Luogo - Punto di Interesse

Galleria d'arte contemporanea V. Stoppioni

Luogo: Viale Roma, 5/A, Santa Sofia (Forlì-Cesena)
La Galleria d’Arte Contemporanea di Santa Sofia è stata inaugurata nel 1990, sulla scorta di un’attività artistica maturata sulle edizioni annuali del Premio Campigna, nato nel 1955 per volontà dell’Amministrazione comunale e dalle idee e dall’inesauribile impegno dell’insegnante Vero Stoppioni, cui è stato dedicato il museo. Le collezioni della Galleria, curate per alcuni anni da Fabio Cavallucci e ora da Veruska Eneidi, sono composte da opere di Eugéne Berman, Giovanni Korompay, Arturo Bonfanti, Tino Pelloni, Giuseppe Gagliardi, Anacleto Margotti, Aldo Borgonzoni, Pompilio Mandelli, Mattia Moreni, Andrea Raccagni, Enzo Brunori, Germano Sartelli, Piero Ruggeri, Sergio Vacchi, Giannetto Fieschi, Franco Francese, Giovanni Cappelli, Alberto Sughi, Carlo Leoni, Francesco Somaini, Carlo Zauli, Renata Boero, Giosetta Fioroni, Nato Frascà, Piero Guccione, Umberto Mariani, Irvin Petlin, Osvaldo Piraccini, Concetto Pozzati, Lucio Saffaro, Giacomo Soffiantino, Bruno Benuzzi, Maurizio Cosua, Vittorio D’Augusta, Giuseppe Del Franco, Enzo Esposito, Riccardo Lumaca, Piero Manai, Andrea Nelli, Giorgio Pagano, Fabrizio Plessi, Cristina Roncati, Giangiacomo Spadari, Luigi Viola; e, d’ambito romagnolo, da dipinti di Giovanni Marchini, Carlo Crispini, Maceo Casadei, Innocente Biserni, Luciano Greggi ed Enzo Bellini. Renato Barilli e Claudio Spadoni segnano un nuovo corso del Premio Campigna dal 1992, anno in cui inizia la realizzazione del Parco di sculture all’aperto della valle del Bidente, dal centro di Santa Sofia a Capaccio: con opere d’arte ambientale quale metafora del rapporto tra l’uomo e la natura sono intervenuti sul territorio gli artisti Nicola Carrino, Luigi Mainolfi, Eliseo Mattiacci, Anne e Patrick Poirier, Francesco Somaini, Mauro Staccioli e Hidetoshi Nagasawa.Il premio Campigna nacque nell’immediato secondo dopoguerra, durante il ventennio tra gli anni Cinquanta e Sessanta, periodo che vide maturare la parabola dei premi artistici locali dando vita ad interessanti esperienze culturali che, vitalizzando i centri in cui erano espletati, davano conto della contemporaneità artistica tradizionale e sperimentale, incrementavano il patrimonio delle collezioni pubbliche e gratificavano gli autori premiati da qualificate e qualificanti giurie. Le prime edizioni della manifestazione furono prettamente locali, mentre dal 1958 al 1966 la proposta diventava di carattere estemporaneo, con l’invito agli artisti ad eseguire i propri dipinti en plain air, all’interno della foresta abetina di Campigna, ispirandosi a temi paesistici ed ambientali; sono anni in cui la corrente figurativa neo realista prevale su qualsiasi altra e al premio veniva abbinata una mostra monografica che approfondiva un percorso monografico, di volta in volta, diverso. E’ proprio dal ’66 che l’evento inizia a crescere culturalmente e qualitativamente con l’arrivo di personalità di spicco del mondo dell’arte, invitate da Stoppioni, come Luigi Carluccio, Giuseppe Raimondi e Francesco Arcangeli; e sarà proprio quest’ultimo ad aprire Santa Sofia alle testimonianze visive delle ricerche artistiche più attuali del territorio, come l’informale ultimo naturalismo, l’astrattismo concreto e la pop art. Dal 1967 il concorso diventa più selettivo e l’organizzazione passa dalla libera partecipazione alla formula dell’invito ad artisti e critici affermati come Enrico Crispolti, Marco Valsecchi, Mario De Micheli, Andrea Emiliani, Mattia Moreni, Ennio Morlotti, Concetto Pozzati, Lucio Saffaro, Giannetto Fieschi, Umberto Mariani, Giovanni Korompay e Sergio Vacchi. La rassegna a tema rimane, comunque, la caratteristica del Premio Campigna, unitamente alla finalità di un rapporto diretto ed osmotico tra le foreste Casentinesi e l’ispirazione artistica degli artisti invitati, nonché l’occasione di dibattito e scambio sullo stato dell’arte della contemporaneità. Dal 1975 sono presenti in giuria e come curatori dell’annuale mostra, anche Claudio Spadoni, Adriano Baccilieri, Pier Giovanni Castagnoli che portano a Santa Sofia artisti come Franco Francese, Fabrizio Plessi e Roberto Ruggeri. Gli anni Ottanta, cifrati dalla cultura post moderna, vedono portare da Renato Barilli le ultime ricerche figurative dei Nuovi-Nuovi, che affiancano artisti di generazione precedente: il Premio Campigna viene organizzato da Barilli, Spadoni e Enzo Di Martino in un programma triennale di tre rassegne tematiche legate ai generi artisti più tradizionali, riletti nella più attuale chiave della contemporaneità, come l’auto/ritratto, il paesaggio e la natura morta dove espongono Mattia Moreni, Enzo Brunori, Piero Guccione, Giosetta Fioroni, Giulio Turcato, Bruno Benuzzi, Vittorio D’Augusta e Piero Manai. Nel 1985 si avvia un nuovo progetto triennale a soggetto, dal titolo Tempo e identità e curato da Spadoni, Baccilieri e Crispolti; nello stesso anno l’artista Mattia Moreni, dal 1970 profondamente legato al luogo tanto da diventarne residente ed assiduamente attivo nel Premio, dona a Santa Sofia la summa della sua ricerca artistica, La mistura, scultura polimaterica, metafora della totale regressione dell’essere umano e della sua decadenza; nonché nel corso degli anni successivi egli lascia al Comune, per la Galleria, un cospicuo numero di suoi lavori. Dal 2002 la curatela del premio e la direzione artistica della Galleria sono di Adriano Baccilieri, che ha individuato due linee di programma triennale su cui sviluppare il premio, nel cui ambito ha organizzato la mostra dedicata ai giovani artisti Overture Under 30 , e omaggi retrospettivi a figure artistiche significative del Novecento, cui ha dedicato la mostra Guidi autre. La 49° edizione del Premio Campigna è stata affidata a Claudia Casali che, coadiuvata dal un Comitato scientifico composto da Dede Auregli, Alves Missiroli, Piero Rondoni, Vanja Strukelj e Salvatore Vitolo, ha puntato sulla selezione di dieci giovani artisti del territorio nazionale più altri cinque selezionati dal circuito GAI - Giovani Artisti Italiani; e decidendo di riportare la tematica del premio alle sue origini con il cimento degli artisti sull'odierno rapporto tra arte, natura e territorio sollecitato ulteriormente dalla presenza dell'artista land art Henri Olivier. La 50° edizione è stata curata da Rosalba Paiano, che ha iniziato le celebrazioni del Premio storico sin dall'autunno del 2007 con la Sezione Giovani, attivi in un corso superiore di arti visive che ha avuto Anne e Patrick Poirier come visiting professors e con la conferenza in ricordo di Vero Stoppioni a vent’anni dalla morte (1987 – 2007) alla quale sono intervenuti Claudio Spadoni e Piero Rondoni; mentre i giovani artisti partecipanti sono stati Silvia Chiarini, Marco di Giovanni, Ericailcane, Marina Fulgeri, Federico Guerri, Elisa Laraia, Armando Lulaj, Federico Maddalozzo, Margherita Moscardini e Diego Zuelli. Inoltre Rosalba Paiano ha tracciato il profilo critico dei Poirier, il cui lavoro s'incentra sulla fragilità degli uomini e delle culture e sulla distruttività sociale che minaccia la memoria, alla base della comprensione tra gli esseri e la società. L'edizione 2008 del Premio è proseguito con l'arricchimento del Parco delle sculture all'aperto, su progetto curato da Renato Barilli e intitolato Da Staccioli in poi: installazioni tra cielo e terra Primavera 2008. La rassegna è terminata con Retrospettiva. Mezzo secolo d'arte e di storia Estate 2008 e si è snodata tra la Galleria Vero Stoppioni e realtà museali di diverso genere come il Museo Mambrini di Galeata e il Centro Visita del Parco di Premilcuore ed è stata curata da Enrico Crispolti. La mostra ha avuto come protagonisti gli artisti che nel corso degli anni hanno partecipato al Premio, ma non ne sono stati insigniti. Nel 2009 la Galleria ha dedicato a Mattia Moreni una mostra dal titolo "Il Luogo della Mente", primo appuntamento del programma espositivo della 51° edizione del Campigna Il Premio è giunto nel 2010 alla 52^ edizione e nel medesimo anno si è tenuta la mostra "Luciano Greggi. Santa Sofia e le trasparenze del tempo", mentre nel 2011 in occasione del 53° Premio hanno avuto luogo la collettiva "La Biennale e il Campigna. Gli artisti del Campigna alla Biennale di Venezia", dedicata a diciannove artisti che fra gli anni '60 e '80 hanno partecipato alla manifestazione, e la festa dell'arte presso il Parco di Sculture.
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