Destinazioni - Comune

Nardodipace

Luogo: Nardodipace (Vibo Valentia)
Nardodipace (Narduepaci in dialetto calabrese) è un comune di 1.359 abitanti della provincia di Vibo Valentia che si trova sul margine sud-orientale delle Serre calabresi, dalla parte ionica. La sua altitudine va dai 600 m (valle Precariti) circa ai 1370 m. Il comune è diventato autonomo nel 1901, staccandosi da Fabrizia. Territorio Il comune di Nardodipace è costituito da 5 centri abitati: Ciano, detto Nardodipace (capoluogo comunale); Nardodipace, detto Vecchio Abitato; Ragonà (frazione); Cassari (frazione); Santo Todaro (frazione). Ritrovamenti archeologici - I Megaliti di Nardodipace I ritrovamenti avvenuti nei primi anni del nuovo millennio, più precisamente nell'anno 2002 in seguito ad un grosso incendio che, disboscando notevolmente la zona, diede risalto a questi enormi complessi di pietre accorpate fra loro, sono da un punto di vista archeologico nonché antropologico molto interessanti, in quanto aprono scenari di incredibile fascino e di notevole interesse circa l'esistenza di popolazioni di molto antecedenti la colonizzazione delle terre calabresi da parte dei greci. I cosiddetti Megaliti di Nardodipace, collocabili temporalmente tra il V e il II millennio a.c., sono collocati in due zone distinte: Geosito A e Geosito B. I Megaliti sono costituiti da quarzo e granito e, simili strutturalmente ai megaliti inglesi, hanno provocato negli anni ferventi polemiche. La questione riguardante i megaliti è ancora aperta e ha visto nel corso degli anni la tesi sismologica gettare non pochi dubbi sulla teoria di una civiltà che abbia colonizzato questi territori e lasciato un segno quasi indelebile sul territorio. Il grecista Franco Mosino ha collegato questa civiltà a quella dei Lestrigoni o Pelasgi descritti da Omero nell'Odissea e sui quali si dilunga lo studioso Domenico Raso in alcuni libri scritti dopo il rinvenimento dei due geositi megalitici in oggetto. In molti sono venuti nel piccolo centro calabrese a studiare i siti megalitici senza fornire però finora nessuna risposta certa. Ciò è anche dovuto ad una mancanza di volontà, da parte delle autorità competenti, di avviare lavori di accertamento oltre che gli opportuni scavi al fine di verificare e ufficializzare la natura di questi complessi. Tale discussione però, oltre a risolversi facilmente a favore della stessa tesi antropica qualora si osservino da vicino i complessi in oggetto, pare giungere ad un punto di svolta in seguito alla constatazione piramidale di uno dei due geositi, quello denominato con la lettera A. Tale constatazione emerge dopo lo studio avvenuto in loco da parte di un gruppo di giovani esploratori calabresi nel mese di agosto 2013. In base a questo studio l'intera collina, in cima alla quale sorgono i complessi megalitici del geosito A, coprirebbe, con la sua terra e i suoi alberi, una piramide circolare che si va sviluppando fin dalla base della collina stessa a terrazze concentriche. Tale collina dunque non sarebbe altro che la stessa piramide sulla quale, nel corso dei millenni, è sorta vegetazione di vario genere. A suffragio di tale ipotesi il gruppo in questione pubblica un video nel quale illustra il rinvenimento delle terrazze concentriche e la loro perfetta disposizione in senso piramidale: video Tuttavia conviene specificare, come non si possa parlare di Piramide in senso stretto, che per definizione non può avere base circolare per essere tale, in tal caso sarebbe un cono o un tronco di cono. L'agglomerato che da forma alla collina è infatti, più verosimilmente costituito dall'accostamento di diverse strutture circorali, sottostanti l'attuale manto erboso, simili a cumuli, di matrice anche quella diremmo celtica, o legata alle strutture megalitiche Britanniche. pertanto I Megaliti, peraltro studiati dal dipartimento di archeofisica dell'Università di Torino, risultano essere astronomicamente allineati proprio con il più famoso sito inglese. Del resto Nardo di Pace sta a metà tra la terra ferma, o almeno la sua ultima punta e la Sicilia (dove non mancano siti analoghi, anche se le dominazioni successive li hanno cancellati, ma sono descritti nelle cronache medievali (il geografo Idrisi ne è un esempio), ma soprattutto con Malta altro luogo in cui ritroviamo i Menhir e i simboli, quelli sono essenziali, che ritroviamo anche a Nardo di Pace. Piuttosto infatti che di una civiltà propriamente uscita dalla letteratura greca di prima generazione, è il carattere celtico delle spirali, ma soprattutto la grafica runica a metterlo in evidente connessione con Popolazioni scese da Nord, o perché no, giunte a Nord da Sud, e quindi con un percorso inverso, ma attenzione, le pietre di Nardo di Pace, come quelle di Malta o di Stonehenge "parlano" per così dire la stessa lingua, utilizzano il medesimo alfabeto fatto di rune e gli stessi simboli, ribadisco fra tutte la spirale e questa lingua non è il Greco preteso dai presunti Pelasgi. Tra mito, preteso quasi per forza, e incuria del tempo e dell'uomo, sembra essere destinato oltra che alla confusione degli studi e delle deduzioni, anche al degrado e all'oblio, una, anzi forse l'unica testimonianza di una Civiltà della Pietra, questo si, ben più antica forse del V millennio, e scomparsa, di cui quelle di Nardo di Pace costituiscono ad oggi, un unicum in terra italiana. Esso è di fatto l'unico sito megalitico rimasto in piedi, anche se parzialmente, con i megaliti decorati, ancora in sito. Sull'uso religioso, anche qui si potrebbe dissentire, è ovvio, come nel più noto sito inglese, che i siti astronomici, e da cui era pertanto possibile scrutare gli astri con importanti informazioni per la caccia, l'agricoltura, l'avvicendarsi delle stagioni, fossero nel contempo luoghi di culto. L'astronomia stessa rientrava nel culto. Piuttosto, la sottostante collina, probabilmente costituita dall'accostamento di piccole "cupole" potrebbe avere avuto funzione di sepoltura. E pertanto destinare quest'area in cima all'Aspromonte è vero, ma nel cuore più impenetrabile, ancora attualmente della regione, ad uno scopo triplice: astronomico, religioso e funerario. Ma niente Pelasgi, almeno fino a prova contraria, sui Megaliti infatti non ci sono simboli riconducibili alla civiltà descritta da Omero, né a simili provenienti da Oriente. Né Piramide, che per definizione non ha base circolare. Tutto ciò che si trova a Nardo di Pace si ritrova nei più antichi luoghi di culto destinati alla venerazione della Grande Madre. Evoluzione demografica Abitanti censiti Persone legate a Nardodipace Fortunato Maria Brancatisano, filosofo Alfonso Carè (Alphonse Carre), ricercatore scrittore Domenico Costa, canonico e fondatore del paese Antonio Demasi, politico Francesco Maiolo, pittore naif Cosmo Monteleone, medico chirurgo Fortunato Monteleone, canonico Fortunato Maria Monteleone, monsignore fautore dell'autonomia del comune Giuseppe Monteleone, parroco e allievo di Pio XII (Papa Eugenio Pacelli) Damiano Silipo, docente universitario Bruno Tassone, segretario comunale e fautore della ricostruzione del nuovo abitato Salvatore Tassone, dirigente scolastico Amministrazione Note ^ Dato Istat - Popolazione residente al 30 aprile 2012. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF) in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Ente per le Nuove Tecnologie, l'Energia e l'Ambiente, 1 marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Milano, GARZANTI, 1996, p. 437. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012. Altri progetti Commons contiene immagini o altri file su Nardodipace Collegamenti esterni Informazioni su Nardodipace
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