Luogo - Museo
Museo etnografico di Servola
Luogo:
VIA DEL PANE BIANCO, 52, Trieste
Il nome Servola deriva dal latino sylvula (piccolo bosco). Il paese ha origine antiche: i Romani costruirono in questa zona vicina al mare le loro ville. Ma il luogo è ricordato per il “pane” della donna contadina, famoso per il colore bianchissimo, il profumo e sapore inconfondibili e l’assenza di crusca che veniva tolta passando la farina su un setaccio di seta. Il tipico sapore e l’aroma dipendevano dal legno usato nella cottura ossia il nocino, raccolto sotto forma di fascine nella Ciceria, zona carsica tra Trieste e Fiume. Il pane di Servola non ha una data di nascita ufficiale ma le fonti storiche citano il 1756 e il 1764 quando le donne furono invitate a Vienna (non presso la corte Asburgica) a preparare il pane. La produzione continuò per due secoli fino al 1954. Nel museo è ricostruita la cucina con gli attrezzi per preparare il pane: la madia, contenitore rettangolare in legno usato per ottenere l’impasto, la gramola, ripiano munito di bastone usato della donna per battere l’impasto in modo da amalgamarlo bene, il matterello, il setaccio, la sessola, la bilancia e le ceste in vimini dove veniva messo il pane pronto per essere venduto. La vendita avveniva a Trieste, davanti alle fabbriche, ai negozi e in qualche abitazione privata. Interessante è inoltre la ricostruzione del vecchio forno a legna con la porta lavorata in ferro e ottone, abbellita da un fiore e un uccellino. Non manca una piacevole raccolta di ferri da stiro: originale è quello ricavato da una bomba lanciata da un mortaio, realizzato da un operaio della storica “Feriera”. Al secondo piano c’è una bella esposizione di costumi maschili e femminili indossati durante le cerimonie legate alle Festività religiose o ad importanti avvenimenti sociali e culturali. Infine segnaliamo la considerevole raccolta di cartoline di Servola e dintorni, dalla fine dell’800 ai giorni nostri e gli editti, avvisi e concorsi del Civico Magistrato di Trieste in lingua italiana, tedesca e slovena dal ‘700 alla Prima Guerra Mondiale, che testimoniano la vita scolastica, agricola e sociale del tempo.