Destinazioni - Comune

Cornaredo

Luogo: Cornaredo (Milano)
Cornaredo (Curnarè in dialetto milanese) è un comune italiano di 20.301 abitanti della provincia di Milano, in Lombardia. Etimologia Il toponimo Cornaredo ha attestazioni molto antiche riconducibili con tutta probabilità al IX secolo. Su tale nome, ad ogni modo, si sono sviluppate differenti teorie: Nell'antica chiesa dell'attuale frazione di San Pietro all'Olmo si trovava un affresco raffigurante San Pietro con la rete da cui la dizione latina di Sanctus Petrus cum rete che avrebbe dato origine ai due borghi confinanti di San Pietro e Cornaredo. Il nome Cornaredo nello specifico sarebbe da ricondursi al termine "cum rete" che in dialetto locale viene tradotto "cun la ret" da cui il moderno Cornaredo. Derivazione da "Cornarjetum" (Cornioleto) ossia terreno coltivato a cornioli cioè arbusti che crescono specialmente nella radure boscose: da questi arbusti si ottiene un legno molto duro adatto a lavori di tornio. Derivazione da un'antica leggenda popolare secondo la quale in Cornaredo era un tempo presente un mattatoio che riforniva carne a Milano: i bovini giungevano vivi in paese e venivano macellati e rispediti ai milanesi, i quali controllavano l'esatto numero di capi macellati contando le corna degli animali che venivano restituite. In latino restituire le corna è indicato con cornua redo. Nei documenti antichi il comune viene indicato con diverse dizioni: Corneletium, Cornalete, Cornalede, Cornioletum, Cornarjetum, Cornalietum, Cornaleto, Cornalede e Cornaré. Storia Il nucleo più antico dell'attuale comune di Cornaredo è la frazione di San Pietro all'Olmo, posta lungo l'antica via ad Vercellas. L'area, fin dal Medioevo, era ricca di notevoli risorse agricole: coltivazioni a cereali, pascoli, vite e diversi allevamenti di suini e piantagioni di gelsi per il baco da seta. Verso la fine dell'Ottocento, l'economia del paese ebbe una svolta che modificò notevolmente il suo aspetto. Il primo fine settimana di settembre è sinonimo di festa del paese, in memoria della consacrazione della chiesa parrocchiale, dedicata ai santi Giacomo e Filippo. La fondazione Cornaredo è un paese nel pieno centro della Lombardia che in origine era abitato da due comunità ben distinte: il capoluogo Cornaredo e la frazione di San Pietro all´Olmo, entrambe accerchiate da alcune cascine. La storia delle due comunità è sempre stata molto differente dai punti di vista della cultura, del sociale e di quanto riguardava la coltivazione dei campi. L´esistenza di Cornaredo è certa da prima dell´894, poiché a quella data viene ricondotta una pergamena in cui si cita la località Cornalede. L´antica chiesa di Cornaredo, dedicata a S. Ambrogio, era già stata elevata al rango di parrocchiale nel XIII secolo, mentre il tempio dedicato a San Pietro, era adibito sin dal 1100 ad edificio di culto della comunità di Canonici Regolari di S. Agostino, che rimasero a San Pietro all´Olmo, fino alla fine del XV secolo. Il Ducato di Milano In questo arco di tempo, Cornaredo vide diversi avvicendamenti delle famiglie locali, poiché tutti coinvolti nella battaglia per la supremazia di Milano. I Della Torre e i Visconti si confiscavano a vicenda le terre cornaredesi, seguendo da molto vicino ciò che accadeva alle due casate nelle vicende legate alla Signoria di Milano. In questo periodo si hanno esempi della cacciata dal territorio cornaredese di famiglie che parteggiavano per i Torriani e non per i Visconti: è il caso degli Zavattari, ai quali venne intimato di non mettere più piede a Cornaredo. Al contrario, la casata filo-viscontea dei Balbi, ebbe maggior fortuna su tutto il territorio comunale. I Balbi erano titolari di un beneficio sotto il titolo di Sant'Apollinare, istituito nella loro chiesetta di Santa Maria (ora chiamata Sant'Apollinare), nella quale un esponente della famiglia, Federico Balbi, ha lasciato un ricordo, poiché il suo nome figura sulla campana della chiesa come committente. Nel paesino di San Pietro possedevano un molino e nei pressi Favaglie San Rocco fecero edificare una residenza dove ricevere gli ospiti. Poco distante possedevano un altro edificio, che a partire dal XVI secolo, divenne una sede della stazione di cambio dei cavalli, utilizzati per scambiare i messaggi postali. Questa strada postale è che l´antica strada Novariensis, che gli Antichi Romani avevano costruito per collegare la Porta Vercellina di Milano a Novara, Vercelli e Aosta. Anche la famiglia Visconti possedette un castello a Cornaredo, che servì come rifugio temporaneo dei cornaredesi durante le scorrerie delle bande di barbari, che nel IX secolo portarono scompiglio all'interno della pianura padana. Il castello venne ceduto (1399) da Luchino Novello Visconti alla Certosa di Garegnano, per contribuire alle spese dei lavori di costruzione del monastero milanese. Intanto, sulla scena cornaredese, si affacciavano i Dugnani, che nel Cinquecento, risultavano essere i maggiori proprietari terrieri, superando addirittura la canonica di San Pietro. Per un paio di secoli i Dugnani furono gli antagonisti dei Serbelloni, famiglia inseritasi nelle vicende cornaredesi a seguito del matrimonio tra Giovanni Serbelloni ed Ottavia Balbi. Sono memorabili gli scherzi che si facevano i contadini alle dipendenze delle due casate, come arare i sentieri di accesso ai terreni oppure scavale nel terreno dissotterrando quanto piantato. Nel 1672 Gerolamo Dugnani acquistò il feudo di Cornaredo che i governanti spagnoli avevano messo in vendita. Con il titolo di Conte, il Dugnani aveva acquisito anche il diritto di amministrare la giustizia sul territorio cornaredese. Per svolgere questi compiti, aveva assoldato due bravi, uno dei quali una sera sparò ad un contadino del Conte Serbelloni. Fortunatamente, tale Ambrogio, non era dotato di buona mira e mancò il bersaglio, ferendo un bue che stava vicino al contadino. Questi scherzi terminarono soltanto nel 1740 grazie all'intervento di Maria Teresa d'Asburgo, che incaricò un marchese di ristabilire un'amicizia tra le due parti. Dal canto loro, i Serbelloni furono protagonisti di molte battaglie, distinguendosi anche nella famosa battaglia di Lepanto (1571), in cui Gabriele Serbelloni si meritò la qualifica di trionfatore di Selim II. In quella circostanza, egli si era trovato al comando della flotta navale messa a disposizione dal Papa Pio IV, suo cugino. La chiusura della canonica Sul finire del XV secolo, a San Pietro all´Olmo, la canonica agostiniana aveva chiuso i battenti. La crisi vocazionale che investì l´ordine, non risparmiò l'abbazia, che si trovò senza canonici. La Santa Sede decise così di trasformare la sede della prepositura in Abbazia commendata, il cui l'abate non era un capo spirituale, ma alto prelato che usufruiva delle rendite che i terreni producevano. Per circa tre secoli si assistette di molti abati, fino a quando Giuseppe II confiscò tutte le proprietà dell´Abbazia commendata, nel 1788. Sulla scena sampietrina si affacciarono così i Villa, famiglia nobile di Desio. All'inizio dell´Ottocento, i Gavazzi installarono il primo opificio e realizzarono un massiccio intervento edilizio che costruì nuove abitazioni, in seguito all'aumento di popolazione che si stava registrando. L'ascesa della famiglia Ponti Mentre a San Pietro all´Olmo si stava cambiando parecchio, a Cornaredo si registrava ancora la situazione delle contese tra i Serbelloni ed i Dugnani, questi ultimi un po' spenti per aver perso il titolo nobiliare dopo la venuta in Italia di Napoleone Bonaparte. Per un rinnovamento profondo, Cornaredo dovrà attendere l´arrivo di Andrea Ponti, un industriale cotoniero del gallaratese. Nel 1861, Giuseppe Serbelloni Sfondrati aveva stipulato con Andrea Ponti un mutuo di circa un milione di lire. Alla sua morte (1866), la contessa Maria Crivelli Serbelloni, non avendo denaro per risarcire il Ponti, si accordò con lo stesso, facendogli accettare una quantità di case e terreni che il marito le aveva lasciato, pari alla cifra pattuita. Grazie a questo accordo, Andrea Ponti si trovò proprietario della metà del territorio comunale. Grazie all'avvento del Ponti, molti sforzi vennero indirizzati al campo agricolo e sociale, poiché egli introdusse metodi innovativi per quel tempo, alleviando molto delle fatiche degli agricoltori. Si impegnò inoltre attivando scuole ed asili. Alla sua morte, avvenuta nel (1888), il consiglio comunale gli dedicò una seduta straordinaria per elogiarne la figura di benefattore. Al padre, subentrò ben presto Ettore Ponti, il quale proseguì le opere paterne, fondando a Cornaredo la Famiglia Agricola, un'associazione con molteplici finalità, tra le quali una cooperativa di consumo, una di mutuo soccorso, un forno sociale, una latteria sociale e molto altro altro ancora. Venne successivamente eletto deputato del Parlamento e dal 1905 al 1909 ricoprì la carica di Sindaco di Milano. Ettore Ponti, morì improvvisamente nel 1919 e sua moglie lasciò ai contadini cornaredesi ogni diritto sulle case e sulle terre che lavoravano: in pochi anni sparì la grande proprietà terriera, che venne sostituita da piccoli proprietari. Anche a San Pietro all´Olmo ci furono diverse iniziative dei Ponti, la più importante delle quali fu il gamba de legn, una linea di tram che collegava Milano a Magenta e Castano Primo. La vicenda dello stemma Questo documento rimarca che lo stemma non ha alcuna giustificazione storica, in quanto stemma parlante. Chi lo disegnò nel 1882, volle raffigurare l´apostolo Pietro e l´ulmus per la frazione di San Pietro all´Olmo e un bue per il capoluogo Cornaredo, dato che vi erano diversi allevamenti bovini nella zona (non senza dimenticare che la radice del nome era "corna-", non immediatamente riconducibile al fatto che le "corna" sono presenti anche sulle cornacee, famiglia di piante a cui appartengono i cornioli). Eventi e manifestazioni La festa patronale di Cornaredo, cade la prima domenica di settembre e comprende un ciclo di manifestazioni, che si svolgono nell'arco di tempo che va dalla settimana precedente la festa alla settimana seguente, che si chiudono con uno spettacolo pirotecnico, che ogni anno chiama decine di migliaia di persone dalle zone circostanti. Durante il periodo della festa, nel parco stazionano le giostre. Nei giorni più caldi della festa, vengono aperte manifestazioni con cabaret e spettacolo, l'associazione Amici del Cortile ospita alcuni stand culinari, non senza una dose di musica e alcuni spettacoli serali di cabaret in dialetto milanese. Tra sabato e domenica ha luogo nella palestra delle scuole medie, la mostra di modellismo e plastici di treni; mentre il culmine dei festeggiamenti è rappresentato dalla solenne celebrazione della messa domenicale, nella memoria della consacrazione della chiesa parrocchiale. La consacrazione e dedicazione della chiesa sono il motivo per cui la fiera di Cornaredo si svolge la prima domenica di settembre, dato che il Cardinal Ferrari, che consacrò la chiesa nel novembre del 1906, dispose che la festa del paese venisse celebrata la prima domenica di settembre (tradizione che comunque sembra risalire a tempi ben più antichi). Il lunedì mattina della festa, ha luogo la caratteristica e tradizionale fiera agrozootecnica, che chiama da diverse località alcuni allevatori, i quali espongono bestiame di diverso genere. Nel frattempo per le vie del paese hanno luogo due diverse processioni: la domenica sera viene portato in processione il Santissimo Sacramento, mentre il lunedì sera la statua dell'Immacolata, percorre le vie del paese portando la sua benedizione. Non meno importante è la celebrazione in ricordo dei fedeli defunti, che ha luogo il lunedì mattina ed è celebrata da tutti i sacerdoti nativi del paese. La tradizione popolare vuole che ogni lunedì sera della festa, il tempo sia piovoso fino all'uscita della Madonna dalla chiesa; il temporale cessa nel momento in cui il carro varca il portone e torna a scatenare la sua ira solo nel momento in cui la Vergine ritorna in chiesa. Anche se si tratta di tradizione popolare, va anche detto che negli ultimi 6 anni il cielo è sempre stato coperto e ha sempre piovuto prima e dopo la processione, che ha sempre avuto luogo. Gli edifici religiosi Chiesa parrocchiale di Cornaredo La chiesa parrocchiale principale del paese, è dedicata ai santi apostoli Giacomo e Filippo. La fondazione della chiesa risale probabilmente all'epoca medioevale, dal momento che già risulta elencata nel Liber Notitiae Sanctorum Mediolanensis di Goffredo da Bussero come sottoposta alla Pieve di Nerviano, passando però nel 1602 a quella di Rho. Ulteriori informazioni sulla struttura ci pervengono da una visita pastorale del cardinale Giuseppe Pozzobonelli del 1755, il quale ricorda che presso la medesima chiesa avevano sede addirittura tre diverse confraternite, una dedicata al Santissimo Sacramento, una al Santissimo Rosario e l'altra alla Santa Croce. Il numero dei parrocchiani (e quindi degli abitanti del paese) era all'epoca di circa 1400. Sempre nella medesima relazione, si fa menzione dei beni della chiesa che ammontano a 242,15 pertiche. La chiesa venne completamente ricostruita alla metà dell'Ottocento, ed è rimasta immutata nel corso del tempo nelle forme che ancora oggi si possono ammirare: la facciata è distinta da un piccolo colonnato, con un timpano sopraelevato ed elegante, sormontato da due statue di angeli. Il campanile della chiesa possiede 5 stupende ed impareggiabili campane, fuse dalla fonderia Barigozzi di Milano nel 1901. I bronzi sono montati nel classico sistema ambrosiano di suono delle campane e sono intonati in Si2 Maggiore. Il sito web parrocchiale mette a disposizione una splendida visita virtuale, dove è possibile ammirare gli interni ed avere informazioni sulle opere. [1] L'attuale parroco della chiesa è mons. Fabio Turba. Chiesa di Sant'Apollinare Costruita in epoca medioevale (XI secolo), la piccola chiesa di Sant'Apollinare si trova nella piazza principale del paese, di fronte alla chiesa parrocchiale dei Santi Giacomo e Filippo. La struttura, semplice ed a capanna, si presenta con mattoni a vista e finestre bifore rifinite in cotto. L'interno della chiesa presenta uno stile semplice, proprio del romanico. Le pareti della chiesa alternano delle antiche raffigurazioni di santi, risalenti al 1300, al muro bianco, che con tutta probabilità è stato dipinto in anni recenti, coprendo il resto degli affreschi che adornano questa chiesa. La chiesa è sempre stata oggetto di dispute, la prima delle quali riguarda il suo nome e la sua dedicazione, poiché gli arcivescovi in visita la chiamavano Oratorio dell'Immacolata, mentre sin dai tempi antichi quando la chiesa era un beneficio legato alla basilica di Sant'Ambrogio a Milano, era presente una statua di Sant'Apollinare che aveva dato il nome alla chiesa. Da cronache ancora più antiche, risulta che in paese vi fosse un oratorio dedicato a Santa Maria, di fronte alla vecchia parrocchiale di Sant'Ambrogio. Fatto sta che all'interno della chiesa, effettivamente, sono presenti sia le statue di Sant'Apollinare, sia la statua della Madonna di Lourdes, per la quale si è costruita una piccola grotta all'interno della struttura romanica. Sulla lunetta al di sopra della porta d'ingresso, vi sono due rappresentazioni delle vecchie chiese parrocchiali di Cornaredo. L'abbazia di San Pietro si presenta in forme tale e quali a quelle attuali, mentre è interessante osservare come l'antica parrocchiale demolita nel corso del 1800, presentasse un elegante campanile cilindrico, molto simile alla Ciribiciaccola dell'abbazia di Chiaravalle. Il campanile a vela, possiede una campana fusa dal maestro Antonio Busca e datata 1559. La campana è montata a slancio e suona ancora manualmente, tramite una corda che scende fin dentro la chiesetta. Chiesa di Santa Croce La struttura della chiesa è molto semplice ad una navata. Essa è il nucleo centrale della frazione di Cascina Croce, i cui abitanti vollero a tutti i costi avere una loro chiesa. Perciò, nel 1933, ultimarono la loro "bella chiesina" che venne ufficialmente benedetta e aperta al culto un anno dopo, nel 1934. Inizialmente la chiesa possedeva una sola campana di provenienza ignota, fusa nel 1605. Sul finire degli anni sessanta si optò per aggiungerne un'altra alla torre campanaria. Negli anni novanta le campane vennero fissate al muro e al loro posto venne montato un congegno che simulava il suono delle campane; le due campane rimasero lì per quasi due decenni, finché la chiesa non venne completamente restaurata nel 2011. In quell'occasione le campane furono tolte dal campanile, solennemente benedette nel giorno della festa del paese (che cade la prima domenica di settembre) dal parroco monsignor Fabio Turba e ricollocate al loro posto, dove tornarono a suonare il 25 settembre, giorno della festa di Cascina Croce. Le campane, suonanti un Re la piccola e un Si la maggiore, sono montate nel sistema di suono a slancio e sono completamente manuali, ovvero azionabili unicamente tramite la classica corda, che muove la campana se tirata. All'interno della chiesa è conservata una reliquia con un pezzo della Santa Croce di Cristo. Cappella della Beata Vergine Immacolata Questa piccola cappella pubblica venne costruita per opera della famiglia stessa come propria cappella privata verso la metà del Settecento. Data la propria posizione gittante sulla strada, però, ben presto la cappella venne aperta anche all'uso pubblico. La struttura della cappella si presenta piuttosto semplice, con un tetto a capanna, una porta d'ingresso bassa, sovrastata da un riquadro che forse un tempo accoglieva un'immagine devozionale affrescata che oggi è scomparsa con l'usura del tempo. Chiesa parrocchiale di San Pietro La notizia più antica dell'esistenza della chiesa, risale al 1169 quando papa Alessandro III la cita in una sua bolla inviata al Prevosto di Nerviano, secondo la quale stabiliva la precedenza della chiesa nervianese anche sull'area della parrocchiale di Cornaredo e San Pietro all'Olmo. La struttura sembrerebbe tuttavia risalire ad epoche precedenti ed al culto longobardo ricondurrebbe anche la devozione verso San Pietro, particolarmente venerato dagli stessi barbari lombardi. La chiesa ha cessato di essere considerata chiesa parrocchiale a partire dal 1989, ma continua ad essere la principale chiesa sussidiaria di Cornaredo e la prima chiesa di San Pietro all'Olmo. Chiesa abbaziale di San Pietro all'Olmo La chiesa di San Pietro all'Olmo (denominata "gesa végia" per distinguerla dall'edificio di culto costruito in epoche successive a Cornaredo), ha origini antichissime. Essa risale probabilmente all'epoca longobarda e la struttura abbaziale le pervenne probabilmente tra il IX e l'XI secolo. Gli interni della struttura hanno forme romaniche, mentre la facciata della chiesa, venne completamente rifatta tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX. Chiesa di San Rocco La piccola chiesa di San Rocco si trova attigua alla ex cascina favaglie San Rocco. Edificata nella seconda metà del XV secolo, la cappella si presenta di forme semplici, con tetto a capanna, dotata di un piccolo campanile a cuspide rivestito in rame,all'interno affreschi molto deteriorati raffiguranti una crocifissione,vari santi e di particolare interesse la trinità rappresentata da tre personaggi identici. Chiesa cristiana evangelica La chiesa cristiana evangelica, rappresenta un "unicum" sul territorio ed è una struttura religiosa dedicata alla confessione religiosa dei valdesi. La struttura della piccola chiesa è a capanna, con un'unica navata, ed è stata costruita nel 1997 in accoglimento delle esigenze della comunità religiosa dell'area, che precedentemente aveva il proprio luogo di culto più vicino nella Chiesa di San Giovanni in Conca di Milano, detta anche appunto "Chiesa di San Giovanni dei Valdesi". Le ville e i palazzi Villa Gavazzi Balossi Restelli Costruita nel 1830 dalla famiglia Gavazzi, la villa era sorta in realtà su un precedente edificio del 1737 che aveva le funzioni di Hostaria (era detta per l'appunto "Hostaria del Cervo"), ovvero di stazione di posta, dal momento che era posto lungo la cosiddetta via postale vercellina, che collegava appunto Milano con Vercelli, passando per i comuni dell'Ovest milanese. Villa Busca Dubini Il primo impianto della villa venne realizzato nel Cinquecento su una porzione di terreno allora definita pasqué (pascolo) di utilità comune al paese di Bareggio. Passata di proprietà alla famiglia Busca, nel 1756 venne riedificata ed ampliata nelle forme attuali, che si presentano semplici ed eleganti, contraddistinte da una facciata lineare e da una corte d'ingresso ai lati del cancello della quale è ancora oggi possibile vedere una santella settecentesca di pregevole gusto, che ben completa la piazza antistante, sulla quale si affaccia anche Villa Gavazzi Baolssi. Villa Grandazzi Zoja La villa fu sede di un collegio di gesuiti per alcuni decenni, fino al 1737, quando venne venduta alla famiglia Grandazzi la quale, estintasi in linea maschile, la vendette alla famiglia Zoja, attuale proprietaria dello stabile. Villa Villa Balossi Adibito inizialmente come residenta di una comunità di monaci Agostiniani, il primo impianto del XIII secolo fu riedificato nel Quattrocento dalla medesima comunità. Dall'inizio del XVI secolo fu utilizzato saltuariamente da vari Abati commendatari, prelati succeduti ai prepositi Agostiniani dopo la chiusura della canonica locale. Soppressa nel 1788, tutti i beni dell'ex Abbazia commendata vennero messi all'asta e nel 1797 vennero acquistati dalla famiglia Villa di Desio. Nel corso dell'Ottocento, i Villa trasformarono il complesso in una vera e propria residenza di campagna. Attualmente la villa è proprietà di un ramo collaterale della famiglia Balossi. Palazzo Dugnani Il primo impianto venne modificato nel Seicento, allorquando Gerolamo Dugnani divenne Conte di Cornaredo (titolo perso dalla sua famiglia all'arrivo di Napoleone in Italia). Estintasi la famiglia Dugnani con l'ultima sua discendente femminile, Rosa Domitilla (detta "Nicolina", 1862-1945), l'edificio divenne una multiproprietà privata. Esso è ancora contraddistinto dall'impianto seicentesco, di semplice fattura, completato da un'alta torretta belvedere. Palazzo Municipale Dalle tracce di alcuni affreschi rinvenuti all'interno della struttura, lo stabile dell'edificio municipale è databile al Quattrocento, e ad ogni modo viene considerato "casa da nobile" solo a partire dal Seicento. Ultimi proprietari della villa furono i Ponti i quali, nel 1920, formalizzarono la vendita al comune dello stabile e nel 1929 gli amministratori comunali vi stabilirono gli uffici, fino ad allora posti in luoghi inadatti. Ex Casa Parrocchiale Edificata nel 1851, per dare un confortevole alloggio al parroco della nuova parrocchia edificata nel 1843, l'ex casa parrocchiale è un pregevole edificio della metà dell'Ottocento, che presenta una facciata semplice, introdotta da un portone sovrastato da un balconcino sporgente, il tutto completato da finestre regolari. La villa è attualmente sede dell'ACLI, di parte degli uffici comunali e della biblioteca. Magazzini Serbelloni Utilizzati dalla famiglia Serbelloni come granaio e deposito, nonché sede delle cantine e di un torchio per il vino, la struttura centrale al paese venne edificata in splendide forme, seguendo un progetto proposto dal famoso architetto Leopold Pollack operante in Milano, il quale terminò l'opera nel 1806. Economia Il Comune di Cornaredo conta attualmente su una produzione caratterizzata da: industria meccanica industria tessile industria dei cartonati industria alimentare industria chimica e delle materie plastiche Trasporti e Collegamenti Cornaredo è situata a 10 km Ovest dal centro di Milano ed è posta tra la SS 11 (sud) e l'autostrada A4 Milano-Torino (nord). La stazione ferroviaria più vicina è a Rho (km 3) che collega Novara-Magenta-Rho-Milano Porta Garibaldi e Milano Centrale. Ben servito invece è il collegamento alla vicinissima Milano tramite un servizio autobus i quali fanno capolinea a due stazioni della metropolitana M1: z620 Milano Molino Dorino - Magenta (transita a sud della città) (gestore MOVIBUS); z649 Milano Molino Dorino - Cornaredo - Busto Garolfo (transita nel centro cittadino) (gestore MOVIBUS); Altre linee: H231A Bareggio - Cornaredo - Rho (gestore Autoguidovie e ATM); H231B Milano Bisceglie - Cornaredo - Rho (gestore Autoguidovie e ATM); Amministrazione Gemellaggi La città di Cornaredo è gemellata con: Sarroch (Sardegna) Persone legate a Cornaredo Roberto Colacone (19 aprile 1974), calciatore Antonio Fossati (22 maggio 1920), calciatore Fabrizio Lai (14 febbraio 1978), motociclista Alessandro Pistone (27 luglio 1975), calciatore Ettore Ponti (26 gennaio 1855 - 2 ottobre 1919), senatore del Regno d'Italia Evoluzione demografica Abitanti censiti Bibliografia Amilcarella R., Cornaredo - San Pietro all'Olmo. Dalle origini ai giorni nostri, Boffalora sopra Ticino, s.a. p. Fossati Giuseppe c.r.s., Sancti Petri ad Ulmum, Sampeder Alulma, San Pietro all'Olmo, pro manoscripto, San Pietro all'Olmo, 2000 G. Tavecchia, C. Sommaruga, Ma dove dimori, Signore?, Pubblicato in occasione del Centenario di Dedicazione della Chiesa, 2006 Collegamenti esterni Cornaredo in Open Directory Project, Netscape Communications. (Segnala su DMoz un collegamento pertinente all'argomento "Cornaredo") Sito del comune di Cornaredo Sito della parrocchia di Cornaredo Note ^ a b Statistiche demografiche ISTAT, Istituto nazionale di statistica. URL consultato il 30 luglio 2014. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Milano, GARZANTI, 1996, p. 230. ^ p. Fossati Giuseppe c.r.s., Sancti Petri ad Ulmum, Sampeder Alulma, San Pietro all'Olmo, pro manoscripto, San Pietro all'Olmo, 2000 ^ Secondo studi di G. Tavella, riportato in Amilcarella R., Cornaredo - San Pietro all'Olmo. Dalle origini ai giorni nostri, Boffalora sopra Ticino, s.a. ^ La campana venne fusa dal maestro Antonio Busca di Milano nel 1559 ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012. Altri progetti Wikinotizie contiene notizie di attualità su "Cornaredo (MI): vasto incendio colpisce deposito di gomme" Commons contiene immagini o altri file su Cornaredo
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