Luogo - Area Archeologica
Città romana e parco archeologico di Turris Libisonis
Luogo:
Via Ponte Romano, n.99, Porto Torres (Sassari)
Turris Libisonis, oggi Porto Torres, fu fondata dai Romani nel I secolo a.C. al centro del golfo dell’Asinara, in posizione ottimale per l’l’impianto di un porto fluviale alla foce del rio Mannu. Unica colonia della provincia Sardinia (assieme ad Uselis) costituita da cittadini romani, aveva l’appellativo di "iulia" in quanto la sua fondazione fu attribuita a Cesare in persona, o ad Ottaviano. Nell’isola era seconda solo a Caralis per numero di abitanti, magnificenza e traffici commerciali.
Il primo insediamento era dislocato su entrambe le rive del rio Mannu. Al culmine del suo sviluppo, tra la fine del II e gli inizi del III secolo, la città si riorganizzò nei pressi del nuovo porto, forse presso l’attuale darsena. La crescita urbana si arrestò agli inizi del V secolo, in coincidenza con la grave crisi dell’impero romano d’occidente.
Ancora oggi sono visibili importanti testimonianze della sua grandiosa edilizia pubblica e significativi resti dei quartieri della prima e media età imperiale. Costituisce un’eccezionale opera di ingegneria il ponte sul rio Mannu, risalente al I secolo d.C. e perfettamente conservato, che, impostato su sette arcate di ampiezza digradante, consentiva il collegamento diretto della città con i fertili campi della Nurra. Dei tre impianti termali di cui era dotata la città (“terme Maetzke”, “terme Pallottino” e “terme centrali”), le “terme centrali” (III-IV secolo) sono quelle che hanno lasciato le testimonianze più significative e costituiscono il fulcro dell’area archeologica. Note anche come “palazzo di re Barbaro”, forse dal nome di un ignoto governatore della città, conservano ancora le strutture delle grandi sale, frigidarium, tepidarium e calidarium, con le vasche e i sobri e raffinati mosaici. Nell'area situata tra l'Antiquarium Turritano e le “terme centrali” sono presenti resti di abitazioni, che costituivano insulae (isolati) e tabernae (botteghe) , una parte delle quali è inglobata e visibile all’interno dell’Antiquarium. Gli edifici sono delimitati da vie pavimentate con lastroni di vulcanite. Cospicui i resti di decorazioni marmoree, bassorilievi, statue; tra essi quattro colonne di marmo del “peristilio Pallottino”, pertinenti ad un portico originariamente pavimentato con lastre marmoree.
Attorno al perimetro della città antica sono conservate vaste aree di necropoli di particolare interesse, con sepolture dalla prima età imperiale ad epoca paleocristiana:la necropoli occidentale, sulla riva sinistra del rio Mannu, quella meridionale, sotto l'attuale centro cittadino, e quella orientale, sul lungomare. Quest’ultima comprende l'ipogeo di Tanca Borgona, il complesso funerario di Scogliolungo, le tombe di Balai e il complesso ipogeico di San Gavino a mare.
Il primo insediamento era dislocato su entrambe le rive del rio Mannu. Al culmine del suo sviluppo, tra la fine del II e gli inizi del III secolo, la città si riorganizzò nei pressi del nuovo porto, forse presso l’attuale darsena. La crescita urbana si arrestò agli inizi del V secolo, in coincidenza con la grave crisi dell’impero romano d’occidente.
Ancora oggi sono visibili importanti testimonianze della sua grandiosa edilizia pubblica e significativi resti dei quartieri della prima e media età imperiale. Costituisce un’eccezionale opera di ingegneria il ponte sul rio Mannu, risalente al I secolo d.C. e perfettamente conservato, che, impostato su sette arcate di ampiezza digradante, consentiva il collegamento diretto della città con i fertili campi della Nurra. Dei tre impianti termali di cui era dotata la città (“terme Maetzke”, “terme Pallottino” e “terme centrali”), le “terme centrali” (III-IV secolo) sono quelle che hanno lasciato le testimonianze più significative e costituiscono il fulcro dell’area archeologica. Note anche come “palazzo di re Barbaro”, forse dal nome di un ignoto governatore della città, conservano ancora le strutture delle grandi sale, frigidarium, tepidarium e calidarium, con le vasche e i sobri e raffinati mosaici. Nell'area situata tra l'Antiquarium Turritano e le “terme centrali” sono presenti resti di abitazioni, che costituivano insulae (isolati) e tabernae (botteghe) , una parte delle quali è inglobata e visibile all’interno dell’Antiquarium. Gli edifici sono delimitati da vie pavimentate con lastroni di vulcanite. Cospicui i resti di decorazioni marmoree, bassorilievi, statue; tra essi quattro colonne di marmo del “peristilio Pallottino”, pertinenti ad un portico originariamente pavimentato con lastre marmoree.
Attorno al perimetro della città antica sono conservate vaste aree di necropoli di particolare interesse, con sepolture dalla prima età imperiale ad epoca paleocristiana:la necropoli occidentale, sulla riva sinistra del rio Mannu, quella meridionale, sotto l'attuale centro cittadino, e quella orientale, sul lungomare. Quest’ultima comprende l'ipogeo di Tanca Borgona, il complesso funerario di Scogliolungo, le tombe di Balai e il complesso ipogeico di San Gavino a mare.