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Alla scoperta del borgo di Bova, in Calabria

Scritto da Eliana Iorfida, 24/02/20

Il borgo di Bova, in Calabria, tra "I Borghi più Belli d'Italia", è la capitale culturale della "Bovesìa", ovvero dell'area a cultura grecanica in cui si parla l'antico greco di Calabria e si conservano riti e tradizioni antichissime, che legano questo estermo lembo di sud alla Grecia e alle altre sponde del Mediterraneo. Il periodo ideale per visitarlo? La Domenica delle Palme, per la processione delle Pupazze, e in agosto, per il Festival Paleariza! 

Inserito nel circuito de "I Borghi più Belli d'Italia", il borgo di Bova, in Calabria, ha origini molto antiche.  La leggenda narra che sia stata un'antica regina armena a fondare Bova, guidando le sue genti sul monte Vùa (luogo adatto al ricovero dei buoi), da cui deriverebbe il toponimo.

Bova, tra "I Borghi più Belli d'Italia"

A partire dal IX secolo, il borgo di Bova, in Calabria, fu ripetutamente assediato dai saraceni, ragion per cui, come tanti altri borghi calabresei, si dotò di una serie di fortificazioni delle quali ancora oggi rimane traccia: l'ingresso avveniva attraverso due porte turrite; salendo per i vicoli si raggiungeva l'acropoli, sulla quale tuttora si affacciano la Cattedrale, il Palazzo Vescovile e gli altri palazzi nobiliari.

Non è solo la storia e la bellezza del suo centro storico a rendere Bova uno de "I Borghi più Belli d'Italia": esiste un vero e proprio "genius loci" che abita le case, le strade, le chiese e ogni singola pietra di questo paese simbolo di una cultura mediterranea antichissima.

Capitale della Bovesìa, il borgo di Bova, in Calabria, è l'ultima enclave dell'antica grecità, che qui si conserva e si tramanda, sopravvivendo nei secoli alla latinità imperante: la lingua grecanica (greco di Calabria), i riti, le tradizioni e soprattutto il senso dell’ospitalità nei confronti dello straniero sono il segno distintivo di un'identità che non vuole dimenticare la propria origine.

Antica sede vescovile, Bova vanta una cattedrale la cui costruzione originaria risale ai primi secoli d.C., all'interno della quale si conservano opere notevoli, come la Cappella del Sacramento, realizzata da maestranze siciliane specializzate nella lavorazione dei marmi policromi intarsiati, e la statua della Madonna Isodìa col Bambino, attribuita a Rinaldo Bonanno (1584), posta su uno scanno di marmo che riproduce lo stemma civico di Bova. 

Il Castello Normanno, oggi allo stato di rudere, svetta in cima a uno sperone roccioso, mentre la Torre Normanna era posta a guardia di una delle quattro porte che permettevano l’accesso alla città.

Altri gioielli da visitare, la Chiesa di San Leo, con i suoi preziosi stucchi ottocenteschi e un sontuoso altare maggiore di stile Barocco e la Cappella delle Reliquie; la Chiesa del Carmine, graziosa cappella gentilizia in stile tardorinascimentale; la Chiesa dell’Immacolata, col suo bel portale in pietra, opera di scalpellini locali.

Perdersi tra i vicoli del borgo di Bova, in Calabria, consente di scoprire le facciate dei palazzi che raccontano l'antica nobiltà del paese: Palazzo Mesiani-Mazzacuva, Palazzo Nesci Sant’Agata, nella piazza principale, e Palazzo Tuscano, per citare i più monumentali.

Bova Superiore: cosa vedere e cosa fare

Il filo conduttore per visitare Bova Superiore? Quello che segue il "Sentiero della Civiltà Contadina", il museo a cielo aperto che si snoda tra i vicoli del borgo, lungo il quale sono musealizzati gli strumenti di lavoro della cultura contadina e le testimonianze più interessanti della civiltà che ha resistito nei secoli a invasioni, terremoti, modernità e che continua a resistere e raccontarsi tra le eccellenza della Calabria.

Due gli eventi imperdibili nel borgo di Bova, in Calabria, occasioni durante le quali si consiglia di programmare una visita: il Carnevale Grecanico - Pasqua Bizantina, ovvero il rito delle "Persephoni di Bova" (o Pupazze); il Festival Paleariza (Festival dell'Arte Musicale Greca) che si tiene ogni anno nel mese di agosto.

Le Persephoni di Bova (Chòra tu Vùa)

La Domenica delle Palme, il borgo di Bova rende omaggio ai riti pagani della rinascita legata all’arrivo della primavera. 

Un rito ancestrale quello delle Persephoni, o “Pupazze” di Bova, che richiama ancora una volta la cultura greca e la leggenda di Persefone (Kora) - Demetra: figure arboree dalle sembianze femminili, intrecciate con foglie d’ulivo, sagomate e agghindate con frutta fresca e fiori di campo sfilano per le vie del paese fino a raggiungree la Chiesa di San Leo, dove si compie il passaggio dal sacro al profano e alle Persephoni pagane è concesso di entrare nella Casa di Dio per ricevere la benedizione. 

Il Festival Paleariza

La stessa atmosfera riecheggia nelle musiche greche del Festival Paleariza, durante il quale si suona e si balla una musica inconfondibile che ha il sapore dell’accoglienza, proprio come la “lestopitta” e i piatti tipici a base di granoturco, carni e bergamotto.

Gli strumenti utilizzati presentano forti caratteri di arcaicità e risultano anche essi in via di estinzione, per cui non si tratta solo di oggetti materiali, ma per il sostrato culturale cui rimandano, di veri e propri simboli legati all'ambiente agro-pastorale: costruiti, diffusi e suonati dallo stesso musicista in occasioni sociali e liturgiche.

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Immagine descrittiva - BY Di Mmoyaq - Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=47305862 c
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