Destinazioni - Comune
Conselice
Luogo:
Conselice (Ravenna)
Consèlice (Cusêls in romagnolo) è un comune di 10.028 abitanti della provincia di Ravenna. Il Comune è composto da tre centri abitati: Conselice (che da sola ha circa 5.000 abitanti), Lavezzola e San Patrizio.
Geografia fisica
Il territorio di Conselice, della superficie di circa 6298 ettari, è interamente pianeggiante e confina a Nord con la provincia di Ferrara (comune di Argenta) e con Alfonsine; ad Est con Lugo e Massa Lombarda; a Sud con la stessa Massa Lombarda e ad Ovest con la provincia di Bologna (comune di Imola).
Il territorio è attraversato da una strada statale, la Strada statale 16 Adriatica, che nel tratto Ferrara-Ravenna è chiamata Reale, e dalle vie provinciali Selice e Bastia. La Selice attraversa tutti e tre i centri abitati del comune, mentre la Reale e la Bastia attraversano il solo centro abitato di Lavezzola.
Il territorio è attraversato dalla ferrovia Ferrara-Lugo, con stazioni in tutti e tre i centri abitati. Il corso d'acqua principale è il Canale Zaniolo che proviene da Imola e si getta nel Canale collettore Destra Reno; non più attivo è il canale privato Canale dei Mulini anticamente utilizzato per trasporto merci e per il funzionamento appunto dei numerosi mulini che su di esso sorgevano e di cui ne rimane traccia nella frazione San Patrizio. Il Sillaro ed il fiume Reno lambiscono per un breve tratto il territorio del comune, vicino al confine settentrionale.
Storia
Il porto vallivo
Le ricerche archeologiche eseguite negli anni 1992-1995 nel territorio comunale hanno riportato alla luce grandi quantità di conchiglie e di altro materiale di ambiente lagunare, tra cui un'ostrica, che è stata datata a 2.635 anni fa con il radiocarbonio. Attraverso l'analisi di tutti i reperti rinvenuti si è potuto concludere che, nell'antichità, il sito di Conselice si trovava sul limitare di una vasta area umida, parte della Valle Padusa.
Nelle pergamene scritte in latino conservate nell'archivio comunale compare dall'XI secolo il nome Caput Silicis. Non esistono prove invece che il toponimo sia stato tramandato direttamente dall'antichità. L'unica cosa certa è che, nel reticolo della centuriazione romana, il sito di Conselice era in asse con Forum Cornelii (Imola). Gli storici ritengono che una strada perpendicolare alla via Emilia (cioè un kardo) partisse da Forum Cornelii per raggiungere il sito. Il percorso era lungo 12 miglia romane (circa 25 km), la strada era affiancata probabilmente da un canale navigabile per piccole imbarcazioni.
È possibile allora spiegare l'origine del nome: una prima ipotesi, la più immediata, è che la via romana fosse selciata (silicis). Ma ad oggi non è ancora stato rinvenuto alcun reperto di epoca romana sotto l'attuale via Selice, per non parlare del resto del territorio conselicese.
Se dunque appare certo che fino all'XI secolo l'insediamento non esistesse, le origini di Conselice sono da ricercare nelle peculiari caratteristiche dell'ambiente naturale attorno al sito. Dal punto dove sorge Conselice, infatti, si raggiungeva facilmente per via d'acqua il Po di Primaro (anticamente, il ramo meridionale del Po). Si può affermare quindi che il Po di Primaro rappresentasse per Imola la via più diretta di accesso al mare. Quindi è presumibile che nell'antichità sul sito dove oggi sorge Conselice esistesse un porto vallivo. Possiamo ora formulare la seconda ipotesi sull'origine del nome: il porto lagunare serviva agli imolesi per l'approvvigionamento di diverse materie prime.
L'area in cui si trovava il sito della città conservò i caratteri lagunari-vallivi fino alla metà del I millennio d.C., cioè fino alla fine dell'Età antica. Trovandosi circondata da paludi, Conselice subì l'interramento dovuto ai continui apporti del Santerno e del Sillaro (Sillarus-Silicis).
La nascita di Conselice
Il primo documento che parla del Portus de Capite selcis è datato 5 giugno 1084. La pergamena, firmata dal vescovo di Imola, stabiliva che la signoria sul porto spettasse al Comune di Imola. Attraverso lo scalo lagunare, gli imolesi svolgevano i loro commerci marittimi con Venezia e con gli altri porti del mare Adriatico, tanto che ad Imola la moneta veneta aveva corso legale. Del porto si servivano anche i mercanti lughesi e faentini.
Un'altra data fondamentale riguardante il porto vallivo è il 1126: in quell'anno l'uso del porto, e del canale che collegava Conselice ad Imola, passano al vescovo di Imola. Rimane di proprietà del comune imolese il castello. Nei secc. XI e XII, periodo caratterizzato dalla ri-antropizzazione del territorio della bassa Romagna ("Romandiola"), si ha la formazione dell'abitato di Conselice.
Nella Descriptio provinciæ Romandiolæ del 1371 (documento storico fondamentale per la conoscenza dei paesi e degli abitanti della bassa Romagna), Conselice compare come luogo fortificato, appartenente allo Stato Pontificio e con 34 fuochi, cioè persone con capacità contributiva.
Ecco come doveva apparire Conselice secondo la descrizione della storica Claudia Pancino:
"Alla fine della via Selice si trovava il porto, attorniato da una cinta muraria. Su un lato di essa era costruita la rocca, dove si trovava la sala in cui fino ad almeno il XVI secolo si svolsero i Consigli comunali. Di fronte alla rocca sorgeva la chiesa (San Martino), fra la rocca e la chiesa trovava spazio la piazza (Piazza maggiore), [ai lati della quale sorgevano] le prime (fino all'Ottocento pochissime) abitazioni in muratura delle famiglie più benestanti. Il canale Selice passava lungo il lato ovest della piazza. Proprio alla metà del lato ovest della piazza, tra la rocca e la chiesa, un ponte attraversava il canale. Di fronte al ponte, al di là del canale, si apriva uno spazio che sarebbe poi stato la sede del foro boario". La via principale del paese, che lo attraversava da nord a sud (immancabilmente "Via Selice"), portava al vecchio cimitero.
La chiesa e la piazza (rinominata Piazza Foresti) esistono ancora oggi, così come la Via Selice, mentre il canale è stato deviato di alcune centinaia di metri più ad ovest. Non è più rimasto niente, invece, della rocca.
Per vari secoli Conselice fu al centro di una zona caratterizzata dalla ricca – e spesso pericolosa – presenza di acque e paludi. Inoltre, fino al XVIII secolo (compreso), la principale via di comunicazione tra Conselice e la Via Emilia fu il Canale dei Molini che la collegava con Imola. Col tempo la strada rettilinea che l'affiancava crebbe d'importanza. Nel Basso Medioevo fu prolungata verso nord di 10 km, terminando alla Bastia del canale Zaniolo. Oggi è la Strada provinciale Selice.
Conselice nello Stato Pontificio
Le date fondamentali della storia moderna di Conselice sono:
Nel 1408 il feudo di Conselice venne ceduto agli Este di Ferrara. La dominazione estense durò ben due secoli. Durante tale periodo il vicino Comune di San Patrizio fu unito a quello di Conselice (1430). Il paese era tenuto da un capitano nominato direttamente dalla Casa d'Este. Per le loro numerose prove di fedeltà dimostrate nel tempo, i conselicesi vennero definiti da Eleonora d'Este (XIV secolo) "i sudditi più fedeli che gli Este hanno in Romagna".
Nel 1598, esauritasi la dinastia d'Este, Conselice tornò sotto il papato. Tuttavia la Santa Sede tornò proprietaria solo del castello, che venne dichiarato appartenente alla Legazione apostolica di Ferrara. La proprietà di gran parte della terra e del territorio di Conselice rimase alla Diocesi di Imola, che ne era stata proprietaria anche durante il dominio estense. Dai terreni, la diocesi incamerava diritti enfiteutici, affitti annuali e decime.
Alla dominazione pontificia pose fine la conquista francese nel 1796. Dopo varie turbolenze politiche, conselice ritornò alla Santa Sede nel 1815.
Con l'annessione delle Legazioni pontificie al Regno di Sardegna (1859), il comune di Conselice fu incluso nella Provincia di Ravenna (annessione sancita con i plebisciti del 1860).
Dall'Unità alla Liberazione
La nota Inchiesta Agraria Jacini (1871) traccia un quadro della gestione del territorio di Conselice negli anni immediatamente successivi alla nascita del Regno d'Italia. La situazione non era molto cambiata dall'inizio del secolo: una manciata di famiglie forestiere possedeva la maggior parte delle terre; su tutte i conti Massari che, arrivati da Ferrara al seguito dei napoleonici, avevano acquistato nel giro di poco tempo le quattro più grandi tenute conselicesi, diventando padroni di un terzo del territorio comunale.
I proprietari residenti nel Comune, invece, erano piccoli o piccolissimi agricoltori. Quasi tutti i proprietari con poderi superiori a 10 ettari non risiedevano nel Comune. Nella frazione di Lavezzola esistevano solo tre grandi proprietà.
Per quanto riguarda la destinazione d'uso del territorio, la situazione non era incoraggiante: ben due terzi erano costituiti da zone umide, oppure zone asciutte solo d'estate ma impraticabili in inverno. Il 20% era costituito da valli permanenti, mentre meno del 15% era rappresentato da buon terreno lavorativo. Dall'Inchiesta si evince come nell'Ottocento i conselicesi conducessero una vita molto modesta.
Il pericolo del diffondersi di epidemie era costante. Per combatterlo, nel 1870 il Comune aprì la prima fontana pubblica di acqua potabile nella piazza centrale del paese. Per la sua caratteristica forma, fu detta popolarmente funtana d'e' bafion (fontana del baffone in dialetto romagnolo).
Che mestieri facevano i conselicesi? Un'indagine condotta nel 1873 nella principale parrocchia cittadina, San Martino, accerta che la stragrande maggioranza degli uomini lavorava nei campi: 163 come braccianti (quindi come operai a giornata) e circa 150 come coloni (cioè agricoltori legati stabilmente alla loro terra). Per quanto riguarda le donne, il mestiere più comune era la filatrice. Vi erano poi: 8 bottegai, 2 caffettieri, 5 impiegati, un infermiere, un macellaio, una maestra e tre maestri, un maestro di musica, due medici, un orologiaio, 4 osti, 3 pastori, 2 pensionati, 2 povere, una tessitrice e 9 vallaroli.
Nel censimento del 1871, i 6860 abitanti erano così distribuiti nel territorio: 4877 vivevano in case sparse nelle campagne, mentre solo 1874 vivevano nei tre centri abitati, cioè Conselice (1185), San Patrizio (361) e Lavezzola (328).
Nel 1886 il comune fu sfiorato dall'emergenza colera. Una delle cause fu certamente la scarsezza e l'inadeguatezza delle poche fogne chiuse che esistevano nel centro abitato. Nel 1888 entrarono in funzione i primi plessi scolastici, a San Patrizio e a Lavezzola. Per il capoluogo, invece, si dovette attendere il 1910.
Nel corso dell'Ottocento si diffonde a Conselice la "risicoltura". I primi terreni ad essere utilizzati per la coltivazione del riso sono quelli prossimi alle paludi, situati nella parte nord del territorio comunale, tra Lavezzola ed il Po di Primaro. Alla metà del secolo la coltivazione del riso supera in estensione le colture arboricole e cerealicole. Si notano risaie anche alle porte dell'abitato a Conselice e San Patrizio; alle risaie si alternano aree di pantano, di cui molte peraltro venivano coltivate a riso. In molti casi la coltivazione a riso era l'ultima scelta per i terreni che non erano suscettibili di nessuna rendita. Si metteva un terreno acquitrinoso a risaia con la speranza che col tempo si colmasse e si potesse così metterlo a coltura, di cereali per esempio. Conselice era inoltre, con Alfonsine, un centro già famoso per l'allevamento dei ranocchi, anfibio tipico delle zone umide. La fama di "Paese dei ranocchi", per cui Conselice è rinomata tuttora, nasce proprio in questo periodo.
Alla fine del secolo, comunque, la risicoltura è ancora il "fulcro di tutte le vicende dell'agricoltura nel mondo rurale conselicese". Nell'anno 1899 sono coltivati a risaia 400 ettari di terreno.
Nove anni prima (1890) si era verificato a Conselice un grave fatto di sangue. Il 20 e 21 maggio si erano radunati in Piazza maggiore alcuni braccianti ed alcune risaiole che reclamavano migliori condizioni di lavoro e di salario. Le rivendicazioni, specialmente delle mondine, presso i proprietari delle risaie non avevano prodotto nessuno effetto. Dal canto loro, i braccianti avevano come interlocutore lo stato e il municipio. Il Ministero dei Lavori pubblici aveva finanziato i lavori di costruzione della ferrovia Ferrara-Ravenna-Rimini, che erano terminati l'anno prima (1889). Ora centinaia di braccianti erano disoccupati e chiedevano che lo stato aprisse nuovi cantieri. Decisi a farsi sentire in Comune, dunque, i braccianti si mossero verso il municipio. Ma le guardie chiamate a difendere il palazzo municipale spararono colpi d'arma da fuoco sui manifestanti. Due mondine ed un uomo rimasero sul terreno.
Questo episodio rappresentò un momento di svolta nella storia del paese e nella storia dei rapporti di lavoro di tutta la Pianura padana: dopo i fatti di Piazza maggiore lo spontaneismo lasciò il posto alle prime forme di organizzazione sindacale. Già alla fine dello stesso anno, il 16 novembre si costituì l'«Associazione generale cooperativa fra operai braccianti di Conselie, Lavezzola e San Patrizio». Il 2 aprile 1891 nacque la «Società cooperativa fra i lavoranti muratori di Conselice».
In un'inchiesta sul lavoro delle risaie pubblicata nel 1906 le condizioni salariali del conselicese venivano descritte come le migliori della zona, dando ragione del suo ruolo di avanguardia nella provincia di Ravenna.
Nel 1914 i terreni non destinati a risaia superano quelli a risaia: ben il 28% della superficie è destinato a vigneto, il 23% ai foraggi e oltre il 21% al grano. A Conselice non esiste ancora la frutticoltura, che invece è molto sviluppata nella confinante Massa Lombarda. Si può dire che l'economia conselicese si esaurisse nel settore primario: non vi erano stabilimenti industriali e non erano presenti istituti di credito. Aumentano i servizi alla cittadinanza: nel 1910 viene costruita la nuova scuola elementare. Nello stesso anno, al teatro i conselicesi assistono alla prima proiezione cinematografica e viene rappresentata la prima opera (Il Barbiere di Siviglia). Infine, dal gennaio 1911, vengono accesi i nuovi lampioni ad illuminazione elettrica.
Dopo la prima guerra mondiale cominciano i lavori di bonifica della parte del territorio comunale ancora paludosa (circa un sesto della superficie). Parallelamente, il settore primario è attraversato da un processo di ammodernamento: più concimazione chimica, più meccanizzazione, aumento dell'estensione delle colture industriali (barbabietola, frutteto).
Rimangono invece insufficienti le condizioni abitative dei conselicesi: un rapporto dell'Ufficiale sanitario del 1921 segnala che la gran parte della popolazione vive in condizioni di assoluta antiigienicità. Molte famiglie vivono in un solo locale. La carenza di abitazioni, che si somma alla cronica carenza di lavoro bracciantile, innesca una miscela esplosiva: nel biennio 1920-21 il territorio conselicese è scosso da rivolte che in alcuni casi sfociano nella violenza. Il "biennio rosso" non porterà i benefici sperati e già nel 1922 la lotta operaia avrà esaurito la sua spinta propulsiva.
Conselice, che era stata amministrata dal Partito Socialista fin dai primi anni del secolo, si avvia al definitivo insediamento del potere fascista. A Conselice il fascismo presenta un'impronta prettamente locale: quella di una reazione agraria diretta a restaurare il predominio dei proprietari terrieri sugli operai. L'instaurarsi del potere fascista nel municipio conselicese non porta comunque ad una stabilizzazione del funzionamento dell'amministrazione: comincia invece una vera e propria guerra tra le diverse fazioni dello squadrismo locale. Il risultato sarà che per quasi tutti gli anni Venti Conselice verrà retta da commissari prefettizi e perderà quindi importanti finanziamenti statali.
Vengono così dilungati i tempi della bonifica definitiva del territorio, che si prolungano fino agli anni Trenta. Né si riscontra un miglioramento della produttività dei terreni già messi a coltura. Se il panorama del settore primario è abbastanza statico, un settore dell'economia che registra forti tassi di sviluppo è l'edilizia. L'espansione abitativa è costante per tutti gli anni Venti e Trenta. Però avviene al di fuori di qualsiasi pianificazione, poiché viene tracciato un piano regolatore per il solo centro di Conselice. A Lavezzola, per esempio, i privati vengono indotti a costruire lungo i lati della Via Bastia, con il risultato di far assumere al paese l'aspetto di un lungo corridoio di case. Ed è l'aspetto che Lavezzola mantiene tutt'oggi.
Permangono peraltro di basso tenore le condizioni abitative: nessuna costruzione di case popolari, carenza di alloggi e cattive condizioni igieniche sono i problemi cui devono ancora far fronte i conselicesi. Le frazioni sono ancora prive di sistema fognario.
Le precarie condizioni di vita della popolazione subiscono un repentino peggioramento già nei primi mesi della seconda guerra mondiale. L'aumento dei prezzi colpisce le fasce più deboli e determina un peggioramento generale dell'alimentazione. Fortissime difficoltà si registrano nell'approvvigionamento dei combustibili. Ovviamente tutte le opere pubbliche previste sono rimandate a dopo la conclusione del conflitto. Conselice non ha ancora un acquedotto mentre la rete fognaria, finora costruita solo nelle vie del centro, è completamente ostruita, per cui quando piove il paese si allaga.
Il periodo più duro della guerra, il 1944-45, è segnato dai bombardamenti e dal passaggio del fronte. Le bombe colpiscono l'arginatura del Sillaro, la linea ferroviaria, il ponte sul Reno a Lavezzola. L'incursione del 29 agosto colpisce l'abitato di Conselice, provocando il crollo di 16 edifici. Lo stesso periodo vede il costituirsi di formazioni partigiane stabili, e militarmente inquadrate sul territorio, che forniscono un supporto decisivo alle forze alleate. Nel dicembre 1944 viene liberata Ravenna. Passato l'inverno, il fronte alleato prosegue l'avanzata nella Bassa Romagna. Conselice viene liberata il 14 aprile 1945. Il tributo di Conselice alla lotta di liberazione è di 27 morti in combattimento ed almeno altrettanti per fucilazione.
Il dopoguerra
Dopo la guerra non si provvide a risistemare gli argini sul fiume Santerno danneggiati dalla guerra. Le conseguenze furono tragiche: nel dicembre 1959 una disastrosa rotta del Santerno allagò il 40% del territorio comunale.
Monumenti
Chiesa di San Martino. È la chiesa arcipretale di Conselice. Fu edificata tra il 1820 e il 1830 in seguito alla demolizione di una precedente chiesa romanica dell'XI secolo, giudicata pericolante. Di sobrio stile neoclassico, è composta di un'unica navata con volte a botte e quattro cappelle laterali. I dipinti più pregevoli che contiene sono una pala d'altare del Seicento rappresentante i Santi Martino e Patrizio e il dipinto ovale Madonna con bambino dormiente di un autore bolognese del XVIII secolo. Nella chiesa è conservata anche una statua che ritrare la Madonna, risalente al XVII secolo, opera della bottega dei Paganelli di Lugo.
Mulino di S. Patrizio. Fu costruito verso la fine del XV secolo lungo il Canale dei Mulini, il corso d'acqua che collega Conselice con Imola. È osservabile a tutt'oggi la struttura originaria, a due piani. Di notevole interesse sono la paratia lignea ed i macchinari conservati all'interno dell'edificio.
Conselice è uno dei pochi paesi d'Italia ad aver dedicato un monumento alle mondine e agli scarriolanti, a memoria del secolo scorso, quando gran parte della popolazione era occupata in lavori manuali e di fatica, e un monumento al ranocchio, una specialità gastronomica di Conselice.
Nel settembre 2006 a Conselice si è inaugurato il primo "monumento alla stampa clandestina ed alla libertà di stampa" di cui si ha notizia in Italia.
Aree naturali
Nel territorio comunale è sita l'area di riequilibrio ecologico «Bacini di Conselice». Nata all'interno della cassa di espansione dello scolo Zaniolo, è una zona in corso di rinaturalizzazione costituita da un insieme di stagni e boschetti. Istituita nel 2011, l'A.R.E. si estende per 9 ettari.
Esiste inoltre la zona di protezione speciale «Bacini di Conselice e Lavezzola». Si tratta di due distinte zone umide: la cassa di espansione del canale Diversivo in Valle ed i bacini della Fornace Litos (a est di Lavezzola). Entrambe le aree sono in corso di rinaturalizzazione.
Società
Evoluzione demografica
Abitanti censiti
Popolazione
Variazione della popolazione residente a Conselice dal 2007 al 2011.
Fonte: Servizi Demografici Unione Comuni della Bassa Romagna.
Etnie e minoranze straniere
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2009 la popolazione straniera residente era di 1.433 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:
Marocco 467 4,71%
Romania 276 2,78%
Albania 217 2,19%
Religione
Nel comune di Conselice sono presenti quattro parrocchie, facenti parte di due diocesi diverse:
Diocesi di Imola: Conselice (principale), Chiesanuova e San Patrizio (quest'ultima comprende anche la frazione Zeppa, comune di Massa Lombarda);
Diocesi di Ravenna: Lavezzola.
Cultura
Teatro
Il teatro comunale di Conselice offre una stagione di prosa (anche commedie in dialetto romagnolo). Direttore artistico è Ivano Marescotti.
Mezzi d'informazione
E' bafion' (1979-2011). Il giornale, nato in ambito parrocchiale, ha raccontato per oltre 30 anni le tradizioni e le radici culturali dei conselicesi.
Eventi e ricorrenze
Conselice
Carnevale di San Grugnone
Madóna d'j Garzon (la Madonna dei garzoni). 25 marzo
Carnevale dei fiori in notturna. Ultima fine settimana di giugno
Moto Raduno nazionale femminile. Al Circolo del tennis, ultima fine settimana di giugno
Sagra del Ranocchio (dal 1974). Terza settimana di settembre
"San Martino d'Oro", concorso di Poesia dialettale (dal 1985). Premio per la migliore poesia inedita in dialetto romagnolo. La manifestazione si intercala ogni anno con il premio di miglior dicitore dialettale. 10 novembre
San Martino, Festa Patronale. 11 novembre
Veglia di Natale. La notte del 24 dicembre
San Patrizio
Lôm a merz (Luci di marzo). Ultimo mercoledì di Carnevale
Sagra del Tortellone. Ultima fine settimana di agosto
Lavezzola
Sagra della Porchetta e del Tortellino. Terza settimana di maggio.
Persone legate a Conselice
In ordine cronologico:
Eleuterio Felice Foresti (1789-1858), patriota. A lui è intitolata la piazza principale di Conselice.
Paolo Fabbri (1889-1945), comandante partigiano, sindacalista, antifascista, Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria.
Ines Bedeschi (1911-1945), staffetta partigiana, uccisa a Riva del Po (Parma) il 28 marzo 1945, Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria.
Eugenio Facchini (1912-1944), federale di Bologna nel periodo della Repubblica Sociale Italiana.
Pierino Fuzzi (1919), calciatore, ha giocato in Serie A negli anni Quaranta.
Giovanni Emiliani (1922-2006), calciatore, ha giocato in Serie A negli anni Quaranta.
Giovanna Righini Ricci (1933-1993), educatrice e scrittrice di libri per ragazzi. A lei è intitolata la biblioteca cittadina.
Edgardo Siroli (1940-2005), attore
Giancarlo Martini (Lavezzola 1947-2013), pilota automobilistico, zio di Pierluigi Martini
Economia
Infrastrutture e trasporti
Strade
Conselice e Lavezzola sono attraversate dalla strada provinciale (strada statale fino al 2001) Selice-Montanara Imolese. La strada inizia poco più di 1 km a nord di Lavezzola; dopo averla attraversata passa da Conselice e poi prosegue in direzione sud verso Imola.
Lavezzola è il punto d'arrivo della Strada provinciale 13 «Bastia», che segue il corso del Santerno mantenendosi alla sinistra del fiume.
Ferrovie
Il territorio è servito da tre stazioni ferroviarie: la Stazione di Conselice e la Stazione di San Patrizio sulla linea Faenza-Lavezzola, e la Stazione di Lavezzola sulle linee Ferrara–Rimini e Faenza-Lavezzola.
Mobilità urbana
Piste ciclabili
Nel 2013 è stato completato il tratto che collega Lavezzola con la frazione lughese di Frascata (2 km).
Amministrazione
I Comuni di Conselice, Alfonsine, Bagnacavallo, Bagnara di Romagna, Cotignola, Fusignano, Lugo, Massa Lombarda e Sant'Agata sul Santerno formano insieme l'Unione dei comuni della Bassa Romagna.
Nel 2012 Conselice ha ottenuto l'approvazione da parte del Ministero dell'Interno della bandiera comunale. La consegna del vessillo si è svolta il 14 novembre 2012. Conselice è l'unico comune dell'Unione a possedere una propria bandiera.
Nello stesso anno è stato modificato lo stemma, che risaliva agli anni Trenta, e dove il luccio e la tinca apparivano erroneamente di colore oro e argento anziché argento e oro. La corona di ferro del vecchio modello araldico è stata affiancata da fronde di quercia e di alloro.
Sindaci dal 1945
Gemellaggi
Conselice è gemellata con:
Bourgoin-Jallieu
Velika Plana
Bitritto
Sport
Associazioni sportive
Le associazioni sportive di maggior tradizione a Conselice sono:
«Associazione Sportiva Conselice» (pallavolo), impegnata nel Campionato nazionale B1;
«Tennis Club Conselice» (tennis);
«Associazione Calcio Conselice» (calcio).
Impianti sportivi
Sia Conselice che Lavezzola e S. Patrizio dispongono di un campo di calcio, dove giocano le rispettive squadre di club;
Conselice dispone di un Palazzetto dello sport, utilizzato per gli sport di sala e di combattimento;
Nel territorio comunale è sito il campo di tiro a volo "Madonna del Bosco", dove per anni si è allenata la campionessa olimpica di Londra 2012 Jessica Rossi;
Nel 2000 è stato aperto un kartodromo. Chiuso nel 2003, a distanza di qualche anno è passato sotto una nuova gestione che lo ha riaperto nel 2006. L'impianto è al coperto; la pista misura 500 metri;
Nel 2012 è stato inaugurato un bike park, uno dei primi della Provincia di Ravenna. La struttura sportiva si sviluppa in un'area di 5.000 metri quadrati.
Note
^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2010.
^ a b Claudia PANCINO, Il canale dei molini da San Patrizio alla Bastia in Romagnola Romandiola. Lungo la Selice. Territorio e Storia, Lugo, Università Popolare di Romagna, pp. 79-94.
^ Gli Este erano già entrati in possesso della città nel 1385, ma l'avevano tenuta per soli nove anni.
^ Silvia Bertuzzi, Le nostre radici: la Pieve di San Patrizio, S. Patrizio (RA), Publi&Stampa, 2011.
^ La fontana rimase in funzione fino al 1938. Nel dopoguerra fu rimossa; dal 1988 è collocata nel nuovo parco comunale cittadino. Il manufatto, restaurato nel 2009-10, è in pietra d'Istria e presenta al centro il volto di Bacco, dalla cui bocca sgorga acqua potabile.
^ Nel 1880 le scuole erano state allestite al terzo piano del palazzo comunale, ma dopo qualche anno la soluzione si rivelò inadatta e si dovette iniziare un nuovo iter burocratico. Solo nel 1908 fu trovato il terreno da edificare.
^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
^ Una prima edizione si era avuta nel 1974, ma era stata chiusa dopo pochi numeri.
^ città gemellate dal sito di Conselice. URL consultato il 7 agosto 2011.
Bibliografia
Romagnola Romandiola. Lungo la Selice, Territorio e Storia. Atti Convegno, marzo 1998. Walberti, Lugo: 1999.
Claudia Pancino, Conselice di Romagna. L'infelice situazione (1084-1810). Longo Editore. Ravenna: 1995.
Claudia Pancino, Conselice nell'Ottocento. Giogo di risaie e vocazioni urbane. Longo Editore. Ravenna: 2000.
Pier Paolo D'Attorre e Franco Cazzola (a cura di), Conselice. Una comunità bracciantile tra Ottocento e Novecento. Longo Editore. Ravenna: 2003.
Voci correlate
Eugenio Facchini
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