“Parade”, viaggio in Italia con Picasso
Nel 1917 Pablo Picasso, su invito dall’amico poeta, drammaturgo e artista a tutto tondo Jean Cocteau, intraprende un viaggio in Italia che toccherà Roma e Napoli e segnerà la sua produzione futura. “Parade” è il frutto di quell’esperienza: ciclopica scenografia che fa da sfondo all’omonimo balletto concepito da Cocteau con l’aiuto di Satie.
Vedi l’Italia e poi…dipingila!
La Prima Guerra Mondiale è in corso; la morte improvvisa della compagna Eva e la chiamata alle armi degli artisti a lui più vicini inducono Picasso a lasciare Parigi e partire alla volta dell’Italia, stuzzicato dal progetto teatrale del poeta Cocteau.
Nell’estate del 1916 ha inizio l’entusiasmante lavoro di bozzetti a tre su “Parade”, ma la svolta e l’ispirazione vera arrivano solo dopo il viaggio di otto settimane in Italia, nella primavera del ’17. Picasso giunge a Roma e ne fa il suo atelier:
“Non dimenticherò mai lo studio di Roma di Picasso. Una cassetta conteneva il modello di Parade, il suo mobilio, i suoi alberi, la sua baracca…».
(Jean Cocteau)
Di giorno Picasso lavora sodo alle scene e ai costumi, rapito dall’incontro col teatro; di sera si concede qualche uscita bohémien al Caffè Greco, dove incontra i futuristi (Balla, Depero, Prampolini e Socrate).
Durante il soggiorno romano Picasso visita anche Napoli e Pompei, dove è folgorato dall’antico, proprio come Renoir, e ispirato dai monumenti, la vita popolare, i musei di strada e i volti delle statue classiche. L’incanto di Napoli si riconosce negli studi a tempera per le scene e i costumi di “Parade”, un vero campionario di “atmosfere italiane” che costarono all’artista dure critiche da parte dei cubisti.
Ma “Parade” va oltre ogni critica, nella sua magnificenza a tempera di 10,60 x 17,25 è un’opera straordinaria, di forte impatto emotivo.
“Parade è un giocattolo infrangibile. Non nasconde nulla, non è cubista, non è futurista, non è dadaista e allora cos’è Parade? Ho la tentazione di rispondere: non rompete Parade per vedere che cosa c’è dentro. Non c’è nulla”.
(Jean Cocteau)
La prima dello spettacolo va in scena a Parigi il 18 maggio 1917. Il pubblico rimane sconcertato, uno spettatore in particolare, che a sua volta ne trae ispirazione: Marcel Proust.
Eliana Iorfida
Ph: Ansa