Arezzo è un comune italiano di 103.400 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia in Toscana.
Geografia fisica
Territorio
La città di Arezzo è situata alla confluenza di tre delle quattro vallate che compongono la sua provincia. Direttamente a Nord della città ha inizio il Casentino, che è la valle percorsa dal primo tratto dell'Arno; a Nord-Ovest si trova il Valdarno Superiore, sempre percorso dall'Arno nel tratto che scorre fra Arezzo e Firenze; a Sud si trova la Val di Chiana, una pianura ricavata dalla bonifica di preesistenti paludi, il cui più importante corso d'acqua è il Canale Maestro della Chiana. Tramite l'agevole valico del Torrino e la valle del Cerfone, si ha accesso a Nord-Est alla quarta vallata, la Valtiberina, percorsa dal primo tratto del Tevere.
Il territorio del comune è molto ampio e vario: si passa dalla pianura che si apre sulla Val di Chiana e sull'Arno, alle colline, a Sud della città, a zone montuose, soprattutto ad Est. Come conseguenza della grande estensione del territorio comunale i comuni che vi confinano sono numerosi: sul lato della Val di Chiana ci sono Civitella in Val di Chiana, Castiglion Fiorentino, Cortona, Monte San Savino e Marciano della Chiana; sul lato del Valdarno superiore ancora Civitella in Val di Chiana, Laterina e Castiglion Fibocchi; sul lato del Casentino Capolona e Subbiano; sul lato della Valtiberina Anghiari, Monterchi e i due comuni umbri di Città di Castello e Monte Santa Maria Tiberina (toscano fino al 1927).
Clima
Il clima della città di Arezzo e delle zone limitrofe presenta le caratteristiche di continentalità più accentuate di tutta la Toscana, vista la posizione a cavallo tra il Valdarno e la Val di Chiana con la dorsale appenninica nelle relative vicinanze.
Secondo la classificazione dei climi di Köppen il clima della città di Arezzo appartiene al gruppo Cfa (clima subtropicale umido), ma borderline con il clima del gruppo Cfb (clima oceanico) in quanto la temperatura media del mese più caldo è soltanto di poco superiore a 22 °C (22.1 °C secondo la media 1971-2000). Le precipitazioni presentano un carattere irregolare, perché la zona può essere influenzata sia dalle correnti umide atlantiche che da quelle secche continentali provenienti da settentrione e da oriente.
L'escursione termica risulta elevata sia nei valori giornalieri che annui. La neve in inverno non è rara e la media storica si aggira intorno ai 20 cm annui ma dal 2001 al 2012 l'accumulo medio annuo è sceso a 8,25 cm in base ai rilevamenti effettuati alla stazione meteorologica dell'Aeronautica Militare.
Le temperature estreme registrate nel territorio comunale sono la massima assoluta di +41,5 °C registrata alla stazione meteorologica di Arezzo San Fabiano il 26 luglio 1983 e la minima assoluta di -20,2 °C registrata alla stazione meteorologica di Arezzo Molin Bianco l'11 gennaio 1985, seguita dalla minima assoluta di -20,0 °C registrata alla stazione idrologica di Palazzo del Pero (frazione all'estremità orientale del territorio comunale) il 13 gennaio 1968 e il 7 gennaio 1985.
Storia
Città etrusca
Arezzo sorse in epoca pre-etrusca in una zona abitata fin dalla preistoria, come dimostra il ritrovamento di strumenti di pietra e del cosiddetto "uomo dell'Olmo", risalente al Paleolitico, avvenuto nei pressi della frazione dell'Olmo durante i lavori di scavo di una breve galleria della linea ferroviaria Roma-Firenze nel 1863.
La zona posta alla confluenza di Valdarno, Valdichiana e Casentino, infatti, è passaggio naturale per chi voglia attraversare l'Appennino. Si ha notizia poi di insediamenti stabili di epoca pre-etrusca in una zona poco distante dall'attuale area urbana, il colle di San Cornelio, dove si sono rinvenute tracce di una cinta muraria di difficile datazione poiché sovrimpresse dalle poderose mura romane. L'abitato etrusco sorse invece sulla sommità del colle di San Donato, occupata dall'attuale città. Si sa che la Arezzo etrusca, con un nome simile all'attuale, Aritim (latino Arretium), esisteva già nel IX secolo a.C.
Arezzo fu poi una delle principali città etrusche, e molto probabilmente sede di una delle 12 lucumonie. A questo periodo risalgono opere d'arte di eccezionale valore, come la Chimera, oggi conservata a Firenze, la cui immagine caratterizza talmente la città quasi da diventarne un secondo simbolo e inoltre è da segnalare l'ampia necropoli di Poggio del Sole, formatasi nel VI secolo a.C. ed utilizzata fino all'età romana.
Al sorgere della potenza di Roma la città, insieme alle consorelle etrusche, tentò di arginarne le tendenze espansionistiche, ma l'esercito messo insieme da Arezzo, Volterra e Perugia fu sconfitto a Roselle, presso Grosseto, nel 295 a.C.; e così nel III secolo a.C. Arezzo fu conquistata dai Romani che latinizzarono il suo nome etrusco Arretium.
Presidio romano
Durante l'epoca romana, specialmente nel periodo repubblicano, Arezzo divenne un simbolo importantissimo dell'espansione romana a nord, ed un bastione difensivo del nascituro impero, grazie alla sua posizione strategica che ne faceva tappa obbligata per chiunque volesse raggiungere la sempre più potente città sul Tevere. Arezzo si trovò dunque a doversi difendere dai Galli Senoni che marciavano contro Roma. In suo soccorso giunse una robusta armata guidata dal console Lucio Metello, che trovò la morte in battaglia ma arrestò l'avanzata dei Galli. Del fatto rimane traccia in un toponimo, Campoluci, che indica il tratto di piana vicino all'Arno in cui il console combatté e morì. Dopo il fatto, Arezzo divenne sede di un presidio romano permanente.
Rimase però sempre gelosa della sua autonomia, tanto che cercò più volte di riconquistare l'indipendenza nel corso delle guerre civili della Roma repubblicana, schierandosi prima con Mario e poi con Pompeo. Silla e Cesare si vendicarono facendone una colonia per i loro veterani, il che provocò un notevole riassestamento demografico che cancellò da Arezzo - come da tutta l'Etruria - le rimanenti tracce della vecchia cultura.
All'inizio dell'età imperiale la città, operosa e ricca di inventiva, divenne ricca e prospera come al tempo delle guerre romano-puniche, quando era stata la principale fornitrice di armi per la spedizione di Scipione in Africa. Sorsero numerosi stabilimenti pubblici, come il teatro, le terme, ed un anfiteatro di notevoli dimensioni che è giunto fino ai nostri giorni. La vita culturale ebbe un grande impulso grazie alla feconda attività del primo degli aretini illustri nel mondo delle arti e delle lettere, Gaio Cilnio Mecenate, il cui nome rimarrà per sempre legato alla promozione della cultura. Arezzo fu anche un centro di lavorazione dei metalli e, soprattutto, di vasi di ceramica: i vasi prodotti ad Arezzo erano detti "corallini" per il loro colore.
Primo millennio d.C.
Al crollo dell'impero, Arezzo pur subendo il declino della decadenza dell'impero romano e delle invasioni barbariche, il prestigio secolare e la favorevole posizione sulla via Cassia mantennero ad Arezzo una forte importanza anche durante i secoli bui nell'Alto Medioevo. Terra di confine tra i domini dei Goti e l'esarcato bizantino di Ravenna fu testimone di aspri scontri fra le due fazioni e fu uno dei primi centri occupati dai Longobardi. I Goti e i Longobardi incisero molto sulla composizione etnica e sulla lingua degli aretini. I longobardi costruirono castelli e pievi gettando le basi di Arezzo medievale. Con l'arrivo dei Franchi di Carlo Magno che privilegiarono i rapporti con quello che ritenevano il più alto potere locale, il vescovado, la diffusione del Cristianesimo, infatti, era divenuta sede di episcopato. Si tratta di una delle poche città di cui sono noti tutti i vescovi che si sono succeduti fino ad oggi. Dopo il mille il suo vescovo iniziò a fregiarsi, primo in Italia, del titolo di "Conte". A questo periodo risalgono il perduto "Duomo Vecchio" del Colle del Pionta, ai cui lavori partecipò Maginardo, l'attuale Cattedrale e la Pieve di Santa Maria Assunta.
Sotto la protezione del vescovo si sviluppò nel contado aretino anche un folto numero di abbazie, che contribuirono a ricostruire un sistema di scambi ed un minimo ambito culturale. In questo periodo Arezzo vide la nascita di un altro dei suoi figli illustri: Guido Monaco. Fattosi benedettino nell'abbazia di Pomposa e successivamente a Roma, elaborò il nuovo metodo di notazione musicale ed il tetragramma.
Libero comune
Dopo il 1000 al potere feudale, identificato con il vescovo che risiedeva fuori dalla città sull'altura del Pionta, arroccato come in un castello, venne affiancandosi un potere cittadino, l'ordinamento della città ebbe un'evoluzione e si affermò il libero comune: la presenza di un console è attestata ad Arezzo nel 1098. La duplicità di poteri generò presto un conflitto tra il vescovo, che vedeva la sua autorità feudale provenire dall'imperatore e quindi incarnava la prima espressione del partito ghibellino, e la magistratura cittadina. L'attrito sfociò in varie sollevazioni popolari contro il vescovo e nella rappresaglie di questo, che chiamò in soccorso l'imperatore Arrigo, il quale scendendo in Italia verso Roma, trovava per l'appunto Arezzo nella sua strada. La rappresaglia fu durissima ma non arrestò lo sviluppo del Comune, che proseguì soprattutto dopo il concordato di Worms del 1122 che poneva fine alle controversie tra impero e papato e, di fatto, alla figura dei vescovi-conti.
È a questo periodo, all'inizio del XIII secolo, che risale l'avvio della costruzione della Pieve, concepita per ospitare un vescovo ridimensionato alle sue funzioni pastorali, e di altre chiese che accogliessero gli ordini monastici inurbati forzatamente dopo la confisca dei loro possedimenti feudali. L'influenza territoriale di Arezzo crebbe notevolmente culminando con la presa di Cortona, avvenuta nel 1298 dopo una sanguinosa battaglia. Alla rinnovata importanza politica si accompagnò una fioritura culturale: la città si dotò di una università, lo Studium, i cui ordinamenti risalgono al 1252, brillarono i primi ingegni della nuova poesia lirica italiana Guittone d'Arezzo e Cenne da la Chitarra; della scienza con quel Ristoro che nel 1282 scrisse "La composizione del mondo" prima opera scientifica in volgare; e della pittura, con Margaritone d'Arezzo, poi affiancato da maestri fiorentini e senesi quali Cimabue e Pietro Lorenzetti. Nel 1304 infine nasceva ad Arezzo, da un fuoriuscito fiorentino, Francesco Petrarca.
La battaglia di Campaldino
Mentre la potenza di Arezzo cresceva sempre di più, cresceva contemporaneamente la voglia delle città vicine di pareggiarne l'importanza, ed era perciò inevitabile che si arrivasse allo scontro con Firenze e Siena. Dopo alterne vicende la Arezzo ghibellina subì una disfatta contro le armate senesi e fiorentine nella battaglia di Campaldino (1289) nei pressi di Poppi. In questa battaglia, a cui partecipò Dante Alighieri per la parte guelfa, morì anche il vescovo di Arezzo Guglielmino Ubertini. In seguito si affermò la signoria dei Tarlati di Pietramala, il cui principale esponente fu Guido Tarlati che pur essendo divenuto vescovo nel 1312 continuò a mantenere buoni rapporti con la fazione ghibellina, in Toscana e fuori, come ad esempio con gli Ordelaffi di Forlì. La signoria di Guido Tarlati mise temporaneamente fine alle dispute di fazione tra i Tarlati e gli Ubertini e la famiglia guelfa dei Boscoli; tanto feroci che San Francesco si era rifiutato a suo tempo di entrare in città, vedendola "infestata dai diavoli", episodio ricordato da Giotto negli affreschi della Basilica superiore di San Francesco d'Assisi.
Guido Tarlati risanò il bilancio dello Stato, portandolo a una tale floridità che Arezzo prese a battere moneta propria, ampliò la cinta muraria, concluse una onorevole pace con Firenze e riuscì ad allearsi con Siena e ad espandere il dominio territoriale verso sud e verso est, lui vescovo, a spese dei possedimenti pontifici; tanto che il Papa da Avignone lo scomunicò e lo dichiarò eretico. Ciò non gli impedì, nel 1327, di incoronare imperatore a Milano Ludovico il Bavaro. In questo periodo si era anche sviluppata una forte borghesia mercantile che aveva imposto alcune modifiche nel governo della città, come la creazione della magistratura del capitano del popolo e delle corporazioni delle arti, e la costituzione di una magistratura rappresentativa delle quattro parti in cui la città venne divisa: porta Crucifera, porta del Foro, porta Sant'Andrea e porta del Borgo, alle quali si richiamano i quattro quartieri che disputano l'odierna Giostra del Saracino.
A Guido Tarlati passato a miglior vita nel 1327 successe Pier Saccone, il fratello, che non era purtroppo della stessa pasta. Arezzo cominciò progressivamente a perdere terreno nei confronti della rivale Firenze, perdendo per la prima volta l'indipendenza nel 1337: Pier Saccone, pressato dagli oppositori interni, dai nemici esterni (fiorentini e perugini) e dalla crisi economica, cedette Arezzo a Firenze per dieci anni in cambio di denaro. Trascorso questo periodo, l'indipendenza fu recuperata, ma non la prosperità. La seconda metà del Trecento fu caratterizzata tuttavia da una sostanziale pace sociale, che terminò bruscamente con il progetto del vescovo Giovanni Albergotti di fare entrare Arezzo nella sfera d'influenza del papato. Le lotte tra guelfi e ghibellini riesplosero con violenza, e la città conobbe più volte l'esperienza del saccheggio da parte di soldataglie mercenarie chiamate in soccorso ora dall'una ora dall'altra parte, o anche venute per l'una e passate all'altra se questa pagava meglio, secondo il costume dell'epoca. Ultimo fu il capitano di ventura francese Enguerrand de Coucy che transitava nella zona diretto a Napoli, dove doveva attaccare Carlo III di Napoli per conto di Luigi d'Angiò, e fu assoldato dalla parte ghibellina che era stata appena espulsa dalla città. Enguerrand prese con facilità quel che rimaneva di Arezzo, ma nel frattempo il suo signore Luigi d'Angiò moriva, lasciando l'armata senza scopo e senza soldo. Firenze ne approfittò immediatamente, offrendo al capitano francese quarantamila fiorini perché consegnasse Arezzo, ed egli accettò. Dopo di che, Enguerrand valicò l'Appennino, recando con sé la preziosa reliquia della testa di San Donato, patrono di Arezzo. Alla sua venuta a Forlì, Sinibaldo Ordelaffi, il Signore di quella città, riscattò la reliquia, che tenne con grande venerazione fino a che essa fu restituita agli aretini.
Nel 1384, dunque, Arezzo fu annessa allo stato toscano dominato da Firenze. Il dominio fiorentino è visibile d'ora in poi anche nell'architettura e nell'Arte: Spinello Aretino fu l'ultimo artista di scuola autoctona; dopo di lui prevale la scuola fiorentina. In questo periodo furono realizzati da Piero della Francesca gli affreschi della Leggenda della Vera Croce nella Basilica di San Francesco. Il governo fiorentino tentò di rendersi gradito alla città, riuscendovi in parte grazie alla saggia elezione a segretario della Repubblica di un aretino di alto spessore, lo storico e poeta Leonardo Bruni, che si adoperò per favorire l'integrazione di Arezzo nel nuovo Stato toscano ormai, con l'eccezione di Siena e Lucca, interamente sotto il controllo di Firenze. Vi fu tuttavia un lento decadimento economico e culturale della città. La parte più antica, comprendente la rocca e la Cattedrale, fu profondamente modificata con la costruzione della Fortezza Medicea, esempio precoce di fortificazione alla moderna.
Epoca moderna
Nel primo cinquecento Arezzo si trovò coinvolta in una rivolta antifiorentina, che oppose a Firenze il capitano di ventura Vitellozzo Vitelli, il "duca Valentino" Cesare Borgia e suo padre papa Alessandro VI, e il re di Francia Luigi XII. La sommossa si spense però dopo pochi giorni, e costò la vita al Vitelli che fu fatto uccidere dallo stesso Cesare Borgia durante un banchetto, con un metodo cui Niccolò Machiavelli dedicò un addirittura un trattato datato 1503. Nel 1525 sulla città e sul contado si abbatté una pestilenza, cui seguì una carestia che mise in ginocchio l'economia aretina e portò ad una nuova sollevazione contro Firenze nel 1529, anche questa però più legata ad avvenimenti esterni che ad una vera volontà popolare. I Medici, che erano stati scacciati da Firenze nel 1527, avevano ora dalla loro il papa Clemente VII, appartenente alla famiglia dei Medici. Questi concluse una pace con l'Impero e si assicurò così un'armata imperiale, comandata da Filiberto di Chalons, per imporre a Firenze il ritorno dei Medici. L'armata proveniente da Roma passò dal territorio di Arezzo, allora parte dei possedimenti fiorentini e presidiata da una guarnigione fiorentina, e la città anziché tentare una improbabile resistenza all'assedio pensò di profittare della situazione per riconquistare l'indipendenza, trattando la resa tramite un ufficiale dell'esercito imperiale originario della Valtiberina, tale Francesco di Bivignano, detto "il conte rosso". La guarnigione fiorentina si rifugiò in fortezza ma fu presto cacciata, mentre il Conte Rosso si impadroniva di parte del Valdarno, Anghiari e Sansepolcro. Ma terminata la contesa con la sconfitta della Repubblica fiorentina a Gavignana nell'agosto del 1530, i Medici non videro più la ragione per tenere Arezzo separata dal resto della Toscana, ed inviarono di nuovo l'esercito imperiale a prenderne possesso. Nel 1554 cadeva anche Siena, ed una quindicina di anni dopo tutta la Toscana, con l'eccezione di Lucca e dello Stato dei Presidi presso l'Argentario, diveniva Granducato.
Cosimo I Medici attuò ad Arezzo un piano di ristrutturazione urbanistica a scopi difensivi: il perimetro della cinta muraria fu ridotto come il numero delle porte, la fortezza fu ricostruita e ampliata. In questo contesto fu anche completata la cattedrale, e furono abbattuti tutti gli storici storici edifici della Città, tra cui l'antico Palazzo del Comune e il Palazzo del Capitano del Popolo, il Palazzo dei Tarlati di Pietramala e 17 edifici religiosi: in pratica l'intero centro storico turrito della città antica sede della città etrusca e del foro romano, creando con il materiale derivato dalla distruzione degli edifici uno spazio piano fra i due colli di San Pietro e San Donato, furono costruite le Logge Medicee dovute alla mano di Giorgio Vasari. Durante i lavori di scasso vennero rinvenute le celebri statue di bronzo della Minerva di Arezzo e della Chimera di Arezzo. Venne inoltre completamente abbattuto il Duomo Vecchio e gli edifici ecclesiastici millenari che lo circondavano sul Colle del Pionta, il cosiddetto " Vaticano " aretino situato fuori delle mura trecentesche per evitare che potesse essere utilizzato a scopi militari da nemici che assediassero Arezzo. Il periodo del Granducato Mediceo a partire dalla seconda metà del Cinquecento vide però, in tutta la Toscana, un lento ma inesorabile decadimento economico e culturale accompagnato da decremento demografico, che si invertirà solo nel settecento, con le iniziative illuminate di Pietro Leopoldo di Lorena.
Nel XVIII secolo fu portata a termine la bonifica della Val di Chiana. Nel 1796 cominciò una campagna militare di invasione dell'Italia da parte dei francesi. Il generale comandante di questa invasione era Napoleone Bonaparte. Anche Arezzo fu conquistata ma nel 1799 fu il centro del movimento del "Viva Maria", una delle insorgenze antinapoleoniche avvenute in quegli anni in Italia.
In seguito a questi fatti Arezzo fu riconosciuta dal Granduca di Toscana capoluogo di provincia. Nel 1860 il Granducato di Toscana, e quindi Arezzo, entrò a far parte del Regno d'Italia.
La riconquistata autonomia amministrativa e l'apertura delle comunicazioni ferroviarie con Firenze e Roma stimolarono nuovi fermenti. Lo sviluppo continuò tra Ottocento e Novecento, com'è dimostrato dalla forte crescita della popolazione, dal progressivo spostarsi del centro cittadino verso la pianura con la costruzione di nuovi quartieri, nonché da varie iniziative industriali e commerciali. Nel 1925 fu edificato il Palazzo della Provincia, affrescato da Adolfo de Carolis con la sala dei "Grandi aretini". Una brusca interruzione di questo processo evolutivo fu causata dalla seconda guerra mondiale, quando i bombardamenti distrussero quasi il 60% degli edifici, con danni ingenti anche al patrimonio artistico il quale venne comunque recuperato. Gli Aretini parteciparono con coraggio alla lotta partigiana, pagando un pesante tributo di vittime. Nel dopoguerra ci si accinse con fervore alla ricostruzione, e già negli anni cinquanta era ripreso in pieno lo sviluppo, che tendeva ormai a conferire alla città nuovi connotati urbanistici, economici e politici.
Onorificenze
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
Chiese
Cattedrale: il Duomo, chiesa gotica contenente il sepolcro di Papa Gregorio X, XIV secolo, il Cenotafio Tarlati, l'affresco della Maddalena di Piero della Francesca e le vetrate di Guillaume de Marcillat.
Chiesa di San Domenico: fondata nel 1275 e terminata all'inizio del Trecento. Vi è esposto il Crocifisso ligneo di Cimabue.
Basilica di San Francesco: La Cappella Bacci contiene l'affresco La Leggenda della Vera Croce, di Piero della Francesca.
Santa Maria della Pieve (la Pieve), con una torre alta 59 metri, detta anche il campanile dalle cento buche, nell'archivolto del portale principale si ammira il complesso scultoreo lapideo policromo del XII secolo raffigurante Ciclo dei mesi e all'interno il polittico di Pietro Lorenzetti ed il busto reliquario di San Donato.
Chiesa di Santa Maria a Gradi, progettata dall'Ammannati con affreschi e cantorie del XVII secolo ed un'antica cripta.
Chiesa della Santissima Annunziata, detta della Madonna delle lacrime con opere di Giorgio Vasari e Pietro da Cortona ed affresco di Spinello in facciata e portale trecentesco.
Chiesa di San Michele
Chiesa di Sant'Ignazio, annessa all'ex collegio dei Gesuiti, oggi sconsacrata è sede per mostre e concerti.
Chiesa di Sant'Agostino, su impianto del XIII secolo e modificata nel XVIII secolo.
Santa Maria delle Grazie: santuario quattrocentesco tardo gotico con portico rinascimentale di Benedetto da Maiano; altar maggiore in marmo e terracotta smaltata (fine Quattrocento), opera inconsueta di Andrea della Robbia che raffigura nel timpano Madonna con Bambino tra due angeli, nelle nicchie i Santi Lorentino, Pergentino, Donato e Bernardino, nel paliotto la Pietà; all'interno un affresco di Parri di Spinello (Madonna della Misericordia).
Monasteri
Badia delle Sante Flora e Lucilla (la Badia) con la croce dipinta di Segna di Bonaventura, l'altare maggiore di Giorgio Vasari e la Finta cupola di Andrea Pozzo.
Badia di San Veriano
Conservatorio di Santa Caterina
Convento di Sargiano e chiesa di San Giovanni Battista
Architetture militari
Fortezza Medicea
Architetture civili
Altre architetture
Anfiteatro romano
Società
Evoluzione demografica
Abitanti censiti
Comuni italiani per popolazione
Etnie e minoranze straniere
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2010 la popolazione straniera residente era di 11.943 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate sul totale della popolazione residente erano:
Strutture sanitarie
Ospedale San Donato
Centro Medico Specialistico "San Carlo Borromeo"
Casa di Cura "Poggio Del Sole"
Casa di Cura "San Giuseppe Hospital"
Centro Chirurgico Toscano
Cultura
Musei
Media
Cinema
Elenco dei film girati, in tutto o in parte, ad Arezzo:
Eventi
Manifestazioni e fiere
Ogni prima domenica del mese e il sabato precedente si tiene nel centro storico la "Fiera antiquaria". Il 9, 10 e 11 settembre di ogni anno si tiene la "fiera di settembre" (Fiera del Mestolo).
L'ultima settimana di agosto si svolge un concorso corale polifonico internazionale dedicato a Guido Monaco al quale partecipano cori di altissimo livello provenienti da tutto il mondo, nel 2007 ha ospitato il Gran Premio Europeo di Canto Corale.
In autunno si svolge il Festival Internazionale "I Grandi Appuntamenti della Musica" organizzato dall'Ente Filarmonico Italiano con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il contributo dei principali enti territoriali.
Nel 1987 si è svolta ad Arezzo la prima edizione di Arezzo Wave, manifestazione rock divenuta punto di riferimento in Italia per le nuove tendenze musicali, le nuove proposte internazionali e prestigioso trampolino di lancio per i gruppi emergenti. Il festival si è tenuto ad Arezzo fino al 2006 portando in città come ospiti Ben Harper, Dave Matthews Band, Moby, Sonic Youth, The Residents, David Byrne, Jon Spencer, Skin oltre a tutti gli italiani più interessanti e importanti. Dal 2007 il festival si è spostato da Arezzo divenendo Italia Wave e si è svolto a Firenze, Livorno, Lecce con ospiti Scissor Sisters, Mika, The Good the Bad and the Queen, Kaiser Chefs, The Raveonettes, Gnarls Barkley, Speed Caravan, Chemical Brothers. Nel 2012 il festival è ritornato nella città che gli ha dato i natali. Dal 2007 al 2011 si svolge ad Arezzo PLAY Arezzo Art Festival, manifestazione culturale sempre incentrata sulla musica rock. Tra gli artisti invitati vi sono i Negrita, Peter Gabriel, Lou Reed, Joan Baez, Ben Harper, Goran Bregović, Carmen Consoli, Max Gazzè, Peter Brook, Subsonica, Tracy Chapman e Patti Smith.
Feste e ricorrenze
Le feste proprie della città sono quelle del patrono San Donato, il 7 agosto e quella della Madonna del Conforto il 15 febbraio. Il 10 gennaio si festeggia il Beato Gregorio X, compatrono della città.
Giostra del Saracino
Nel quadro delle rievocazioni storiche, di cui il centro Italia è ricco, si colloca la Giostra del Saracino. Ripristinato in rievocazione storica nel 1931, la Giostra del Saracino si corre ad Arezzo nella Piazza Grande il penultimo sabato di giugno in notturna e la prima domenica di settembre in edizione diurna. Nella giostra si sfidano i 4 quartieri della città: Quartiere di Porta del Foro, Porta Crucifera, Porta S.Andrea e Porta S.Spirito. Ogni cavaliere corre la lizza in base all'ordine stabilito dall'estrazione delle carriere, un rito che si svolge nella piazza del Comune una settimana prima della Giostra. Il cavaliere porta una lancia con la quale deve colpire il tabellone sostenuto dal buratto, una statua lignea rappresentate il Saraceno (da cui il nome). Il punteggio è compreso tra uno e cinque punti; ogni quartiere corre due volte finché, ricorrendo talvolta allo spareggio, un quartiere non predomina sugli altri.
Persone legate ad Arezzo
Gaio Cilnio Mecenate
Donato d'Arezzo, vescovo e martire
San Leone Magno
Guido Monaco o Guido d'Arezzo (secondo alcune fonti sarebbe nato ad Arezzo; certamente vi ha trascorso gran parte della vita e vi ha svolto gli studi)
Beato Benedetto Sinigardi, iniziatore dell'Angelus
Cenne da la Chitarra
Fra' Guittone d'Arezzo
Francesco Petrarca
Dario Maestrini medico e fisiologo
Leonardo Bruni
Masaccio
Piero della Francesca
Bernardo Accolti detto l'Unico Aretino
Michelangelo Buonarroti
Mino da Poppi detto anche Mino da Fiesole
Pietro Aretino
Paolo del Bivi, detto l'Aretino, musicista
Giorgio Vasari
Andrea Cesalpino
Alessandro dal Borro
Ulisse Albergotti (XVII secolo), scienziato ed astronomo
Francesco Redi
Vittorio Fossombroni
Cesare Burali-Forti
Francesco Severi
Ugo Spirito
Roberto Benigni
Amintore Fanfani
Carlo Meliciani cantante lirico, baritono
Roberto Fabbriciani flautista, compositore
Emanuele Mignone, presbitero e vescovo
Giovanni Mazzoni, cappellano militare, insignito di due medaglie d'oro al valor militare
Giuseppe Benvenuti, medaglia d'oro al valor militare
Dylan e Cole Sprouse
Licio Gelli
Geografia antropica
Suddivisioni amministrative
Il territorio comunale è suddiviso in sei circoscrizioni comunali - unica suddivisione ufficiale del territorio - che possiedono alcuni poteri amministrativi e hanno degli organi elettivi, i consigli di circoscrizione. le circoscrizioni attuali sono:
Circoscrizione 1 - Giovi
Circoscrizione 2 - Fiorentina
Circoscrizione 3 - Saione
Circoscrizione 4 - Giotto
Circoscrizione 5 - Rigutino
Circoscrizione 6 - Palazzo del Pero
Suddivisioni storiche
L'agglomerato cittadino viene comunemente suddiviso in zone o quartieri e, per motivi storici, un certo numero di località diffuse sul territorio comunale e situate ad una certa distanza dal capoluogo possono essere considerate frazioni di Arezzo.
Per quanto riguarda i quartieri cittadini, che vengono definiti "zone" nella cartellonistica stradale urbana, abbiamo:
Frazioni
Elenco delle frazioni
Agazzi, Antria, Battifolle, Battifolle-Ruscello-Poggiola, Bossi-Cellaio, Bottega, Buon Riposo, Campi, Campoluci, Casa al Cincio, Casa alla Sisa, Ceciliano, Chiassa, Chiassa-Tregozzano, Donatiella, Dosso, Frassineto, Fusatone-Molin Bianco, Gaville, Giovi d'Arezzo, Giovi-Ponte alla Chiassa, Gorgone-Marmorino, I Ponti, I Sadotti, Il Busco, Il Torre, Indicatore, La Costa, La Filandra, La Pazienza, Le Lastre, Le Poggiacce, Lentignano, Marcena, Meliciano, Molin Bianco-Pian d'Usciano, Molin Nuovo, Molinelli, Monte Petrognano, Monte Sopra Rondine, Muciafora, Mugliano-Fattoria Mugliano, Olmo, Osteria Nuova, Palazzetti, Palazzo del Pero, Patrignone, Peneto, Petrognano Basso, Pieve al Bagnoro, Poggiola, Policiano, Ponte alla Chiassa, Ponte Buriano-Cincelli, Porcile, Poggiolo, Pratantico, Pratantico-Indicatore, Puglia, Quarata, Ranco di Frassineto, Rigutino, Ruscello, Salceta-Formicheto-Osteria, San Cassiano, San Firenze-Fonte di Sala, San Giuliano d'Arezzo, San Leo, San Polo, Santa Firmina, Santa Maria alla Rassinata, Scopeto, Sereni, Staggiano, Stoppedarca, Stroppiello, Talzano, Terrarossa, Tregozzano, Venere
Giovi
Giovi è una frazione situata a 241 metri sul livello del mare, arroccata sulla riva sinistra del fiume Arno sopra lo strapiombo dominante la confluenza del torrente Chiassa. Al limite della piana di Arezzo, dista Km. 6,16 in direzione Nord dalla città. Allocato nei pressi dell'intersezione fra la S.R. 71 (ex S. S. Umbro Casentinese) e la S. P. della Libbia che, ad Est, attraverso i valichi della Scheggia e di Anghiari raggiunge la Valtiberina e, ad Ovest innesta, in loc. Quarata, sulla S. P. Setteponti che dirige verso il Valdarno e Firenze.
Nel 2008 la sua popolazione era di 737 abitanti, e la sua parrocchia, comprendente Borgo a Giovi, Ponte alla Chiassa, Petrognano e frazioni minori, aveva una consistenza 1750 abitanti residenti.
Olmo
La frazione di Olmo, con i suoi 3.500 abitanti, è situata a circa due km dalla città e cinque km dal centro storico. Olmo è famoso per l'importante ritrovamento di un teschio, il cosiddetto uomo dell'Olmo, probabilmente attribuibile alla specie Homo sapiens, appartenuto secondo alcune analisi a un individuo donna vissuto possibilmente nel Pleistocene medio. Al confine tra Olmo e la vicina frazione di S. Anastasio si trova la storica Villa Mancini.
La chiesa del paese di Olmo risale alla fine degli anni sessanta, fino al 1995 è appartenuta al movimento dei francescani e successivamente è stata ceduta alla curia vescovile. Ultimo frate francescano a guidare la parrocchia è stato "padre Graziano" (Sante Conti). Negli ultimi anni, inoltre, vi sono state eseguite varie opere di ristrutturazione ed ampliamento tra le quali la costruzione del campanile di cui la chiesa stessa era sprovvista. I santi patroni del paese sono S. Vincenzo e S. Anastasio che si festeggiano il 22 gennaio. Per gli amanti delle camminate, delle corse in montagna a piedi ed in mountain-bike, il paese di Olmo è adatto come punto di partenza in quanto dallo stesso hanno inizio alcune strade e sentieri che portano verso il monte Lignano, visibile voltando lo sguardo ad est, confluendo nel famoso " sentiero 50 " che unisce il lago Trasimeno, partendo da Passignano (PG), fino al monte della Verna in Casentino (AR).
Palazzo del Pero
Palazzo del Pero è una frazione del Comune di Arezzo ed è il capoluogo della Circoscrizione 6, è situata a 10 km dalla città in direzione S. Sepolcro
La Circoscrizione con i suoi 102.5 km², è poco meno di un terzo di tutto il Comune. È zona montana e con i 12 abitanti per km², risulta la zona meno densamente popolata. Le altre frazioni della circoscrizione sono Pieve a Ranco e Rassinata. La zona ha un grande valore paesaggistico e racchiude nel suo territorio una serie di piccoli gioielli artistici come la Pieve di S.Donnino, risalente al VII secolo(Tafi) le cui absidi (XI secolo) sono visibili dall'interno della canonica, la Badia di S. Veriano, il Castello di Ranco e molti altri ancora.
Patrignone
Piccola frazione sulla via per il Casentino situata a circa 3,5 km dalla città. Fa parte della Circoscrizione 1 del comune di Arezzo. Ospita la Villa di Colle Allegro. Di origine seicentesca ha subito molti rimaneggiamenti e ampliamenti. Il più importante a fine ottocento quando il proprietario di allora, Lorenzo Guiducci, l'arricchì di due ali e di simboli della libera muratoria. L'ampio parco è caratterizzato dalla presenza di numerose e rigogliose piante esotiche, sequoie, cedri del libano e un boschetto di bambù.
Quarata
Quarata si trova in direzione nord rispetto al centro della città, conta circa 2.000 abitanti e amministrativamente fa parte della Circoscrizione 1. È uno dei nuclei medievali più importanti del comune d'Arezzo. Secondo alcuni studiosi, il suo castello fu usato da Leonardo da Vinci come punto d'osservazione del paesaggio che poi dipinse nella Gioconda. Il 10 gennaio 1276, qui morì Gregorio X, al suo ritorno dal concilio di Lione II. Il patrono è Sant'Andrea apostolo.
San Zeno
La frazione di San Zeno si trova presso le frazioni di Olmo e Ripa di Olmo. Vi si trova una grande zona industriale, oltre ad un impianto di incenerimento rifiuti. Da qui parte la superstrada che collega Arezzo con Siena.
Una cappella Sancti Zenoni è documentata nel 1022 e risulta dipendente dalla Pieve di Santa Mustiola a Quarto nel 1113. Nel XIII secolo la chiesa fu costruita in stile romanico, riconoscibile oggi soltanto nella facciata. L'interno è costituito da un'unica navata.
Ogni anno nel giorno del Venerdì Santo viene rievocata la crocefissione di Cristo nelle colline di San Zeno: si tratta di una rappresentazione che risale a molti anni fa, una delle più antiche della provincia.
Il 30 aprile 2008 nella zona industriale di San Zeno ad Arezzo è stato inaugurato il primo idrogenodotto al mondo realizzato in area urbana. Il meccanismo di funzionamento è semplice: l'idrogenodotto, attraverso un percorso sotterraneo profondo circa un metro e 20 centimetri, porta idrogeno puro alle ditte orafe di Arezzo, all'HydroLAb e, in tempi strettissimi, anche alle abitazioni della zona di S. Zeno. La produzione energetica avviene attraverso l'utilizzo di generatori a idrogeno che hanno come unica emissione vapore acqueo.
Agazzi
Agazzi sorge in una collina a 5 km sud di Arezzo, lo si può raggiungere da Arezzo venendo da via Chiarini oppure da via Chiari, da Siena e da Sansepolcro con l' E78 "Superstrada dei due Mari Grosseto-Fano", da Perugia con la SR 71 "Umbro-Casentinese", da Firenze e da Roma con l' A1 uscendo ad Arezzo. Agazzi si presenta apparentemente come un paese di recente costruzione, in realtà la parte più bassa al di sotto della ex scuola è di recente costruzione, ma le case della parte alta sono di fattura molto meno recente. Nella frazione ha notevole importanza l' "Istituto Privato di Riabilitazione Madre della Divina Provvidenza dei Passionisti", ma anche la "Chiesina delle Lampade" oggi privata di cui ci sono testimonianze sin dal 1217, sulla chiesa attuale di Agazzi ossia la "Chiesa dei Santissimi Iacopo e Cristoforo", non si hanno fonti ben precise sulla sua nascita, è in stile settecentesco però c'è una pietra su cui è scritto che fu fatta ristrutturare nel 1623.
Economia
Fino al primo dopoguerra l'economia della città si è basata sostanzialmente sulla coltivazione delle campagne circostanti e, soprattutto, sul commercio e intermediazione dei prodotti agricoli delle quattro vallate. Risale a questo periodo un foro boario destinato al mercato degli animali come, ad esempio, i bovini di razza chianina. Questo tipo di attività non è del tutto abbandonata sebbene sia diventata marginale rispetto ad altre.
Nel primo dopoguerra, infatti, la posizione favorevole di Arezzo rispetto alle vie di comunicazione cominciò ad essere valorizzata grazie alla costruzione della linea ferroviaria Roma-Firenze e di tre ferrovie secondarie: la Arezzo-Fossato di Vico, la Arezzo-Stia e la Arezzo-Sinalunga. La prima grande industria della città, la Sacfem, produceva e forniva materiale rotabile a queste ferrovie.
Dopo la seconda guerra mondiale la vocazione industriale della città proseguì non più nel settore delle costruzioni ferroviarie ma nella lavorazione dei metalli preziosi. Sorgono in questo periodo centinaia di piccole e medie aziende specializzate in questa attività ed alcune grandi aziende, come la Unoaerre. Attualmente la città è al centro di uno dei principali distretti orafi del paese. L'attività industriale, fino al 1980 circa, si basava anche sulla moda (si pensi, ad esempio, alla Lebole) ma questo settore, sebbene largamente presente nella provincia, ha progressivamente abbandonato la città.
I servizi comprendono un settore turistico alberghiero in sviluppo: la città ha potenzialità turistiche probabilmente non completamente sviluppate; comprendono un settore bancario e finanziario: ha sede in città Banca Etruria; comprendono l'informatica e le telecomunicazioni: la principale azienda della città per numero di addetti in questo settore, continua ad essere Eutelia.
Dal punto di vista socio-economico la città non ha gravi problemi di disoccupazione.
Negli ultimi anni si sono evidenziate infiltrazioni della criminalità organizzata ad Arezzo, testimoniate anche da alcuni maxisequestri di beni.
Infrastrutture e trasporti
Strade
La principale infrastruttura viaria che serve la città è l'Autostrada A1, alla quale è collegata da un breve raccordo che si dirama dalla tangenziale urbana e raggiunge il casello in 8 km. Arezzo è toccata anche da tre ex-strade statali: la SS 69 (ora SR 69) che la collega a Firenze attraversando tutto il Valdarno superiore; la SS 73 (ora SP 157 e SR 73) che collega le località di Braccagni (GR) e Sansepolcro (AR) passando per Siena e Arezzo; la SS 71 (ora SP 152, SR 71, SP 142, SP 138, SP 7 e SP 118) che collega le località di Montefiascone (VT) e Ravenna passando per Orvieto, Cortona, Arezzo e Cesena. La città è inoltre al centro della S.G.C. Due Mari Grosseto-Fano, itinerario ancora in via di realizzazione definitiva, che tuttavia consente, grazie ai tratti già in funzione (SS 680 e SS 73 var), un collegamento più veloce rispetto alla viabilità ordinaria con Siena a Sud-Ovest e la Valtiberina a Nord-Est.
Ferrovie
La città è attraversata dalla linea lenta Firenze-Roma e sul territorio comunale sono presenti due interconnessioni con la Direttissima che consentono ai treni che la percorrono di effettuare la fermata nella stazione di Arezzo. La stazione è ancora il punto di partenza di due delle già citate linee locali, elettrificate e a binario unico: la Arezzo-Stia che collega il capoluogo con la valle del Casentino e la Arezzo-Sinalunga che collega il capoluogo con le località della Valdichiana non servite dalla linea Firenze-Roma. Le due linee non sono di competenza di RFI e Trenitalia ma sono date in concessione a La Ferroviaria Italiana che le gestisce tramite le due società Rete Ferroviaria Toscana e Trasporto Ferroviario Toscano. La linea Arezzo-Fossato di Vico è invece dismessa dal 1945 anche se recentemente se ne è ipotizzata la riattivazione.
Aeroporti
L'Aeroporto di Arezzo, codice ICAO "LIQB", è una piccola infrastruttura non aperta ad aerei di linea ma solo a piccoli aerei privati. La pista in asfalto è lunga 750 m. e larga 70. Da tempo viene avanzata la proposta di migliorare le caratteristiche dello scalo per poterlo aprire in futuro a voli internazionali, attraverso lavori di allungamento della pista, adeguamento raccordi di rullaggio e miglioramento delle segnaletiche orizzontale e verticale.
Amministrazione
Gemellaggi
Montenars, dal 1977
Saint-Priest, dal 1981
Eger, dal 1989
Bedford, dal 1994
Viseu, dal 1998
Oświęcim, dal 2009 (conosciuta in tedesco come Auschwitz)
Norman, dal 2009
Sport
Arezzo è stata diverse volte sede di arrivo di tappa del Giro d'Italia, la prima nel 1925, l'ultima nel 2003.
Note
^ tuttitalia.it
^ Statistiche demografiche ISTAT - comune di Arezzo (AR); aprile 2014
^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF) in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Ente per le Nuove Tecnologie, l'Energia e l'Ambiente, 1 marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012.
^ Cf. G. Pecci, Gli Ordelaffi, Fratelli Lega Editori, Faenza 1974, p. 135.
^ Tra gli episodi più cruenti della seconda guerra mondiale nell'aretino è da citare la strage di San Polo (14 luglio 1944).
^ Medaglia d'argento al merito civile - Comune di Castiglion Fiorentino in Presidenza della Repubblica. URL consultato il 14-8-2009.
^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
^ www.museocomunicazione.it
^ Dato tratto dal DVD.
^ Rassegna stampa - Corriere della Sera 5 marzo 2002, Quore - Sito ufficiale. URL consultato il 2014-03-03.
^ Girato sulle colline presso Arezzo.
^ (EN) Benvenuti in amore in Internet Movie Database, IMDb.com Inc.
^ Riprese eseguite tra Arezzo e Firenze.
^ La ragazza americana: Vanessa Hessler e Giulio Berruti nella miniserie di Vittorio Sindoni, Fiction Italia News. URL consultato il 2014-03-03.
^ “Faccia di ladro” per la prima volta ad Arezzo, l@retina. URL consultato il 2014-03-03.
^ (EN) Un fantastico via vai in Internet Movie Database, IMDb.com Inc.
^ Neverlake, Onemore Pictures. URL consultato il 2014-03-03.
^ Sito del Comune di Arezzo
^ http://www.amarantomagazine.it/news_dett.php?id=164
^ Sono 31 i clan mafiosi esistenti in provincia Ecco i dati del rapporto annuo della Fondazione Caponnetto, La Nazione, 23-7-2013. URL consultato il 2014-03-03.
^ Camorra, sequestri a Pisa e Arezzo. URL consultato il 26 ottobre 2013.
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Voci correlate
Lago di Montedoglio
Colline Toscane
Abbazia di Campoleone
Collegamenti esterni
Carta di identità del Comune di Arezzo
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