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Rivalta di Torino

Luogo: Rivalta di Torino (Torino)
Rivalta di Torino (Rivàuta in piemontese) è un comune italiano di 19.422 abitanti della provincia di Torino, in Piemonte, situato a sud-ovest dal capoluogo, nella valle del torrente Sangone. Il nome deriva dal latino ripa alta, ossia "riva alta" in riferimento al fatto che si trova nel versante più alto del torrente Sangone. Geografia Rivalta dista circa 15 chilometri sud-ovest rispetto al capoluogo Torino, sulle rive settentrionali del torrente Sangone, tra Rivoli (a nord) e Orbassano (a sud e a ovest). Il vasto territorio rivaltese si estende ancora con le frazioni Pasta, Tetti Francesi (compresa zona Casermette), Gerbole di Rivalta, Blangiotto, Prabernasca, Tetti Gabriolotti, Tetti Pereno e le zone residenziali dei Villaggi Sangone e Aurora. Verso ovest, si trova anche il grande Ospedale San Luigi Gonzaga (sotto il comune di Orbassano), mentre oltre la collina orientale si trovano i comuni di Bruino e di Villarbasse. Storia Immersa nelle campagne torinesi, Rivalta nasce come castrum fortificato da parte di nobili feudatari dell'XI secolo, dove compare il nome del marchesato di Torino di Olderico Manfredi. Fu quindi saccheggiata nel 1176 dalle truppe di Federico Barbarossa, quindi restituita al nobile conte Rinsaldo qualche anno dopo. La storia del paese è strettamente legata alle sorti del noto castello, edificato sulla altura meridionale del borgo storico intorno all'XI secolo, ancor oggi accessibile da via Orsini. Nel 1176, Rivalta passò al vescovado di Arduino di Valperga, ma fu parzialmente distrutta dalle truppe di Enrico VII di Lussemburgo, per poi passare di proprietà ai nobili cattolici Orsini. A cavallo tra l'XI-XII secolo, alcuni monaci dell'Ordine di Sant'Agostino iniziarono l'evangelizzazione della zona. Grazie soprattutto al sostegno economico della Contea di Savoia, fu eretta l'antica (ex) abbazia e due chiese, su quelle che saranno le attuali Santa Croce e Santi Pietro e Andrea. Finiti i sostegni economici (per i problemi tra Papa Innocenzo IV e l'impero di Federico II), nel 1254 l'abbazia ceduta sotto l'ordine religioso cistercense, sotto la guida dell'abate Bartolomeo da Sestri Levante e, successivamente, all'Abbazia di Santa Maria di Staffarda. I cattolici rivaltesi ne sovvenzionarono le economie, tanto da indurre l'allora Papa Clemente IV ad emettere bolla di riconoscimento di amministrazione e giurisdizione autonoma del comune, nell'anno 1267; tuttavia, qualche decennio dopo, a causa della scarsa cura dei successivi commendatari cistercensi, l'abbazia subì un degrado. Di proprietà degli Orsini, fu soltanto grazie alle sovvenzioni lasciate dal loro parente, Papa Niccolò III, che sia il borgo che l'abbazia non decaddero del tutto; anzi, fu ristrutturato il castello verso il XIV secolo. Tutte le proprietà diventarono un'amministrazione unica Orsini, grazie all'investitura del Duca Emanuele Filiberto, insieme ai territori di Orbassano e Trana; questo almeno fino al 1695, quando la cittadina diventò completamente autonoma. Per il declino strutturale del castello e dell'abbazia invece, si dovette aspettare il 1770, con la soppressione di quest'ultima, declassata a monastero, dal Papa Clemente XIV. A ciò, si aggiunse il fatto che nel 1787 gli ultimi Orsini rivaltesi non ebbero discendenza; Rivalta quindi consegnata al ramo dei vicini cugini, i conti di Orbassano, fino al 1823, quando poi passò di proprietà a Cesare della Chiesa Conte di Benevello, rinomato pittore di corte che, non solo fece ristrutturare il castello ma, sua figlia Bianca, contessa moglie di Demetrio Piccono della Valle, fondò un Ospedaletto di ricovero per anziani, ancor oggi titolato a lei. Luoghi di interesse il suddetto castello medievale, che fu proprietà conti Orsini: se ne hanno notizie a partire dall'anno 1062. le antiche mura di cinta del borgo storico, ancora in buona parte intatte e visibili in alcune parti del centro cittadino l'ex-monastero, oggi sede della scuola media statale don Lorenzo Milani e provvisto di parco, dove in estate si tiene la manifestazione "Luci nel Parco" e cinema all'aperto. Adiacente la scuola ECDL per poter prendere la patente europea del computer. la torre civica di via Umberto I, la strada che attraversa il centro storico del paese. In alcune occasioni è possibile salire sopra e vedere tutto il paesaggio chiesa dei Santi Pietro e Andrea, sorta su una chiesa pre-esistente, l'attuale è molto probabilmente del 1400, dedicata a San Bernardino e San Giovanni Evangelista, poi nel 1792, fu dedicata ai due, quando il l'abbazia del monastero fu dismessa sulla suddetta chiesa, il campanile fu eretto nel 1934 per volontà del Canonico Candido Balma; svetta di 46 metri di altezza ed è visibile da tutti i comuni limitrofi. chiesa di Santa Croce, sorta su una antica chiesa dedicata a San Rocco, venne progettata dall'architetto Giovanni Antonio Sevalle e costruita nel 1718 in stile tardo barocco piemontese a mattoni, come Confraternita detta dei batù, in piemontese quelli che si auto-colpivano in segno di penitenza, e che portavano le carrozze dei funerali, di cui una è ancora conservata. All'interno l'altare maggiore interno in marmo policromo, dono degli Orsinik nel 1805, una statua di Sant'Antonio Abate accompagnato dal consueto maialino e col bastone del pellegrino, affascinanti affreschi, marmi pregiati e l'organo Bussetti, restaurato nel 2005. Cappella della chiesa dei santi Vittore e Corona che si trova fuori città ed è dedicata ai patroni. Costruita in stile romanico molto semplice, fu decorata con due coppie di archetti semicircolari. Al suo interno sono custodite importanti opere del XV secolo come la Madonna che allatta, una natura morta di carattere liturgico dell'epoca di Ludovico di Savoia (1435 circa). Attualmente è chiusa, la messa viene celebrata due domeniche prima della festa Patronale, che è sempre la seconda domenica di maggio, con la processione dalla Cappella alla Parrocchia. il mulino, collocato vicino il Monastero, ristrutturato da poco e ora è utilizzato per convegni e riunioni. La parte al piano terra è stata dedicata alla creazione di un ristorante, dove si possono degustare i tipici sapori piemontesi. frazione Gerbole, dal piemontese Gerb, terreno non fertile; nel passato infatti quella zona non era coltivata, in quanto era difficile irrigare tali terreni. Qui vi fu una chiesa dedicata alla Madonna della Mercede, costruita probabilmente nella prima met� dell'Ottocento, oggi però accorpata dentro la cascina Badello. la cascina Rifoglietto Manifestazioni La seconda domenica di ottobre si festeggia l'altro santo patrono di Rivalta ossia Isidoro l'Agricoltore. sagra del tomino di settembre, un prodotto tipico rivaltese, da cui anche le maschere di carnevale Tuminè e Tuminera Persone legate a Rivalta di Torino Francesco Scardina, calciatore del Nocerina. Economia Nel territorio comunale, in frazione Tetti Francesi, aveva sede uno dei più grandi stabilimenti del Gruppo Fiat, che prendeva nome appunto dal comune, la Fiat Rivalta, che ha avuto notevole influenza sullo sviluppo demografico comunale degli anni settanta. Sport A Rivalta di Torino esistono 3 squadre di pallacanestro: l'Oasi Laura Vicuna, l'Atlavir e la Polisportiva Pasta. Si praticano anche calcio, pallavolo e atletica. Amministrazione Evoluzione demografica Abitanti censiti Curiosità Nel comune sono presenti una pista go-kart e un mini aeroporto per aerei piccoli. Note ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2010. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF) in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Ente per le Nuove Tecnologie, l'Energia e l'Ambiente, 1 marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012. ^ Dato Istat al 30/09/2010. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012. 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