Torre Normanna
Da sempre, la sua presenza è sinonimo delle ambizioni del Guiscardo. È qui che, disattese le consegne del fratellastro Drogone e abbandonato l’iniziale insediamento di Scribla, il giovane Roberto pone le basi del suo ambizioso progetto militare e politico: innalzata sulle rovine di una precedente fortificazione romana, strategicamente rivolta alle vie di comunicazione del tempo — la valle del Crati e la piana di Sibari — la fortezza diventa l’emblema incontrastato del suo potere, lanciato verso la conquista dell’intero meridione peninsulare e della Sicilia. Nei secoli, la torre vive continui adattamenti e rimaneggiamenti, in funzione dell’uso cui viene destinata: il grande Federico II, discendente del normanno, la usa come carcere, facendovi rinchiudere e morire il proprio figlio ribelle Enrico VII “lo Sciancato”. E come per ogni castello, anche questo magnifico esempio medioevale è avvolto da storie e leggende: tra tutte, quella di un cunicolo sotterraneo che avrebbe unito la torre all’Abbazia di S. Maria de La Matina, voluto dal Guiscardo come via di fuga e canale di rifornimento in caso di assedio. L’edificio, oggi di proprietà municipale, è spazio privilegiato di manifestazioni culturali ed artistiche.
Da "Calabria fortificata. Ricognizione e schedatura del territorio", Vibo Valentia, 1999.
http://www.leviedelduca.it/
http://www.comune.sanmarcoargentano.cs.it/