Destinazioni - Comune
Santa Margherita di Staffora
Luogo:
Santa Margherita di Staffora (Pavia)
Santa Margherita di Staffora è un comune italiano di 502 abitanti della provincia di Pavia in Lombardia. Si trova nella zona montana dell'Oltrepò Pavese, nell'alta valle della Staffora, di cui il comune comprende le sorgenti. Il capoluogo è Casanova di Destra, sito a fondo valle, mentre il vecchio centro di Santa Margherita si trova in posizione dominante, sul versante destro della valle. Al di sopra della rocca di Santa Margherita è ben visibile la chiesa dalla quale è possibile ammirare un suggestivo paesaggio di gran parte della valle staffora, mentre sul lato seminascosto alla strada provinciale rimangono ancora visibili i resti della casa forte/castello un tempo appartenuta ai marchesi Malaspina.
Storia
L'intero territorio di Santa Margherita fu abitato nella preistoria, poi passò nei possedimenti dell'Abbazia di San Colombano di Bobbio, fondata da San Colombano nel 614.
Dopo la caduta dei Longobardi a opera di Carlo Magno, il Sacro Romano Impero costituì i Feudi Imperiali, all'interno della Marca Obertenga, con lo scopo di mantenere un passaggio sicuro verso il mare, assegnò Santa Margherita, con molti dei territori limitrofi, alla famiglia dei Malaspina.
Fu quindi incluso nel vasto Marchesato dei Malaspina; nel diploma ufficiale di infeudazione del 1164 è nominato il luogo di Santa Margherita. Nelle successive suddivisioni della famiglia, questa zona toccò (1221) al ramo dello Spino Fiorito, e nell'ulteriore suddivisione di esso (1275) fu spartito tra i Malaspina di Varzi e quelli di Oramala-Godiasco, ai quali ultimi toccarono quasi tutte le terre situate a ovest della Staffora, con centri quali Cegni, Negruzzo e Casale. Santa Margherita, con Sala, Vendemiassi, Fego, Casanova, apparteneva ai marchesi di Varzi, che nelle loro ulteriori suddivisioni generarono un ramo di Santa Margherita, che fu tra i pochi rami dei Malaspina di Varzi (vedi la storia di Varzi) a mantenersi sempre in discrete condizioni economiche e a conservare il feudo fino all'estinzione del feudalesimo (1797). Con tale feudo coincise il comune di Santa Margherita, detto Santa Margherita di Bobbio (CC I227) dal 1863.
La parte del territorio che era passata ai marchesi di Godiasco, nelle loro suddivisioni pervenne al ramo di Cella (fraz. di Varzi). Nel 1514 il marchesato di Cella fu dagli Sforza confiscato al ribelle Barnabò Malaspina, e dato agli Sforza di Santa Fiora, feudatari di Varzi.
Unito con il Bobbiese al Regno di Sardegna nel 1743, in base al Trattato di Worms, si definirono nell'ambito del marchesato di Cella diversi piccoli comuni (Cegni, Casale, Negruzzo, Cignolo), che all'inizio del secolo successivo furono uniti al comune di Cella. Entrò a far parte poi della Provincia di Bobbio. Nel 1801 il territorio è annesso alla Francia napoleonica fino al 1814. Nel 1848 come parte della Provincia di Bobbio passa dalla Liguria al Piemonte, nel 1859 entrò a far parte nel circondario di Bobbio della nuova provincia di Pavia e quindi della Lombardia.
Nel 1923 venne smembrato il Circondario di Bobbio e suddiviso fra più province.
Nel 1929 il comune di Cella (CC C434) fu abolito: in parte fu unito a Varzi, mentre la zona che ci interessa fu aggregata al vecchio comune di Santa Margherita di Bobbio, e, insieme alla località Bersanino staccata da Menconico, andò a formare il nuovo comune di Santa Margherita di Staffora, il cui capoluogo fu posto nella recente località di Casanova di Destra.
Nel fondo valle transitava la via del sale, percorsa da colonne di muli che percorrendo mulattiere raggiungevano Genova attraverso il passo del Giovà e il monte Antola.
Società
Evoluzione demografica
Abitanti censiti
Cultura
Questi paesi fanno parte del territorio culturalmente omogeneo delle Quattro province (Alessandria, Genova, Pavia, Piacenza), caratterizzato da usi e costumi comuni e da un importante repertorio di musiche e balli molto antichi. Strumento principe di questa zona è il piffero appenninico che accompagnato dalla fisarmonica, e un tempo dalla müsa (cornamusa appenninica), guida le danze e anima le feste.
Molte sono le frazioni che portano avanti questa tradizione, in particolare Cegni festeggia il carnevale con un rito molto antico, il sabato grasso e il 16 agosto per il carnevale bianco ripropone la storia della povera donna coinvolgendo sia i paesani che i molti foresti, anche stranieri, che partecipano ai festeggiamenti e ai balli.
Amministrazione
Note
^ Dato Istat - Popolazione residente al 1º gennaio 2013.
^ Regio Decreto 8 luglio 1923, n. 1726
^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
Voci correlate
Carnevale di Cegni
Quattro province
Danze delle quattro province
Angela Volpini
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