Destinazioni - Comune
Torregrotta
Luogo:
Torregrotta (Messina)
Torregrotta (IPA: [tɔrre'grɔtta], Turri in siciliano) è un comune italiano di 7 446 abitanti della provincia di Messina in Sicilia.
Geografia fisica
Territorio
Il territorio di Torregrotta è situato lungo la costa settentrionale della Sicilia, nella valle del Niceto, e si prolunga a sud verso le propaggini collinari dei Monti Peloritani. Con la sua estensione di 4,13 km², è il secondo più piccolo territorio tra i comuni della valle, preceduto solo da Valdina (2,60 km²), ed uno dei più piccoli della Provincia di Messina. Ha per limiti naturali i torrenti Caracciolo (Est), Sottocatena (Sud), Bagheria (Sud-Ovest), Lavina (Ovest) e il Mar Tirreno (Nord); confina inoltre con i seguenti comuni: Valdina ad oriente, Roccavaldina a meridione, Monforte San Giorgio a meridione e ad occidente. L’andamento dei margini amministrativi ricorda la figura di un quadrilatero dalla sagoma pressappoco rettangolare, le cui dimensioni sono di 3 700 m in senso Latitudinale e di 1 150 m in quello Longitudinale.
La gran parte del suolo torrese, circa il 70%, è morfologicamente pianeggiante, con pendenze che non superano il 5%. La pianura, oltre a comprendere la fascia costiera, si spinge verso l’interno sino al torrente Bagheria e costituisce la porzione più orientale della valle solcata dal fiume Niceto. La zona collinare, delimitata ad oriente dalla valle e ad occidente dal rio Caracciolo, è invece formata dal crinale che degrada verso la marina e, nel settore centro-settentrionale, è modificata da diverse cave di argilla che per lungo tempo sono state utilizzare in maniera considerevole dall’industria dei laterizi. Il litorale si estende per circa 1 200 m e si presenta con spiagge basse e sabbiose, dall’aspetto e dall’estensione variabili nel corso del tempo.
La città si sviluppa nella piana, prevalentemente in senso latitudinale e senza soluzione di continuità, dalla costa fino al confine meridionale, e trasversalmente nelle adiacenze della strada statale 113. L'altitudine del centro abitato, compresa tra 3 e 50 m s.l.m., è ufficialmente indicata in 44 m s.l.m. poiché a tale quota sorge la casa comunale. L'escursione altimetrica dell'intero territorio torrese varia invece dal livello del mare al punto collinare più alto, a sud-est dell'abitato, a quota 193 m s.l.m..
Idrografia
La valle nella quale sorge Torregrotta fa parte del bacino idrografico del torrente Niceto che è annoverato tra i principali corsi d’acqua dei monti Peloritani per valore storico e naturalistico. Il Niceto tuttavia non attraversa il territorio comunale scorrendo poco oltre il confine amministrativo occidentale, a breve distanza dall’abitato. Ad oriente, al di là dell’appendice collinare, il suolo è solcato dal rio Caracciolo che per tutto il suo corso, lungo soltanto 4,9 km, separa Torregrotta dal comune di Valdina sfociando nel mar Tirreno, e nel cui bacino rientra in parte il territorio torrese. Oltre al Caracciolo, diversi sono i corsi d’acqua minori che interessano il territorio comunale tra i quali il Bagheria, principale affluente del Niceto e limite territoriale con il comune di Monforte San Giorgio per circa 600 m. Affluenti del Bagheria sono il torrente Sottocatena, che segna parte del confine con il comune di Roccavaldina, e il rio Granatara che scorre nei pressi della contrada Grotta. Tutti i succitati corpi idrici minori sono asciutti per gran parte dell’anno costituendo soltanto dei fossati di compluvio. Fa eccezione il torrente Bagheria che grazie ad un reticolo idrografico complesso presenta un regime idrologico di tipo torrentizio, tipico delle fiumare, con piene nella stagione invernale e periodi di magra o di secca nella stagione estiva.
Le maggiori risorse idriche torresi si concentrano nelle falde acquifere del sottosuolo dal quale vengono estratte tramite pozzi e trivelle per rifornire l’acquedotto comunale e per l’irrigazione dei campi agricoli. L’acquifero, che è alimentato in maniera diretta dalle piogge e dalle acque infiltrate in discesa dai monti, si caratteristica per la mutevole altezza del livello medio delle acque che varia in ragione delle proprietà locali del terreno, potendosi trovare poco al di sotto della superficie oppure raggiungere profondità di alcune decine di metri. Inoltre il sistema di falde risulta isolato inferiormente da uno strato di materiale impermeabile composto da argille grigio-azzurro. In estate, durante il periodo di magra dei torrenti, le acque di falda sorgono spontaneamente dal suolo formando diverse sorgenti naturali nei pressi della costa; infatti, come dimostrato da alcuni studi, le precipitazioni che arricchiscono i bacini imbriferi, infiltrandosi nei terreni durante la stagione delle piogge (settembre – febbraio), impiegano circa sei mesi per raggiungere la piana costiera. Il fenomeno fu noto fin dal periodo romano, raccontato da Plinio il Vecchio:
Una delle sorgenti origina il Lavina, piccolo ruscello che scorre nelle adiacenze della costa al confine con il comune di Monforte San Giorgio. Alla fine del XIX secolo, durante i lavori di bonifica della zona costiera, gran parte delle sorgenti vennero canalizzate con dei fossati chiamati saie presso i quali, fino al secolo scorso, si svolgeva il folcloristico rito del lavaggio della lana che sarebbe poi servita per allestire materassi e cuscini casalinghi.
Geologia
L'intero centro abitato sorge su uno strato di depositi alluvionali olocenici (alluvioni recenti) costituiti da sedimenti clastici in particolare da sabbie, spesso limose, al cui interno si ritrovano ghiaie e ciottoli provenienti da rocce metamorfiche. La loro formazione è frutto dell'azione di incisione degli attuali corsi d'acqua i quali nel tempo hanno trasportato e depositato a valle i frammenti di rocce erose in montagna dagli agenti esogeni. Le alluvioni recenti si estendono ricoprendo tutta la parte pianeggiante, con uno spessore variabile che può superare anche i 30 metri. Lo strato più superficiale, spesso circa 1 m, è costituito da suolo agrario ricco di humus, materiale organico e sostanze nutritive. La parte orientale del territorio torrese è dominata da compatte stratificazioni di argille dal colore grigio-azzurro, talora profonde oltre 100 metri, nelle quali sono interposte lamine siltose. Le argille torresi, che costituiscono la formazione più diffusa in superficie dopo le alluvioni recenti, sono adatte alla produzione di laterizi grazie alle buone caratteristiche del materiale. Nelle zone collinari della contrada Maddalena, in affiancamento laterale alle argille, affiorano calcareniti e sabbie organogene dal colore grigio-giallastro che presentano stratificazione incrociata e consistenza variabile. Al loro interno contengono inoltre associazioni a nannoflore e foraminiferi planctonici. Le argille e le formazioni organogene formano il substrato sul quale poggiano le alluvioni recenti e sulla cima delle colline sono mozzate da terrazzamenti marini composti da silt, ghiaie ed altri aggregati di origine cristallina. Nella porzione meridionale del territorio comunale emergono in superficie diverse formazioni geologiche: a ridosso delle sponde del torrente Caracciolo si ritrova una fascia di trubi composta da calcari marnosi e marne calcaree la cui caratteristica peculiare è l’elevato numero di fessurazioni generalmente riempite di pelite. A poca distanza dalla contrada Grotta affiorano invece formazioni di calcare evaporitico di colore biancastro che poggiano su stratificazioni di sedimenti in cui si alternano rocce arenarie di medie dimensioni, talvolta dissolvendosi in sabbie, e strati argillosi. La formazione geologica più profonda, sovrastata da tutte le precedenti, è rappresentata dalle metamorfici dell’unità dell’Aspromonte dominati da paragneiss interposti a metafemiti. I letti dei torrenti e le spiagge sono costituite dalle alluvioni attuali ovvero materiali trasportati e depositati dalle acque dei corsi d’acqua o dal moto ondoso del mare. Nel primo caso si tratta di sedimenti formati da ghiaia e sabbia con ciottoli e frammenti di rocce di diverse dimensioni; nel secondo caso di depositi sabbiosi. Le formazioni geologiche temporalmente più recenti sono i detriti di falda che possono essere rintracciati in una limitata porzione di versante collinare e sono formati da materiali sabbiosi e limosi. In sintesi la stratigrafia del sottosuolo torrese comprende la seguente successione di strutture geologiche:
Detrito di falda
Alluvioni attuali (Olocene)
Alluvioni recenti (Olocene)
Terrazzi marini (Pleistocene medio-sup.)
Argille grigio azzurre (Pliocene sup. - Pleistocene medio)
Calcareniti e sabbie organogene (Pliocene sup. - Pleistocene medio)
Trubi (Pliocene inf.)
Calcare evaporitico (Messiniano)
Alternanza arenaceo-sabbioso-pelitica (Tortoniano)
Metamorfiti - Unità dell'Aspromonte (Erciniano)
Dal punto di vista tettonico, l’area sulla quale sorge Torregrotta ha attraversato una prima fase di spostamenti orogenici delle formazioni più basse e, a partire dal miocene, un processo di sollevamento dei terreni testimoniato dai terrazzamenti marini presenti sulle alture. Ciò ha comportato l’attivazione di fenomeni erosivi e la creazione di faglie distensive delle quali, tuttavia, non esistono testimonianze storiche di movimenti. I principali terremoti che hanno coinvolto la città sono sempre stati originati dalle sorgenti sismogenetiche dell'Arco Calabro-Peloritano. Secondo la classificazione sismica del territorio nazionale italiano, Torregrotta è così classificata:
Zona 2 (sismicità media), Ordinanza PCM n. 3274 del 20/03/2003
Clima
Torregrotta gode di un tipico clima temperato caldo che ad estati calde alterna inverni non eccessivamente freddi, con stagioni intermedie miti e confortevoli. In base alle rilevazioni pluriennali della locale stazione meteorologica, la temperatura media annua si attesta intorno ai 17,8 °C; il mese più freddo risulta essere febbraio, con una temperatura media di 10,3 °C, il mese più caldo agosto, con una temperatura media di 25,6 °C. In estate le temperature possono raggiungere i 40 °C ma in casi rari e in inverno non scendono quasi mai al di sotto dei 0 °C. Moderate sono le escursioni termiche stagionali che oscillano fra i 6 °C e gli 8 °C. A Torregrotta le precipitazioni piovose annuali si attestano sui 926,8 mm medi di pioggia che raramente si trasformano in fenomeni grandigeni o in nevicate, l’ultima delle quali si è verificata nel gennaio 1999. La stagione delle piogge è quella compresa tra autunno e prima parte della primavera; tuttavia le precipitazioni risultano irregolari sia in quantità annuale sia in distribuzione giornaliera, spesso caratterizzate da elevati accumuli in ristretti intervalli di tempo. Soltanto il 25 - 30% della pioggia totale annua cade nel periodo tardo-primaverile e in estate che risulta la stagione più siccitosa. Durante l’anno solare Torregrotta è spesso caratterizzata da giornate ventose. Il maestrale è il vento più ricorrente e nelle fasi più intense è accompagnato da violente mareggiate. Periodici sono anche il libeccio e lo scirocco.
La stazione meteorologica di Torregrotta è attiva dal 1º gennaio 2002 e fa parte della rete SIAS della Regione Siciliana e della rete nazionale SINAnet gestita dall’ISPRA. Secondo la classificazione climatica dei comuni italiani, Torregrotta è così classificata:
Zona climatica B;
Gradi giorno 702.
Storia
L’assenza di rinvenimenti archeologici non ha permesso di chiarire se in territorio torrese vi fosse un insediamento umano permanente durante l’età antica. L’ipotesi più accreditata dagli storici è che la zona fosse inizialmente frequentata dai Sicani e che la fertilità del suolo, unita all’abbondanza d’acqua garantita dal Niceto, favorirono l’insediamento umano nel periodo ellenico con la formazione di villaggi contadini. Successivamente, in epoca romana, la presenza di almeno un piccolo centro abitato è ritenuto altamente probabile poiché furono creati dei latifondi amministrati da un tribuno oppure, secondo una tesi più recente, da alcuni ricchi romani. Caduto l’Impero Romano, l’area torrese fu occupata dagli Ostrogoti e successivamente dai Bizantini assumendo la denominazione di Casale del Conte. Il Casale fu un piccolo centro agricolo raso al suolo dai Saraceni intorno all’anno 870. Gli arabi preferirono insediarsi nell’odierna contrada Radali e durante la loro dominazione, che durò fino alla conquista normanna del 1061, il territorio torrese venne chiamato Rachal Elmelum. Nel marzo del 1168 il Re normanno Guglielmo II e sua madre, Margherita di Navarra, diedero in dono l’antico Casale bizantino al monastero benedettino di Santa Maria della Scala di Messina creando l’entità territoriale che sarebbe passata alla storia come feudo di Santa Maria della Scala. Quest’ultimo comprendeva la quasi totalità del territorio di Torregrotta e in parte quello di Valdina. La concessione fu riconfermata dai successori Enrico VI e Costanza I, e poi per ben due volte, nel 1209 e nel 1221, dall’imperatore svevo Federico II. Durante il regno di quest’ultimo, il feudo su usurpato dal giudice messinese Afranione de Porta e in seguito da altri cittadini messinesi, ritornando in possesso del monastero soltanto nel 1289 in virtù di una sentenza emessa dal legato pontificio di Sicilia nel 1267. A partire dall’ondata di peste del 1347 il Casale del feudo di Santa Maria della Scala iniziò progressivamente a spopolarsi, rimanendo in abbandono fino al 1526 quando l’imperatore Carlo V emanò una Licentia populandi nella quale si autorizzava la sua riedificazione e il suo ripopolamento. La rinascita del Casale segnò la ripresa economica dell’intero feudo, la cui gestione fu affidata dalle religiose benedettine ad un procuratore laico, e rappresentò l’origine dell’odierna città il cui nucleo cinquecentesco si ingrandì e si sviluppò nel corso dei secoli, chiamandosi dapprima Torre e poi Torregrotta. Nel frattempo, già nel XIV secolo, era stato creato dal re di Sicilia Federico III il feudo di Rocca (odierna Roccavaldina) che, inglobando la porzione di suolo torrese fino ad allora inclusa nel demanio reale, si era affiancato al feudo Scala nell’amministrazione dell’attuale territorio. Alla guida della terra di Rocca si erano alternati diversi feudatari fino al 1509 quando il feudo fu acquistato dal nobile spagnolo Andrea Valdina. Il governo della famiglia Valdina, che durò fino alla prima metà del 1700, fu per Rocca la fase di maggior splendore, periodo durante il quale gli interessi economici si intrecciarono con quelli del feudo di Santa Maria della Scala. In quest’ultimo furono attive diverse strutture commerciali e artigianali ma fu soprattutto l’attività agricola a caratterizzare i secoli XVI e XVII, con importanti produzioni di olio e vino e con l’allevamento del baco da seta che consentì ai Valdina di avviare un florido commercio di prodotti serici.
Simboli
Lo stemma e il gonfalone cittadino, approvati con deliberazione del Consiglio Comunale n. 84 dell’11 novembre 1977, sono stati ufficialmente concessi con Decreto del presidente della Repubblica in data 15 marzo 1978. La blasonatura, così come riportata nel D.P.R. di concessione, è la seguente:
Lo stemma di Torregrotta è l’emblema figurativo delle origini contadine della città, simboleggiando nelle quattro figure predominanti – uva, spiga, ulivo e pecora – i prodotti legati all’attività agricola e all’allevamento che per lungo tempo hanno costituito la principale fonte di prosperità per i Torresi. La sintesi figurata delle vicende storiche del territorio torrese è invece delineata nello stemma storico della città proposto da un gruppo di studiosi nel 1993 con la seguente blasonatura:
La simbologia utilizzata esprime nell’icona Mariana il feudo di Santa Maria della Scala e nella torre, che costituisce richiamo all’edificio da cui ha avuto origine il toponimo, il casato dei Valdina. L’accostamento delle due figure rappresenta anche l'unicità dell’odierna città.
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture Religiose
Chiesa di San Paolino Vescovo. Inaugurata il 29 giugno 1943 in via Mezzasalma, custodisce al suo interno una tela del 1671 raffigurante la Deposizione di Cristo dalla Croce che originariamente adornava l’altare dell’antica chiesa di San Paolino, già chiesa di Maria SS. della Pietà. Da quest’ultimo edificio, ormai demolito, proviene anche una campana del 1886 ancora funzionante. Nel 2010 la chiesa è stata ristrutturata e nella facciata è stata collocata una vetrata che raffigura San Paolino.
Chiesa di Santa Maria della Scala. Aperta ai fedeli il 10 aprile 1976, sorge sull’omonima piazza ed è stata dedicata il 10 ottobre dello stesso anno. La chiesa è erede del plurisecolare culto torrese per la Vergine della Scala, il cui antico tempio religioso si suppone dovesse trovarsi nel centro storico.
Chiesa del Santissimo Crocifisso. Fu consacrata e aperta al culto il 22 gennaio 1925 in occasione dell’inaugurazione dell’istituto Figlie del Divino Zelo di cui fa parte. Negli anni settanta ha subito una importante opera di ristrutturazione con l’aggiunta di un ulteriore corpo e la sostituzione del tetto in legno con un solaio in cemento armato. Conserva all’interno quattro statue lignee tra le quali quella della Madonna del Tindari del 1925.
Chiesa di San Cristoforo. L’epoca di edificazione è incerta, probabilmente di origini bizantine. Dagli atti notarili risulta attiva almeno dall’inizio del XIX secolo. Ne rimangono solo le mura perimetrali lungo la via San Vito.
Architetture civili
Torre del Castrum. Databile tra il XVI e il XVII secolo, fu una delle opere difensive del Castrum fatto edificare dall’imperatore Carlo V per proteggere i contadini che abitavano il Casale del Feudo di Santa Maria della Scala. Nel corso del tempo ha subito diverse modificazioni e stravolgimenti ed oggi si presenta inglobata in abitazioni di epoche successive lungo la Via Trieste.
Arco merlato. Fu uno dei portali di accesso al Castrum cinquecentesco fatto edificare dall’imperatore Carlo V. La sua costruzione è tuttavia successiva poiché sulla chiave di volta interna sono ancora visibili i numeri 6 5 0 ed è quindi databile al 1650. Il portale è costituito da un arco a tutto sesto sormontato da una merlatura ghibellina. Si trova ai margini della via Mezzasalma.
Altro
Monumento ai caduti. Inaugurato il 7 settembre 1919 in memoria dei soldati Torresi caduti nella Prima guerra mondiale, è tra i più antichi d'Italia e il primo sorto in Sicilia. Realizzato interamente in marmo bianco, è composto da una parte inferiore a base quadrata sulla quale sono collocate quattro epigrafi commemorative e da una parte superiore a forma di obelisco.
Statua di San Pio da Pietrelcina. Realizzata interamente in bronzo dall’artista Prof. Giovanni De Pasquale, è stata inaugurata il 12 agosto 2001 nell'attuale Piazza Unità d’Italia.
Stemma mobiliare della famiglia Valdina. Posizionato ai margini della via Mezzasalma, secondo le ipotesi degli storici si trovava in origine sulla facciata di un edificio cinquecentesco oggi scomparso. Lo scudo gentilizio che contiene lo stemma è scolpito su una lastra di marmo bianco ed ha la tipica forma di uno scudo siciliano inquartato. Tre delle quattro parti che lo compongono sono analoghe a quelle dello stemma scolpito sulla tomba di Andrea Valdina nella chiesa madre di Roccavaldina. Alla sinistra dello scudo sono incisi i numeri 1 e 5 ed è quindi databile alla seconda metà del XVI secolo.
Icone raffiguranti la Madonna della Scala. Scolpite su lastre di pietra arenaria delle dimensioni di 33 cm di larghezza e 45 cm di altezza, ebbero la funzione di marcare i confini dell’antico feudo di Santa Maria della Scala. Delle sette icone presunte, ne rimangono oggi soltanto quattro: due in territorio torrese, in via dei Mille e in contrada Largari, due in territorio di Valdina.
Grotta rupestre. Si trova nei pressi della via San Vito e fa parte di una serie di grotte dislocate tra Torregrotta e la frazione Cardà del comune di Roccavaldina.
Architetture scomparse
Chiesa di Maria Santissima della Pietà. Fu edificata nella seconda metà del Seicento per volere del sacerdote Don Nicolò Bitto sul luogo ove oggi sorge il palazzo ex asilo infantile. La facciata esterna era dominata da un orologio munito di meccanismo di ricarica accessibile dalla cantoria. All’interno si trovavano un organo a canne e, sopra l’altare maggiore, un dipinto raffigurante la Deposizione, oggi custodito nella chiesa di San Paolino. Scendendo nelle viscere dell’edificio si accedeva ad una cripta in cui erano sepolti dei cadaveri in abito talare e, secondo le testimonianze raccolte dagli storici, dovevano esistere anche diversi cunicoli sotterranei. Fino al 1852 la chiesa di Maria SS. della Pietà fu soltanto un tempio rurale ma nello stesso anno l’Arcivescovo di Messina, su richiesta dei torresi, la elevò a sacramentale intitolandola a San Paolino Vescovo. L’edificio venne chiuso e poi demolito poiché fatiscente, e sostituito dalla nuova chiesa di San Paolino.
Chiesa di Santa Maria Maddalena. Sorgeva nella omonima contrada torrese lungo l’antica via Maddalena e ne rimane soltanto una piccola porzione di muro perimetrale. L’edificio di culto e il complesso agricolo che la circondava furono attivi già sul finire del XVI secolo poiché a partire dal 1584 sono documentati scambi commerciali di bestiame e tessuti in occasione della festività di Maria Maddalena. La chiesa, la cui funzionalità è accertata fino ad almeno il 1834, fu abbattuta intorno alla metà del XX secolo durante i lavori di costruzione della strada provinciale n.59, mentre è ignota la causa della scomparsa delle strutture agricole.
Chiesa trecentesca. Lungo via Trieste, incorporati in un edificio settecentesco ormai in rovina, vi sono tracce di una chiesa del XIV secolo di cui è ignoto il titolare. Secondo le ipotesi degli storici potrebbe trattarsi dell’antico tempio religioso dedicato a Santa Maria della Scala.
Magazzinazzu. Chiamato anche Riposto della Torre, fu un edificio appartenuto all’antico Feudo di Santa Maria della Scala che sorgeva sulla via XXI ottobre nei pressi del monumento ai caduti e che fu abbattuto fra l’ottobre 1954 e il marzo 1955. Sotto il rosone della facciata principale erano posizionate una grande icona marmorea raffigurante la Madonna della Scala e una lapide recante un'iscrizione latina che, secondo le ipotesi degli storici, doveva essere la concessione del re di Sicilia Guglielmo II del 1168.
Torri. Una sorgeva lungo via Libertà, l’altra nei pressi di piazza Santa Maria della Scala, parte intregrante di un antico fondaco.
Società
Evoluzione demografica
Abitanti censiti
L’entità della popolazione torrese nei periodi storici antecedenti l’unificazione italiana è ignota. Quasi certamente il territorio torrese fu abitato sin dal periodo romano subendo un processo di spopolamento a partire dal tardo medioevo e ritornando a popolarsi nel XVI secolo grazie alla rinascita del Casale, nucleo cinquecentesco dell’odierna città. Durante l’ottocento Torregrotta fu interessata da fenomeni migratori che incrementarono la popolazione, composta da circa 400 abitanti nel 1852. Tutti i rilevamenti censuari effettuati dall’Istat hanno evidenziano una crescita continua del numero dei torresi con significative variazioni percentuali relative, in particolar modo negli anni compresi tra i censimenti del 1971 e del 1991. Tale sviluppo demografico è stato in larga parte determinato, soprattutto dagli anni settanta del XX secolo, dal più ampio fenomeno dei flussi migratori dai comuni montani verso i centri costieri, coinvolgendo nuclei familiari interi e risultando preminente rispetto ad altre località provinciali affini per una serie di fattori:
La nascita e lo sviluppo del polo industriale del Mela.
La baricentrica collocazione geografica del comune nell’area costiera tra Villafranca Tirrena e Milazzo.
Un buon sistema di reti di trasporto che favorisce l’accessibilità verso i centri di maggiore dimensione.
A partire dagli anni duemila, la riduzione delle migrazioni montagna-costa è stata compensata dall’immigrazione proveniente dall’estero e dal trend positivo dei saldi naturali annuali. Al 31 dicembre 2012 Torregrotta è il 12º comune più popoloso della provincia di Messina, il primo comune più densamente popolato nella provincia, a conferma del ruolo di centro attrattore nei confronti della popolazione, e il terzo comune con il più alto tasso di natalità nella provincia.
Etnie e minoranze straniere
La popolazione straniera è molto limitata ma in costante aumento su base pluriennale. Al 31 dicembre 2013, gli immigrati regolarmente residenti a Torregrotta sono 286, pari al 3,8% dell'intera popolazione e con un decremento di 2 unità rispetto al 2012. Le nazionalità più numerose risultano essere:
Romania – 169
Marocco – 31
Polonia - 19
Albania – 18
Religione
La maggior parte della popolazione, come per tutta l’Italia, professa la religione Cristiana Cattolica afferendo alle due parrocchie in cui è diviso il territorio comunale, entrambe appartenenti alla Arcidiocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela; la parrocchia più antica, dedicata a San Paolino Vescovo, è stata canonicamente istituita nel 1921 mentre quella dedicata a Santa Maria della Scala è stata creata nel 1965. In città è presente sin dal 1925 un istituto religioso appartenente alla congregazione delle Figlie del Divino Zelo le cui religiose si dedicano principalmente alla promozione delle vocazioni religiose e alla educazione cristiana dei ragazzi nella scuola dell'infanzia annessa ai locali dell’istituto. Tutte le tradizioni religiose torresi sono tramandate dalla Confraternita di San Rocco che, fondata nel 1828, è l’unica confraternita rimasta dopo lo scioglimento, negli anni 40 del XX secolo, di quella di San Giuseppe. Tra i principali culti praticati vi è quello di San Paolino, patrono della città, e quello della Madonna della Scala, risalente al XII secolo. Altri culti importanti sono quello di San Rocco, uno dei più antichi, e di Sant’Antonio la cui venerazione fu diffusa tra la popolazione dalle Figlie del Divino Zelo.
Cultura
Biblioteche
La biblioteca comunale possiede un patrimonio librario di 1846 volumi prevalentemente a carattere letterario e geografico. Nel maggio 2010 è stata trasferita nella nuova sede presso il Polo Servizi dove periodicamente vengono ospitate anche mostre e corsi serali.
Scuole
Torregrotta è sede di diverse scuole statali: tre scuole dell'infanzia, tre scuole primarie e una scuola secondaria di primo grado, tutte facenti parti del locale istituto comprensivo. In città sono presenti anche due strutture private: una scuola dell'infanzia paritaria facente parte dell'Istituto "Figlie del Divino Zelo" e una scuola secondaria di secondo grado (Liceo socio-psicopedagogico).
Persone legate a Torregrotta
Annibale Maria Di Francia (Messina, 1851 – Messina, 1927), sacerdote e Santo a cui è legata la fondazione del locale Istituto Figlie del Divino Zelo e il Miracolo delle rose avvenuto a Torregrotta il 22 gennaio 1925.
Pasquale Sfameni (Torregrotta, 30 ottobre 1868 – Torregrotta, 7 ottobre 1955). Fu un medico e uno scienziato noto a livello internazionale grazie alle sue teorie sulla Rivoluzione utero-ovarica (1922) e sulla dilatazione attiva o vitale, note nella letteratura medica moderna come Dottrina umorale ormonica di Sfameni. Dal 1923 al 1927 fu Magnifico Rettore dell'Università di Bologna; fu inoltre Cavaliere Ufficiale dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, Commendatore della Corona d’Italia, Commendator de Numero dell’Ordine di Alfonso XII di Spagna e Grande Ufficiale dell’Ordine Equestre di San Marino. Alla sua persona sono intitolati una Fondazione, un premo internazionale e l’istituto di ostetricia e ginecologia di Bologna. Durante il periodo bolognese contribuì fattivamente all’ottenimento dell’autonomia di Torregrotta.
Giovanni Tripoli (Torregrotta, 1916 – Torregrotta, 1964), docente, politico, Sindaco di Torregrotta dal 1956 al 1964.
A queste tre personalità sono dedicate due vie e una piazza della città.
Geografia antropica
Suddivisioni storiche
Il centro abitato è tradizionalmente ripartito in quattro zone principali corrispondenti ad altrettante contrade le quali, tuttavia, non hanno valore giuridico:
(in ordine alfabetico)
Crociere: è l’area cittadina che si estende a ridosso e nei dintorni della via Crocieri. Il nome di quest’ultima deriva dal fatto che forma una croce con la via XXI ottobre e in origine veniva indicata come strada Crociera.
Grotta: è una delle due contrade che compongono il centro storico. Compare in diversa documentazione già nel XVI secolo e poi durante l’ottocento.
Scala: è l’area cittadina che si estende all’incirca tra la via Nazionale e il lungomare Rosario Livatino ed è citata come contrada rurale a partire dalla prima metà dell’ottocento. Nel XVI secolo si trovava qui un fondaco (edificio simile ai moderni motel) appartenente al feudo di Santa Maria della scala e per tale motivo chiamato fondaco della Scala.
Torre: la contrada fino agli inizi dell’ottocento venne chiamata Casale ed era il centro abitato del feudo di Santa Maria della Scala. Già presente nel medioevo e poi riedificato nel 1526, costituisce il nucleo storico della città.
Esistono o sono esistite diverse altre contrade, cittadine e rurali, talvolta ricomprese all’interno delle quattro sopracitate, la cui memoria storica, nella maggior parte dei casi, è andata perduta.
Infrastrutture e Trasporti
Strade e autostrade
Torregrotta è attraversata da tutte le grandi direttrici della dorsale tirrenica siciliana. L'Autostrada A20 Messina-Palermo attraversa il territorio comunale correndo in rilevato e superando mediante cavalcavia diverse vie cittadine. Anche la Strada statale 113 Settentrionale Sicula passa attraverso il centro urbano torrese e costituisce la principale via di collegamento con i centri costieri limitrofi e con i più vicini svincoli autostradali. Un'altra strada a grande scorrimento è l’asse viario ASI (Milazzo - Torregrotta) che dipartendosi nei pressi dello svincolo autostradale di Milazzo attraversa la zona industriale del Mela e termina a Torregrotta. Diverse arterie provinciali che interessano il comune permettono il collegamento con i paesi collinari circostanti: la strada provinciale n.59 unisce Torregrotta a Roccavaldina mentre la strada provinciale n.60 permette di raggiungere dopo alcuni chilometri Monforte San Giorgio.
Ferrovie
Torregrotta è dotata di una stazione ferroviaria sita sulla linea Palermo-Messina. L’impianto è stato aperto al traffico passeggeri nel 2009 sul nuovo tracciato a doppio binario che ha soppiantato, nello stesso anno, la vecchia linea ferrata a binario unico. Fino all'8 agosto 2009, infatti, il servizio fu garantito dalla storica stazione ferroviaria, oggi riutilizzata a fini sociali, e che per lungo periodo fu dotata di uno «scalo merci di notevole importanza». La nuova stazione, che sorge a ridosso dell’Autostrada A20, svolge solo servizio viaggiatori ed è di fermata per buona parte dei treni regionali in circolazione sulla linea, garantendo collegamenti con il capoluogo provinciale e con le principali località della costa tirrenica siciliana. È inoltre a servizio di diversi paesi del circondario torrese ai quali è collegata anche tramite due linee di autobus. Durante il periodo estivo, parte del volume di traffico viene sostituito da turisti e villeggianti che trascorrono le proprie vacanze a Torregrotta e nei centri vicini.
Mobilità urbana
A causa dell'esiguità del centro urbano, a Torregrotta non sono presenti trasporti pubblici urbani. La cittadina è però servita da diverse autolinee private di autobus che la collegano con i centri limitrofi e con le principali località della provincia di Messina. Fino al 1928 fu attiva la linea traviaria extraurbana Messina-Barcellona Pozzo di Gotto che prevedeva una fermata passeggeri anche a Torregrotta, al km 43, in prossimità dell'odierno incrocio fra Via Nazionale e Via XXI Ottobre.
Amministrazione
Hanno guidato l’amministrazione comunale di Torregrotta dal 1926 ad oggi:
Altre informazioni amministrative
Torregrotta è stato il primo Comune della provincia di Messina ad aver istituito il registro delle unioni civili con deliberazione del Consiglio Comunale n. 36 del 14 settembre 2012. I cittadini aventi diritto di voto al 31 dicembre 2012 sono in numero di 6 730, di cui 3 231 uomini e 3 499 donne, ripartiti in 8 sezioni elettorali. Il comune di Torregrotta è ente socio dei seguenti consorzi (C) e società partecipate (S):
Il comune di Torregrotta fa parte delle seguenti organizzazioni sovracomunali: regione agraria n.9 (Colline litoranee di Milazzo).
Sport
Calcio
Sebbene sia lo sport più praticato e più seguito dai Torresi, non ha mai regalato grandi risultati, attestandosi a livelli dilettantistici medio-bassi. Tale penuria di risultati è stata legata non soltanto a capacità tecniche e agonistiche ma soprattutto a questioni di carattere economico.
La maggiore società calcistica cittadina, fondata nel 1973, è l’A.S.D. Torregrotta che il 9 luglio 1996, dopo più di 25 anni di divisione calcistica, si è fusa con l'U.S.D. Juve Scala, altra realtà storica della città. La principale attività del Torregrotta calcio viene svolta nel settore giovanile la cui scuola calcio è tra le poche riconosciute dalla FIGC in provincia di Messina. La prima squadra, nella stagione 2014-15, milita nel campionato di Promozione e nella sua storia ha maturato come miglior risultato il 14º posto nel campionato di Eccellenza nella stagione 2002-03 ed ha vinto una coppa di categoria, il Trofeo “Tonino Caltagirone” di Prima Categoria, nella stagione 1997-98.
Il calcio a Torregrotta è inoltre promosso secondo i principi della morale cattolica dalle locali parrocchie, attraverso la partecipazione di proprie squadre amatoriali nei campionati C.S.I..
Nel calcio femminile, per il breve periodo di tre stagioni consecutive è stata attiva la società S.S.F. Torregrotta che ha disputando due tornei di Serie C ed uno di Serie B nella stagione 2005-06 ottenuto dopo la storica vittoria del campionato di Serie C nella stagione 2004-05 battendo in finale play-off la Nissa per 5 a 0.
Atletica Leggera
L’atletica leggera è il secondo sport più praticato in città, grazie alla presenza di due associazioni sportive dilettantistiche:
il G.S. Indomita, con oltre 50 anni di attività, è la società sportiva più antica di Torregrotta e nel corso della sua storia ha ricevuto diversi riconoscimenti, il più prestigioso dei quali è la Stella di bronzo al Merito Sportivo consegnata dal CONI nel 1988. Dal 1953, anno di fondazione, ha spaziato la propria attività anche in altre discipline quali il tennistavolo, la pallamano, la pallavolo, il calcio e il ciclismo, e organizzato diversi eventi sportivi tra i quali i Meeting di corsa su strada.
l’A.S.D. Club Atletica Torrese, società fondata nel 1986, svolge la propria attività soprattutto nel settore femminile ed è in rapporti di stretta collaborazione con il G.S. Indomita.
Automobilismo
Le strade torresi sono scenario di due manifestazioni automobilistiche:
lo Slalom Torregrotta - Roccavaldina; evento di rilevanza nazionale, inserito nel calendario del Campionato Italiano Slalom, vede sfidarsi i migliori piloti italiani della disciplina slalom.
il Rally del Tirreno; gara di rilevanza locale, valevole per il Challenge di zona, si svolge in notturna lungo le strade di diversi comuni tirrenici della provincia di Messina. L’evento prevede tre prove speciali di cui una lungo la strada provinciale n.59 che unisce Torregrotta al paese di Roccavaldina. Sempre a Torregrotta vengono effettuati i controlli a timbro, durante i quali diversi intrattenimenti per il pubblico consentono di vedere da vicino i piloti e le vetture.
Altri sport
A Torregrotta sono presenti anche società sportive dilettantistiche di sport considerati "minori" quali: Ciclismo, Tennis, Tennistavolo, Calcio a 5 e Danza sportiva. La città è stata diverse volte attraversata dal Giro d'Italia: nel 1930, 1965, 1972, 1976, 1982, 1993, 1999 e nel 2008.
Impianti Sportivi
Torregrotta è dotata dei seguenti principali impianti sportivi:
Stadio Comunale; è l’impianto sportivo per il calcio la cui principale caratteristica è il manto in erba sintetica del terreno di gioco; quest’ultimo è esteso 105 m in lunghezza e 62 m in larghezza ed è attrezzato di illuminazione artificiale per la disputa di match in notturna. Il pubblico viene ospitato nella gradinata centrale in cemento armato dalla capienza stimata di 1500 unità mentre esternamente, sul lato occidentale, è dislocato il parcheggio automobili. Il Comunale è utilizzato per le gare casalinghe della locale società di calcio nonché dalle società dei paesi del circondario che non dispongono di un rettangolo di gioco idoneo. Lo stadio fu realizzato negli anni ottanta del secolo scorso, subendo varie modifiche e ristrutturazioni nel corso del tempo. Nel 1998 furono migliorati i locali degli spogliatoi e la recinzione di campo mentre nel 2003 è stato realizzato il manto erboso sintetico (in precedenza era in terra battuta). Nel 2007 ha ospitato la gara tra le nazionali under 18 di Spagna ed Egitto valevole per il 1º Torneo del Mediterraneo (25 - 29 settembre 2007). La partita terminò 0 a 0 (4 - 2 dcr). Prima della costruzione del Comunale, il calcio era praticato nel vecchio campo, oggi non più esistente, realizzato nel greto del torrente Bagheria, nei pressi del ponte di Cardà.
Cupola geodetica. (opera incompiuta)
Campo regolamentare per il tennis.
Galleria fotografica
Note
Bibliografia
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Pippo Pandolfo, Torregrotta, Messina, Editoriale Centonove, 1999.ISBN non esistente
Pippo Pandolfo, Torregrotta, finestra sul mare di Ulisse, Palermo, Krea, 2002.ISBN non esistente
P. Nino Basile, "et al.", San Paolino di Nola, Patrono di Torregrotta, Torregrotta, Parrocchia San Paolino V., 2007.ISBN non esistente
Claudio Saporetti, Diana Facellina. Un mistero Siciliano, Marina di Patti, Editrice Pungitopo, 2008, ISBN 88-89244-22-4.
Guglielmo Scoglio, Enigmi Siciliani, Firenze, Phasar Edizioni, 2013, ISBN 978-88-6358-205-5.
Antonino Micale, San Pier Niceto, avvenimenti e personaggi, Media Editoriale, 2011, ISBN 978-88-905992-2-4.
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Mario Crisafulli, Aspetti storici, etno-antropologici, e naturalistici presso le foci del Muto e del Niceto, Legambiente Tirreno. URL consultato il 19 ottobre 2012.
AA. VV., Bacino idrografico della fiumara di Niceto, Regione Siciliana, 2004. URL consultato il 3 novembre 2012.
Voci correlate
Smergia
Slalom Torregrotta-Roccavaldina
Stazione di Torregrotta
Storia di Torregrotta
Valle del Niceto
Altri progetti
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Collegamenti esterni
Stazione agrometeorologica di Torregrotta