Destinazioni - Comune
Fivizzano
Luogo:
Fivizzano (Massa-Carrara)
Fivizzano (Fiuzan nel dialetto della Lunigiana) è il capoluogo di un vasto comune italiano di 180,57 km², con 94 frazioni e con 8.250 abitanti (a fine anno 2013) in provincia di Massa e Carrara. Il suo territorio appartiene a ben due parchi al Parco Nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano ed al Parco naturale regionale delle Alpi Apuane. Terra abitata già dalla preistoria come dimostra il ritrovamento a 700 metri dal suo Centro della statua stele di Verrucola con il vicino menhir preistorico del "Masso di Nazio" ed il sovrastante sito cerimoniale preistorico, ricco di coppelle, del "Masso di Santa Caterina" ed ancora la "Grotta delle Fate" di Turlago. Senza contare il rinvenimento in tutto il territorio comunale di ben 14 quattordici statue stele. Un territorio già abitato dai Sengauni o Liguri Apuani.
In questa Terra murata nel secoli XVI e XVII si è espressa un'alta architettura, per cui è stata poi apprezzata da tanti suoi visitatori che l'hanno chiamata "Insigne, nobile, onorevole".
Fivizzano fu chiamata "Terra insigne", "Il paese dalle belle finestre", "Il bel cantuccio di Firenze", "L'Atene della Lunigiana". Il poeta Giosuè Carducci la definì "Una perla sperduta fra i monti". Il Duca Francesco IV di Modena la visitava nel 1816 e nel suo Giornale dei Viaggi annotava: "Fivizzano è una bella cittadina, ossia luogo, resta in alto come su una collina nella pianura che di là comincia ad allargarsi e che è magnificamente bene coltivata a grano, viti sugli oppi, ulivi, segala, prati erbaggi, lupini....Fivizzano è ben lastricato, ha una bella piazza sebben non regolare, con una bella fontana fatta fare da un Granduca Medici, ha una chiesa cattedrale in piazza, un bel teatrino, nuovo, grande e per Fivizzano bello." Prospero Fantuzzi,l'erudito viaggiatore emiliano, che nell'anno 1829 la visita venendo dal Reggiano, così la descrive: "...in somma sopra di una scena di monti capricciosi, arrivammo alla dilettevole veduta del paese di Fivizzano tutta nuova, tutta grata, e tutta ricca."
Geografia
Fivizzano si trova a 326 m s.l.m., sulle pendici sud-occidentali dell'Appennino tosco-emiliano nella Lunigiana, sulla Strada statale 63 del Valico del Cerreto. È situata alla sinistra del fiume Rosaro su un contrafforte pianeggiante che si distende fra il Monte Tergagliana ed il Monte Grosso in posizione panoramica verso la valle nella Lunigiana orientale. È dominata alle sue spalle dall'alta cima montuosa del "Gendarme", il torrione roccioso accanto al Monte La Nuda spesso imbiancata. Fivizzano, per la sua estensione territoriale, ha molti luoghi di incantevole bellezza e punti panoramici, fra i quali ricordiamo: Chiesina della Tergagliana, Casa Cantoniera SS63 del Cerreto, Strada provinciale Fivizzano-Licciana Nardi con punto maggiore ad Agnino, frazione di Vinca con vista sulle Apuane, frazione di Turlago, frazione di Soliera Apuana ed altri ancora da scoprirsi.
Clima
Posizionata a 330 metri sul mare, protetta dai monti alle spalle su un pianoro che scende verso il fiume Rosaro, risente dell'aria che gira e si canalizza verso il Passo del Cerreto per cui è luogo di frescura e dall'aria salubre.
Il dott. Targioni-Tozzetti nell'anno 1777 così la descriveva in "Relazioni d'alcuni viaggi fatti in diverse parti della Toscana": "Siccome il clima salubre, e l'aria purgata e sottile del luogo influisce sulla buona costituzione dei nervi, e sulla vivacità delle funzioni mentali, così Fivizzano ha sempre prodotto persone di ingegno elevato". Nel secolo XVII il fivizzanese Hortensio Cavalcani, giudice di Rota a Firenze pubblica un prospetto dei dottori fivizzanesi viventi al suo tempo. Erano ottantasei ed alcuni con posizioni di rilievo nelle Università e nella burocrazia di diversi Stati italiani".
Storia
Fivizzano si dice che sia dov'era l'antico "Viracelum", che pone Claudio Tolomeo al lato sinistro della Magra. Filippo Cluverio favorisce tale interpretazione credendolo la Verrucola. Infatti nel medioevo veniva identificato prima come "Forum Verrucolae Bosorum" e poi come "Forum Fivezani" e questo, assieme alla posizione fisica sulla piantina antica, rimanda la identificazione di Fivizzano con quel "Foro Clodi" della Tavola Peutingeriana; era dunque una tappa e una stazione di sosta, prima di affrontare il valico, su quella strada fra Lucca e Parma (Via Nuova Clodia, quella Strada delle cento miglia che secondo vari storici passava per il Passo del Lagastrello, l'antico Malpasso), in un punto nodale che incrociava la strada proveniente da Luni. Interpretazione questa del grande storico Ubaldo Formentini che aggiungeva: " Il vocabolo non va inteso in senso lato, cioè nel significato generico che si traduce anche nella parola volgare , ma implica il ricordo preciso dell'antica istituzione politico-amministrativa che il vocabolo designa nel linguaggio giuridico romano. Sappiamo infatti che i fòri erano istituti quasi municipali che i Romani fondavano lungo il percorso delle grandi strade, per sopperire a necessità di convegno e di scambio fra popolazioni distanti dai grandi centri urbani, a cui attribuivano speciali funazioni amministrative riguardanti, appunto, la cura delle strade e l'organizzazione dei servizi pubblici di trasporto: a ciò si univa,sistematicamente l'impianto di un presidio militare. Ecco dunque per qual ragione troviamo, nel luogo di Verrucola -Fivizzano, strettamente uniti, in modo da formare per lungo tempo un organismo solo, un fòro ed un castello.......Col risorgere della vita municipale e mercantile, nel secolo XII, il fòro riprese il suo posto e salì, in breve tempo, a prestigio e floridezza di vero e proprio centro urbano". Una delle prime volte che esce il nome di Fivizzano dalle carte d'archivio è del 13 Giugno 1229 nel Codice Pelavicino ed ancora prima in una Bolla del pontefice Eugenio III del 1149. Ciò non significa datare l'origine del paese perché in tempi più antichi il paese veniva chiamato col nome del vicino castello, dipendendo dalla Verrucola-Bosi non solo per la giurisdizione civile ma anche per quella spirituale. I fivizzanesi infatti utilizzavano la chiesa proto-romanica di Verrucola per i riti civili e la Chiesa di Pognana per le funzioni dei morti e questo fino a quando non ebbero la loro Chiesa eretta a Parrocchia nel 1377.
Nel medioevo quindi la sua storia veniva identificata con quella del castello della Verrucola, ampliato nella prima metà del secolo XIV dal famoso feudatario Spinetta Malaspina detto "Il Grande", ubicato sulla collina adiacente all'abitato. L'esistenza del villaggio è forse antecedente alla costruzione del fortilizio, come dimostra l'impianto urbanistico allungato, tipico dei luoghi di presidio dei valichi. Ed è proprio per venire incontro alle esigenze di assistenza dei viandanti diretti o provenienti da oltralpe oltre che dei residenti che nel 1352 il marchese Spinetta Malaspina della Verrucola Bosorum, del ramo dello "Spino Fiorito" con testamento olografo dispose "che uno Spedale per ogni maniera di infermità si erigesse nel cioè nella città di Fivizzano". Ad amministrare la pia istituzione vengono chiamati i monaci ospitalieri di S. Antonio della Congregazione di Vienne cittadina romana di Francia, i quali hanno come sigillo una Tau da cui il nosocomio ha preso il nome e lo stemma. È da rilevare però che i monaci antoniani erano di già a Fivizzano dalla metà del secolo XIII La prima sede dell'Ospedale, il cosiddetto Ospedalino sorse nel Borgo oggi Via Labindo, sede che fu poi trasferita nell'anno 1724 nel nuovo ospedale costruito su progetto dell'architetto fiorentino Giovan Battista Foggini e sotto la nuova amministrazione della Compagnia di Santa Elisabetta che rendeva conto al Vescovo di Luni e Sarzana. Infine nel 1892 a seguito della chiusura del Convento dei Francescani l'ospedale va ad occupare i locali dei religiosi sul "Col di San Francesco" ove ancor oggi prosegue la sua attività.
Per la sua importanza strategica a controllo dei passi appenninici Fivizzano è stata travagliata da ostili incursioni nel corso dei secoli: nel 1317 dai soldati di Castruccio Castracani che obbligarono il marchese Spinetta Malaspina a rifugiarsi a Verona; nel 1430 allorché fu occupato dall'armata dei Visconti di Milano comandata da Niccolò Piccinino; nel 1494 allorché fu bombardata con i cannoni - prima volta al mondo! - del re francese Carlo VIII. Il triste primato di essere stata la prima città dove fu combattuta la guerra moderna è stato raccontato da Francesco Guicciardini in Storia d'Italia (Guicciardini): "... e accostatosi a Fivizano, castello de' fiorentini, dove gli condusse Gabriello Malaspina marchese di Fosdinuovo loro raccomandato, lo presono per forza e saccheggiorno, ammazzando tutti i soldati forestieri che vi erano dentro e molti degli abitatori: cosa nuova e di spavento grandissimo a Italia, già lungo tempo assuefatta a vedere guerre più presto belle di pompa e di apparati, e quasi simili a spettacoli, che pericolose e sanguinose".
Ancora nel 1537 il paese ebbe a soffrire un vandalico saccheggio dalle truppe spagnole di Carlo V comandate dal marchese del Vasto.
Per secoli Fivizzano fu controllata da un ramo dei Malaspina, fino a quando, nel 1477 passò sotto il dominio di Firenze, complice l'appoggio del marchese Gabriele Malaspina di Fosdinovo. Con la dedizione a Firenze firmata il 7 marzo 1477 alla presenza di Lorenzo il Magnifico prendeva vita il Capitanato di Fivizzano, comprendente oltre le ventisei Ville di Terra e Corte, altri ventuno Castelli che si aggiunsero in seguito a Firenze, nonché l'antica Potesteria di Albiano e Caprigliola. Il Capitolo Primo della Dedizione di Fivizzano a Firenze ripeteva "Che il Comune e la Corte di Fivizzano in ogni tempo possino godere ciascun beneficio, privilegio e favore che godono i veri et originari Cittadini Fiorentini, e quanto alle predette cose sino trattati come se fossero della Città, Contado e Distretto di Firenze".
Questo territorio, circondato dalle Repubbliche di Lucca e Genova, dai Ducati di Massa e Carrara, Parma e Modena, diventò per i popoli confinanti un importante luogo d'incontro per i loro scambi commerciali.
"Bello era allora vedere in Fivizzano 5 o 6 Fondachi forniti d'Ori, d'Argenti, di scarlatti, e di altre Robbe di grande valore, e altrettanti ricchi Spedizionieri, e cambisti di monete, i quali inviavano i suddetti doviziosi generi, e le droghe per la Lombardia".
Con il denaro circolarono le idee e le invenzioni; qui si aprì una delle prime stamperie d'Europa, anche Fivizzano contribuì alla nascita della stampa a caratteri mobili. Dal 1471 al 1474 Jacopo da Fivizzano e suoi fratelli della famiglia Honorati iniziarono a stampare con caratteri tipografici italiani opere di Virgilio, Cicerone, Sallustio, Giovenale ed altri. In questa piccola cittadina si stampò il "libro" (incunabolo) due anni prima di Genova, tre prima di Torino, cinque prima di Bruxelles, sei di Lucca, nove prima di Londra.
All'inizio del cinquecento, al tempo di Giovanni dalle Bande Nere furono assoldate in particolare proprio in Fivizzano le "Bande della Lunigiana", milizie paesane che diventarono famose come Bande Nere al servizio della Repubblica Fiorentina e da cui uscirono valorosi capitani come Luchino Valazzana da Fivizzano che comandava, nel 1542 su incarico di Cosimo I de' Medici, le Bande di Volterra.
Nel 1478 vennero edificate le mura cittadine, che nel 1537 difesero Fivizzano dall'attacco dell'esercito spagnolo. La cerchia muraria venne ulteriormente rafforzata nel 1540. Qui fu portata anche l'artiglieria del forte del Castello di Lusuolo che fu disarmato nel 1650.
Nell'anno 1571 nella Piazza Maggiore, oggi Piazza Medicea, si tenne una singolare disfida fra gli arcieri appartenenti alla Terra e quelli dei quartieri di Guardia, Verrucola, Fittadisio e Montechiaro consistente nel tirare con l'arco una freccia che doveva colpire un bersaglio posto a 30 metri. Nel mese di Luglio di ogni anno si ripete, dal 1971, questa manifestazione storica della "Disfida fra Arcieri di Terra e Corte" in cui si assiste nella città imbandierata alla sfilata di oltre trecento costumanti in costume cinquecentesco accompagnati da sbandieratori, musici,cavalieri oltre ai gruppi ospiti provenienti da altre città.L'evento ha portato alla nascita del Gruppo Storico di Fivizzano nel 1983 con tanto di Sbandieratori la cui fama ha valicato i confini nazionali con all'attivo più di millecinquecento spettacoli nel mondo.
Dal 1633 fu sede del Governatorato della Lunigiana. Ogni mese si radunavano a Fivizzano più di mille soldati per le esercitazioni e in più montavano di guardia al Palazzo del Governatore, alle Porte, al loro Quartiere e sulle Mura. Fra i governatori più illustri ricordiamo: il milanese Lelio Buzzi che acquistò l'ospedalino nel borgo dai Frati Antoniani di Vienne per affidarlo alla Compagnia di Santa Elisabetta, il fiorentino Giuliano Capponi che fece costruire nel 1732 in Piazza del Campo (Attuale Piazza Garibaldi) il Nuovo Ospedale, il pistoiese Alfonso Bracciolini che partecipò alla costruzione della Fonte di Piazza Maggiore, ed ancora i Governatori Pestalozzi, Vieri e Velluti che diedero il loro contributo alla crescita del Paese.
Nel 1750 l' Imperatore Francesco I di Lorena unisce il Governatorato di Fivizzano al Commissariato di Pontremoli ed il primo Governatore Generale della Lunigiana Granducale fu il Generale Bourbon Marchese del Monte che prese residenza a Pontremoli ma con la successione del Governatore Generale Alessandro Dumesnil i Fivizzanesi ottennero dal "benigno rescritto del Granduca" che il Governatore alternasse la sua residenza sei mesi a Pontremoli e sei mesi a Fivizzano.
Nel 1772 il Granduca Leopoldo II d'Asburgo-Lorena divide la Lunigiana in due Vicariati Maggiori: quello di Pontremoli e quello di Fivizzano, crea un Vicariato minore a Bagnone e due minori Potesterie ad Albiano e Calice. Ma il più grosso Vicariato per dimensione è quello di Fivizzano a cui è stato aggiunta anche la Potesteria di Codiponte. Nel 1786 il Granduca Pietro Leopoldo viene in visita in Lunigiana e il 15 luglio è a Fivizzano ove viene accolto dal Vicario Filippo Cercignani, suoi ministri e notabili. Visita i principali monumenti ed istituzioni e alla sera in suo onore viene data una festa con numerosa orchestra ed illuminato il paese "con torcie alla veneziana" e con "lampanini all'uso di Pisa". Le impressioni che ne ricava sulla Comunità fivizzanese le lascia testimoniate nelle sua "Relazioni sul Governo della Toscana" ove annota "...generalmente parlando, la miglior gente e più quieta, sì del popolo che dei benestanti, è nel Vicariato di Fivizzano".
La parentesi napoleonica tra il 1799 e il 1814 vede in particolare l'arrivo delle truppe Cisalpine e Francesi comandate dal Comandante francese Desportes e l'innalzamento in Piazza del Campo dell'Albero della libertà in data 5 aprile 1799.
Nel dicembre 1790 si alzò in volo il primo globo aerostatico con partenza da Piazza Medicea imbandita a festa e a cui parteciparono più di duemila persone. "La piazza tutta echeggiante di evviva, e di festose acclamazioni presentavano un bellissimo colpo d'occhio più facile ad immaginarsi che a descriversi, ed ispiravano nei cuori anche più ritrosi insoliti moti di giubilo, e di graziose sensazioni. Furono queste raddoppiate sul momento, essendosi felicemente innalzato in aria nello spazio di 5 minuti un grande e vago Globo Aerostatico, spettacolo se non nuovo, almeno non più veduto dai subalpini abitatori della Lunigiana" (resoconto Gazzetta Toscana n. 2 del 08/01/1791)
Nel 1802 il conte Agostino Fantoni (nipote di Labindo) inventò "Una preziosa stamperia" e cioè una macchina per scrivere, che fu la prima o una delle prime (al mondo) a stampare in modo simile a quanto fa una moderna macchina per scrivere. "Ingegnosissima invenzione con cui si è reso caro e memorabile all'Umanità" (dalla lettera di Baldassare Vetri in Pisa 29/5/1802). Alcune di queste lettere che sembrano scritte veramente da una moderna macchina per scrivere si possono vedere e consultare presso l'Archivio di Stato di Reggio Emilia. Le lettere sono impresse con un inchiostro tipo carta carbone; quindi anche in questo esiste un primato: l'uso della prima carta carbone. Quello che è singolare è che il conte Fantoni inventò la macchina per la sorella Carolina diventata cieca. Orbene anche Giuseppe Ravizza, al quale viene comunemente attribuita codesta invenzione, nel 1846 e cioè più di quaranta anni dopo, propagandava la sua invenzione del cembalo scrivano per motivi umanitari cioè per far scrivere i ciechi. Anche Piero Conti un precursore della macchina da scrivere nel 1823 (al quale si era ispirato il Ravizza) reclamava il suo strumento utile ai ciechi. Singolare coincidenza che deve far riflettere sulle origini della scoperta. A favore del Ravizza c'è però il brevetto registrato, a favore del Fantoni oltre alle lettere non c'è nessuna testimonianza poiché la macchina (preziosa stamperia) fu distrutta dagli eredi di Pellegrino Turri, l'ingegnere amico che l'aveva perfezionata.
Il 7 luglio 1810 con il patrocinio della venne inaugurato il teatro progettato dall'architetto Paolo Bargigli, lo stesso che disegnò il Teatro Impavidi a Sarzana; il sipario fu dipinto da Francesco Saverio Salvioni di Massa e Luigi Facchinelli di Verona realizzò gli scenari. Il teatro di forma ovale aveva seicento posti a sedere con cinquanta palchi divisi in tre ordini. Il teatro rovinò poi con il terremoto del 1920, e successivamente l'edificio fu abbassato e diviso per far posto ai locali di una banca e ad un cinema che rimase attivo fino a fine anni '70.
Nel 1810 a seguito del decreto imperiale che sopprimeva i conventi, anche il Convento dei Frati Francescani che era dove è ora l'Ospedale fu chiuso come pure la relativa chiesa. I frati vi ritornarono solo dopo la Restaurazione e vi rimasero fino all'anno 1892 allorché il convento venne adibito ad ospedale. Della relativa Chiesa dei Frati Minori non vi è rimasta traccia in quanto distrutta dal terremoto del 7 settembre 1920.
Il 27 giugno 1814 per effetto della Restaurazione e secondo le direttive del Congresso di Vienna viene ripristinato il Vicariato di Fivizzano che passa sotto il Granducato di Toscana retto da Ferdinando III.
Sempre a seguito di accordi presi nel Congresso di Vienna nel 1847 il Granduca di Toscana cedette Fivizzano a Francesco V Duca di Modena nonostante le proteste della popolazione che aveva solide radici e affetti con Firenze. Proteste che portarono al tragico episodio avvenuto nella Piazza Medicea quando le truppe estensi spararono contro un gruppo di dimostranti provocando la morte di due giovani e il ferimento di altri tre. A seguito dei moti del 1848 Fivizzano ritorna sotto il Granducato di Toscana con Leopoldo II che dopo averla visitata, il 6 luglio 1848 la dichiara e la eleva al "rango di Città Nobile". L'anno successivo a seguito degli insuccessi della campagna militare contro l'Austria e con l'aiuto delle truppe austriache ritorna a Fivizzano il duca spodestato di Modena Francesco V. Gli Estensi rimarranno a governare la città ed il suo territorio solo fino al maggio 1859, quando vi fu l'Unità d'Italia.
Nel 1829 iniziarono i lavori per la costruzione "della strada militare che da Reggio di Modena deve andare al mare": Fivizzano considerata da sempre "luogo di mercato" vede realizzarsi un'opera da tempo desiderata e che vedrà la sua ultimazione nell'anno 1833.
Nel 1832 venne aperta da Agostino Bartoli la Tipografia Bartoli & C. dalla quale uscirono opere come "Commentari della Rivoluzione Francese" del 1832 di Lazzaro Papi.
Nel 1835 la cinta muraria fu demolita per far luce ed aria alle case e rimasero in piedi soltanto pochi ruderi, ulteriormente danneggiati dal terremoto del 1920. Ancora visibili nella loro imponenza le tre porte di accesso alla cittadina: la Sarzanese, la Modenese e la Nuova.
Nel 1861 fu fatto un progetto per una linea ferroviaria che doveva unire La Spezia con Reggio Emilia passando appunto per Fivizzano. Il progetto fu illustrato e discusso in Parlamento quando Firenze era capitale d'Italia ma non ottenne l'approvazione dell'Assemblea.
Nel 1883 venne ultimata la strada dell'Alto Circondario, deliberata già dal 1854, che univa Castelnuovo Garfagnana a Fivizzano.
Nel 1895 è la prima cittadina della provincia ad avere l'illuminazione pubblica e privata: venne inaugurato il primo minuscolo impianto a corrente continua. Fu fatta una presa sul Rosaro che portava acqua al primo rotore della centrale idroelettrica di Bocci e Frassinetti, entrambi fivizzanesi.
Nel 1920, come già ricordato, il paese fu colpito da un violentissimo sisma di magnitudo 6.4 sulla scala Richter, con danni riconducibili al decimo grado della scala Mercalli, che causò trenta morti e centinaia di feriti. Le fonti dell'epoca riportano: "Fivizzano non esiste più. Contro Fivizzano località bella e ridente, la brutale forza della natura scagliò colpi furibondi. Non rimase più alcuna casa abitabile e quelle pochissime che restarono in piedi, al di sopra di spessi cumuli di macerie, grazie a un vero e proprio miracolo, riportarono lacerazioni e squarci talmente profondi che alla scossa successiva, nonostante leggerissima quanto a intensità, rovinarono al suolo definitivamente. Tutta la popolazione rimase all'addiaccio, accompagnata in tende di fortuna".
Altri lutti e rovine dovette subire la Città il 13 luglio 1944, quando un devastante bombardamento aereo anglo-americano provocò la morte di trentasei persone.
Ancora durante la seconda guerra mondiale in numerose frazioni fivizzanesi i tedeschi furono oggetto di sanguinosi attacchi che provocarono feroci rappresaglie sulla popolazioni civile, avvenute tutte nel 1944: a Mommio il 5 maggio, a Bardine di San Terenzo e a San Terenzo Monti il 19 agosto 1944, a Vinca fra il 24, il 25 e il 26 agosto e a Tenerano il 18 settembre. Il gonfalone del comune di Fivizzano è decorato con la medaglia d'argento al valor militare e medaglia d'oro al merito civile. Il Tribunale Militare di Roma ha condannato all'ergastolo nove SS, per le loro responsabilità in queste stragi. Il processo è stato avviato in conseguenza del ritrovamento del cosiddetto "armadio della vergogna".
Nel 1982 gli abitanti di Gragnola (fino ad allora exclave del comune di Fosdinovo nel comune di Fivizzano), tramite un referendum consultivo, si dimostrarono favorevoli ad un passaggio dal comune di Fosdinovo a quello di Fivizzano e dopo breve tempo tale passaggio ebbe luogo. Con una popolazione (all'epoca) maggiore di 900 abitanti, tale cessione ebbe grandi ripercussioni nella demografia dei due comuni e attenuò sia il costante calo demografico del comune di Fivizzano che l'importante crescita demografica iniziata negli anni '70 del comune di Fosdinovo per il decennio degli anni '80.
Nell'anno 2001 il territorio a monte di Fivizzano entra a far parte del Parco Nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano.
Il 21 giugno 2013, alle ore 12:33, il comune Fivizzano fu colpito da una scossa di terremoto di magnitudo 5,2 della scala Richter.
Infine nell'anno 2014, poco fuori Fivizzano, dove il paesaggio è dominato da boschi di cerri e castagni viene riconosciuta e fotografata una grande pianta di sughera, segno dei microclimi che regolano le piccole vallate del Comune. Evento raro e singolare la presenza di questa sughera anche in considerazione delle frequenti gelate. Da ricordare il 15 gennaio 1820 quando tutto il territorio fivizzanese, fino a metri 700, fu colpito da una spaventosa ondata di vetro ghiaccio che fece rompere e seccare decine di migliaia di olivi.
Evoluzione demografica
Abitanti censiti
Luoghi di interesse
Architettura civile e religiosa
Chiesa di Santa Maria Assunta di Pognana
Oratorio di San Carlo
Piazza Medicea: la maggiore testimonianza della fiorentinità di questa terra. Al centro della piazza si trova la fontana fatta costruire da Cosimo III De' Medici nel 1683.
Piazza del Marzocco: con al centro la colonna portante il Marzocco così come era in origine. Marzocco che andato distrutto fu sostituito con un Putto, anch'esso scomparso nel bombardamento durante la II Guerra Mondiale. Nei primi anni "70, mancando la colonna, fu messo al centro un San Giovannino in bronzo, dono della città di Firenze. Nell'anno 2007 la statua fu spostata all'ingresso del Museo di San Giovanni e qui ricollocata la colonna con il Marzocco per restare fedeli ai vecchi legami con Firenze. La storia si evince da una pagina del catalogo dell'Ispettorato ai Monumenti di Firenze nell'anno 1895 in cui si dice: "Nel mezzo di un picciol giardinetto che occupa il centro della piazzetta sorge una colonna che porta la data 1582 ed il ricordo di un restauro fattosi nel 1782. Sul capitello della colonna è posto un Putto in piedi con uno scudo nella destra. Codesto putto deve essere evidentemente stato sostituito con il monumento detto il marzocco, insegna della Repubblica Fiorentina, dal quale s'intitolò appunto questa Piazzetta":
Palazzo Fantoni Bononi: fatto edificare da Terenzio Fantoni tra il 1664 ed il 1677 su disegno dell'architetto Carlo Bergamini che fu artefice anche del Palazzo Ducale di Massa. Al piano nobile si trova il salone affrescato con motivi arcadici che ha ospitato personaggi importanti quali: Francesco IV duca di Modena, Vittorio Emanuele I re di Sardegna, Leopoldo II granduca di Toscana. Nei locali al piano terreno è ospitato il Museo della Stampa Jacopo da Fivizzano voluto dai fratelli Loris Jacopo ed Eugenio Bononi nuovi proprietari del palazzo.
Villa La Pescigola: a tre chilometri a nord-est di Fivizzano sulla strada della Garfagnana
Palazzo Benedetti-Chigi: severa ed elegante costruzione del secolo XVI con ingresso dalla centrale Via Roma ove un lungo viale conduce alla nobile dimora costruita nel secolo XVI da Gian Domenico Benedetti di Moncigoli. L'ultima erede di Casa Benedetti sposerà il Conte Carlo Corradino Chigi di Siena che ebbe parte attiva nella Fivizzano del tempo, fu eroe nazionale e mutilato di guerra a Curtatone. Fu Gonfaloniere di Fivizzano e Senatore del Regno d'Italia dal 1860.
Palazzo Coiari: sorge nell'aerea urbana fra Via umberto I e Via del Marzocco con l'ingresso da Piazza Medicea. Di elegante aspetto rinascimentale esso nasce dalla ristrutturazione di tre edifici precedenti avvenuta nella prima metà del "600 da parte della nobile Famiglia Gargiolli Malaspina. Al "700 si fa risalire la costruzione del balcone sopra l'ingresso da parte della nobile famiglia Cojari originaria di Soliera Apuana. È l'unico palazzo della piazza che dopo il terremoto del 1920 ha mantenuto il mezzanino, anche se la gronda in legno all'uso fiorentino è stata sostituita con un cornicione in muratura. Dalla fine dell'Ottocento e per oltre cinquanta anni fu adibito ad Albergo. Questo palazzo assieme a molti altri conferisce a questa città di confine quell'aria nobile, testimonianza di traffici antichi. Nell'angolo del palazzo Cojari presso la chiesa è ancora aperto "Il caffè degli Svizzeri", testimonianza, con il piccolo cimitero "degli svizzeri" sito sulla via di Verrucola, di una comunità svizzera operante qui nel XIX secolo.
Accademia degli Imperfetti: fondata nel XVI secolo, rifondata nel XVII secolo XVII dal medico- ricercatore Pier Carlo Vasoli, fervida e attiva ai primi dell'"800 sulla spinta di Agostini Trombetti Gio Battista che si fece caldeggiatore della costruzione del TEATRO DEGLI IMPERFETTI, inaugurato nel 1807 con i suoi seicento posti a sedere. L’Accademia svolse un’attività teatrale molto intensa e qualificata fino al 1920, quando a causa del terremoto, il Teatro dell’Accademia degli Imperfetti di Fivizzano fu gravemente danneggiato. Nel 1972, con rogito notarile si formalizza la ‘restituzione’ dell’Accademia degli Imperfetti, avvenuta il 26 dicembre 1969, e si ufficializzano gli Statuti: il Consiglio di Amministrazione è detto ‘Governo’, il Presidente ‘Priore’. Il motto è “Comites in amore benigni”, ripreso dal Colophon delle Opere di Virgilio stampate a Fivizzano nel 1472 da Jacopo da Fivizzano, e dai suoi “compagni nello stesso amore”. L’attività dell’Accademia consiste in conferenze, mostre documentarie, esposizioni, e in pubblicazioni monografiche su argomenti umanistici, di storia della cultura, e di storia di Fivizzano. Eccelsa l'attività, in questi ultimi anni, del suo Priore Loris Jacopo Bononi.
Resti dell'antica cinta muraria (eretta nel 1478, con rifacimenti nel 1540 e demolita nel 1835) per dare aria e luce alle case: nel 2014 rimaneva solo una piccola parte dell'antico perimetro, con le tre porte d'accesso poste alle estremità del paese, Porta Sarzanese a sud e Porta Modenese a nord e Porta Nuova ad est.
Cimitero degli Svizzeri: Piccola area delimitata da mura dove la Via Roma sbocca sulla Strada SS 63 e poco lontano dal cimitero urbano. Contiene le tombe di Grigionesi venuti a Fivizzano e a Pontremoli per lavorare nel campo della drogheria-pasticceria e che appartenenti ad una Comunità Evangelica Elvetica non potevano essere seppelliti in un cimitero cattolico.
Una lapide sul muro di cinta apposta nel 1990 cita “ CIMITERO DEGLI SVIZZERI COSTRUITO DA CITTADINI FIVIZZANESI ORIUNDI DELL'ENGADINA CHE STANZIATISI IN FIVIZZANO NEI PRIMI DECENNI DEL SECOLO XIX E BENE INSERITISI NEL TESSUTO SOCIALE PRESTARONO LE LORO CAPACITÀ DI PRODUZIONE E DI COMMERCIO NELLA COMUNITÀ” Nel 1850 è documentato a Fivizzano un certo Gaspare PERL (1807-1872) e più tardi un Tommaso Bonorand tutti e due di Lavin Bassa Engardina. Probabilmente fu GASPARE PERL il fondatore della pasticceria Perli e del Caffè Elvetico in Piazza Medicea. Successore fu Pietro Perli cugino di Gaspare Perl e sua famiglia. La sua vedova Tina Rosler (1820-1887) e il loro figlio Domenico Perli (1850-1902) sono sepolti nel piccolo cimitero, ove si trovano ancora le loro lapidi. Questi artigiani pasticcieri lasciarono verso il 1907 Fivizzano per gli Stati Uniti ove aprirono un caffè drogheria. Lo stabile è comunque in precarie condizioni in quanto l’area cimiteriale fu sconvolta e manomessa durante l’ultima guerra servendo alla sepoltura dei soldati tedeschi. Inoltre verso la fine degli anni 1960 furono asportati fraudolentemente i vasi marmorei posti nei cantonali del muro di cinta. Si è salvato invece il piccolo bassorilievo in marmo rappresentante S. Giovanni Battista posto sopra il cancello di ingresso. Comunque il tutto rimane una bella testimonianza del passato cittadino.
Museo di S. Giovanni: edificio ricostruito dove sorgeva l'antica Chiesa di San Giovanni, distrutta dal terremoto del 1920, fondata nel 1335 dal nonno di Andreola Bosi (la madre di Papa Niccolò V, ) quel Puccio di Duccio della Verrucola Bosi. E' da questa Chiesa che proviene il famoso Parato di fattura rinascimentale fiorentina confezionato nel 1450 per solennizzare la canonizzazione di San Bernardino da Siena voluta da Papa Nicolò V.Il parato è oggi conservato nel Museo del Bargello ove è ritornato nel 1937, venduto con insistenza dagli amministratori comunali del tempo per far fronte alle casse disastrate dopo il forte terremoto del 1920. Il paramento sacro, che è nel suo genere un unicum, fu donato alla chiesa di San Giovanni per intercessione del frate agostiniano fivizzanese Agostino Molari che lo volle lasciare alla chiesa fondata dall'avo materno del Papa Nicolò V.
Nel museo sono conservati manufatti di pregevole fattura visto che era la chiesa usata dal limitrofo Convento degli Agostiniani. Troviamo quindi calici argentei di scuola toscana, antifonari miniati del secolo XIV, busti lignei di santi di fattura rinascimentale, candelieri lignei barocchi, pregevoli paramenti sacri. Nella chiesetta interna c'è poi il monumento funebre in marmo a Leonardo Valazzana che fu l'illustre agostiniano di origini fivizzanesi che lesse dal pulpito della Basilica di Santo Spiritola lettera di scomunica a Gerolamo Savonarola. Egli giace disteso su un letto di libri ed alcuni vi vedono la mano scultorea di Jacopo Sansovino. Ammirevole ancora il dipinto del fivizzanese Stefano Lemmi raffigurante "L'ultima cena" e da non perdere la pala lignea raffigurante San Nicola da Tolentino con in mano un libro e nell'altra un giglio, opera rinascimentale attribuita a Zanobi Machiavelli ricordato dal Vasari come uno dei collaboratori di Benozzo Gozzoli. Sulla pala è scritto il committente un certo BERTULI de ORSELLI de Agnino. Altro dipinto notevole è una tela raffigurante San Filippo Neri ed altri santi in adorazione della Trinità.
Convento degli Agostiniani: ora sede della biblioteca comunale, fu fondato con bolla del 27/6/1391, da fra Giacomo da Montalcino (Fu il secondo convento, in ordine di tempo, costruito dall'Ordine) La costruzione ebbe inizio per volere di Niccolò Malaspina, Signore della Verrucola e di Fivizzano nel 1392. Ai frati eremitani di S. Agostino venne concessa, in tale occasione, l'annessa chiesa di San Giovanni fondata da Puccio di Duccio della Verrucola Bosi nel 1335. Da questo Puccio di Duccio discese Andreola Bosi che fu madre del Pontefice Niccolò V. In una relazione inviata al vescovo dell'anno 1650 si apprende che vi risiedevano sei sacerdoti, un diacono, due conversi ed un servente. Il ricco patrimonio librario si era arricchito intanto anche dalla biblioteca dell'Abbazia di Linari che era stata soppressa nell'anno 1583 con bolla papale di Gregorio XIII. Da questo convento uscirono influenti personaggi. Ricordiamo in primis Agostino Molari che fu tre volte vicario Generale dell'Ordine e diventò poi Sacrista dei Palazzi Apostolici. Fu tramite la sua intercessione se il Parato di Niccolò V a lui donato dalla città di Siena arrivò a Fivizzano. Altro personaggio rilevante uscito da questo convento fu fra Leonardo Valazzana, teologo e gran predicatore. Fu proprio lui che nel 1497 lesse dal pulpito della Chiesa di Santo Spirito la scomunica contro Savonarola. Altro frate che usci dal convento: Alessio Stradella che fu maestro della facoltà di teologia a Roma e per volere del Papa partecipò al Concilio di Trento. Il problema dell'insegnamento pubblico portò nel 1786 alla espropriazione del convento. Infatti il Granduca di Toscana Leopoldo I con suo decreto spossessò i frati, ordinò la ristrutturazione e concentrò in esso le Religiose di vari monasteri, dichiarandolo Conservatorio della Beata Monaca, madre di S. Agostino. Nel 1831 il Vescovo di Pontremoli trasformava il Conservatorio in monastero di clausura sotto il nome di San Benedetto, monastero che poi fu soppresso nell'anno 1866. Nel 1899 il Comune, divenuto proprietario dell'immobile, cedeva il complesso alle Suore Angeliche di San Paolo che lo tennero fino al 1979 destinandolo a Convitto e Educandato. In tale anno il Convento fu rivenduto al Comune di Fivizzano il quale provvide ai restauri del chiostro e delle lunette contenenti una serie di pitture di fine cinquecento di un certo Michele Angelo da Fivizzano. Alle pareti del corridoio sono stati murati i reperti marmorei provenienti dalla vicina Chiesa di San Giovanni, demolita dopo il terremoto del 1920. Al piano terra vi furono trasferiti i numerosi libri della biblioteca civica intitolata all'abate e storico fivizzanese Emanuele Gerini.
Convento del Carmine: situato nella località Colle di Cerignano frazione a poca distanza da Fivizzano, sulla diretrice che unisce il territorio lunigianese alla Garfagnana. Il convento fu edificato nel 1568 su un lascito di Elisabetta di Cerignano il cui figlio Raffaele, entrato religioso carmelitano a Pisa, ne fu il fondatore ed il primo priore. Dopo nemmeno vent'anni dalla fondazione i monaci potevano disporre di una chiesa e di un vero e proprio monastero con chiostro quadrato. Presso il Carmine di Cerignano visse per qualche anno tra il 1660 ed il 1687 il Beato Angelo Paoli di Argigliano, che morì in odore di santità nel 1720 in San Martino de' Monti a Roma dove ricopriva la carica di maestro dei novizi. Dopo circa due secoli di vita il convento carmelitano di Fivizzano fu soppresso per ordine granducale emesso il 4 ottobre 1782. Da allora ha avuto inizio un lungo processo di decadenza, dovuto soprattutto al riuso degli immobili come fattoria. Attualmente, della chiesa, che nel 1675 aveva ben sei altari, non restano che alcune basi di colonne. Si sono invece conservati bene il chiostro ed i vani adiacenti, resi leggibili dai lavori di restauro intrapresi con grande amore dal proprietario dott. Ennio Adreani. Le lunette del chiostro sono state recentemente restaurate sempre dagli eredi della famiglia Adreani e si possono così ammirare gli affreschi del pittore fivizzanese Stefano Lemmi, seguace della scuola bolognese di Guido Reni, che era operante nei primi decenni del Settecento.]
Convento di San Francesco (o dei Frati Minori): Questo convento ha origine assai antica. E’ stato l’ultimo Marchese Malaspina, Spinetta II che nel 1438 fa venire a Fivizzano nella propria casa di campagna, con annesso oratorio dedicato a San Pellegrino, i frati zoccolanti . Cresciuti di numero per ammissione di altri confratelli provenienti da una terra in quel di Prato, essi intrapresero la costruzione di una chiesa con relativo convento su quell’amena collina alberata in vista del paese e che porta in Emilia. La chiesa fu ultimata nell’anno 1517 con le offerte dei privati ed il concorso del comune. Le principali famiglie nobili si riservarono poi apposite sepolture negli ambulacri del convento e nella chiesa stessa. In un inventario redatto nel 1808 si evince che per l’altare della Assunzione di Maria vi era sopra un giuspatronato delle famiglie Gargiolli, Magnani, Battini. L’altare della Pietà era di giuspatronato del sig. Giulio Rossi. L’altare dell’Epifania con arredi e mobili era della famiglia Benedetti e l’altare della S.S. Annunziata apparteneva alla Sig.ra Felice Adami abitante in Pescigola.
Rispettato nella prima ventata abolizionista del 1808, due anni dopo il cenobio venne compreso tra quelli destinati alla soppressione generale, ordinata da Napoleone, nell’ambito del Dipartimento di Genova e Alpi Marittime. Pertanto i religiosi, che fino ad allora vi avevano svolto proficuamente la loro missione, dovettero abbandonare la propria dimora, la quale, con la chiesa, fu ridotta a vari usi (anche doganali). Un Documento nella busta n. 327 dell’Archivio di Stato di Massa datato 9 aprile 1812 riporta le assegnazioni dei beni del soppresso convento che confluirono in chiese del comune: La prepositura di Fivizzano ebbe l’altare in marmo, Cerignano ebbe l’altare maggiore con lo stemma malaspiniano dello spino fiorito, Posara ebbe un confessionale in macigno dorato con lo stemma dei Cavalcani, Spicciano ebbe una campana che spezzatasi, fu ritirata nel 1892 per conservarla nel Museo di San Marco in Firenze. Ad Arlia un quadro di S. Antonio, A Ceserano il quadro dell’Annunziata, a Pognana un quadro di S. Giuseppe, ad Agnino un quadro di S. Francesco, a Magliano un quadro di S. Giacomo, a Debicò il quadro di S. Margherita da Cortona, a Codiponte il quadro di Gesù Morto, a Moncigoli il quadro di S. Martino, a Soliera un quadro di S. Franceso, a Monte dei Bianchi un quadro di Santa Elisabetta, a Casola in Lunigiana il quadro di San Pietro, a Mommio il quadro dell’Ascensione, a Gassano un altare in pietra, a Offiano un altare in marmo, a Colla una statua di S. Francesco in marmo, a Comano un quadro di S. Rocco, a Collegnago La vergine, San Francesco e Santa Chiara statue in gesso, a Fivizzano ancora un altare in legno.
Nel 1815, alla restaurazione, i Francescani rioccuparono il convento e vi rimasero fino al 1866 quando avvenne lo sfratto voluto dal Nuovo Regno Italico che ebbe esecuzione l’ultimo giorno del mese di dicembre. Ad accrescere l’amarezza dei frati contribuì anche l’ostilità settaria nei loro confronti, specialmente da parte della classe dirigente (in odore di Massoneria, nella città vi erano due cellule). Uno scrittore ottocentesco registra quali sentimenti nutrissero verso i minori francescani gli amministratori della cosa pubblica. Costoro, poco dopo l’allontanamento di quelli, si recarono in convento. Fattasi preparare una lauta cena, la consumarono nel refettorio. Chi occupò il posto di guardiano, chi quello del vicario, e così via con un certo ordine gerarchico, parodiando e mettendo in ridicolo regole e costumanze monastiche. Ma i frati caparbi tornarono nella loro sede ancora due volte: la prima, si fermarono dal 1869 al 1884; la seconda, per breve tempo, quando, riaffacciatosi il colera nel 1884 furono pregati di assistere i degenti del lazzaretto, come avevano già fatto nel 1835. L’espulsione definitiva avvenne nel giugno 1892 quando il Convento e la Chiesa passarono, per gratuita concessione, in proprietà del Comune. Forse fu in quella occasione che i frati, per tradizione orale, lanciarono il famoso anatema su Fivizzano a cui si fa riferimento per spiegare il successivo degrado economico del capoluogo. Scacciati, i frati trovano ospitalità in una casa di una pia famiglia di Caugliano: i Signanini. Ma il padre superiore della comunità era assillato dal pensiero di trovare un sito adatto alla costruzione di un convento, poiché era sua ferma intenzione di non abbandonare la Lunigiana. Riuscì infine a trovarlo nell’area immediata al santuario della Madonna dei Colli, che sorgeva solitaria alla sommità di un’altura in quel di Soliera Apuana, poco più a sud di Fivizzano. (Ricavo queste notizie dal libro “ Ritratti e paesaggi di Lunigiana di Giovanni Petronilli) Ritornando al convento e alla sua chiesa esso divenne , dal 1892, sede dell’ancora attuale sede ospedaliera. L’antica chiesa, la cui facciata era dove è ora l’ingresso cancellato ai giardini dell’ospedale, fu distrutta interamente dal terremoto del 1920. Le tombe che erano nel chiostro, fra cui anche quella dei Fantoni, sono state rimosse e le ossa tutte accatastate nella fossa unica accanto alla graziosa chiesina, costruita di nuovo dopo il terremoto in stile neo-gotico, che reca nell’ala esterna lapidi e scudi gentilizi: quel poco che è rimasto della sua antica gloria. Parte della biblioteca, il fondo antico del convento di S. Francesco, andò a far parte della biblioteca del seminario vescovile di Pontremoli ma 205 libri presero la via di Sarzana. I restanti libri confluirono nel Convento di Soliera Apuana, la cui ricca raccolta di circa 12000 volumi fra cui 4 incunamboli e 200 cinquecentine sono ritornati, alla chiusura di questo convento avvenuta nell’ottobre del 2000, nella casa madre di Firenze ed una parte sono stati portati nella locale biblioteca Emanule GERINI. Ma ancora altri libri rimasti nell’ex convento francescano di Soliera necessitano di avere una giusta collocazione nella nostra biblioteca comunale, come è giusta speranza.
Mulino di Arlia
Fortezza della Verrucola
Castel dell'Aquila di Gragnola
Borghi storici
Centro storico di Gragnola
Borgo di Equi Terme
Borgo di Vinca
Borgo di Monzone
Pieve di Viano
Terme sulfuree con stabilimento termale ad Equi Terme.
Sassalbo con Orto botanico dei Frignoli
Cerreto Laghi (piste sciistiche)
Borgo di Mezzana e paesaggio
Giro panoramico sulla Lunigiana e sulle Alpi Apuane se si visita il borgo di Agnino.
Chiese ed edifici religiosi
Chiesa di San Gimignano di Alebbio
Convento degli Agostiniani
Chiesa di San Venanzio di Cerignano
Oratorio della Madonna
Chiesa di San Pietro
Chiesa dei Santi Jacopo e Antonio
Oratorio di San Carlo
Chiesa di Santa Margherita (Verrucola dei Bosi)
Chiesa di San Michele Arcangelo
Chiesa di Santa Maria Assunta di Pognana
Chiesa di San Terenzio
Pieve di San Paolo
Chiesa di Santa Maria Assunta di Pognana
Resti della protoromanica Chiesa di Santa Elisabetta a Verrucola
Pieve di San Martino
Chiesa di Sant'Andrea di Vinca
Chiesa di San Colombano di Canneto, dedicata al santo missionario irlandese, sorta sui resti di un monastero longobardo fondato dai monaci di Bobbio
Chiesa di San Colombano di Posara, anch'essa come per la precedente sorta sui resti di un edificio antico
Chiesa dedicata a Santa Maria Maddalena, in Moncigoli
Oratorio dedicato alla Madonna della Tosse, in Moncigoli
Monastero di San Michele Arcangelo, Monte dei Bianchi
Convento e chiostro dei Carmelitani a Cerignano
Cultura
Feste, fiere e sagre
Venerdì Santo: "Solenne processione del Cristo Morto".
25 aprile Fiera delle merci Soliera Apuana
giugno: "Sapori", rassegna enogastronomica presso l'antico ostello degli Agostiniani e in tutto il centro storico
Seconda domenica di luglio: "Disfida tra gli arcieri di Terra e Corte", manifestazione storica e folkloristica.
15-25 agosto: "Sagra della pattona", piatto tradizionale, nella frazione di Agnino
settembre "Fivizzano music world", manifestazione estiva di musica, trasmesso dalla Rai in prima serata. Ultima edizione realizzata nel 2004.
sempre a settembre di ogni anno si svolge la ormai famosa manifestazione di TANGOWORLD con partecipanti da ogni parte d'Italia e dall'estero. (iscrizioni:http://www.tangoworld.it/sezioni_html/lng/_id/386)
Domenica successiva al 9 novembre: "Fiera di San Martino" con rassegna del vino nuovo.
23-25 dicembre: "Rappresentazione della Natività" nelle Grotte di Equi Terme.
Gastronomia
Pattona, impasto di farina dolce di castagne, avvolto in foglie di castagno e cotto in forni a legna.
Carsenta: dolce tipico fivizzanese a base di frutta secca e semi d'anice.
L'Elisir di China: liquore della antica Farmacia Clementi. Nasce nel 1884, nel 1911 ottiene il massimo riconoscimento all'esposizione agro-industriale di Roma.
Persone legate a Fivizzano
Fra le persone legate a Fivizzano si ricordano:
Andreola Bosi della Verrucola che fu madre di Papa Niccolò V
Anna Maria Adorni, (1805 - Parma 1893) beata.
Adolfo Bartoli (1833-1894), letterato.
Amedeo Benedetti, scrittore.
Agnini Antonio- (secolo XVIII) celebre giureconsulto
Agostini Trombetti Gio.Battista (1757-1824) - accademico imperfetto fu promotore della costruzione del Teatro omonimo.
Andreani Camillo di Monaldo (Fivizzano 1611- Velletri 1687) - pittore allievo di Guido Reni e Cavaliere di Santo Stefano.
Andreani Monaldo (Fivizzano +1567) giurecolsulto
Andreani Silvio (Fivizzano 1861- Fivizzano 1927) Storico locale, fu sindaco della città.
Angeli Michele (fraz. Mazzola 1812- 1883) letterato, medico ed insegnate ginnasiale.
Barani Guido (Fivizzano 1914-Cieolo Mediterraneo 1942) capo equipaggio di aerosiluranti, caduto in azione di guerra, decorato con due medaglie d'argento.
Barberi Leopoldo (Fivizzano 1809-Fivizzano 1884) Medico, Confaloniere, Podestà, morì per curare i colerosi del 1884.
Bassignani Umberto (Fivizzano 1878- Lerici 1944) Scultore, suo è il Monumento al milite in Piazza Garibaldi e suo è il busto del poeta Labindo.
Battaglia Francesco (1783- ?) dilettante di musica, appassionato di teatro. Scrisse diario sulle vicende fivizzanesi del 1810-1811
Battini Costantino (Lerici da padre fivizzanese 1757- 1832) vestì l'abito dei Servi di Maria, fu teologo a Cortona, archeologo e numismatico. Rettore poi del seminario di Cortona Indi ebbe la cattedra di teologia all'università di Pisa; fu maestro di Gino Capponi e Giambattista Niccolini . Divenne poi Generale del suo Ordine. Fu caro ai pontefici Leone XII, Pio VIII e Gregorio XVI.
Battini Domenico (Fivizzano 1753 - Siena 1799) Medico, docente di medicina all'Università di Siena.
Battini Niccola (?- 1762?) - notaio e Podestà di Codiponte. Fin dal 1696 iniziò un diario sulle vicende fivizzanesi
Battistini Giuseppe (Fivizzano 1881- Milano 1951) ricercatore, pioniere della fotografia.
Benedetti Generoso (Quarazzana 1812-1899) Francescano e poi prete a Quarazzana. Uomo colto fu in carteggio con letterati come Pietro Giordani e Silvio Pellico.
Bianchi Andrea di Gregorio (Fivizzano 1658-1721) Dottissimo giureconsulto, cavaliere di Santo Stefano, Governatore di Sassuolo, Brescello e Reggio.
Borni Antonio (secolo XVII) Giureconsulto e vescovo di Castro
Borni Scipione (secolo XVI) Giureconsulto, auditore della Rota civile di Bologna e poi Capitano della stessa città.
Casani Alessio (Fivizzano 1491-1570) Agostiniano, dottore in teologia, memorialista.
Cavalcani Ortensio (Fivizzano 1558- Firenze 1623) Giureconsulto, scrittore, auditore della Rota di Genova e Siena. Giudice della Rota di Firenze.
Fantoni Terenzio (Fivizzano 1613-1687) Famoso giureconsulto, Ministro del Granduca Cosimo III, Promotore della lotta contro la tortura nei processi.
Francia (secolo XVI) celebre pittore
Ghirlanda Agostino (?-1588) Pittore in Massa presso il cardinale Innocenzo Cybo e poi a Lucca ove "rese un lavoro come Tiziano". Dipinse anche nel Camposanto monumentale di Pisa(Due quadri rappresentanti la regina Ester) . A Lucca lasciò nell'Oratorio della Confraternita di S. Maria Maddalena una gran tavola con la propria firma "Agostino Ghirlanda da Fivizzano".
Ghirlanda Giovanbattista (Fivizzano 1511-1584) Ottimo pittore
Ginesi Antonio (Luscignano 1791-Barcellona 1824) Architetto insigne, lavorò a Barcellona
Lemmi Bernardino (secolo XVII) Pittore
Lemmi Stefano (Fivizzano?-m. 1730) Ottimo pittore seguace della scuola di Guido Reni. Operò a Carpi, Massa, Fivizzano. Suo è il progetto del grottesco con il zampillo centrale della Fontana Medicea.
Molari Agostino (Fivizzano 1526-Roma 1595) Agostiniano, sacrista dei Palazzi Apostolici, confessore di più Pontefici.
Morotti Giuseppe (secolo XIX) Cappellano della parrocchia di Fivizzano, ha compilato Gli Alberi Genealogici di tutte le Famiglie di Fivizzano (Prima in Archivio parrocchiale ora negli Archivi Parrocchiali accentrati in Aulla presso San Caprasio)
Sandro Bondi, politico, ex Ministro dei Beni culturali e coordinatore del Popolo della Libertà.
Loris Jacopo Bononi (1929-2012), medico, poeta, scrittore e umanista.
Armando Carini, attore
Borgnino Cavalcani, (1531-1607) legista, scrittore, canonico e vicario diocesi di Pavia
Carlo Corradino Chigi Benedetti (Siena 1802-Fivizzano 1881), patriota e uomo politico; governatore dell'Isola d'Elba; fu colonnello a Curtatone e Montanara ove perse, in pieno combattimento, la mano destra ed il braccio. Nel 1860 fu nominato senatore
Giancarlo Cimoli, ex amministratore delegato di Alitalia.
Carlo Del Prete, trasvolatore italiano.
Giovanni Fantoni, poeta arcade, in arte "Labindo".
Luigi Fantoni, (1749-1808), storico regionale, accademico georgofilo
Terenzio Fantoni, (1613-1687), giureconsulto, fu ministro del Granduca di Toscana Cosimo III
Giovanni Gargiolli, (1838-1913) pioniere della fotografia, inventore del teleobiettivo, fondatore del Gabinetto Fotografico Nazionale.
Girolamo Gargiolli, letterato.
Alessandro Gaudenti, Campione del Mondo Tiro con L'arco nudo specialità Hunter Field 1994.
Emanuele Gerini, (1777-1836), storico, primo ricostruttore dell'albero genealogico dei Malaspina.
Jacopo da Fivizzano della famiglia Honorati o Onorati; tra i primi tipografi d'Europa
Antonio Ginesi (1791 - Barcellona 1824), Architetto insigne e scrittore. Lavorò a Barcellona
Spinetta Malaspina, (Verrucola di Fivizzano 1281-Fosdinovo 1352), detto Spinetta Il Grande, feudatario, condottiero e amico di Cangrande della Scala Signore di Verona.
Giovanni Manzini da Motta, uno dei primi critici della Divina Commedia
Agostino Molari, nato nel 1526, Principale dei Frati Agostiniani in Roma e sacrista dei Papi Gregorio XIII e Clemente VIII
Odoardo Linoli:(1801-1884), Medico.
Alcide Pedretti, eroe della Seconda Guerra Mondiale. Medaglia d'oro alla memoria.
Amelia Sarteschi Calani Carletti, scrittrice e patriota
Alessio Stradella, agostiniano, vescovo a Nepi dal 20/7/1575 alla sua morte del 27/8/1580 e zio del musicista e compositore Alessandro Stradella.
Giovanni Talentoni (1542-1617), filosofo e dantista, insegnò logica a Pisa ove ebbe per allievo Galileo Galilei
Denis Verdini, politico
Teofilo Bertoli (Firenze 1826-Fivizzano 1892). Pittore e cesellatore. La sua arte è rappresentata dalla lampada votiva in argento e smalto della Prepositurale di Fivizzano.
Orlando Tonelli (n. 10/08/1881 + 7/6/1952). Autore del libro "Colibrì una strada per la Caienna" vincitore, nel 1994, del premio "Diario Italiano" organizzato da Archivio diaristico nazionale.
Pier Carlo Vasoli (1663-1743). Di lui la Biblioteca civile di Fivizzano conserva un prezioso Erbario con le piante di Lunigiana.
Infrastrutture e trasporti
Strade e autostrade
Fivizzano si trova lungo la strada statale 63 del Valico del Cerreto. Il territorio comunale è inoltre attraversato dalla strada statale 445 della Garfagnana, che, attraverso la Foce dei Carpinelli, collega la valle dell'Aulella con la Garfagnana, e dalla strada statale 446 di Fosdinovo, che parte da Massa, attraversa Carrara e termina nella statale 63 presso Soliera.
Il servizio di trasporto pubblico è garantito con autocorse svolte dalla società CTT Nord.
Il casello autostradale più vicino è quello di Aulla sull'Autostrada A15.
Linee ferroviarie
Nel territorio comunale di Fivizzano sono presenti cinque fermate lungo la linea ferroviaria Aulla - Lucca, denominate Fivizzano - Rometta - Soliera, Fivizzano - Gassano, Gragnola, Monzone - Monte dei Bianchi - Isolano ed Equi Terme.
Le stesse sono servite dalle corse svolte da Trenitalia sulla ferrovia Lucca-Aulla, nell'ambito del contratto di servizio con la Regione Toscana.
Amministrazione
Classificazione sismica: zona 2 (sismicità medio-alta), Ordinanza PCM 3274 del 20/03/2003
Classificazione climatica: zona E, 2283 GR/G
Diffusività atmosferica: media, Ibimet CNR 2002
Gemellaggi
Steinhagen
Note
^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2010.
^ "Lunigiana la terra del Sole" di Rino Barbieri - PILGRIM Edizioni ISBN 978-88-95569-30-7
^ http://it.cathopedia.org/wiki/Canonici_Regolari_di_Sant'Antonio_di_Vienne
^ da resoconto del Conte Luigi Fantoni
^ Gruppo Storico Fivizzano Home Page
^ Typewriter: TESTIMONIANZA INEDITA http://scrivevo.blogspot.it/2012/01/typewriters-le-macchine-per-scrivere.html
^ da Pietro Tedeschi - Fivizzano nella Storia
^ http://static.repubblica.it/iltirreno/PDF/Sant%27Anna/BardineSanTerenzo.pdf
^ Roma, condannate all'ergastolo 9 Ss "Responsabili delle stragi in Toscana del '44" - cronaca - Repubblica.it
^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
^ Wizard
^ www.palazzofantonibononi.it Sito del Palazzo Fantoni Bononi
^ VILLA PESCIGOLA: http://www.villapescigola.com/home-ita.html
^ http://www.carminelunigiana.it/storia.html
^ “Sapori” 2012, mostra mercato dei prodotti tipici e "Voler bene all’Italia" a Fivizzano (Massa-Carrara)
^ http://www.chinaclementi.it/main.html
^ Libri e destini di Loris Jacopo Bononi- Accademia degli Imperfetti- Maria Pacini Fazzi editore-Lucca isbn8872464463
^ Giovanni Manzini in Dizionario Biografico – Treccani
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Collegamenti esterni
Dizionario Geografico Fisico della Toscana