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La spada e l’elefante: weekend nel Parco Nazionale della Sila, sulle tracce dell’Elephas antiquus

Scritto da Redazione , 01/12/17

Il Parco Nazionale della Sila sorprende sempre. Le recenti scoperete archeologiche sul Lago Cecita, in località Campo San Lorenzo, relative ai resti di un Elephas antiquus, gettano nuova luce sulla storia di un territorio già ricco di fascino naturalistico. 

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Alla scoperta del Lago Cecita e della sua storia millenaria

Raggiungiamo di buon’ora le sponde del Lago Cecita, nel Comune di Spezzano della Sila (CS), e siamo accolti dai colori di un paesaggio di rara bellezza. La Sila rivela in questa zona il suo volto più antico: l’area archeologica, individuata già durante una campagna di scavo nel 2004, ha riportato alla luce antiche testimonianze dell'uomo di Neanderthal

La siccità dei mesi scorsi ha contribuito a svelare ulteriori “tesori sommersi”, che gli archeologi all’opera per conto della Soprintendenza ci spiegano essere di straordinaria importanza: siamo di fronte ai resti di un imponente Elephas antiquus, del quale colpisce il grande molare “diagnostico”, le zanne della lunghezza di 3 metri e frammenti che rimandano a una specie di elefante che abitò l’Europa a partire da 700.000 anni fa.

Non è tutto! La ricchezza di reperti in quest’area del Parco Nazionale della Sila, in particolare il ritrovamento di una spada del tipo “scramasax”, rivela la presenza di un’area destinata alla produzione di armi da parte dei longobardi, unica testimonianza, ad oggi, del passaggio di questo popolo nel comprensorio della Sila Grande.  

Preziosa nicchia archeologica e naturalistica, la zona del Lago Cecita racconta storie lontane, che attestano la presenza dei longobardi in Calabria e chiariscono molte dinamiche insediative dalla Preistoria all’Alto Medioevo.

 

Gita tra i laghi della Sila 
 
A poche centinaia di metri l’uno dall’altro, questi preziosi ritrovamenti ci inducono a esplorare il territorio del Parco Nazionale della Sila e i laghi silani con occhi nuovi, godendo al contempo dei borghi, delle fattorie didattiche e delle specialità della cucina silana

Questo weekend è ideale per ammirare anche i resti del tempio magno-greco dedicato a una divinità femminile e il selciato dell’antica strada romana - che con una larghezza di quasi 4 metri consentiva il passaggio di due carri affiancati - prima che le piogge e l’innalzamento delle acque ricoprano tutto. 

Le scoperte rafforzano ulteriormente la candidatura del Parco Nazionale della Sila a sito Patrimonio UNESCO

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