Acerenthia
Il borgo ha assunto nel tempo vari nomi, da quello greco di “Akerontia”, passando per quello altomedioevale di “Akerentia” o "Acerenthia", fino a quello attuale di Cerenzia Vecchia (KR). Il borgo, che anticamente raggiungeva la popolazione di 7000 abitanti, fu gradualmente abbandonato a seguito di epidemie ed eventi calamitosi. La peste del 1528 arrivò a dimezzarne la popolazione; nei secoli successivi, due terremoti ne decretarono la fine: il primo nel 1638, che portò a una consistente emigrazione, il secondo nel 1783, talmente catastrofico da indurre gli abitanti a edificare un centro abitato ex novo, sul colle soprastante, piuttosto che restaurare l'antico borgo. In seguito all'abbandono, Acerenthia subì un veloce e progressivo degrado, assumendo le sembianze di un vero e proprio "paese fantasma". Oggi, a distanza di un secolo e mezzo dall'abbandono, i ruderi sono oggetto di campagne di scavo e ricerca condotte dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria (nel 2007 è stato eseguito lo scavo del cosiddetto Palazzo del Principe).