Basilica di Santa Giustina
Tra le maggiori abbazie della cristianità, la Basilica, ricostruita nel XVI secolo, è tuttora uno degli edifici più grandi del mondo. L'imponenza dell'edificio si misura con il grandioso invaso del Prato della Valle, su cui si affaccia. L'intero complesso è proprietà dello Stato italiano. Al suo interno, oltre alle celebri opere di Paolo Veronese, Sebastiano Ricci e della famiglia Corbarelli, si venerano le reliquie di diversi Santi. Lungo le navate si aprono dodici cappelle minori a pianta quadra, sei per lato. Ventisei grandi pilastri sostengono la copertura con volte a botte e una crociera illuminata da otto cupole coperte a piombo. La facciata, incompiuta, si innalza su una breve scalinata che conduce a tre portali. L'altare maggiore è un finissimo lavoro compiuto tra il 1637 e il 1643 da Pietro Paolo Corbarelli su disegno di Giovan Battista Nigetti. Ai lati dell'altare due grandiose casse d'organo e cantorie in stile manierista composte da legno dorato e policromo, decorate da statue e cariatidi, concluse nel 1653 su progetto di Ambrogio Dusi, bilanciano il grandioso organo in stile corinzio che giganteggia sul fondo dell'abside, opera di Giovanni Manetti su disegno di Michele Sanmicheli. Il monumentale coro ligneo in noce è uno dei più importanti esempi dell'ebanisteria cinquecentesca. La Cappella di San Luca è accessibile tramite una porta cinquecentesca e fu oggetto, nel Quattrocento, di una lunga campagna decorativa che comprendeva il celebre "Polittico di San Luca" di Andrea Mantegna, pala sottratta alla città durante l'occupazione napoleonica e oggi esposta a Brera.