Vacanze a Gravina in Puglia, tra grotte e masserie
Una vacanza a Gravina in Puglia è un vero e proprio viaggio nella storia. La "Città dell'olio e del pane", infatti, è un esempio straordinario di antico abitato in grotta mediterraneo, immerso nel Parco Nazionale dell'Alta Murgia barese, tra grotte, masserie e campi coltivati che rigenerano l'anima.
Indice
Gravina in Puglia, bellezza senza tempo
Gravina in Puglia si racconta subito, a partire da uno sguardo all'arrivo che abbraccia in un solo colpo d'occhio il centro storico aggrappato alla roccia, il lungo ponte che lo congiunge alla gravina carsica di cui porta il nome e all'abitato rupestre, sull'altra sponda del colle, che ci proietta in un tempo lontano, quando l'uomo scavava la roccia per viverci e pregare.
Gravina in Puglia appare quindi "incastonata" nel presente a ricordarci una storia che fu, guardando comunque al futuro.
Gli anfratti rocciosi e misteriosi, sul versante sinistro del burrone, non hanno una data precisa di fondazione, ma da essi prende il nome Gravina in Puglia, ricordando che in geologia il termine “gravina” indica una depressione del terreno prodotta dall'erosione delle acque. Tracce archeologiche indicano che la città si sia affacciata alla storia tra l'VIII e VII secolo a.C. Nel Medioevo sono ancora in molti a vivere l'abitato rupestre e pregare nelle sue numerose chiese scavate, "arrampicandosi" negli anfratti della sponda sinistra della gravina, dove poi nasceranno i quartieri storici di Fondovico e Piaggio.
Nei quartieri storici di Gravina in Puglia: Piaggio e Fondovico
I quartieri più antichi della città di Gravina in Puglia furono quindi creati a seguito del popolamento del versante sinistro del burrone gravina.
Dominati dalla Basilica Cattedrale, offrono ancora oggi scorci suggestivi su un paesaggio che tocca l'anima: tra Piaggio e Fondovico, infatti, è tutto un susseguirsi di archi, case in pietra addossate le une alle altre, a farsi forza per resistere all'avanzare del tempo, ampie scalinate, piazzette, vicoli scoscesi sui quali sembra affacciarsi ancora la storia millenaria, carica di sacrifici, dei braccianti silenziosi che hanno reso questo luogo "Città dell'olio e del pane".
Nel quartiere di Fondovico, l'8 maggio di ogni anno, in occasione della Festa di San Michele delle Grotte, si celebrano i “Ballune”:
la calata San Michele viene addobbata con i cosiddetti "ballune", le coperte in stoffa damascata, con frange e ricami arricciati in forma di farfalla al cui centro è collocato un fiocco, che vengono stese da un balcone all'altro assieme a fazzoletti, sciarpe di seta, monili e biancheria intima femminile, ovvero tutto il corredo delle giovani in età da marito esposto in bella mostra.
Secondo alcuni ricercatori e studiosi locali, la tradizione dei "ballune" di Gravina in Puglia richiamerebbe alcuni caratteri della legislazione romana, franca e longobarda circa le consuetudini matrimoniali, secondo le quali il corredo della futura sposa doveva essere esposto a parenti e amici del pretendente per la loro approvazione.
Gravina Sotterranea
Gravina Sotterranea è una tappa obbligatoria per chi decide di visitare la città murgiana. Lo spettacolare reticolo sotterraneo che si snoda nei meandri cittadini è un patrimonio raro se non unico nel suo genere. Queste opere di grande ingegneria civile sono state lasciate in abbandono per molto tempo fino a quando sono state recuperate e date a nuova vita dall’omonima associazione.
Da molti anni, Gravina Sotterranea offre escursioni nei luoghi più affascinanti e caratteristici del ventre città. Il percorso più completo che si può effettuare dura circa 1 ora e mezza e comprende diversi siti sotterranei che spesso non sono comunicanti tra di loro, ma, per chi lo desiderasse è possibile effettuare un percorso anche di durata inferiore (tipo di 45 minuti) che comprende una parziale visita di tutto il percorso.
Gravina in Puglia tra papi e imperatori
Tra i protagonisti illustri della storia di Gravina in Puglia, dei quali è ancora oggi possibile ammirare traccia, l'imperatore Federico II di Svevia e papa Benedetto XIII.
A Federico è attribuita la costruzione del Castello Svevo, del quale oggi è possibile ammirare solo i muri perimetrali che svettano su un colle a 450 metri sul livello del mare, lungo la strada che porta a Corato.
La fortezza di Gravina è parte integrante del sistema di castelli federiciani che, assieme alla domus di Foggia, i castelli di Lucera e Castel del Monte furono eretti ex-novo per il controllo del territorio. La struttura, a pianta rettangolare, ha una lunghezza di 58 metri e una larghezza di 30 e risulta impostata su due livelli: il piano superiore, utilizzato come residenza dell’imperatore e della corte, era illuminato da grandi finestre; quello inferiore, destinato alle scuderie e agli alloggi di servizio, presenta oculi e finestre strette. Una sala del castello ospitava certamente i celebri falconi addestrati da Federico per la caccia.
La storia di un illustre figlio di Gravina in Puglia, divenuto poi papa Benedetto XIII, è racchiusa invece nel Museo Capitolare di Arte Sacra.
Posto al centro di piazza Notar Domenico, nel secentesco Palazzo ex-Seminario, il museo espone i preziosi paramenti sacri, in seta ricamata con fili d'oro, utilizzati dal papa in occasione della canonizzazione di San Luigi Gonzaga (1726). Nella sezione degli argenti è possibile ammirare la stauroteca a croce patriarcale, detta "di Lorena", dono di Samuele vescovo di Gravina dal 1215 al 1244; il calice in argento di Monsignor Francesco Bosio (1568-1574), un calice in oro del Settecento, un turibolo del Cinquecento, il pastorale di papa Benedetto XIII e tre tele attribuite al Cavalier d’Arpino, maestro di Caravaggio.
Le grotte di Gravina in Puglia e il Parco Nazionale dell'Alta Murgia
Sul versante destro del burrone lungo il quale si dispone l'abitato di Gravina in Puglia, di fronte al balcone della chiesa-grotta di San Michele, si affaccia uno dei paesaggi più suggestivi del sud Italia: il misterioso habitat rupestre che culmina col gruppo noto come "Sette camere".
Si tratta di 7 grotte risalenti all'epoca paleocristiana, chiaramente squadrate dall’uomo, comunicanti tra loro. Un'iscrizione di poche parole in lingua greca abbinata a simboli del primitivo Cristianesimo, offre testimonianza dei primi cristiani nella terra di Gravina in Puglia e in tutto il territorio dell'Alta Murgia.
Il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, istituito nel 2004, è un'area naturale protetta che abbraccia le province di Bari e Barletta-Andria-Trani, posto a tutela di quello che viene considerato l’ultimo esempio di "steppa Mediterranea" presente in Italia.
Con un’estensione di 67.739 ettari, il Parco della Murgia è attraversato da 6 tratturi percorribili con un trekking organizzato, uno dei quali costeggia l'antica via Appia per più di 140 Km. Lungo i suggestivi tratturi, la presenza dell’uomo è testimoniata dalle costruzioni in pietra a secco che servivano da riparo sia nei mesi invernali che durante la transumanza, come ricovero per le bestie.
Tante le masserie che punteggiano il territorio, veri e prorpi centri vitali dell’economia agricola locale nel corso dei secoli. Presenti nel parco a partire dal XV secolo, gran parte di questi edifici appaiono fortificati, in quanto servivano a proteggere gli abitanti locali dalle incursioni di briganti e invasori.
Degustazioni in masseria
La tipica masseria pugliese è il luogo perfetto in cui sostare per concedersi un "assaggio" genuino del territorio.
Cuore pulsante dell'agroalimentare gravinese, la masseria offre ai visitatori pietanze che coniugano l'unicità e la salubrità di questa terra, che fa del grano e dell'ulivo le proprie bandiere.
Cenni storiografici indicano Gravina in Puglia come "Città del grano e del vino": Grana Dat et Vina, offre grano e vino, come riporta anche lo stemma araldico cittadino.
Prodotto di pregio è il Cardoncello, fungo selvatico che cresce nella murgia gravinese, e che si può gustare come ingredianete principe dei sughi che accompagnano i primi piatti a base di pasta fatta in casa.
La filiera lattiero-casearia rappresenta una punta di eccellenza: latticini a pasta filata e formaggi, sia freschi che stagionati, fra i quali il Pallone di Gravina e il Fallone di Gravina sono la tappa clou della degustazione in masseria.
Tra i prodotti da forno, si ricorda il Sasanello gravinese, il tarallo piccilatiedd’ e la focaccia di San Giuseppe, anche nota come "u’ruccl", preparata con l’impasto della focaccia in tanto olio extravergine d’oliva e ripiena di acciughe, cipolla lunga e uva sultanina.
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