Scicli, alla scoperta di un piccolo gioiello del Barocco
Scicli, alias la "Vigata" del commissario Montalbano, è un piccolo gioiello del Barocco siciliano, incastonata nel cuore della Val di Noto, che a questo stile architettonico deve il riconoscimento di Patrimonio dell'Umanità UNESCO.
Indice
Scicli, ovvero "Vigata": gioiello Barocco del commissario Montalbano
Vi state chiedendo se "Vigata", il gioiello Barocco che fa da sfondo agli episodi de Il commissario Montalbano, esiste davvero? La risposta è sì! Corrisponde al centro storico di Scicli, una delle perle del Barocco siciliano da concedersi senza dubbio durante una vacanza in Val di Noto all'insegna dell'arte, della bellezza e del buon cibo.
All'interno del set a cielo aperto della nostra Scicli-Vigata possiamo riconoscere facilmente la piazza principale che ospita il commissariato di Montalbano, la sua casa (oggi ambito Bed and Breakfast) col mare cristallino in cui nuota Luca Zingaretti e, addirittura, la Mànnara.
La città di Montalbano, vero e proprio gioiello del Barocco, si sposta dal piano dell'immaginario collettivo a quello del piano reale, prendendo forma tra vicoli, piazze, chiese e facciate che raccontano, nello spazio di una passeggiata, la storia architettonica e artistica più bella della Sicilia.
La città di Scicli sorge all'incrocio di tre valloni, con case da ogni parte su per i dirupi, una grande piazza in basso a cavallo di una fiumara, e antichi fabbricati ecclesiastici che coronano in più punti, come acropoli barocche, il semicerchio delle altitudini.
Elio Vittorini, Le città del mondo
Quando la realtà letteraria e quella cinematografica si incontrano, gli scorci sublimi prendono vita, facendosi pietra, arte e scultura.
Cosa vedere a Scicli, gioiello del Barocco
Ci tuffiamo in questo gioiello del Barocco con la curiosità del viaggiatore che è anche lettore e telespettatore, dunque con l'occhio attento di chi cerca ciò che si aspetta di trovare, per poi stupirsi nel trovare ciò che non si aspetta.
Per raggiungre la piccola perla di Scicli attraversiamo un paesaggio dell'anima, fatto di ripide pareti calcaree e muretti a secco, tra i quali sbucano fichi d'India, finocchi, carrubi e ogni genere di pianta dal profumo mediterraneo e i colori accesi.
Arrivati in paese, ci accoglie un colpo d'occhio notevole: la mano della natura e quella dell'uomo sembrano aver lavorato all'unisono per creare un piccolo presepe vivente, un gioiello del Barocco scolpito nella tipica pietra calcarea della zona, materia prima delle cave iblee.
Ogni angolo di Scicli racconta una storia arcaica, che parte niente meno che dall'Età del Rame e vede incrociarsi nei secoli culture diverse e stratificate, da quella greca a quella araba e normanna. Ma è il Settecento il vero momento di gloria di questa vallata, quando a Scicli come a Ragusa, a Noto e nelle altre città del Barocco siciliano, il genio umano riesce a far fiorire la materia:
via Mormino Penna è un continuum che lambisce Palazzo Beneventano, il più famoso edificio nobiliare di Scicli e uno dei più interessanti della Sicilia, inserito dal Blunt nella sua rassegna sul Barocco per l'aspetto scultoreo che caratterizza le due facciate. Si susseguono le chiese, che culminando nella facciata e nel campanile di San Bartolomeo: una conchiglia incastonata nella pietra.
La Scicli del commissario Montalbano passa poi per una sosta davanti all'edificio comunale del paese, l'ufficio del questore nella serie tv. Costruito ai primi del Novecento sul sito dell'ex Monastero delle Benedettine e annesso alla chiesa di San Giovanni Evangelista, sfoggia uno stile eclettico neorinascimentale, nel quale sono nettamente riconoscibili elementi di ispirazione fiorentina che si rifanno a Leon Battista Alberti e Michelangelo.
Lo storico arabo Idrisi, nella prima metà del XII secolo, dedica a Scicli queste parole:
rocca di Siklah, posta in alto sopra un monte, è delle più nobili, e la sua pianura delle più ubertose. Dista dal mare tre miglia circa. Il paese prospera moltissimo: popolato, circondato da una campagna abitata, provvisto di mercati a' quali vien roba da tutti i paesi. Qui godesi ogni ben di Dio ed ogni più felice condizione: i giardini producono tutta sorte di frutte; i legni arrivano di Calabria, d'Africa, di Malta e di tanti altri luoghi; i poderi e i seminati sono fertilissimi ed eccellenti sopra tutt'altri; la campagna vasta e ferace: ed ogni cosa va per lo meglio in questo paese. I fiumi abbondanti di acqua e muovono di molti molini".
Tracce della dominazione araba sono oggi leggibili nella toponomastica delle contrade e dei siti nei dintorni di Scicli, l'araba Siklah, che pure meritano una visita: Donnalucata, Donna Fridda e Marsa Siklah, autentico nome arabo di Contrada Pisciotto, "il porto di Scicli", e probabilmnete anche il sito di Chiafura.
Il litorale di Scicli
Scicli vanta il litorale più esteso fra tutti i comuni della provincia di Ragusa, conservando tratti selvaggi e incontaminati.
Il primo centro urbano che si incontra provenendo da Siracusa è Sampieri, borgo di pescatori ottocentesco sovrastato da due ville nobiliari visibili anche in treno. Nei pressi della baia sabbiosa che si estende fino a uno sperone sorgono i ruderi della Fornace Penna, "la Mànnara" del commissario Montalbano, oltre la quale si estende l'area protetta di Costa di Carro, con una piccola spiaggia incastonata tra le falesie.
Altre falesie, quelle di Cava d'Aliga, incorniciano l'adiacente borgo di Bruca. Donnalucata è la più antica delle frazioni marine, porto della città di Scicli e principale luogo di villeggiatura dell'aristocrazia cittadina, come testimonia la presenza di edifici raffinati.
Poco lontano dalla foce dell'Irminio e dall'area protetta, il villaggio di Playa Grande, caratterizzato dall'aspetto modernista di città-giardino.
Scicli e la Val di Noto
L'itinerario completo della Val di Noto è un'esperienza imperdibile per chi si trova a Scicli e desidera scoprire uno per uno tutti i gioielli del Barocco siciliano.
Ricostruiti dopo il terremoto del 1693, i maggiori centri urbani di questa valle assunsero soluzioni architettoniche e artistiche che si rivelarono una vera e propria fortuna, raggiungendo la massima espressione del gusto Barocco in tutta la Sicilia.
Le otto "Città Tardo Barocche del Val di Noto", istituite dall'UNESCO nel 2002, compongono l'itinerario mozzafiato che passa per Caltagirone, Militello in Val di Catania, Catania, Modica, Noto, Palazzolo Acreide, Ragusa e, naturalmente, Scicli.
Come arrivare a Scicli
Scicli e la provincia di Ragusa sono raggiungibili in aereo atterrando a Comiso, l’aeroporto più vicino, o a Catania, il più importante.
Quest'angolo di Siclia è raggiungibile anche in autobus, servito da diverse compagnie su tutto il territorio.
Anche il treno può essere un’opzione, ma i tempi di percorrenza si allungano. Viaggiare in automobile è certamente il modo più veloce e semplice per godere appieno della bellezza di questo itinerario Barocco.
Riproduzione riservata © Copyright Altrama Italia