Luogo - Museo
MUDISS - Museo Diocesano Sorrentino Stabiese
Luogo:
Piazza Giovanni XXIII snc - Sedi distaccate: Via Santa Maria della Pietà- Sorrento; Via Vescovado -, Castellammare di Stabia (Napoli)
Nel Museo è possibile ammirare reperti rinvenuti nella necropoli soggiacente alla Concattedrale negli anni 1875 – 78 e conservati dapprima nella sala Capitolare e dal 1964 al 2007 presso l’Antiquarium Statale. La loro datazione va dal II al VI secolo d.C.. Significativa la colonna miliare del tempo di Adriano sita sul percorso Nuceria, Stabiae, Surrentum che testimonia, con data certa, la rinascita di Stabia (“Stabiasque renatas” dice il poeta Stazio) dopo l’eruzione del 79 d.C. Sono interessanti anche le lapidi funerarie ed alcuni sarcofagi tra i quali quello di Giulio Longino con il bassorilievo di “Apollo, Minerva e le Muse” risalente alla fine del III secolo d.C. e quello di Bettia Felicita. Il sarcofago di Cornelia Ferocia resta nella Concattedrale sotto l’altare di San Catello - mentre solo la copertura è nel Museo: con le raffigurazioni del “Pastore” e di una matrona con rotolo si presta ad una lettura sia pagana che cristiana.
All’epoca post-costantiniana risalgono le tegole che ricoprivano le sepolture più povere e le iscrizioni caratterizzate dal Xrismon. Significative numerose lucerne, alcune delle quali di origine africana, con varie raffigurazioni simboliche. Importante l’avorio raffigurante, come si ritiene dai più, l’abbraccio di Pietro e Paolo (secoli V – VI). Ai reperti provenienti dalla necropoli (che è ricca anche di un arcosolio con belle raffigurazioni policrome, venuto alla luce in una breve campagna di scavi condotta dalla Soprintendenza Archeologica di Pompei) si aggiungono marmi provenienti da una più antica cattedrale stabiese. La suggestiva novità, che ha ulteriormente arricchito il Museo, è la statua in terracotta che la Soprintendenza Archeologica e quella ai BAPPSAE hanno affidato al Museo. Essa, rinvenuta frantumata in oltre settanta pezzi durante gli scavi eseguiti dalle Soprintendenze stesse nella Grotta di San Biagio, grazie anche al lavoro di Vincenzo Sabini, è stata assemblata dal restauratore Umberto Piezzo e raffigura un santo Vescovo, forse San Renato o San Catello.
La realizzazione del Museo è stata curata dall’Ufficio Beni Culturali della Curia Arcivescovile di Sorrento – Castellammare con il contributo della Conferenza Episcopale Italiana proveniente dall’otto per mille. L’alta sorveglianza è stata esercitata dalle Soprintendenze competenti, Archeologica e per i BAPPSAE.