Luogo - Punto di Interesse

Fondazione "Tito Balestra"

Luogo: Piazza Malatestiana, 1, Longiano (Forlì-Cesena)
Ha riaperto al pubblico, dopo importanti lavori di restauro, la Fondazione Tito Balestra Onlus. Costituitasi nel 1986 con lo scopo di tutelare la raccolta d'arte moderna del poeta e scrittore longianese Tito Balestra (1923-1976), la Fondazione ha sede nel Castello Malatestiano, dove si conserva l'intera collezione comprendente circa duemilatrecento opere pittoriche, grafiche e scultoree. Formatasi durante il lungo periodo di vita trascorso a Roma da Balestra (autore di numerose raccolte poetiche, da 'Quiproquo' edito da Garzanti nel 1974 a 'Poesie di Liestal' del 1976, e collaboratore de 'Il Mondo' e di altre riviste letterarie) a contatto con gli ambienti artistici della capitale, la collezione presenta elementi di particolare interesse nel contesto della vicenda figurativa italiana del Novecento. Dell'opera di Mino Maccari, la Fondazione Tito Balestra detiene uno dei fondi più rilevanti tuttora esistenti a livello nazionale. Nelle sale del castello sono esposte serie pittoriche e grafiche di Mafai, Rosai, de Pisis, Morandi, Guttuso, Vespignani, Bartolini, Zancanaro, Ziveri, Sironi, Fantuzzi, Campigli, Vangelli e di altri maestri novecenteschi. Una sala è dedicata alle opere di artisti stranieri, quali Matisse, Chagall, Kokoschka, Goya, Twombly, Heckel. La Fondazione, oltre a svolgere un'intensa attività di promozione e valorizzazione del proprio patrimonio, realizza importanti rassegne espositive sui protagonisti dell'arte e della letteratura del Novecento italiano.Riconosciuta ufficialmente nel 1989 ed attiva dal 1991, la Fondazione Tito Balestra nasce sulla base della donazione di 2300 opere, dipinti, sculture e grafica, effettuata dalla vedova del poeta novecentesco, Anna Maria De Agazio, all’Amministrazione comunale di Longiano. Esposta per la prima volta nel 1982 in una sala comunale, la collezione Balestra ha trovato sede nel Castello Malatestiano, le cui origini longobarde risalgono a prima della metà del Mille per poi essere residenza dei Malatesta dal 1295 al 1462 e poi passare alla proprietà del pontefice che, lo concesse in feudo ai conti Rangoni di Modena sino al 1531; in seguito rimase alla chiesa per poi esserle espropriato durante il regno napoleonico. Dopo l’unità d’Italia, il castello veniva restaurato e decorato, nella Sala dell’Arengo e in quelle adiacenti, da Giovanni Canepa e Girolamo Bellani; e la sua imponente struttura difensiva accoglieva, nel corso della seconda guerra mondiale, gli sfollati sotto i suoi cunicoli. Curata da Flaminio Balestra, la Fondazione opera con l’obiettivo di studio e divulgazione della conoscenza delle arti visuali contemporanee ed il loro costante incremento, soprattutto della grafica di cui possiede un cospicuo patrimonio, attraverso l’esposizione permanente, mostre temporanee ed eventi correlati a donazioni e nuove acquisizioni. Il percorso espositivo del museo si snoda sui piani del castello, dal primo al terzo, dove si trovano, divisi per sezioni, i lavori di Luciano Bartolini, Massimo Campigli, Pietro Consagra, Filippo de Pisis, Riccardo Francalancia, Renato Guttuso, Mino Maccari, Mario Mafai, Giacomo Manzù, Marino Marini, Mario Sironi, Ardengo Soffici, Antonello Trombadori, Antonio Vangelli, Alberto Sughi, Ottone Rosai, Ennio Morlotti, Giorgio Morandi, Renzo Vespignani, Tono Zancanaro, Francisco Goya y Lucientes, Marc Chagall, Oscar Kokoscha, Ferdinand Leger, Henry Matisse, Georges Rouault, Cy Twombly; nonché un’importante raccolta di milleottocento olii ed opre grafiche di Mino Maccari e sculture di Amelio Roccamonte, Pietro Guida, Antonio Mangelli e Ilario Fioravanti e Alan Gattamorta. Al piano seminterrato si svolge l’attività espositiva temporanea della Fondazione, di cui si ricorda la rassegna annuale d’arte, musica e poesia Sagge sono le muse; le mostre Cuba la isla grande. Arte società e cultura, Antonio Vangelli. Opere dal 1946 al 1997, Vanitas vanitatum, & omnia vanita.Il tema della vanità nella pittura e nella scultura italiana contemporanea, Incisioni di Mino Maccari per “Il Selvaggio” 1924-1943, Renzo Vespignani. Disegni e incisioni all’acquaforte 1943-1983, Lalla Romano Pittura Disegni Manoscritti e Documenti, e successivamente l’Omaggio a Lalla Romano nel centenario della nascita, poi le monografiche dedicate a Ilario Fioravanti: Ottanta incisioni, Compianto sul Cristo, Sculture Disegni incisioni 1973-1998, la grande retrospettiva sul profilo artistico di Francesco, Gaetano e Rosalba Arcangeli e la continua memoria, attraverso varie iniziative, del poeta Tito Balestra. L’attività è proseguita con le mostre antologiche su Pirro Cuniberti, Umberto Giovannini, Giuliano Giuliani, Renato Guttuso, Edoardo Sanguineti. Parola immagine musica, ed infine l’ultimo appuntamento della rassegna ciclica Sagge sono le muse. In viaggio con Michel Butor. Da ricordare anche: "Giovanni Sesto Menghi. La vita e l'arte. Ritrovamenti e scoperte"; "Mario Dondero. Una commedia umana. Ritratti e reportage", la performance - installazione "Lo sdrucciolo cuore che in me è ribelle. Letture da poetesse del Novecento", il ciclo di incontri "Gli artisti di Tito Balestra", "Gian Ruggero Manzoni. L’ombra della parola", "Pierre Leloup / Mylène Besson. Pas de deux. Opere recenti" eventi nell'ambito di "Sagge sono le Muse - intermezzo 2008", "Guido Strazza. Dipinti, disegni, sculture dal 1952 al 2008", "Franco Gentilini. Opere dal 1942 al 1980", "Gianni Cestari. Viaggio senza mappa, tra Ariosto, Coronelli e Rosen", "Il presepe celeste e trenta disegni inediti di Claudio Palmieri", "Ricordo di Toti Scialoja", "Collezione 7x11. La poesia degli artisti", "Venti opere e il presepe dischiuso di Bruno Conte" e "Michel Butor. Ritorno a Longiano".
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