Le Castella
Il Castello, eretto presumibilmente nel XIII secolo per controllare e difendere l'intero territorio, faceva parte di un vasto apparato difensivo (da cui il nome al plurale). All'interno della struttura sono ancora visibili i massi quadrati calcarei risalenti al periodo greco (VI secolo a.C.), posti in opera con una tecnica "a scacchiera", ed esigue tracce di muratura romana. L'edificio attuale, che sovrasta l'isolotto, è opera aragonese (XV secolo), impostata su due nuclei di difesa: il primo, che sfrutta strutture preesistenti, il secondo, con funzioni di mastio, creato ex novo sul bassofondo antistante. La fortezza presenta una pianta irregolare e, al suo interno, è inglobata una torre cilindrica di avvistamento, di chiara derivazione angioina (XIV secolo), caratterizzata da una splendida scala a chiocciola in pietra. Il Conte Andrea Carafa, tra il 1510 e il 1526, fece edificare i possenti bastioni quadrangolari. L'intera area di Capo Rizzuto è incastonata nella suggestiva "Costa dei Saraceni", la cui storia si intreccia, non a caso, a quella del celebre pirata Occhialì Pascià (Uluç Alì, Le Castella 1519 - Istanbul, 1587). Il giovane Giovanni Dionigi Galeni, catturato dal corsaro algerino Khayr al-Dīn Barbarossa nel 1536, a Le Castella, rinnegò la religione cristiana per poter uccidere un turco che lo aveva schiaffeggiato. Sposò la figlia di un altro calabrese convertito, Ja' far Pascià, e iniziò una brillante carriera di corsaro, che lo portò al comando delle flotte di Alessandria e Tripoli, fino a diventare Governatore di Algeri (1568). Partecipò alla Battaglia di Lepanto in qualità di comandante dello schieramento ottomano. In suo onore, il mezzobusto nella piazza a Lui dedicata ("Piazza Uccialì").