A casa tutto bene: Brunori canta "Com'è profondo il mare"
di Valeria Bonacci
L’ironia di Dario Brunori è davvero unica, in pubblico il cantante tira fuori un’aria quasi boriosa, specie se il concerto è nella sua terra, senza però risultare antipatico. Insomma Brunori ha stoffa e lo sa, fa sorridere, arriva a tutti e non teme il confronto con Dalla.
Brunori canta Com’è profondo il mare – questo anche il titolo dello spettacolo – si diverte e fa divertire. Il concerto, inserito nel cartellone della stagione Meridiano Sud del TAU, ha registrato il sold out in entrambe le date, 13 e 14 dicembre.
Lo spettacolo nasce proprio all’ Auditorium dell’Unical, è in questo spazio che lo scorso anno la Brunori Sas insieme ai Takabum ha provato il concerto per esibirsi in ottobre a Palermo, in occasione del Festival di Sky Arte. Tutta la prima parte del concerto è dedicata al disco di Dalla, Brunori lo esegue senza cambiare l’ordine dell’album che ha consacrato il cantautore bolognese come solista. Era il 1977 quando la RCA Italiana ha prodotto il disco, il primo in cui Dalla ne scrive anche i testi.
«È chiaro / Che il pensiero dà fastidio / Anche se chi pensa / È muto come un pesce / Anzi un pesce / E come pesce è difficile da bloccare / Perché lo protegge il mare /Com'è profondo il mare» cantava Dalla.
“Com’è profondo il mare” è la canzone diventata un cult, simbolo della libertà di pensiero e d’espressione e l’omonimo disco è ancora di un’attualità sorprendente, come lo stesso Brunori ci racconta nell’intervista rilasciata a ViaggiArt.
Dario Brunori spiega la profondità di questo disco e di questa canzone, ci tiene a precisarlo: «siamo in un’epoca in cui c’è grande bisogno di poter affermare il pensiero, perché il pensiero è l’unica cosa che non si può fermare e non si può riciclare».
Continua a scherzare Brunori: «Non so cosa ho detto ma mi sembra di averlo detto bene!», eppure il risultato è tutt’altro che dissacrante, un omaggio di classe che non osa ed emoziona, e che si chiude nella seconda parte con le canzoni del cantautore cosentino tratte dal pluripremiato “A casa tutto bene”.
A parte l’ironia, Brunori si misura con umiltà al grande Dalla, non cerca di stravolgerlo o reinterpretarlo, lo canta alla sua maniera, scherzando sulla sua stessa voce, che dichiara con modestia non essere paragonabile a quella del cantautore bolognese. Le orchestrazioni dirette da Mirko Onofrio, in questo “ensamble a km zero”, come lo definisce lo stesso Dario, sono eleganti negli arrangiamenti originali e riescono al tempo stesso a rimanere fedeli alla scrittura musicale di Dalla.
In scena, insieme a Brunori, l’orchestra diretta da Onofrio composta per l’occasione da Simona Marrazzo, Dario Della Rossa, Massimo Palermo, Stefano Amato, Lucia Segreti (l’unica non calabrese), Carlo Cimino, Nando Farina, Francesco Caligiuri, Emanuele Calvosa, Giuseppe Oliveto, Oscar De Caro.
In prima fila c’è Mammarella SAS, che senza intimidirsi risponde al figlio quando secondo lei “esagera”, insieme a lei le zie di Brunori. Gli amici, il velluto delle poltrone e la poesia della musica ci avvolgono. Il concerto si chiude con “La verità”, si accendono le luci di sala, qualcuno ha gli occhi lucidi, Brunori abbraccia la mamma, è quasi Natale, e possiamo dire “A casa tutto bene”. Applausi.
Riproduzione riservata © Copyright Altrama Italia