Il tesoro di Montecristo, leggenda o realtà?
Il tesoro della famiglia Spada, grazie al quale Edmond Dantès (alias, il conte di Montecristo) consuma la sua inesorabile vendetta, era già leggenda duecento anni fa, prima che il Monastero di San Mamiliano – posto sull’omonima Isola di Montecristo, nell’arcipelago toscano – fosse distrutto da Dragut il Corsaro, e i monaci lo nascondessero sul fondo di una grotta.
A caccia di tesori sull'Isola di Montecristo
A distanza di quasi due secoli dalla stesura del romanzo, l’Isola di Montecristo, antica Oglassa, continua a esercitare fascino e mistero su chiunque vi si accosti. La più solitaria, selvaggia e inaccessibile delle isole toscane, infatti, attrae e respinge coloro che hanno il privilegio di visitarla (solo mille persone l’anno), senza mai svelare fino in fondo i propri segreti.
Gioiello per pochi e paradiso della biodiversità, Montecristo si mostra agli estranei solo alla luce del giorno, mentre non è consentito trascorrervi la notte. Una volta sbarcati a Cala Maestra, è possibile visitare l’ottocentesca Villa Reale, l’Orto Botanico e il Museo di Storia Naturale, attenendosi a un tracciato fruibile, ma estremamente impervio, a strapiombo sul mare, tra vegetazione d’alto fusto e blocchi di granito rosa.
Pare che l’Isola abbia “sedotto e abbandonato” anche Agatha Christie, che in un primo momento fu tentata di ambientare uno dei suoi romanzi più conosciuti, Dieci piccoli indiani, proprio a Montecristo.
Benché Umberto Eco scrisse che “Il conte di Montecristo è senz’altro uno dei romanzi più appassionanti che siano mai stati scritti e, d’altra parte, è uno dei romanzi più mal scritti di tutti i tempi e di tutte le letterature”, è innegabile che, quanto a mistero e senso d’inquietudine, l’Isola non abbia nulla da invidiare ad altre ambientazioni letterarie, e valga la pena vistarla almeno una volta nella vita.
Il baule era diviso in tre parti: nella prima brillavano fulgidi scudi d’oro, dai gialli riflessi; nella seconda verghe d’oro non brunite ma disposte in buon ordine; nella terza, piena a metà, Edmond rimosse ed alzò a manciate i diamanti, le perle ed i rubini che, qual cascata sfavillante, facevano nel ricadere il rumore della grandine sui vetri…”
(Il conte di Montecristo, A. Dumax)
Eliana Iorfida
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