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Isola di Sant'Antioco, alla scoperta di un angolo di paradiso

Scritto da Redazione , 10/06/19

L'Isola di Sant'Antioco è un autentico angolo di paradiso, nella provincia Sud Sardegna, dove trascorrere una vacanza caraibica in assoluto relax, senza rinunciare alla scoperta di straordinari siti archeologici che non hanno nulla da invidiare ai monoliti più celebri del continente. Un viaggio a Sant'Antioco è quindi un'occasione imperdibile per abbinare natura, cultura e tradizione.    

Viaggio sull'Isola di Sant'Antioco 

L'Isola di Sant'Antioco, nella quale si trova l'omonima cittadina, è la maggiore delle isole sarde e con i suoi 109 km² è la quarta isola d'Italia per estensione dopo la Sicilia, la stessa Sardegna e l'Isola d'Elba.

La storia di Sant'Antioco è antichissima: il comune sorge sui resti di Sulki, una delle città più antiche del Mediterraneo occidentale, e i primi insediamenti umani attestano una presenza preistorica importante, testimoniata dai numerosi nuraghi, un certo numero di cosiddette "Tombe dei Giganti" e di "Domus de Janas". 

Calasetta è il secondo centro abitato più popoloso dell'Isola di Sant'Antico, tra i due comuni si estendono il piccolo borgo turistico di Maladroxia e quello di Cussorgia. Chi desidera fare l'esperienza di una gita in barca al largo, incontrerà tre isolotti disabitati in direzione sud: Il Toro, La Vacca e Il Vitello, habitat naturalistici incontaminati dove praticare birdwatching in cerca di Falchi della Regina, o Falchi Eleonorae, come li chiamò il loro scopritore, Alberto Della Marmora, in onore della giudicessa Eleonora d'Arborea.

Cosa vedere a Sant'Antioco

La storia dell'Isola di Sant'Antioco è antichissima, per scoprirla occorre visitare assolutamente i nuraghi, una trentina in tutto, immersi nella tipica macchia mediterranea: scopriamo così la presenza delle cosiddette "Tombe dei Giganti" e delle "Domus de Janas", oltre alla presenza di numerosi nuraghe costieri, tra i quali il bellissimo nuraghi multitorre S'Ega Marteddu, a ridosso della spiaggia di Maladroxia, il nuraghe Sa Cipudditta, su un promontorio a picco sul mare, in località Su Portu de su Casu, e il sito di Grutti 'e Acqua, ancora composto da un multitorre polilobato affiancato da uno dei villaggi nuragici più grandi della Sardegna.

Al suo interno è possibile ammirare antiche opere idrauliche e urbanistiche, templi a pozzo e sepolture. Il villaggio termina tra la spiaggia e la scogliera di Portu Sciusciau, dove è probabile fosse situato il porto nuragico. Tra i numerosi reperti rinvenuti non mancano i classici bronzetti, tra i quali spicca il famoso Arciere Nuragico di Sant'Antioco.

Spostandoci nell'abitato attuale di Sant'Antioco, ci lasiamo sorprendere da un bel centro storico: percorriamo tutta via Nazionale e dal viale principale di Sant'Antioco raggiungiamo piazza Umberto I, in fondo al corso principale del paese, dalla quale si dipartono gli angoli più vivaci dell'Isola di Sant'Antioco, il brulicante Lungomare Cristoforo Colombo e via Regina Margherita, nel cuore della città vecchia.

Da visitare, la Basilica di Sant'Antioco Martire, bellissimo edificio paleocristiano di fondazione bizantina, la cui prima pietra fu posta nel V secolo e presso il quale sono presenti le uniche catacombe della Sardegna. 

Sorperendente anche la presenza di tanti musei sull'Isola di Sant'Antioco, dal Museo Archeologico "Ferruccio Barreca" al Museo Etnografico "Su Magasinu de su Binu" (magazzino del vino), che raccoglie attrezzi e strumenti legati alle attività rurali, passando per il Museo del Bisso, al quale ViaggiArt ha dedicato uno speciale, e il MuMa, Museo del Mare e dei Maestri d'Ascia, con l'esposizione delle attrezzature per la pesca e le attività marinaresche.

Tra le spiagge dell'Isola di Sant'Antioco, è d'obbligo visitare quella di Maladroxia per la sabbia grigia e sottile, già apprezzata dagli antichi romani per la sua vicinanza alle fonti termali, e Coqquaddus, vicino alla quale si possono osservare le nobili colonie di fenicotteri e cavalieri d'Italia. La rocciosa Cala Lunga, invece, è ideale per gli amanti delle immersioni.

Cosa fare sull'Isola di Sant'Antioco

Chi desidera visitare l'Isola di Sant'Antioco in un momento di particolare fermento e assistere a quella che è la tradizione principale del posto, deve trascorrere in questo luogo i quindici giorni successivi alla Pasqua, durante i quali si svolge la celebre Sagra di Sant'Antioco.

Si tratta della più antica festa religiosa tra quelle ancora celebrate oggi in tutta la Sardegna: l'origine è fatta risalire al 1615, anno di ritrovamento di quelle che si reputano essere le reliquie del santo patrono, proprio nelle catacombe sottostanti la basilica.

I costumi tradizionali indossati per la festa di Sant'Antioco sono uno spettacolo da non perdere, che è possibile ammirare soltanto in questa particolare occasione. Solo alcune fra le donne più anziane del paese indossano ancora oggi una versione rimaneggiata di tale costume, la cui foggia cambia in base alla posizione sociale di chi li indossa: "su bistiri a nostrana", ad esempio, era indossato dalle donne della borghesia agricola.

Altre tradizioni locali di Sant'Antioco, non di tipo religioso ma produttivo e artigianale, riguardano l'antica attività volta alla produzione del sale, alla pesca e naturalmente al commercio del pesce e alla fabbricazione di barche e navi:

sull'Isola di Sant'Antioco è ancora viva la tradizione della navigazione "a vela latina", inoltre Sant'Antioco è tra i pochissimi comuni in Italia in cui sopravvive la tradizione dei maestri d'ascia.

Come arrivare a Sant'Antioco

L'Isola di Sant'Antioco dista da Cagliari 84 Km circa ed è collegata grazie a un istmo artificiale e a un ponte aperto nei primi anni Ottanta.

Per arrivare sull'isola ci sono due modi: il più semplice e veloce è quello di seguire la strada statale S126 verso sud, proveniente da Iglesias e Carbonia, e attraversare il ponte. Più romantica è invece la traversata in traghetto tra Calasetta e Carloforte, sull'Isola di San Pietro.

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Immagine descrittiva - CC BY-SA Di Roberto Ferrari from Campogalliano (Modena), Italy - Le scogliere, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=26291182 c
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