La provincia italiana “Made in Ligabue”
Di quale provincia stiamo parlando? Di Reggio Emilia e dell’amato borgo di Correggio ovviamente, la cittadina che ha dato i natali al grande Luciano Ligabue. “Fuori e dentro il borgo” (Baldini & Castoldi, 1997) è il titolo che segna l’esordio letterario del grande rocker emiliano.
La provincia raccontata a ritmi alterni, tra ballate rock e momenti raccolti, attraverso una sequenza di quaranta brevi storie che ripercorrono la vita del Borgo e quella dello scrittore-cantautore così legato alle proprie origini genuine. Che poi si fa presto a dire “racconti brevi”, il rock è una cosa seria, tosta, e il libro del Liga porta a casa due bei premi, “Elsa Morante” e “Città di Fiesole”, oltre a ispirare anche il suo primo film, “Radiofreccia“.
Personaggi e vicende bizzarre popolano lo sfondo di Correggio allacciando il registro ironico, a tratti comico, a quello riflessivo e autobiografico – dall’incontro col Bonanza, appassionato di cinema e ingordo scommettitore, alla tragica morte dell’inquilino del piano di sopra, niente meno che lo scrittore Pier Vittorio Tondelli – sull’onda semplice e realista di una scrittura da “cantastorie”.
Qualche dritta per chi volesse trascorrere “un giorno da Liga” e per le centinaia di fan che ogni anno compiono il leggendario pellegrinaggio al Borgo. Sappiate intanto che Correggio (Curèš in dialetto correggese, Curèz in dialetto reggiano) significa “striscia di cuoio”, con estensione del significato anche a “striscia di terra tra paludi” (o “tra le acque”).
Il centro è caratteristico e vivace. Visitiamo Palazzo dei Principi e il suo cortile interno, che ospita anche la Biblioteca Comunale, con un bel chiostro quadrangolare ad archi e pozzo centrale; accanto il Teatro Asioli. Durante la passeggiata ci fermiamo ad ascoltare i musicisti di strada che, neanche a dirlo, strimpellano “Certe notti”, e proseguiamo alla volta di Via S. Maria: al civico 5 ci aspetta la casa natale di Ligabue.
“I campi in aprile promettono bene
son nato in un posto, cresciuto in un posto che non lascerò”
(Ligabue, “I campi in aprile”)
Correggio è dunque lo sfondo che lega tutti i personaggi di questo romanzo che è la vita, protagonisti e comprimari, rock star e pubblico, il Borgo autentico in cui ci si rifugia volentieri per “staccare la spina”.
Eliana Iorfida
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