Destinazioni - Comune
Albavilla
Luogo:
Erba (Como)
Albavilla (Albavìla o Vìla in dialetto brianzolo, pronuncia fonetica IPA: /ˈvila/, e Villalbese fino al 1928), è un comune italiano di 6.255 abitanti della provincia di Como in Lombardia.
Il comune, situato nel Triangolo Lariano fa parte della Comunità Montana del Triangolo Lariano.
Geografia
Ubicato in provincia di Como, il comune di Albavilla si estende per una superficie di 10,55 km². L'altitudine del territorio comunale va da un minimo di 260 m s.l.m. del lago di Alserio, passando a 429 m s.l.m. del centro paese, ai 903 m s.l.m. dell'Alpe del Vicerè, fino a un massimo di 1320 m s.l.m. della cima del Monte Bollettone.
Confina con i comuni di Albese con Cassano, Alserio, Erba, Faggeto Lario e Orsenigo.
Storia
Dalla Preistoria all'epoca romana
La zona di Albavilla e di tutto il Piano d'Erba risulta abitata dall'uomo fino dalla preistoria, come testimoniano i reperti rinvenuti nella grotta del Buco del piombo. In quel periodo le acque occupavano quasi interamente il Piano d'Erba, con gli attuali laghi di Pusiano e di Alserio che formavano un unico lago.
Dall'età neolitica iniziano a susseguirsi altre tribù provenienti dall'Europa centrale che importano l'usanza di costruire le loro abitazioni su palafitte invece che in caverne: resti sono stati rinvenuti sul lago di Pusiano (zona Bosisio Parini e presso l'isola dei cipressi), e sul lago di Montorfano.
Intorno al 1200 a.C. popoli provenienti dalle Alpi (“Orobii”) si insediarono in queste zone, come dimostra la toponomastica di alcune località quali Robbiano, Robbiate, Introbio e, nel comune di Albavilla, il nome del rilievo di “Montorobio”. Limitrofa a questa area si trova un'altra località, “Castlasc”, così chiamata per la probabile presenza di recinti di difesa contenenti abitazioni e capanne di ricovero.
Nel corso dei secoli, il popolo Etrusco e gli Umbri stabilirono colonie tra i Liguri, sviluppando commercio con i mercati elvetici, gallici e germanici: nella zona portarono contributi in materia di agricoltura e idraulica con opere di prosciugamento di acquitrini e paludi, imbrigliamento fiumi e torrenti: la zona del Piano d'Erba era ancora sommersa da un'ampia distesa di acque.
Agli Etruschi si sovrapposero gli Umbri, o Insubri, che si stabilirono nella zona da loro definita “Insubria” (1117 a.C.)
Altri popoli al di là delle Alpi premono verso sud, e verso la metà del II secolo di Roma, nuove orde dilagano dal nord: risalgono a questo periodo le origini di Milano (559 a.C.)
Queste popolazioni si fusero con i popoli preesistenti dando origine ai Galli Cisalpini, temuti dagli stessi Romani. Dopo 4 secoli di scontri e indipendenza, i Romani fecero dell'Italia settentrionale una provincia romana di nome “Gallia Cisalpina”.
Una strada romana passava da queste zone collegando tra loro Como, Lecco, Bergamo e Brescia, toccando Caslino d'Erba, Castelmarte e Proserpio: strada che, a causa della zona del Piano d'Erba ancora paludosa, passava nella fascia di territorio delle località di Ferrera, Galbanera, Boccogna, Crevenna, San Salvatore (come dimostrato dai rinvenimenti archeologici)
Con il dominio romano si diffuse anche il culto degli dei di Roma, come dimostrato dalla toponomastica di alcuni campi: “Mercolè” o “Mercorè” presso località La Rosa, il “Cerei” presso la località Cappelletta, “Arcur” verso Molena, rispettivamente da Mercurio, Cerere ed Ercole, tutte divinità romane relative all'agricoltura e alla pastorizia.
All'età romana risalgono numerosi reperti archeologici, come tombe con armi, monete, utensili, anfore, bronzi imperiali, terrecotte.
Lo storico cinquecentesco Andrea Alciato collocava ad Albavilla la villa dell'”Alsium”, dimora del generale romano Lucio Virginio Rufo. Anche Cicerone e Plinio il Vecchio e il Giovane, si narra abbiamo soggiornato ad Albavilla.
Fino dall'antichità Albavilla ebbe sempre il ruolo di “villa”: si spiega l'etimologia dell'antico nome “Villalbese”, sostituito nel 1928 da “Albavilla”. Nelle denominazioni che hanno contraddistinto il paese durante i secoli è presente il nome delle “Alpi”: "Vicus Alpensis" o il più antico "Villa Albensis", ad indicare una località di riposante soggiorno in zona di pascoli montani.
Alto e Basso Medioevo
Il dominio romano aveva offerto protezione alle correnti migratorie dal settentrione, ma dal terzo secolo in poi i “barbari”, (Franchi, Alemanni, Goti) si affacciano alle frontiere.
Nel quinto secolo gli invasori attaccarono il territorio: Visigoti, Vandali e Unni si succedettero nel giro di pochi anni: la popolazione cercava rifugio sui monti, creando delle fortificazioni, come quelle del Buco del piombo. Nel 476 d.C. si ha la caduta dell'Impero romano d'Occidente, che pone fine alla dominazione romana.
Nel 525 d.C. il territorio è interessato da una terribile carestia.
Nel 568 d.C. invasione dei Longobardi, che alla guida di Alboino si stanziarono nell'Insubria, che da allora divenne Longobardia o Lombardia. Nel 774 d.C. ultimo re dei Longobardi fu Desiderio, sconfitto da Carlo Magno, re dei Franchi che dominarono fino all'888 d.C. quando la corona di Italia toccò a Berengario I, duca del Friuli: le guerre chiamarono in Italia Ottone I re di Germania (951 d.C.), eletto successivamente imperatore.
Il dominio degli imperatori tedeschi durò fino al 1268.
Si consolidò il sistema feudale, sorto ai tempi dei Longobardi e approvato da Carlo Magno.
Sotto il governo longobardo-franco, il territorio di Milano (in cui fu sempre compreso l'attuale Albavilla), venne diviso in 5 contadi, governato ciascuno dal proprio conte:
Milano
la Sepriana (nord-ovest), con capoluogo Castelseprio
la Bassana (sud-est), con capoluogo Trezzo
la Martesana (nord-est), ossia la Brianza: Martesana deriva da Marte, a cui si deve il nome di Castelmarte il capoluogo. Vera capitale di tutto il contado fu Vimercate e quando la Martesana fu divisa in due territori Cantù fu il capoluogo del secondo. La Martesana comprendeva una dozzina di pievi, fra cui quella di Incino a cui appartiene il comune.
La divisione in pievi durò fino al 1786, anno in cui il governo austriaco fece una nuova divisione.
Intorno all'anno 1000 il popolo si sollevò contro il regime feudale: periodo dei Comuni; la lotta scoppiò sotto il governo dell'arcivescovo Ariberto da Intimiano (1019-1045), che possedeva numerosi feudi retti da valvassori o vassalli minori ad esso sottoposti.
Questi ultimi si riunirono in una lega detta “la Motta”, contro l'arcivescovo e i feudatari: I Comuni per resistere eressero delle torri in luoghi elevati per trasmettere ordini e notizie da un luogo all'altro con bandiere colorate di giorno e con falò di notte. Ad Albavilla era presente la torre del monte Broncino (1077 m s.l.m.) collegata con la torre di Incino, il campanone della Brianza, la torre di Montorfano e del Castel Baradello.
Nel 1152 era salito al trono Federico Barbarossa, detto il Barbarossa: nei suoi progetti contro Milano, si rese amico le popolazioni della Martesana. I Milanesi, indignati dal tradimento dei Martesani e riconquistato il castello di Trezzo, avanzarono fino alla Pieve di Incino, impadronendosi delle torri e dei castelli della zona. Nella frazione di Carcano, il cui nome si deve probabilmente a un duca longobardo, sorgeva un castello: i resti dei militi fedeli al Barbarossa si asserragliarono in questo castello, che sorgeva nell'attuale area occupata dalla chiesa e dal cimitero, ed era difeso per tre lati da un profondo vallo naturale, rimanendo accessibile solo verso Tassera.
Il Barbarossa si muove da Lodi in aiuto degli assediati del castello di Carcano, e giunto sul posto pone il campo tra Orsenigo e Tassera.
Lo scontro del 9 agosto 1160 fu tremendo ed i Milanesi, vittoriosi sulle prime, si trovarono di fronte un nuovo corpo di nemici che penetrarono distruggendo lo stesso carroccio.
Gli abitanti di Erba decisero di far causa comune con i repubblicani, e si congiunsero ai Milanesi senza che il Barbarossa se ne accorgesse: le sorti mutarono in favore delle milizie comunali; il Barbarossa riunì i militi superstiti trovando scampo nel castello dei Mandelli e poi oltre al Castel Baradello. I Milanesi quando furono certi della fuga dell'imperatore fecero razzia del campo nemico, e si concentrarono attorno a Carcano. Dopo aver resistito ancora una settimana, una notte uscirono improvvisamente abbattendo e incendiando le costruzioni dei Milanesi. Dopo quasi un mese di assedio i Milanesi rientrarono in città.
Il castello di Carcano cadde molto più tardi nelle mani dei Milanesi, che lo distrussero.
Con la pace di Costanza (1183), furono regolati i rapporti tra i Comuni e l'imperatore e la zona della Martesana venne annessa alla repubblica milanese. Del periodi di dominazione viscontea si cita Azzone Visconti che fa rifiorire l'agricoltura. I Visconti cessarono di governare nel 1447, cedendo alla dinastia degli Sforza, che dominarono fino al 1530, anno di inizio della dominazione spagnola.
Rinascimento, dominazioni straniere, Risorgimento
Sotto la dominazione spagnola (1500-1600) crollano il commercio e l'agricoltura in seguito alle pesanti tasse imposte dai governatori spagnoli, alle guerre, alle carestie e alle pestilenze (1576 e 1577, peste di San Carlo, e peste del 1630-1631, peste dei “Promessi Sposi”, con 72 vittime su circa 400 abitanti).
In seguito alla guerra di successione spagnola (1707) subentra il dominio austriaco che, salvo un breve ritorno spagnolo nel 1745- 1746 e la parentesi francese del dominio napoleonico, durò fino al 1859.
Si ebbe un lieve miglioramento: riduzione tasse, rilancio commercio e agricoltura. Nel governo di Maria Teresa (1745-1780), nel 1745 un editto autorizzò i possidenti di ogni comune a riunirsi in “Convocato”, per decidere le nomine e le spese comunali: le riunioni si tenevano nella casa parrocchiale, “Sala comunale” e nella piazza denominata “Praello”.
La popolazione raddoppia, passando da 554 abitanti del 1727 ai 1056 del 1760, grazie anche all'assorbimento della frazione di Saruggia fino a quel momento indipendente.
Nel 1752 nasce il poeta Giuseppe Carpani.
Della dominazione napoleonica resta il ricordo toponomastico dell'Alpe del Vicerè, da Eugenio di Beauharnais, figliastro di Napoleone, Viceré d'Italia. Nella prima metà dell'Ottocento la viabilità viene migliorata tramite allargamento di vie esistenti e apertura di nuove; vengono realizzate nuove condutture d'acqua. Annate di miseria portarono ad epidemie di pellagra (1816- 1817) e di colera (1836).
L'11 luglio 1859 la firma dei preliminari di Villafranca sancì l'ingresso del paese nell'Italia.
Il paese si trasformò da villaggio prevalentemente dedito all'agricoltura ad importante centro per l'industria serica.
L'afflusso di villeggianti contribuisce a mutare il volto del paese, tramite incremento dell'area dell'abitato e apertura di nuove vie: 1884- 1885 via XX settembre e via Patrizi, copertura della “Valle” che prima attraversava l'abitato, attraversata dai ponti a “Campo” e del “Priello".
Dal 1900 ad oggi
Nel 1914 viene aperto l'attuale viale Matteotti e nel 1934- 1935 la strada che conduce all'Alpe del Vicerè, ultimata la quale si ha la costruzione di un “Villaggio alpino per i Figli degli Italiani all'Estero”.
Nel 1939 la sede dell'attuale palazzo comunale (risalente al 1896), viene ampliata. Anche gli impianti di approvvigionamento e distribuzione delle acque sono oggetto di interventi e di rifacimenti: acquedotto del Cosia con prelievo presso la diga di Leana (1907), Molena e Carcano (1937), sorgenti di Alserio (1959), rinnovo della rete di distribuzione (1961).
Il paese si dota di mezzi di comunicazione che vanno a sostituire le vecchie diligenze a cavalli: autocorriera sulla linea Como-Erba-Canzo-Asso e nel 1911 la tranvia Como-Erba che verrà successivamente prolungata fino a Lecco. La tranvia verrà sostituita nel 1955 da un servizio con pullman. Il comune stanziò anche una somma per la ferrovia Milano-Erba, inaugurata nel 1880.
Il 14 luglio 1928, Carcano e Villalbese si fondono per dare origine a un unico comune, Albavilla; nel 1931 anche la frazione di Molena e di Ferrera vengono assorbite dal comune da poco nato.
Il primo cittadino del paese a essere nato nel 1928 è Ampelio Corti al quale è stato consegnato un attestato di riconoscimento.
Il paese durante buona parte del Novecento ha rappresentato un centro di villeggiatura soprattutto per numerosi turisti brianzoli e milanesi, grazie a luoghi quali l'Alpe del Vicerè con l'Albergo La Salute.
Negli ultimi anni l'afflusso turistico è andato via via calando per ridursi ai soli turisti domenicali, richiamati dall'Alpe del Vicerè o dalle iniziative (sagre e fiere), come la festa dei Crotti, organizzata in paese, che richiamano ogni volta moltissime persone.
L'agricoltura e l'allevamento del bestiame, salvo qualche caso sono quasi scomparse, così come la crisi dell'industria serica che ha portato alla chiusura delle storiche filande (Civati, Rejna, Porro, Borselli, Giobbia, Feloy e ultima la Dubini), che offrivano occupazione agli abitanti di Albavilla.
Attualmente le attività produttive, che si concentrano prevalentemente nella parte sud del territorio, sono concentrate sulla meccanica, la tessitura-tintoria, edilizia, florovivaistica, falegnameria e sul terziario.
Luoghi di interesse
Edifici
Palazzo comunale
Il palazzo comunale è tornato nell'edificio di piazza Roma dal maggio 2010: dagli anni novanta infatti, la sede del municipio si trovava nella villa Giamminola, una villa acquisita dal comune negli anni settanta.
Per le celebrazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia, l'illuminazione notturna disegna un tricolore sulla facciata.
Chiese
Chiesa di San Vittore Martire
È la chiesa principale dell'abitato, intitolata al Santo Patrono San Vittore Martire, patrono di Albavilla la cui festa ricorre l'8 maggio.
Riguardo alla fondazione della Parrocchia di San Vittore Martire di Villalbese, non si hanno notizie certe, dato che i registri incominciano dalla seconda metà del XVI secolo: una cappella dedicata a "San Vittore Martire" esisteva da tempo, come dimostra uno scritto del 1398.
Parte di questa cappella era quella chiamata "Chiesa Vecchia", che fino all'inizio del Novecento esisteva perpendicolarmente dietro la "Chiesa Nuova" costruita nella prima metà del XVIII secolo; con l'ampliamento di quest'ultima, l'antica struttura è stata demolita nel 1914.
In seguito all'aumento della popolazione nel 1912-1913, si decide per l'ampliamento della struttura utilizzando le aree occupate dall'abside, dal campanile e dalle sacrestie della chiesa precedente "Chiesa Vecchia" e dal giardino e parte della casa parrocchiale che viene restaurata.
I lavori prendono il via nel 1914 e nel gennaio 1916 iniziano le celebrazioni delle prime funzioni religiose.
Nella struttura predomina lo stile rinascimentale: l'iconografia è a forma di croce, con i bracci laterali che terminano in absidi semicircolari, minori di quelli della navata longitudinale.
La cupola è di pianta poligonale e si appoggia su otto lesene. Nella seconda metà del XVI secolo, la chiesa aveva il campanile innestato in un fianco della facciata. Nel 1727 con la costruzione della nuova parrocchiale viene costruito anche il campanile della "Chiesa Nuova", situato sul lato opposto a quello della torre attuale. Nel 1917, ad ampliamento avvenuto, il nuovo campanile torna ad occupare la posizione a lato monte. il campanile ospita 8 campane ambrosiane in Sib2 della Barigozzi di Milano fuse nel 1950.
Chiesetta di Santa Maria di Loreto, frazione Molena
Risale all'epoca medioevale, ed è situata in posizione panoramica nella frazione di Molena.
Le sue origini risalgono al XII secolo come testimonia l'abside. Confrontando la vecchia iconografia con quella attuale, si nota una sostanziale diversità: doppia navata con due absidi affiancate nella parte terminale ed il campanile innestato al centro della facciata.
Il riadattamento dell'edificio così com'è oggi, si completa nella prima metà del XVII secolo. Nei secoli si sono susseguiti lunghi periodi di abbandono, fino a quando negli anni ottanta vengono completati i lavori di restauro.
Chiesetta dei Santi Cosma e Damiano, frazione Corogna
Èsituata nella frazione di Corogna, e risale alla fine del XIV secolo: presenta un'unica navata con abside semicircolare, con affiancato il suggestivo campanile medioevale.
Gli interventi di restauro risalgono al 1977 e al 1983 e hanno restituito alle facciate la veste originaria, con pietre squadrate a vista, in cui sono state scoperte due antiche finestrelle absidali, che erano state otturate.
Chiesa di San Dionigi, frazione Carcano
Chiesetta di San Lorenzo, frazione Saruggia
Crotti
I crotti sono delle costruzioni rurali "a volta", dal cui fondo in roccia fuoriescono getti di aria fresca, che mantengono la temperatura durante l'anno costante a 12 °C - 14 °C.
Le montagne di Albavilla sono un rilievo calcareo, con presenza di cavità e cunicoli originatisi in seguito al fenomeno del carsismo: in questi cunicoli circolano sia acqua che aria, ma nella maggior parte dei crotti è solo l'aria fresca a fuoriuscire, ad eccezione del crotto Italia dove fuoriesce anche acqua che viene raccolta in una vasca.
Si contano 34 crotti sul territorio di Albavilla:
Crotto Villa Ruini
Crotto Villa Barello
Crotto Baldisaren
Crotto Villa Decli
Crotto Roscio
Crotto dal Zariten
Crotto dal German
Crotto dal Murneè
Crotto dal Boeucc
Crotto dal Senza Capèl
Crotto dal Baghett
Crotto dal Sciur Giuan
Crotto dal Lenin
Crotto Roma
Crotto dal Magnen
Crotto da la Fôus
Crotto di Ciòca
Crotto Villa Binaghi
Crotto dai Cichinela
Crotto Villa Croci
Crotto Maestra Mary
Crotto di Sesanet
Crotto Felicino Giobbia
Crotto Giobbia
Crotto Villa Santambrogio
Crotto de Gaudenzi
Crotto dal Pichètt
Crotto Villa Morassi
Crotto Villa Stucchi
Crotto Volta
Crotto dal Penèl
Crotto de la Russa
Crotto dal Carduna
Crotto Italia
Ville
Fino dall'antichità Albavilla ebbe sempre il ruolo di “villa”: si spiega l'etimologia dell'antico nome “Villalbese”, sostituito nel 1928 da “Albavilla”.
Le più antiche ville presenti sono:
Villa Pina
Villa Giamminola, ex sede del palazzo comunale
Villa Giobbia, sede dell'asilo infantile
Villa Dubini
Villa Bottoni
Villa Giannetta
Villa Vaia
Villa Parravicini
Villa Gonda
Villa "Liberty"
Villa San Giuseppe
Villa "Luigia"
Villa Bari
Villino "Amabile"-Tettamanti
Oratori
Oratorio dei Santi Cosma e Damiano, frazione Corogna
Oratorio di San Lorenzo Martire, frazione Saruggia
La Foce
Situato nel centro storico del paese, la Foce (“Fous” in dialetto locale), è un antico lavatoio utilizzato in tempi passati per il lavaggio del bucato.
Un antico proverbio albavillese recita: “" Quand al vegn la Fous d'està, la stagion la va a maa. ", ad indicare che la stagione non era propizia se scorreva l'acqua nel periodo estivo.
Luoghi naturali
Alpe del Viceré
L'Alpe del Vicerè è un altopiano che si allarga sui contrafforti del monte Bollettone sopra l'abitato di Albavilla a quota 903m s.l.m.
È comodamente raggiungibile dal paese di Albavilla con una strada carrozzabile della lunghezza di 6 km.
L'area dispone di parcheggi e aree per pic-nic, ma sono presenti anche ristoranti e rifugi.
Il monte Bollettone
Raggiungibile dall'Alpe del Vicerè è meta di numerosi escursionisti e rappresenta uno dei luoghi naturali più belli oltre che di Albavilla, anche del Triangolo lariano, per gli scorci panoramici visibili dalla vetta. Gli scorci spaziano a 360° passando dalla Brianza e la pianura Padana con gli appennini in direzione sud, al Lago di Como e a parte dell'arco alpino e prealpino nelle restanti direzioni.
Buco del Piombo
Il Buco del piombo è un'imponente grotta naturale, situata nel comune di Erba, ma che è possibile raggiungere sia dal paese di Albavilla e sia dall'Alpe del Vicerè.
Valle del Cosia
Si segue il corso del torrente Cosia a partire dalla località Fontana Massera, raggiungibile poco fuori il paese prendendo la strada per l'Alpe del Vicerè.
Una valle ancora intatta in cui si possono ammirare degli orridi e delle profonde pozze create dall'azione dell'acqua.
Il sentiero conduce fino alla diga di Leana, invaso che tuttora non è inutilizzato, ma che è stato utilizzato come approvvigionamento di acqua per il paese di Albavilla.
Lago di Alserio
Il lago di Alserio è caratterizzato dalla presenza di specie vegetali e animali tipiche delle zone umide: per quanto riguarda la flora, si segnalano ninfee, piante acquatiche e canneti, mentre le sponde sono caratterizzate da prati e boschi cedui. Per quanto riguarda la fauna, esistono numerose specie di anfibi e rettili, quali la rana, il rospo, le bisce d'acqua. Sulle rive sono presenti una notevole varietà di uccelli: svasso maggiore, germano reale, la gallinella d'acqua, e l'airone cinerino.
Boschi e sentieri
I boschi che circondano l'abitato, sono composti prevalentemente da alberi cedui come castagno, rovere, faggio, betulla, frassino, acero, ma in alcune zone (Alpe del Vicerè), per opere di rimboschimento effettuate negli ultimi decenni sono stati piantumati abeti, pini e larici.
Numerose specie di piante erbacee e di flora protetta, tipica di tutta la zona del Triangolo Lariano, tra i quali si ricordano: narciso, primula, giaggiolo, giglio, rosa gallica, campanula barbata, ciclamino delle Alpi, bucaneve, pungitopo.
Per quanto riguarda il narciso, in tempi non tanto lontani venivano organizzate delle vere e proprie raccolte (narcisate): al giorno d'oggi la raccolta è vietata, trattandosi di flora protetta.
Nel sottobosco, anche per chi non è un "Fungiatt" (in dialetto locale), o esperto cercatore di funghi, è possibile trovare funghi quali porcini o mazze di tamburo
Nei boschi, la fauna in cui a volte è possibile imbattersi, è rappresentata da lepri, piccoli roditori, scoiattoli, caprioli, cinghiali. Nelle zone più impervie anche rapaci, quali la poiana e il falco.
Per gli appassionati di trekking o di mountain bike, nei boschi sono disponibili dei percorsi di varie difficoltà, sia a partire dall'abitato e sia dalla zona dell'Alpe del Vicerè.
Tra i principali sentieri si segnalano i seguenti itinerari:
dal centro paese alla trattoria Alpina, e proseguendo oltre possibilità di scegliere tra il buco del piombo o la salita all'Alpe del Vicerè
sentiero degli alpini, che dal centro del paese conduce all'Alpe del Vicerè, passando dall'Albergo La Salute
dal centro del paese, salendo per via ai Monti, si entra nella valle del Cosia passando per la diga di Leana, fino all'Alpe del Vicerè
dal centro del paese, salendo per via ai Monti, all'inizio della valle del Cosia, si seguono le indicazioni per la baita Patrizi salendo per una strada agro-silvo-pastorale detta “la tagliata”
dall'Alpe del Vicerè ci sono poi numerose possibilità di sentieri
sentiero del balcone e del Brolo, che dal lago di Alserio conduce verso la frazione di Carcano di Albavilla
Società
Evoluzione demografica
590 nel 1751 con Saruggia
899 nel 1771
1000 nel 1799
1369 nel 1805
1528 nel 1809 dopo annessione di Buccinigo, cui seguì poi Albese con Cassano
1613 nel 1853
1703 nel 1861
1881 nel 1881
2159 nel 1901
2132 nel 1921
Abitanti censiti
Dialetto
Il dialetto albavillese è un dialetto del lombardo occidentale, simile agli altri dialetti della Brianza e del Comasco.
Persone legate ad Albavilla
Giuseppe Carpani (1752 - 1825) - poeta e librettista
Cesare Chiodi (1885 - 1969) - ingegnere
Luigi M. Gaffuri (1914 - 2010) - maestro e scrittore
Carlo Maria Cantoni (Ferrara-1969) - Artista Lirico- Baritono
Eventi
Festa dei Crotti
Organizzata in primo e secondo weekend di ottobre, lungo le vie del paese un percorso passa per i vari crotti: visita dei crotti di Albavilla con possibilità di degustazione di prodotti tipici. All'evento si affiancano iniziative che variano di anno in anno: esposizione di attrezzi agricoli e dimostrazione delle attività agricole di un tempo, esposizione quadri, pizzi e merletti, vendita di prodotti tipici, servizio ristorazione.
Trofeo Jack Canali
Una corsa podistica che si tiene ogni anno nel mese di maggio, con partenza dal centro del paese a quota 430 m s.l.m. e arrivo in vetta al monte Bollettone a 1320 m s.l.m.: 6,7 km su sentieri e mulattiere di montagna per un dislivello di 890 m.
Giroingiro del Bollettone
“Camminata non competitiva sui sentieri del monte Bollettone”, che si tiene ogni anno nel mese di settembre: un anello di circa 12 km che dall'Alpe del Vicerè gira intorno al monte Bollettone: la prima parte del percorso porta alla baita Patrizi e alla bocchetta di Lemna, quindi sentiero dei faggi, e arrivo alla capanna Mara, con discesa fino al punto di partenza.
Castagnate
Manifestazioni organizzate da diverse associazioni presenti, in cui si mangiano le caldarroste (biröll, in dialetto locale).
La battaglia di Carcano
Rievocazione della battaglia combattuta il 9 agosto 1160 tra la lega dei Comuni e l'esercito del Barbarossa.
Festa della Giubiana
La Giubiana è una festa tradizionale della Lombardia, sentita specialmente in Brianza, nell'Altomilanese, nel varesotto e nel comasco che consiste nel mettere al rogo un fantoccio vestito di stracci; il rituale rappresenta simbolicamente la fine della cattiva stagione.
Festa della Montagna
Giunta alla seconda edizione, si tiene all'Alpe del Vicerè nel mese di maggio.
Sagre e feste organizzate durante l'anno dalla locale proloco
Durante l'anno la locale Pro Loco, organizza una serie di sagre e feste, tra le quali si ricordano a titolo di esempio:
Festa dei Crotti
Liscio sotto le stelle
Hobby Orto
Sagra del Carpione
Maiale in pentola
Zuppe & Bolliti
Trasporti: come raggiungere il paese
Auto
Il paese si trova lungo la strada che da Como porta a Lecco.
Per chi proviene da Milano, lungo la Strada statale 36 del Lago di Como e dello Spluga, si prende l'uscita per Como/Erba/Giussano, e si segue per Lurago d'Erba, dove alla rotatoria, si svolta a sinistra sulla Strada statale 342 Briantea fino ad Alzate Brianza, dove si svolta in direzione Albavilla.
Per chi proviene da Milano lungo l'autostrada A9, Milano-Chiasso, si prende l'uscita Como sud, seguendo le indicazioni per il centro di Como; in piazza Camerlata si svolta a destra in direzione Lecco-Cantù-Bergamo, ed alla rotatoria si prende la seconda uscita in direzione Lecco-Bergamo, fino all'immissione nella Strada statale 342 Briantea; nel comune di Tavernerio si svolta sulla Strada statale 639 dei Laghi di Pusiano e di Garlate in direzione Erba.
Autobus
Il paese è servito dalla linea C40 Como-Erba-Lecco
Treno
Provenendo da Milano con le Ferrovie Nord Milano, si scende alla stazione di Erba, prendendo poi la linea C40 di autobus in partenza dal piazzale antistante la stazione. Provenendo da Milano con le Ferrovie dello Stato, si scende alla stazione di Como San Giovanni, prendendo poi la linea urbana che porta in piazza Matteotti; si prende quindi la linea C40 Como-Erba-Lecco che passa da Albavilla. Per chi arriva alla stazione di Lecco da Milano, si prende l'autobus per Como in partenza dal piazzale antistante la stazione.
Sport
In paese sono presenti impianti sportivi sia pubblici e privati: si contano la palestra comunale e due palestre private, campetti da calcetto e da tennis, campo da calcio dell'oratorio e piscine all'aperto in struttura privata.
I numerosi sentieri presenti che si snodano a partire dal centro dell'abitato, permettono di praticare trekking e mountain bike, e nei mesi invernali, neve permettendo, ciaspolate, immersi nella natura del Triangolo Lariano.
Amministrazione
Amministratori comunali dall'unità d'Italia ad oggi di Villalbese e poi dal 1928 di Albavilla
[1] - Amministratori comunali di Villalbese ed Albavilla dall’Unità d’Italia
Galleria fotografica
Altri progetti
Commons contiene immagini o altri file su Albavilla
Collegamenti esterni
[2] sito istituzionale del comune Albavilla
[3] sito della Comunità Montana del Triangolo Lariano
[4] Pro Loco Albavilla
[5] Cartoline Albavilla Foto d'epoca
Note
^ ISTAT data warehouse
^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF) in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Ente per le Nuove Tecnologie, l'Energia e l'Ambiente, 1 marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012.
^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Milano, GARZANTI, 1996, p. 15.
^ Statistiche I.Stat ISTAT URL consultato in data 28-12-2012.
Bibliografia
Luigi M. Gaffuri - Albavilla, storia, geografia, aneddotica, folclore
Luigi M. Gaffuri - Piccole cose di casa nostra