Ruderi di Cirella
Le prime attestazioni umane a Cirella risalgono al Paleolitico Superiore: reperti fossili e litici rinvenuti durante i lavori di scavo nei pressi della stazione ferroviaria. Secondo Plinio il Vecchio, Cirella sarebbe stata dotata di un ampio porto ad opera dei Focesi (colonia greca dell'Asia Minore), tra il 600 e il 550 a.C., cui si successero i Lucani e i Bruzi. In epoca romana, Cerillae si distinse per aver preso parte alla Battaglia di Canne (216 a.C.), nel corso della Seconda Guerra Punica. La Cirella costiera, sopravvisse alla furia cartaginese, fu anche sede vescovile e cessò di esistere solo nel IX secolo, a seguito delle incursioni saracene. Fu allora che gli abitanti abbandonarono la costa e cominciarono la costruzione del nuovo centro sulla collina, a 172 metri sul livello del mare, nel luogo dove ancora oggi si trovano ruderi di Cirella Vecchia: una città murata, con castello baronale dotato di carcere (costruito dal Principe Carrafa), cui si accedeva tramite tre porte. Entro le mura c'erano due chiese: la Chiesa di San Nicola Magno (Chiesa Madre) e e la Chiesa di Santa Maria della Neve; fuori le mura, la Chiesa dell'Annunziata e il Convento di San Francesco di Paola, con annessa la Chiesa di Santa Maria delle Grazie. Nel XVIII secolo, con l'avvento del ducato dei Catalano-Gonzaga, si tornò allo sviluppo della zona costiera e allo spopolamento del sito in collina. L'abbandono definitivo del sito si ebbe in epoca napoleonica, a seguito dei bombardamenti tra francesi e inglesi. Nel 1876, il Governo del Re ingloba Cirella Vecchia all'attuale territorio di Diamante.