Luogo - Museo
Museo archeologico nazionale di Sarsina
Luogo:
Via Cesio Sabino, 39, Sarsina (Forlì-Cesena)
Per la ricchezza e la varietà dei reperti che
espone, il museo archeologico di Sarsina è indubbiamente uno dei più
importanti dell'Italia settentrionale. Fu istituito come raccolta
comunale nel 1890 e si è poi ampliato con i materiali recuperati nella
necropoli di Pian di Bezzo e all’interno della città, fino
all’acquisizione da parte dello Stato nel 1957.
Il museo espone materiali di provenienza quasi esclusivamente locale che, pur coprendo un arco cronologico esteso dalla preistoria alla tarda antichità, riguardano in particolare l'età romana, dal I sec. a.C. al II-III sec. d.C.
La radicale ristrutturazione del 1990 ha consentito la ricomposizione integrale di alcuni grandi monumenti funerari, tra i quali spicca, per imponenza e completezza, il mausoleo ad edicola cuspidata di Rufus, alto 13,5 metri e risalente alla fine del I sec. a.C.
Da segnalare inoltre le statue delle divinità orientali e, tra le pregevoli pavimentazioni a mosaico policrome, quella nota come “il Trionfo di Dioniso”.
L’insieme dei reperti consente una lettura completa della storia dell’antica Sassina, patria di Plauto. La città, sorta come capoluogo degli Umbri che popolavano la valle del Savio, dopo la conquista romana divenne un florido municipio, legato a Ravenna da stretti rapporti commerciali e culturali.
Il museo espone materiali di provenienza quasi esclusivamente locale che, pur coprendo un arco cronologico esteso dalla preistoria alla tarda antichità, riguardano in particolare l'età romana, dal I sec. a.C. al II-III sec. d.C.
La radicale ristrutturazione del 1990 ha consentito la ricomposizione integrale di alcuni grandi monumenti funerari, tra i quali spicca, per imponenza e completezza, il mausoleo ad edicola cuspidata di Rufus, alto 13,5 metri e risalente alla fine del I sec. a.C.
Da segnalare inoltre le statue delle divinità orientali e, tra le pregevoli pavimentazioni a mosaico policrome, quella nota come “il Trionfo di Dioniso”.
L’insieme dei reperti consente una lettura completa della storia dell’antica Sassina, patria di Plauto. La città, sorta come capoluogo degli Umbri che popolavano la valle del Savio, dopo la conquista romana divenne un florido municipio, legato a Ravenna da stretti rapporti commerciali e culturali.