Luogo - Museo

MUSEO UGO CARÀ

Luogo: VIA ROMA, 9, Muggia (Trieste)
<!--[if gte mso 9]> Normal 0 14 false false false IT X-NONE X-NONE <![endif]--><!--[if gte mso 9]> <![endif]--><!--[if gte mso 10]> /* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:"Tabella normale"; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-priority:99; mso-style-qformat:yes; mso-style-parent:""; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin-top:0cm; mso-para-margin-right:0cm; mso-para-margin-bottom:10.0pt; mso-para-margin-left:0cm; line-height:115%; mso-pagination:widow-orphan; font-size:11.0pt; font-family:"Calibri","sans-serif"; mso-ascii-font-family:Calibri; mso-ascii-theme-font:minor-latin; mso-hansi-font-family:Calibri; mso-hansi-theme-font:minor-latin;} <![endif]-->

Dopo la diaspora dei lavori dell'artista, battuti all'asta nella primavera del 2005 e dispersi fra collezionisti e mercanti, l'opera del maestro muggesano, scomparso nel dicembre 2004, trova ora degna, sintetica, ma esaustiva collocazione in una delle tre sale del Museo d'arte a lui intitolato. Gli spazi chiari ed essenziali che qualificano i volumi razionali e funzionali del nuovo edificio - il quale s'inserisce con leggerezza davanti alle antiche mura cinquecentesche, che scendono dal castello e sono venute alla luce nell'ambito dei lavori per la nuova edificazione - ospitano la summa della produzione di Carà. All'ingresso, ad accogliere i visitatori, incontriamo una svettante, quasi ieratica, figura lignea del '78, mentre un attimo prima chi viene dalla strada, potrà intravvedere una "Fanciulla che si pettina" (1959), celata nel vano di una finestra. Lungo la facciata laterale del museo, sul bordo leggermente inclinato di una vasca, che rammenta l'origine mediterranea del maestro e la sua ispirazione spesso legata al mare, nonché la posizione naturale di Muggia, è adagiata invece la "Nuotatrice", un bronzo del '79; mentre sulla terrazza gli allestitori hanno voluto posizionare una composizione astratta, la risposta di Carà al distacco dalla figurazione.

All'interno l'esposizione procede per fasi tematiche, le quali interagiscono l'una con l'altra: sono visibili più di trenta sculture, tra i bronzi giovanili (in seno ai quali annotiamo quello dell'amico Adolfo Levier) e altre opere cronologicamente successive, ispirate al leit motiv della figura femminile, alla danza, al teatro, al mitologico, al divino, alla natura, che trovano riscontro, in un gioco colto e raffinato, anche nella trentina di grafiche, dal tratto incisivo e dai vivaci contrappunti cromatici, in cui si palesa l'inesauribile, onirica, razionale fantasia del maestro muggesano. Che si era fatto promotore, nel corso della sua lunghissima carriera, di un linguaggio elegantemente innovatore, nelle forme e nella sostanza, che si espresse in ambito locale, nazionale e internazionale attraverso la partecipazione, fin da giovanissimo, a numerosissimi e qualificati eventi espositivi: dalla Biennale di Venezia, alla quale presenziò ripetutamente, alle Quadriennali romane e torinesi, dalla Triennale di Milano all'esposizione Universale di Parigi e di Bruxelles, dalle Triennali internazionali delle arti decorative e industriali del capoluogo lombardo a importanti mostre d'arte di livello mondiale.

Non ultime, la partecipazione nel '47 alla rassegna allestita a New York da Carlo Lodovico Ragghianti, in occasione della quale il Metropolitan Museum acquistò una tovaglia a ricami traforati disegnata dal maestro e la grande antologica allestita da chi scrive nel 2003 a Bruxelles in collaborazione con l'assessorato alla cultura della capitale belga. Non a caso l'esposizione permanente del museo muggesano testimonia anche la creatività di Carà nell'ambito della medaglistica e del design, produzione quest'ultima vivamente apprezzata e pubblicata negli anni Trenta da Giò Ponti sulla rivista Domus. A conferma della spirito poliedrico dell'artista, che fu anche assai attivo nel campo della comunicazione pubblicitaria, dell'architettura d'interni e della decorazione navale negli anni d'oro della cantieristica triestina.

Il museo si compone, oltre alla sala permanente dedicata a Carà, anche di uno spazio multimediale e di una sala deputata alle mostre d'arte contemporanea.

Risparmia sul tuo hotel - hotelscombined.it

Potrebbero interessarti