Destinazioni - Comune

Licodia Eubea

Luogo: Licodia Eubea (Catania)
Licodia Eubea (Licuddìa in siciliano) è un comune italiano di 3.009 abitanti della provincia di Catania in Sicilia. Geografia fisica Territorio Licodia Eubea sorge a 600 metri di altezza sul livello del mare, sul versante nord-occidentale dei Monti Iblei, e si adagia su due colli, quello del Castello medievale e quello del Calvario. Tra i due colli giace il quartiere Carmine con l'omonima chiesa. Il più grande corso d'acqua che attraversa il comune di Licodia Eubea è il fiume Dirillo, che forma nel suo territorio il Lago Dirillo, un bacino artificiale. Le distanze dai capoluoghi di provincia siciliani sono: 68,7 km da Catania 162 km da Messina 76,9 km da Siracusa 88,7 km da Enna 40,6 km da Ragusa 106 km da Caltanissetta 140 km da Agrigento 216 km da Palermo 316 km da Trapani Quartieri di Licodia Eubea Abatelli; Ajiricelle; Borgo antico; Carcarelle; Zona nuova. Storia Dalle origini ad oggi Il ritrovamento di focolari e di ceramiche, risalenti al neolitico superiore, attesta la presenza di popolazioni autoctone, i sicani, in territorio licodiano. Le notizie sulla fondazione di Licodia Eubea sono piuttosto incerte, ma le varie e molteplici testimonianze delle dominazioni del passato portano a dare notevole credito all'identificazione dell'attuale abitato con l'antica Euboia fondata dai calcidesi di Leontinoi nel 650 a.C. Infatti, dalle narrazioni di Tucidide di Marcione di Eraclea e di Diodoro Siculo, risulta che una colonia di Calcidesi dell'Isola di Eubea, che approdarono a Messina, abbiano dato vita a diverse città, tra cui Eubea, nell'attuale sito di Licodia.I numerosi ritrovamenti archeologici di epoca ellenistica, le ceramiche di epoca classica rinvenute nei campi di Pizzo del Corno, gli scavi effettuati nel 1985 nel centro storico della cittadina, sono solo alcune delle testimonianze che tendono a confermare l'origine ellenistica di Licodia. Molti dei reperti archeologici acquisiti negli anni mediante ritrovamenti e scavi sono stati raccolti ed esposti nel Museo Civico. Durante la dominazione saracena in Sicilia, il Monte di Licodia divenne un presidio militare di strategica importanza, provvisto di fortificazione, trasformato poi, in epoca normanna, nel Castello di Licodia, la cui esistenza è storicamente attestata a partire dal 1272. Nel medioevo Licodia venne anche denominata la Piccola Palermo, come ricordano gli anziani del luogo e molti libri di storia locale, (in siciliano detta Palermu u piccilu, per l'abbondanza di nobili nel suo territorio e quindi per la sua potenza commerciale e politica). Il primo signore di Licodia fu Bertrando Artus, in epoca angioina. Con gli Aragonesi il paese tornò sotto il dominio regio, fino al 1299, anno in cui re Federico III d'Aragona lo concesse in feudo a Ugolino Callari (o di Callaro), col titolo di conte. Passò poi alla famiglia Filangeri. Nel XIV secolo Re Martino affidò le terre licodiane ad un'altra famiglia nobile, gli Adamar, signori di Santa Pau, da cui prenderà il nome il castello (Castello Santapau). Il periodo di maggior lustro Licodia l'ebbe nel XV e XVI secolo d.C. quando la famiglia Santa Pau ne governò il territorio. Il 1615 segnò il passaggio del feudo al principe Muzio Ruffo di Calabria. Il terribile e devastante terremoto del Val di Noto, nell'anno 1693, distrusse quasi del tutto il castello, riducendolo agli attuali ruderi. In seguito alla soppressione feudale, il borgo divenne autonomo nel 1844, affrancandosi da Vizzini e divenendo Comune autonomo. Il nome di Licodia è anche legato a quello di Giovanni Verga, che vi ambientò molte delle sue novelle e romanzi (L'amante di Gramigna e Jeli il pastore su tutte). Licodia, sin dagli anni trenta del secolo scorso, subì una crisi demografica dovuta all'emigrazione di molti suoi cittadini principalmente verso gli Stati Uniti, l'Australia e il Canada. Oggi Licodia Eubea basa la sua economia principalmente sui prodotti agricoli come i cereali e soprattutto l'uva da tavola. Il terremoto del 1693 Nel terribile e devastante terremoto del 1693 che colpì tutto il Val di Noto, Licodia contò molti danni sia materiali che umani, infatti ben 258 persone persero la vita sotto le rovine e moltissimi edifici tra religiosi e civili vennero gravemente danneggiati o rasi al suolo come accadde per il castello medievale Santapau. In particolare si tramanda la storia della chiesa "all'armi scacciati", le anime schiacciate, dove molte persone raccolte in preghiera all'interno del tempio, per scongiurare il sisma che già si era fatto sentire con piccole scosse, rimasero uccise a causa del terremoto. Al contrario di molte città siciliane colpite dal sisma, Licodia fu ricostruita nello stesso luogo dove sorgeva in passato e i lavori di restauro per i maggiori edifici pubblici iniziarono subito. Alcuni edifici religiosi, come la chiesa del monte Calvario o la chiesa del Crocefisso rimasero illese mentre altri, come la chiesa madre o il convento dei cappuccini, furono in parte restaurati. Toponimo Da Licodia a Licodia Eubea Il toponimo è composto da due elementi, di origine differente. Il più antico è "Eubea", derivante dall'identificazione del territorio con il luogo in cui i calcidesi di Lentini fondarono, nel 650 a.C., una colonia con questo nome. In seguito, durante il medioevo, il toponimo Eubea fu sostituito da "Licodia". Solo nel 1871 il Consiglio comunale decise di utilizzare entrambi i toponimi, aggiungendo il nome di Eubea a quello di Licodia, da cui l'attuale toponimo di Licodia Eubea. Ipotesi del Maurolico e del Fazello sul toponimo Licodia Il monaco benedettino Francesco Maurolico (1494-1575), basò l'origine del toponimo Licodia sul fatto che i greci, traendo spunto dalla possibile forte presenza di branchi di lupi nel territorio Licodiano di allora, abbiano denominato il territorio con la parola lukos, vocabolo greco che vuol dire appunto lupo e che quindi potrebbe costituire l'origine dell'attuale nome, Licodia. All'epoca del Maurolico spesso ci si riconduceva alla cultura greca per spiegare l'origine di molte denominazioni, tralasciando il fatto che la Sicilia ebbe pure un'altra forte dominazione ossia quella araba. Infatti, l'Abate Fazello dell'ordine dei Padri predicatori e contemporaneo del Maurolico, disse su Licodia: «In elevata e scoscesa rupe è Licodia paese di nome saraceno, dove sono meravigliose ruine di antichità sebbene prostrate e sepolte in gran parte; vestigia di antica giacente Città». Infatti in arabo Alkudia vuol dire cerro, ovvero colle, e quindi sarebbe molto attendibile l'ipotesi che il toponimo Licodia derivi da Alcudia, poi trasformato in lingua siciliana in A-Likudya, oggi Licodia. A tutto questo c'è da aggiungere che, in siciliano, gli abitanti di Licodia venivano chiamati Kuddiani, oggi Licuddiani. Ritrovamenti e siti archeologici Necropoli greca di Vigna della signora Nella contrada che si estende sotto il lato sud del monte Calvario, nel 1990 furono ritrovati dei loculi di una necropoli databile al 450 a.C. Gli scavi sul sito furono avviati dopo il ritrovamento casuale di alcuni loculi durante la costruzione della caserma dell'arma dei Carabinieri. L'area dove è situata la necropoli è oggi edificata in seguito alla recente espansione dell'abitato. Le sepolture della necropoli in questione sono tutte multiple e riescono a contenere dai tre ai sette defunti probabilmente della stessa famiglia. Fu trovata una rara sepoltura di un uomo tumulato con il suo stesso cavallo; una sepoltura simile era stata già rinvenuta al Calvario qualche tempo prima. Furono recuperati vari oggetti che componevano il corredo funebre dei defunti, tra cui gioielli in oro, argento e bronzo e altri oggetti di uso comune. Inoltre si trovarono numerose ceramiche decorate fra le quali una kelebe a figure rosse, un'oinochoe a bocca trilobata a figure nere e uno skyphos a figure rosse. Fu anche portato alla luce un sarcofago destinato presumibilmente ospitare una persona molto importante, mai utilizzato. Tutti i ritrovamenti sono considerati di pregevole rilevanza artistica e storica. Nella stessa zona si trovano dei resti di abitazioni greche del VI, V e IV secolo a.C., con un laboratorio di manifatture in argilla. Complesso Rupestre Grotta dei Santi Il complesso rupestre di Grotta dei Santi è sito in contrda Alia nel territorio del comune di Licodia Eubea presso il fiume Amerillo. Questo sito archeologico fu sede di un piccolo gruppo di cenobiti per essere successivamente convertito da area di sepoltura cristiana a oratoria. All'interno delle grotte, scavate interamente nella roccia, venne ricavata una zona absidale decorata da un pannello pittorico raffigurante la Crocifissione. L'affresco è databile intorno ai secoli XII e XIII e nella parte bassa dello stesso, di dimensioni inferiori, è riconoscibile la figura di Longino. Notevolmente rovinato la Crocifissione è stata restaurata sapientemente per volere dell'archeoclub, associazione culturale molto attiva a Licodia Eubea, ed è stata presentata alla città di Licodia nell'agosto 2009. All'interno della grotta sono visibili diversi tumuli in terra scavati nella roccia. Altre zone archeologiche del comune di Licodia Necropoli di Fossa Quadara Necropoli della Piazzisa Grotte di Marineo Colle del Castello Ipogei Cristiani e insediamento Tardo-Romano Contrada San Cono Monumenti e luoghi d'interesse Architetture religiose Chiese Chiesa di Santa Margherita (basilica chiesa madre) Chiesa di Santa Maria degli Angeli Chiesa di Santa Lucia Chiesa del Carmine Chiesa del Crocefisso Chiesa del Santissimo Rosario Chiesa di Maria Santissima della Provvidenza (o del Calvario) Chiesa del Bianchetto Chiesa di San Benedetto e Santa Chiara alla Badia Chiesa di Sant'Anna o di Donna Puma (ridotta in ruderi) Chiese non più esistenti Chiesa dello Spirito Santo Chiesa di San Pietro lo Vecchio Architetture militari Castello Santapau Sorge sul colle omonimo (Colle Castello) a poca distanza dal centro abitato di Licodia Eubea. Sorto probabilmente su una preesistente fortificazione bizantina, assunse l'aspetto di un castello in epoca medioevale, sotto la dominazione angioina. Fu abitato da molti nobili, tra i quali i principali furono i Santapau e i Ruffo. Venne semi distrutto dal terremoto del 1693, infatti, oggi è possibile ammirare diversi resti di mura e soffitti e un torrione cilindrico. Architetture civili Palazzo Comunale, già convento dei Domenicani Palazzo Mugnos, o Vassallo, di stile barocco Biblioteca Comunale La biblioteca comunale di Licodia Eubea è oggi sita in vico La Russa, vicino alla chiesa del Crocifisso o Ospedale. La biblioteca fu istituita ufficialmente nel 1972 e cominciò la sua attività vera e propria nel 1979. Fu una biblioteca pioniere. Dal 1996 la biblioteca possiede un primo database e oggi è fornita di nuovissimi mezzi informatici e tecnologici. In passato la biblioteca aveva sede presso l'ex struttura scolastica del quartiere Carmine. La biblioteca è fornita di circa 15.000 volumi e di un'ampia sala lettura. Cunnuttu 2006.jpg Museo civico archeologico Antonino Di Vita Il museo civico archeologico Antonino Di Vita è ospitato in locali comunali. In questa area museale archeologica si conservano diversi ritrovamenti di epoca greca ed ellenistica rinvenuti nel territorio di Licodia Eubea. Gran parte dei ritrovamenti furono portati alla luce da Paolo Orsi e successivamente da diversi scavi degli anni '80 e '90 del novecento a opera della sovrintendenza con l'aiuto dell'Archeoclub di Licodia Eubea. Il museo si divide in tre sezioni: Sezione sulla fase più antica dell'insediamento nel territorio. Sezione dedicata all'abitato arcaico e al centro indigeno ellenizzato. Sezione con materiali importati insieme ad oggetti in ceramica locali "facies di Licodia Eubea". Museo etnografico o museo della comunità Licodiana Il museo etnografico, è sito presso i locali dell'ex badia San Benedetto e Santa Chiara a Licodia Eubea. Questo museo raccoglie gli utensili originali, della vita rurale di qualche decennio fa. Tra i principali oggetti sono presenti gli attrezzi utilizzati in passato dai calzolai, dai pastori e dai contadini. Villa e anfiteatro comunale Santapau Il parco comunale si trova nel centro storico di Licodia Eubea e dà sul corso principale del paese. Fu intitolato ai marchesi Santapau che governarono Licodia per quasi due secoli. La villa comunale venne costruita nella seconda metà degli anni settanta del secolo scorso. Il parco è dotato di una fontana che abbellisce una delle piazzette circondate da vaste zone alberate. All'interno della villa c'è inoltre un parco giochi e un anfiteatro, costruito in contemporanea alla villa. L'anfiteatro è costituito da tribune stile teatro greco-romano e da un'ampia piazza circolare su cui è posizionato il palcoscenico. La villa comunale assume particolare importanza nelle varie festività, soprattutto estive, ospitando nel suo anfiteatro spettacoli di vario genere, quali concerti e opere teatrali. Piscina comunale e campo sportivo La piscina comunale di Licodia Eubea è sita nella zona nuova dell'abitato in viale Regione siciliana ed è di recente costruzione. La struttura è costituita da due vasche, una più piccola e l'altra semi-olimpionica di maggiori misure. La piscina comunale risulta attualmente chiusa al pubblico per lavori di ristrutturazione. Vicino alla piscina comunale è presente il campo sportivo comunale con l'annesso campetto di calcio a 5. Il campo da calcio fu sistemato negli anni settanta con la costruzione delle tribune e degli spogliatoi. Tradizioni e folclore Lingua e dialetto A Licodia Eubea si parla la lingua siciliana nella variante catanese, al contrario di alcuni paesi vicini che, a causa della vicinanza alla provincia di Ragusa, usano una cadenza tipica ragusana. A Licodia si è sempre fatto un uso molto ampio del dialetto. Diverse sono le opere scritte o tramandate da padre in figlio in dialetto licodiano. Soprattutto per la Settimana Santa sono molteplici i canti popolari cantati tutt'oggi per narrare la passione del Cristo morto sulla croce e per descrivere il dolore della Madonna Addolorata che vede patire il figlio. Le più famose composizioni sono il Rosario del Crocefisso, le Sette Spade (Setti Spati, in lingua siciliana), che racconta i sette dolori di Maria Vergine, e il rosario dedicato alla patrona Santa Margherita V.M. Queste opere dialettali risultano essere oltre trenta. Ecco uno stralcio dell'inno tradizionale di Licodia Eubea intitolato," A Licuddia " , composto dall'insegnante Maria Falcone Albo: Santa Margherita patrona della città Santa Margherita V.M d'Antiochia di Pisidia è ufficialmente Patrona di Licodia dal 1905, anche se da molto prima esisteva una radicata devozione verso la Santa Martire. Nel territorio, forse vicino al castello medievale nei pressi del luogo dove sorge l'attuale chiesa madre, esisteva una cappella rupestre dedicata a Santa Margherita. Questa cappella era già esistente nel medioevo e questo fa presumere un culto molto presente fra gli abitanti di Licodia. Fino al 1905, patrono di Licodia Eubea era Sant'Antonio abate, oggi compatrono insieme a Santa Margherita. Nell'attuale chiesa madre si conserva nella cappella a lui dedicata una maestosa statua lignea del 1600 che lo raffigura. Santa Margherita divenne patrona principale di Licodia Eubea il 12 aprile 1905 con approvazione del pontefice del tempo Papa Pio X. Manifestazioni religiose Festa patronale di S.Margherita 20 luglio, Santa Margherita V. M., patrona di Licodia Eubea. Processione del simulacro e della reliquia per le vie del paese. La festa patronale si divide principalmente nella vigilia e il giorno festivo. Già i festeggiamenti in onore della santa patrona hanno principio all'inizio del mese di luglio denominato appunto mese margheritiano. Durante tutto il mese fino alla sua fine, viene recitato il caratteristico rosario di santa Margherita composto in dialetto tipico licodiano. Per il 19 luglio, la vigilia, ha luogo, dalla chiesa dei cappuccini, la processione con la reliquia di Santa Margherita. La processione pomeridiana termina nella chiesa madre ove la reliquia della santa viene posta sull'altare per la recitazione dei vespri. Il 20 luglio, giorno della festa, viene celebrata la messa solenne in chiesa madre alle ore 11:00 del mattino. Il pomeriggio si apre con la messa sempre in chiesa madre al termine della quale si dà inizio alla solenne processione con il simulacro della santa patrona. La processione passa per le vie del paese toccando le maggiori parti del centro storico. Le celebrazioni del 20 luglio hanno fine con lo spettacolo pirotecnico di mezzanotte che spesso coincide con l'entrata della patrona in chiesa. La chiusura del mese margheritiano ha ufficialmente termine il 30 luglio con una messa celebrata in chiesa madre. Maria S.S Immacolata 15 agosto, Maria SS. Assunta in cielo. Processione del simulacro per le vie del paese. La festa dell'Immacolata Concezione è una delle feste religiose più attese dai Licodiani. Il culto religioso verso l'Immacolata ha avuto sempre luogo nella parrocchia Santa Maria degli Angeli, ove si conserva l'artistico simulacro ligneo della Vergine Assunta. Il culmine dei festeggiamenti è nel giorno del 15 agosto. Questo giorno si apre con le varie messe celebrate nella chiesa dei cappuccini (Santa Maria degli Angeli), e con la messa solenne delle 11 del mattino. Solitamente questa messa solenne viene presieduta dal padre provinciale della provincia religiosa cappuccina di Siracusa, di cui fa parte il convento annesso alla chiesa. Dopo la messa ha luogo sul sagrato della chiesa la benedizione degli autoveicoli che sfilano per il paese. Il pomeriggio è caratterizzato dalla processione del simulacro della Madonna per le vie di Licodia. Durante il tragitto è solito dei devoti la donazione di capretti, agnellini, piante e oggetti vari che poi, al rientro in chiesa della Vergine, verranno venduti alla tradizionale asta che si terrà di fronte alla chiesa dei cappuccini. La settimana Santa marzo/aprile, la Settimana Santa. La settimana santa a Licodia Eubea affonda le radici nel passato. Sin dal 1500 vengono ripetute varie tradizioni che hanno luogo per le vie cittadine di Licodia. Queste tradizioni consistono in varie attività religiose esterne come solenni processioni ecc. Caratterizzano la pasqua licodiana, i canti in lingua siciliana composti in passato dai cittadini di Licodia, che vengono ancora oggi cantati per le processioni del giovedì e venerdì Santo.La settimana santa si apre con la processione del Cristo alla Colonna che parte dalla chiesa del Rosario e va avanti per le vie del paese. È caratteristico di questa processione l'andare lento dei portatori della vara su cui è posta la statua in cartapesta del Gesù flagellato.La processione si dilunga fino alla notte inoltrata. Altro momento importante della settimana santa è il venerdì santo, giorno in cui vengono portati in processione l'Addolorata della chiesa del Crocefisso e il Cristo trainato dal Circello. Il circello, chiamato in dialetto ciurciddu, rappresenta i peccatori che fanno soffrire il Cristo pronto per la morte al Calvario. Infatti, questo complesso statuario è composto da un Cristo che porta la Croce e un uomo dalla carnagione scura che con una conrda tira per il collo Gesù.Tra l'Addolorata e il Circello la mattina del venerdì, avviene la tradizionale giunta, che consiste nel far incontrare la madre dolente con il figlio, tramite un caratteristico muoversi dei simulacri effettuato dai portatori delle rispettive vare. Il movimento consiste nell'accostare i simulacri con un movimento in avanti durante una lenta corsetta. Dopo la giunta, che avviene nella piazza vicina alla chiesa madre, i simulacri vanno in processione per il paese e nel frattempo viene fatta l'asta per la vendita dell'antica Croce lignea che verrà aggiudicata al devoto che offre di più per portarla. Questa stessa Croce in processione con l'Addolorata e il Circello, viene portata a spalla dall'acquirente fino al monte Calvario, ove nel pomeriggio avverrà la crocifissione.Il pomeriggio, infatti, si apre con la processione dell'Addolorata e del Cristo nell'urna,(u Signuri a Cascia), che vanno verso il Calvario dove viene effettuata la Crocifissione del simulacro del Cristo morto che rievoca la morte vera e propria di Gesù. La statua in caratapesta del Gesù morto risale al 1700 ed è dotata di braccia mobili per permettere la crocifissione vera e propria del Signore. Al termine della Crocifissione, avvenuta davanti la chiesa del Calvario, i due simulacri vengono portati lentamente in processione fino alla chiesa dei Cappuccini, ove avviene una sosta di preghiera. Dopo la sosta la processione riparte e termina con l'entrata dei due simulacri nelle rispettive chiese. Per la domenica di Pasqua avviene la così detta giunta tra il simulacro del Cristo Risorto e della Madonna, che alla vista del figlio perde in corsa il manto nero e va incontro al figlio risorto. Le due statue vengono festosamente portate in processione per il paese, insieme ai due possenti stendardi uno rosso per Gesù e l'altro azzurro per la Madonna, che vengono fatti ondeggiare e sventolare dai portatori. Altre feste Prima domenica di agosto, Maria SS. del Monte Carmelo. Processione con il simulacro per le vie del paese. 13 dicembre, Santa Lucia V. M.. Processione con il simulacro per le vie del paese. 19 marzo, San Giuseppe. Processione con il simulacro per le vie del paese. 21 giugno, Maria S.S della divina Provvidenza. Processione con il simulacro per le vie della parrocchia Santa Maria degli Angeli,(Cappuccini). Sagre Settembre, Festa dell'uva. L'uva da tavola è un prodotto tipico del vasto territorio del comune di Licodia. Con l'uva da tavola viene preparata la mostarda che si mangia nel periodo della vendemmia. Premio internazionale Lupo d'Oro, spettacolo nato nel 1982 e dal 2008 viene fatto cadere in corrispondenza della festa dell'uva. Il premio lupo d'oro prende il nome dallo stemma di Licodia Eubea, e premia a nome del comune di Licodia, con una medaglia doro, persone che si sono distinte nel campo dell'arte, cultura o giustizia. Tra i premiati dal lupo d'oro spiccano i nomi di Pippo Baudo, il cardinale Angelo Comastri, Katia Ricciarelli, Leo Gullotta e molti altri personaggi famosi. Dicembre, Sagra della patacò. La patacò è un piatto tipico della città di Licodia Eubea Prodotti tipici La patacò La patacò è un piatto tipico di Licodia Eubea, un tempo chiamato piatto dei poveri, visto che era la base dell'alimentazione della povera gente nei mesi più freddi dell'anno. Ancora oggi è abitudine la preparazione di questa pietanza nelle famiglie licodiane. La patacò è ricavata dalla cicerchia da cui si estrae una farina di colore giallastro usata appunto come materia prima del piatto stesso. La farina di cicerchia in seguito, si mischia con l'acqua in modo da fare una sorta di polenta che si arricchisce con l'aggiunta di broccoli, salsiccia a pezzetti, olio, pepe e sale quanto ne basta. Prima di cucinare la patacò occorre fare un soffritto con aglio da mischiare anch'esso con la patacò. Questo piatto si mangia generalmente caldo e un tempo era solito consumarsi a colazione. Pagnuccata La pagnuccata è un piatto tipico siciliano molto comune anche a Licodia Eubea, dove è solito prepararsi nei mesi freddi ed in particolare a Natale a Pasqua ma soprattutto per il carnevale. Questo dolce tipico a Licodia presenta una forma più minuta confronto alle altre zone in cui viene preparato. Il tutto è composto da un impasto di farina e uova che poi vanno a comporre dei condoni che vengono tagliati in piccole palline. Dopo questo procedimenti le palline vengono immerse dentro il miele sciolto con lo zucchero. Società Le antiche famiglie illustri Tra i cognomi più noti nel territorio Licodiano se ne ricordano diversi i quali in passato costituivano il braccio della nobiltà di Licodia. Molto spesso oggi queste famiglie sono dislocate in varie parti della Sicilia e a causa dell'emigrzione di molti Licodiani, avvenuta negli ultimi anni verso America ed Australia, quindi è possibile trovare tanti cognomi noti a Licodia in varie parti del pianeta. Ecco alcune famiglie nobili del passato: Famiglia Santapau I Santapau, di origine spagnola, stettero a capo di Licodia per quasi duecento anni.Le prime notizie dei Santapau in Sicilia partono dal 1282, anno in cui Ugo Santapau viene per conto del re Martino.Il primo Santapau ad essere feudatario di Licodia, risale al 1408 e fu Calcerando Santapau. Prima dei Santapau avevano governato Licodia i Filangeri. I Santapau furono i numeri due della politica del regno di Sicilia occupando sempre un importante carica amministrativa all'interno del regno. Quindi si può immaginare l'importanza politica che Licodia ebbe in quel periodo. Infatti i baroni e poi i marchesi di Licodia furono presidenti del regno di Sicilia per ben due volte, la prima nel 1516 con Matteo e la seconda nel 1540 con Ponzio. L'ultima erede di questa importante e potente casata fu Camilla Santapau che poi sposò in prime nozze Pietro Gutterra Velasquez e poi Muzio Ruffo. Donna Camilla morì nel 1618. Dopo la morte dell'ultima erede che portava il cognome Santapau, governò Licodia, fino alla fine del feudalesimo, la famiglia Ruffo di Calabria. Lo stemma della famiglia Santapau è composto da uno scudo sannitico all'interno del quale è raffigurato un rombo a bande di nero e bianco. Lo stemma dei Santapau è ancora visibile sui sepolcri di donna Camilla e di Muzio Ruffo nella chiesa dei Cappuccini e sul portale barocco della chiesa madre di Licodia Eubea. Famiglia Aliotta Un ramo di questa famiglia si trova a Licodia ove nel 1798 un componente di nome Angelo ebbe il titolo di Barone di Camemi da parte del re Ferdinando. Angelo stesso contribuì tantissimo al restauro della chiesa dei Cappuccini. In seguito un altro componente della stessa famiglia sposò la nobilissima Carmela Papaleo di Scicli. Famiglia Vassallo Questa famiglia è una tra le più note di Licodia Eubea. Di bene immobile appartenuto a questa famiglia si ricorda il palazzo Vassallo o Mugnos in stile tardo barocco, ancora esistente e sito in via Mugnos nel quartiere Matrice. Questa famiglia discende dal Paleologo Michele imperatore di Costantinopoli. Una parte di detta famiglia si estinse a Noto sotto il regno di Federico II. Per volere di Costantino Paleologo il cognome si evolse in Vassallo. Un ramo dei secondogeniti si stabilì a Licodia Eubea. Lo stemma dei Vassallo porta questo motto: In hoc signo Vinces. Il blasone di questa famiglia è visibile sul portale barocco del palazzo Vassallo/Mugnos. Famiglia Distefano/Di Stefano Questa famiglia originaria di Monterrosso Almo è documentata a Licodia Eubea a partire dalla fine del sec. XVIII, un Distefano barone di San Giovanni, di professione farmacista, nato a Monterrosso Almo(RG) posseddette il feudo di Camilla; la famiglia possiede il medesimo stemma del ramo agnato dei b.ni di Cutolia - arma d'azzurro al castello torricellato, in capo cometa con nove raggi. La famiglia documentata in altre località dell'isola Palermo, Giarratana, Palazzolo Acreide, Caltagirone, Reggio Calabria si imparentò durante la sua lunga storia con numerose altre famiglie storiche della Sicilia orientale. Gaudenzia Distefano b.ssa di Cutolia, sposò Ottaviano Borgia del Casale, da cui nacque il m.se Giuseppe Borgia Distefano, con lei si estinse il ramo nobile. Della famiglia nativa di Monterrosso Almo sopravvive, allo stato attuale, una linea discendente da don Giuseppe Distefano, nobile dei b.ni di Cutolia in Caltagirone. Un Antonino Distefano acquistò a sue spese il corpo di Santa Ilaria, oggi conservato nella chiesa di San Bartolomeo a Giarratana. Famiglie Notabili imparentate a Licodia Eubea Aparo, Armao, Di Benedetto, La Biondo, La Ciura, Bosco, Burgio, Buttigleri, Di Martino, Di Pietro, Di Stefano/Distefano, Di Vita, Gandolfo, Giarrusso, Giuca, Licciardi, Lo Blanco, Mannuzza, Martini, Mazzarino, Morgana, Nanfro, Nicidio, Renda, Scacco, Taschetta, Ventura, Verga, Vixica. Nomi illustri legati a Licodia Eubea Di certo Licodia ebbe altre famiglie illustri come gli Interlandi, di cui si hanno due sepolcri al Carmine, gli Scordino, i Gandolfo, gli Astuto, i Vaina e gli Albo. Si risocrdano inoltre varie personalità che hanno fatto la storia di Licodia, tra cui il canonico Don Martino la Russa, illustre benefattore di Licodia vissuto nel XVI e oggi tumulato nella chiesa madre. Le sue spoglie, infatti, furono portate in chiesa madre il 23 maggio del 1783, come per altro riporta la lapide marmorea in suo onore, posta sulla parte sinistra dell'altare maggiore della chiesa madre, ove il canonico riposa. Don Martino, in morte, lascio un testamento con grandi lasciti a favore di Licodia e della chiesa madre in particolare. Si ricorda inoltre la figura del sacerdote don Ascenzio de Pisanis, di origine spagnola, che contribuì tantissimo alle tradizioni della settimana santa Licodiana. Si ricorda anche il pittore licodiano Mariano Agosta vissuto a cavallo tra l'800 e il '900. Egli lasciò varie opere al suo paese natale, tra cui un panorama olio su tela di Licodia, un San Gregorio e una scuola di Atene. Indubbiamente si ricorda la gloria di Licodia Eubea cioè il servo di Dio Frate Francesco Cascio. Evoluzione demografica Abitanti censiti Gemellaggi Santa Pau, comune spagnolo nel quale ha avuto origine la casa regnante dei marchesi Santapau, che governarono Licodia nel Medioevo. Eubea, isola greca, in relazione alle origini della fondazione di Licodia Eubea. Persone legate a Licodia Eubea Francesco Cascio (religioso e missionario), frate cappuccino del XVII secolo, servo di Dio per la Chiesa cattolica.Frate Francesco Cascio, nacque a Licodia Eubea nel 1600 e morì a Luanda (Congo) il 16 aprile 1682.[1] Don Martino la Russa, canonico della cattedrale di Siracusa, alla sua morte (1583) lasciò i suoi averi in beneficenza per le famiglie disagiate di Licodia e per i restauri della chiesa Madre, dove oggi è sepolto. Al canonico è stata dedicata una via di Licodia. Don Ascenzio de Pisanis, sacerdote di origine spagnola, fece edificare la chiesa del Crocefisso, dove fu seppellito nel 1622. Frate Celestino da Licodia (1725), Laico minore riformato di San Francesco, devoto di Gesù Bambino sotto il quale operò atti miracolosi. Padre Angelo Emanuele Mazzone (1680-1756), nato dai genitori La Russa e Mazzone. La sua salma venne tumulata sotto l'altare della Madonna del Carmine nell'omonima chiesa, visto che in vita appartenne all'ordine dei Carmelitani. Michele Pennisi, arcivescovo cattolico. Mariano Cusmano, pittore. Mariano Agosta, pittore. Enzo Trantino, avvocato e politico, nato a Licodia Eubea. Deputato al Parlamento fin dalla VI legislatura, eletto nelle liste di Alleanza Nazionale. Vincenzo Cannizzo, archeologo; nacque a Licodia Eubea e fu allievo di Paolo Orsi, sovrintendente archeologico di Siracusa. Pubblicò nel 1909 uno scritto sulla topografia archeologica di Licodia.[2] Giovanni Verga, scrittore catanese, ambientò molte novelle a Licodia, citando nei casi più celebri il campanile della chiesa madre di S. Margherita e la festa patronale. Francesco Maurolico, matematico italiano, fu il primo studioso a pronunciarsi ufficialmente, formulando delle ipotesi, sul toponimo Licodia riguardante detta città. Paola Ruffo di Calabria, attuale regina del Belgio e discendente dalla famiglia Ruffo, che ebbe il titolo nobiliare di principi di Palazzolo e Licodia. A Licodia la famiglia Ruffo di Calabria subentrò ai Santapau nel 1618. Altro Media e telecomunicazioni Emittente televisiva del calatino: Tele Eubea Amministrazione Amministrazione attuale Regno d'Italia Repubblica Italiana Galleria fotografica Infrastrutture e trasporti Autostrade e strade statali Autostrada Ragusa-Catania Strada statale 683 Ferrovie Stazione di Vizzini-Licodia Ferrovia Siracusa-Ragusa-Vizzini Note ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2010. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012. Bibliografia S. Correnti - Catania e provincia - Black Line Edizioni, 1986. AA. VV. - Grande Enciclopedia De Agostini, Vol. 13 - Istituto Geografico De Agostini, 1995. C. Verdi, Licodia Sacra: storia, arte e tradizione, 1993; C. Verdi, I Santapau; C. Verdi, Licodia Eubea: notizie, 1981; P. M. Cannizzo: Licodia Eubea: le sue origini e la sua storia nel contesto della storia della Sicilia, 1995; Archeclub d'Italia sede di Licodia: Cenni su Licodia; Archeclub d'Italia sede di Licodia: Castello di Licodia; S. Salomone, Le provincie siciliane studiate sotto tutti gli aspetti ... : Provincia di Catania, Ragonisi, 1884 S. Sciorto, Guida di Licodia. Elisa Bonacini, Il territorio calatino nella Sicilia imperiale e tardoromana, British Archeological Reports, International Series BAR S1694, Oxford 2007; ISBN 978-14-0730-136-5 Elisa Bonacini, Il borgo cristiano di Licodia Eubea, Trento 2008; ISBN 978-88-6178-157-3 Voci correlate Calatino Castello Santapau lago Dirillo Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario «Licodia Eubea» Commons contiene immagini o altri file su Licodia Eubea Collegamenti esterni Galleria fotografica
Immagine descrittiva - c
Risparmia sul tuo hotel - hotelscombined.it

Cosa vedere