Basilica di Santa Maria in Cosmedin
La prima piccola chiesa fu fatta costruire da papa Gregorio I, la cui famiglia aveva grandi possedimenti nella zona, attorno all'inizio del VII secolo. La Chiesa fu nuovamente restaurata nel 1718 su disegni di Giuseppe Sardi che ne trasformò lo stile da romanico a rococò e nel 1899 da G.B. Giovenale che eliminò questi elementi per riportare la Chiesa al suo aspetto romanico originario che ancora oggi conserva. La facciata, a forma di capanna, presenta un portico con sette arcate. Sulla destra si erge il campanile romanico risalente al XII secolo, che si eleva per sette piani con bifore e trifore e maioliche colorate. L'interno è a tre navate separate da pilastri e da diciotto colonne di varia provenienza. Il soffitto è ligneo, costituito da capriate, mentre il pavimento è arricchito dagli smalti e dagli ori dei mosaici cosmateschi. Si possono ammirare la schola cantorum, a metà della navata centrale, la Cattedra, il ciborio gotico dell'altare maggiore, opera di Deodato di Cosma, e l'altare di granito rosso sul fondo dell'abside, risalente al 1123. Sulla sinistra del portico è visibile la famosa Bocca della Verità e un reliquiario contenente il teschio di San Valentino.