simulacro dell'Addolorata.
Dal 1° al 15 agosto si svolge presso la chiesa dei Cappuccini la festa dell'Assunta. Il 15 sera si svolge la solenne processione. L'ultima settimana di agosto si festeggia la festa della Madonna della Rocca.
San Bernardo da Corleone viene festeggiato il 12 gennaio con la novena in suo onore nella piccola chiesa (la sua casa natale). La processione del santo viene fatta nel mese di settembre. La vigilia la statua del santo viene portata in chiesa madre, il giorno della festa viene allestita una piccola fiera, la sera infine, si svolge la processione per le vie della città.
Il 13 dicembre presso la chiesa di Santa Maria si svolge la festa di Santa Lucia. La sera per le vie della città si snoda la processione. Giorno 13 la confraternita offre ai fedeli la cuccìa.
Cultura
Istruzione
Scuole
A Corleone hanno sede varie scuole superiori di secondo grado, tra cui il liceo classico, scientifico e socio psicopedagogico annessi all'istituto d'istruzione superiore statale "Don Giovanni Colletto". Vi sono, inoltre, un istituto professionale per l'agricoltura e l'ambiente e scuole primarie e secondarie inferiori.
Musei
Laboratorio della Legalità;
Museo archeologico Pippo Rizzo
Il Museo Civico di Corleone è stato realizzato grazie all’acquisto, nel 1991, da parte dell’Amministrazione Comunale di un immobile di proprietà della famiglia Provenzano, ubicato nel centro storico del paese. L’edificio, risalente alla meta del XIX secolo, presenta le caratteristiche architettoniche dell’edilizia alto borghese tipica di quell’epoca; gli ambienti interni presentano tutti una copertura a volta a cuscino, i decori sono realizzati con stucchi e dipinti e la pavimentazione è in maiolica. Il museo è intitolato al pittore futurista corleonese Pippo Rizzo (1897 – 1964) che ottenne il suo primo grande successo nel 1926, alla Biennale di Venezia, con il quadro intitolato “I Lampi”. Le otto sale del museo ospitano reperti di varia tipologia. La collezione archeologica comprende oggetti rinvenuti nel sito archeologico sulla Montagna Vecchia, che appartengono a diverse epoche: paleolitico, mesolitico, neolitico, età del bronzo, età del ferro, periodo greco classico, periodo ellenistico e romano, epoca medievale. Tra gli oggetti più interessanti, l’unico miliario romano rinvenuto in Sicilia, che attesta le LVII miglia che separavano Agrigento dal sito dov’era collocato. L’epigrafe “Aurelio Cotta Console” fa risalire il pezzo al 252 a.C. Nella sezione etno-antropologica la civiltà contadina è rappresentata dal ciclo del grano, della pastorizia e della tessitura, oltre che da alcuni oggetti di lavoro o d’uso domestico: aratri, selle, tridenti, “criva" con corde in budello e la "Ruota" dell'ex Orfanotrofio, rappresentano i pezzi più interessanti. Sono esposti anche alcuni cimeli garibaldini. ;
Museo etnografico San Leoluca.
Nei pressi del prezioso Oratorio di Sant’Agostino, la parrocchia di San Leoluca, raccogliendo alcune donazioni di privati, ha realizzato un museo demo-etno-antropologico, la cui parte centrale è costituita da due stanze arredate come era in uso fino alla prima metà del Novecento. Le stanze sono, ovviamente, le più importanti per una famiglia di contadini, ovvero la cucina e la camera da letto. Sono esposti anche numerosi utensili ed oggetti di lavoro utilizzati dai contadini nella vita quotidiana.
C.I.D.M.A, Centro Internazionale di Documentazione sulla Mafia e Movimento Antimafia custodisce i documenti del Maxi – processo, che ha segnato una tappa fondamentale nella lotta contro Cosa Nostra. I documenti, donati a Corleone dalla Camera Penale del Tribunale di Palermo, sono testimonianza del lavoro di magistrati come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che hanno pagato con la vita il loro impegno nella lotta contro la mafia. Tra i faldoni le dichiarazioni rilasciate dal noto pentito Tommaso Buscetta al giudice Falcone.
Persone legate a Corleone
Beato Angelo d'Acri (1669-1739), presbiterio e religioso italiano.
Al Pacino (1940), attore, i nonni materni erano originari di Corleone.
Michele Lupo (1932-1989), regista e sceneggiatore.
Vinicio Sofia (1907-1982), attore e doppiatore.
Pippo Rizzo (1897-1964) pittore: il maggiore rappresentante del futurismo siciliano; fu maestro di Renato Guttuso.
Placido Rizzotto (1914-1948), sindacalista ucciso dalla mafia.
Carlo Alberto Dalla Chiesa (1920-1982), Gen. C.A. dei CC, originario di Saluzzo, ucciso dalla mafia.
Oddone de Camerana, militare italiano.
Valerio Rosso (1572-1602) Cronista, Storiografo, Topografo.
Giuseppe Vasi (1740-1872), incisore, fu maestro del Piranesi.
Francesco Bentivegna (1820-1856), patriota, fucilato dai Borboni.
Niccolò Cusa (1821 – 1893) politico.
Bernardino Verro (1866-1915), sindaco socialista del paese assassinato dalla mafia.
don Giovanni Colletto, (1881-1953) letterato.
Ignazio Milillo (1914-2004), Gen. C.A. dei CC, cittadino onorario.
Bernardo da Corleone (1605-1667), Santo Cappuccino elevato agli onori degli altari da papa Giovanni Paolo II nel 2001.
Angelo d'Acri (1669–1739), Beato Cappuccino, cittadino onorario.
San Leoluca (815-915) abate basiliano.
Maria Teresa Cortimiglia (1867-1934), venerabile, fondatrice delle Suore Francescane di Santa Chiara.
Michele Navarra (1905-1958), boss di Cosa Nostra.
Luciano Liggio, boss di Cosa Nostra
Vito Ciancimino (1924-2002), politico e criminale.
Leoluca Bagarella (1942), boss di Cosa Nostra
Totò Riina, boss di Cosa Nostra
Bernardo Provenzano, boss di Cosa Nostra
Fabrizio Miccoli, calciatore del Palermo,ex-cittadino onorario.
Eventi
Estate Corleonese: da alcuni anni il calendario dell'estate corleonese si svolge nella villa Comunale e nell'attigua piazza dedicata a Falcone e Borsellino. Durante i tre mesi estivi le serate vengono animate da artisti di fama nazionale, ma anche e soprattutto da gruppi legati alle tante associazioni culturali locali. La musica, le rappresentazioni teatrali e le manifestazioni sportive, cui danno vita, costituiscono un richiamo di tutti i Comuni del circondario.
Geografia antropica
Frazioni
La frazione di Ficuzza presenta un bosco esteso circa 5.000 ettari e dominato dal massiccio di Rocca Busambra (1613 s.l.m.), dove ancora nidifica l'aquila reale, insieme alla palazzina di Re Ferdinando di Borbone, costruita sul finire del Settecento, su progetto dell'architetto Giuseppe Venanzio Marvuglia di stile neoclassico e molto simile alla Reggia di Caserta.
Economia
Corleone rappresenta un importante centro di allevamento bovino ed ovino e di produzione di prodotti caseari. Conosciuta è infatti la sagra dei prodotti caseari, che avviene ogni anno nei mesi di maggio e giugno. Il suo fertilissimo terreno produce anche cereali e diverse qualità di uva. Rilevante è la lavorazione artigianale locale del legno e del ferro. Da diversi decenni il centro vitivinicolo con una produzione rilevante di uve (Nero d'avola, Catarratto, Syrah, Chardonnay) e una ottima produzione di vini di qualità esportati in tutto il mondo. Importante è anche la produzione del pomodoro (detto "pomodoro corleonese") dalle caratteristiche uniche. Le caratteristiche pedo-climatiche e fisiche del territorio corleonese (terreni alluvionali e poco argillosi) rendono l'agricoltura del comprensorio potenzialmente fiorente.
Amministrazione
Gemellaggi
Vibo Valentia (in onore di San Leoluca, patrono di entrambe le città, nato in Sicilia, vissuto e morto in Calabria)
Altre informazioni amministrative
Il comune di Corleone fa parte delle seguenti organizzazioni sovracomunali: regione agraria n.1 (Montagna interna - Montagna di Corleone).
Note
^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 30-04-2012.
^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF) in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Ente per le Nuove Tecnologie, l'Energia e l'Ambiente, 1 marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012.
^ Marina Castiglione, Michele Burgio, Verso un Dizionario-Atlante dei Soprannomi Etnici in Sicilia (DASES), «RIOn», 1, 26.
^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Milano, GARZANTI, 1996, p. 229.
^ Classificazione sismica dei comuni italiani.
^ Tabella climatica.
^ Dati Confedilizia.
^ chóra, territorio esterno alla πόλις (pólis, la città) alla quale fornisce i mezzi di sostentamento ed è sotto la sua amministrazione politica e giuridica
^ Michele Amari, Storia dei musulmani di Sicilia, Vol. 3, F. Le Monnier, Firenze 1868, p. 219.
^ ASPa, Tabulario del monastero di S.M. del Bosco di Calatamauro, n.140 del 26 marzo 1326
^ Stemma e gonfalone su comune.corleone.pa.it. URL consultato il 20-10-2010.
^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
^ GURS Parte I n. 43 del 2008. URL consultato il 7 luglio 2011.
Altri progetti
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Collegamenti esterni
Sito del comune