Consigli di viaggio - Esperienze

Tour dei castelli di Napoli, tra storia e leggende

Scritto da Eliana Iorfida, 03/07/19

Non tutti sanno che anticamente Napoli era chiamata anche la “Città dei sette castelli”. Per scoprirli, seguiteci in questo avvincente tour tra i castelli di Napoli: un itinerario sospeso tra storia, architettura e antiche leggende, alla portata di chiunque visiti questa straordinaria città.

Le 7 meraviglie di Napoli, la "Città dei sette castelli"

Tra i tanti percorsi di visita che una città poliedrica e affascinante come questa ha da offrire ai suoi visitatori, un tour inedito tra i castelli di Napoli è senza dubbio l'itinerario migliore per conoscerne la storia segreta, sospesa tra leggenda e realtà, oltre che per ammirare alcune tra le fortezze più belle d'Italia e i suggestivi panorami sul mare che è possibile godere dalle loro sommità.

Quali sono i sette castelli di Napoli? Castel dell’Ovo, Castel Nuovo (meglio noto come Maschio Angioino), Castel Sant’Elmo, Castel Capuano, Castello del Carmine, Castello di Nisida e il Forte di Vigliena. Ciascuna di queste fortezze sorge in posizione strategica, talvolta in comunicazione visiva con le altre, così da generare un efficace sistema a difesa dell'intero Golfo di Napoli.

1. Castel dell'Ovo e l'isolotto Megaride 

Dal latino “Castrum Ovi”, Castel dell’Ovo è il castello più antico di Napoli, vero e proprio simbolo architettonico che svetta imponente nel panorama del golfo, sull’isolotto di Megaride, tra i quartieri di San Ferdinando e Chiaia, di fronte a via Partenope.

Il suo nome deriva da un'antica leggenda, secondo la quale il poeta latino Virgilio nascose nelle segrete dell'edificio un uovo con la funzione di mantenere in piedi l'intera struttura. L'eventuale rottura dell'uovo avrebbe provocato non solo il crollo del castello stesso, ma tutta una serie di rovinose catastrofi alla città di Napoli.

Nel tempo, vari rimaneggiamenti hanno in parte distrutto l'originario aspetto normanno, lasciando in risalto elementi angioini e aragonesi e conferendo a Castel dell'Ovo la linea architettonica attuale.

La sua costruzione, voluta da Guglielmo il Malo, risale alla seconda metà del XII secolo e si impianta su una fortificazione già esistente, di natura monastica. Simbolo delle dominazioni che si sono susseguite in città, tra i castelli di Napoli l'edificio è quello che più di ogni altro identifica la passeggiata sul lungomare.

Sede di mostre, eventi e importanti congressi, dalle sue terrazze si gode un magnifico panorama.

Info: 

Stagione estiva
Giorni feriali: ore 9.00 – 19.30
Giorni festivi: ore 9.00 – 14.00

Stagione invernale
Giorni feriali: ore 9.00 – 18.30
Giorni festivi: ore 9.00 -14.00

L’accesso è gratuito.

2. Il Maschio Angioino

Piazza Municipio è dominata dal Maschio Angioino (o Castel Nuovo), con la sua pianta trapezoidale caratterizzata da cinque grandi torri: una in tufo e quattro in piperno.

Edificato nel 1279 per volere di Carlo I d’Angiò, quando la capitale del regno fu spostata da Palermo a Napoli, sotto Alfonso d’Aragona il Maschio Angioino subì una trasformazione da castello-palazzo a vera e propria fortezza moderna, fino a raggiungere il suo aspetto attuale, quello di "Castel Nuovo”.

Nei sotterranei del castello si celano due aree misteriose: la Fossa del Coccodrillo e la Prigione dei Baroni. La leggenda del coccodrillo narra di numerose e inspiegabili sparizioni di prigionieri che, a un certo punto, si sentivano azzannare alle gambe e trascinare in mare.

Di grande fascino la Sala dei Baroni, così chiamata rievocando la congiura di alcuni baroni contro Ferrante I d’Aragona, nel 1487: venuto a conoscenza del fatto che i nobili tramavano qualcosa contro di lui, li riunì in questa sala per poi arrestarli e condannarli a morte.

Tra i castelli di Napoli, anche il Maschio Angioino è destinato ad uso culturale: al suo interno ha sede anche il Museo Civico.

Info:

Dal lunedì al sabato dalle ore 8.30 alle ore 19.00

Biglietto d’ingresso: € 6 
Domenica: ingresso gratuito per visitare il cortile, la Sala dei Baroni, La Sala dell’Armeria e la Sala della Loggia.

3. Castel Sant’Elmo

Tra i castelli di Napoli più panoramici, Castel Sant'Elmo regala una meravigliosa vista su Posillipo, svettando proprio dall'alto della collina del Vomero. Noto anticamente come “Paturcium”, fu fatto costruire da Roberto D’Angiò dal 1336 al 1343, sulla ex Chiesa di Sant’Erasmo, da cui “Eramo” e poi “Elmo”. 

Durante la Rivoluzione Partenopea del 1799 il castello fu preso dal popolo, poi dai repubblicani, infine divenne una prigione per importanti esponenti della rivoluzione.

Oggi Sant'Elmo si staglia con la configurazione stellare a sei punte realizzata nel Cinquecento su progetto di Pedro Luis Escrivá di Valenza, e ospita il Museo Novecento, ricco di opere d’arte e sede di mostre ed eventi culturali.

Info:

Tutti i giorni dalle ore 8.30 alle ore 19.30
Museo Novecento: tutti i giorni, escluso il martedì, ore 9.30-17.00
Martedì e tutti i giorni: ore 17.00-18.30 per visitare la Piazza d’armi, gli spalti e i camminamenti pedonali.

Biglietti

Intero: € 5,00; ridotto: € 2,50; martedì: € 2,50
Gratuito: per i cittadini dell’Unione Europea sotto i 18 anni
Gratuito: prima domenica di ogni mese

4. Castel Capuano

Tornando verso il centro di Napoli, ci spostiamo nei pressi di Porta Capuana, alla fine del Decumano Maggiore, dove incontriamo Castel Capuano.

Voluto da Guglielmo I detto Il Malo, sorse sui resti di una costruzione ducale su un'area di epoca romana. Prima della costruzione del Maschio Angioino era Castel Capuano il punto di riferimento residenziale atto ad ospitare riunioni di nobili, funzionari e personaggi illustri, incluso Francesco Petrarca, che qui fu ospitato nel 1370.

Un'antica leggenda narra che tra le mura del castello si aggira il cosiddetto “Fantasma degli Avvocati”, appartenente a Giuditta Guastamacchia, donna bellissima quanto crudele, decapitata dopo essere stata incriminata per feroci crimini: testa e mani le furono amputate e messe in mostra sulle mura della Vicaria, dietro i graticci di ferro. I teschi di Giuditta e degli altri protagonisti delle sanguinose vicende che la coinvolsero, sono stati oggetto di analisi di fisiognomica criminale e sono attualmente conrservati al Museo Anatomico di Napoli.

Info:

Dal lunedì al venerdì, ore 9.00-18.00

L’accesso è gratuito.

5. Castello del Carmine

Una passeggiata nel quartiere in cui sorgeva il Mercato da Carlo III di Durazzo ci offre l'occasione di ammirare i resti del Castello del Carmine, detto "Sperone", costruito con funzioni prettamente militari. Distrutto nel 1906 per ragioni di viabilità, oggi conserva la Torre Spinella, detta anche "il Trono", la Torre Brava e una parte delle mura aragonesi.

Info:

Sempre aperto

L'ingresso è libero

6. Forte di Vigliena

Il nostro tour alla scoperta dei castelli di Napoli ci porta nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, in via Marina dei Gigli, dove sorge Forte di Vigliena, che porta il nome di Juan Manuel Fernández Pacheco y Zúñiga, marchese di Villena che lo fece costruire attorno al 1706.

Una curiosità? La sua altezza di soli 6 metri lo rende invisibile dal mare.

Nel 1891 la fortezza è diventata Patrimonio Nazionale. Del castello resta ben poco, ma lo spazio, ideale per la creazione di un parco archeologico, e sempre aperto e visitabile.

Info:

Sempre aperto.

L'ingresso è libero.

7. Castello di Nisida

Concludiamo questo affascinante itinerario tra i castelli di Napoli spostandoci sull’Isola di Bagnoli, collegata alla terraferma da un ponte.

È qui che sorge il magnifico Castello di Nisida, edificato nel XIV secolo, in epoca angioina, fu ampliato per volere della regina Giovanna, che vi fece aggiungere la Torre di Guardia, ma solo nel XVI secolo, grazie a Pedro de Toledo, divenne parte integrante del potente sistema difensivo che da Baia terminava allo Sperone. 

La fortezza non è visitabile, ma la meraviglia di Baia e la vista che si gode dall'isolotto meritano certamente la tappa finale del nostro viaggio.

Riproduzione riservata © Copyright Altrama Italia

Immagine descrittiva - CC BY-SA Di Castel dell'Ovo - Maritè Toledo, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=75928612 c
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