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Tour dei mosaici bizantini a Ravenna

Scritto da Eliana Iorfida, 27/01/20

Nota a buon diritto come "Città dei mosaici", Ravenna e i suoi monumenti impreziositi da tessere multicolore sono uno dei più bei patrimoni UNESCO d'Italia. Partiamo insieme per un tour dei mosaici bizantini a Ravenna.

Oggi partiamo alla scoperta della "Città dei mosaici". È qui che, tra il fascino di mausolei e veri e propri "Tappeti di Pietra", con i loro simboli arcani e le visioni che sollecitano l’inconscio, è possibile immergersi in un itinerario Patrimonio UNESCO tra i meravigliosi mosaici bizantini a Ravenna.

Guida ai mosaici bizantini di Ravenna

Il nostro tour dei mosaici bizantini a Ravenna può partire anche...a piedi nudi!

Avete capito bene. La prima tappa è infatti la cosiddetta Domus dei Tappeti di Pietra, uno dei siti archeologici più importanti d'Italia, vincitore del Premio per la Valorizzazione "Riccardo Francovich".

Stiamo parlando di ben 14 ambienti interamente pavimentati a mosaici policromi e marmi, che si estendono nei sotterranei della settecentesca Chiesa di Santa Eufemia e che appartennero a un edificio privato bizantino del V-VI secolo.

I Tappeti di Pietra sono un autentico capolavoro d'arte tra i mosaici bizantini a Ravenna: sviluppano elementi geometrici, floreali e figurativi ritenuti unici, come nel caso della “Danza dei Geni delle Quattro Stagioni”, rarissima rappresentazione di geni danzanti; o come per la figura del “Buon Pastore” ritratto in un’icnografia molto diversa da quella tradizionale cristiana.

Oltre alla Domus dei Tappeti di Pietra, Ravenna offre un’ampia scelta di opere musive da ammirare nel centro storico e nei dintorni, tra i principali monumenti paleocristiani al mondo.

Tappa d'obbligo del nostro tour tra i mosaici bizantini a Ravenna, il Mausoleo di Galla Placidia, l’imperatrice che volle spostare l’Impero Romano d’Occidente da Milano a Ravenna. Il sito, come la maggior parte dei monumenti ravennati, stupisce per i mosaici a tessere blu e oro.

Nelle immediate vicinanze del Mausoleo, la Basilica di San Vitale è uno dei più importanti esempi di arte paleocristiana, il cui pavimento a mosaico pare racchiudere un segreto “sapienziale”: chiunque risolva il mistero del labirinto del presbiterio vivrà un processo di elevazione spirituale!

E che dire dei simboli esoterici che ruotano attorno al Battistero Neoniano (o Battistero degli Ortodossi), uno dei più antichi monumenti ravennati. La composizione a mosaico raggiunge l’apice nella cupola, dove è rappresentato il Battesimo di Gesù.

È al suo interno che il padre della psicanalisi, Carl Gustav Jung, uno dei visitatori più illustri, racconta di aver vissuto uno degli avvenimenti più strani della propria vita:

Dopo la mia toccante esperienza nel battistero di Ravenna, so con certezza che un fatto interno può apparire esterno, e viceversa. Le mura stesse del battistero, che i miei occhi fisici necessariamente vedevano erano coperte e trasformate da una visione che era altrettanto reale dell'immutato fonte battesimale. Che cosa era veramente reale in quel momento?”.

(C.G. Jung, “Ricordi, sogni e riflessioni”, 1934.)

Sant’Apollinare Nuovo è invece la grande chiesa con le pareti della navata centrale completamente ricoperte di mosaici del V secolo.

Due lunghe processioni di santi e sante con ricche vesti e gioielli, serrati nelle loro espressioni regali e solenni, che escono dalle mura della città di Ravenna per raggiungere la gloria di Cristo. Sono forse la testimonianza più famosa dell’arte dei mosaici bizantini a Ravenna, che lasciano abbagliati dall’oro che scintilla e dai dettagli di volti, vesti e sfondi. 

Ravenna, tra mosaici bizantini e non solo

L'ultima chicca tra i mosaici bizantini a Ravenna è la Cripta della Basilica di San Francesco. Non è accessibile al pubblico, ma la si può sbirciare da una finestrella: la cripta è allagata e sotto qualche centimetro d’acqua si intravedono i resti degli antichi pavimenti a mosaico.

Nei suoi pressi, la tomba di Dante Alighieri, tra le cose da visitare a Ravenna. I francescani del vicino convento trafugarono e conservarono gelosamente le ossa di Dante per diversi secoli, opponendosi alla volontà di sovrani e papi di riportarle a Firenze. Unico omaggio alla città di origine, la lampada votiva settecentesca alimentata con l'olio d'oliva toscano che ogni anno, la seconda domenica di settembre, viene donato dalla città di Firenze. 

Da non perdere, il Mausoleo di Teodorico e le numerose leggende che aleggiano attorno alla sua struttura e alla figura dell'imperatore barbaro cui è dedicato.

Secondo la leggenda, la vasca in porfido rosso al piano superiore è la stessa in cui il re trovò la morte: spaventato dai fulmini, iteodorico si rifugiò nel suo mausoleo durante un temporale, ma proprio un fulmine venne a colpirlo mentre  faceva il bagno. Dalla fessura a forma di croce aperta nel tetto del Mausoleo, sarebbe poi arrivato il cavallo nero che lo avrebbe gettato nell’Etna.

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Immagine descrittiva - BY Foto di awsloley da Pixabay c
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