Arrivederci Sardegna! Il Giro fila liscio da Tortolì a Cagliari
Nella terza tappa #ViaggiArtGiro100 attraversa il Campidano a cuor leggero, in una tappa di pianura: il Giro fila liscio da Tortolì a Cagliari e ci regala un pezzo di Sardegna che è una tavolozza di sfumature tra i campi.
In Campidano, tra vino e grano
Dopo la costa nord e l’entroterra, il Giro imbocca la via pianeggiante che da Tortolì immette sul circuito a scorrimento veloce per Villasimius e la nostra carovana ha modo di godere la luminosità di un orizzonte senza troppi ostacoli, lievemente ondulato.
La regione del Campidano e della provincia di Cagliari è infatti un susseguirsi di campi fertili, coltivati a grano e vite fin dai tempi dei Fenici e dei Romani, alternati a importanti risaie, stagni e zone lacustri divenute negli anni luogo di sosta privilegiato dei fenicotteri rosa. Il colore di questi uccelli speciali ci riporta a quello del Giro numero 100 e della Maglia Rosa che domina la corsa.
Villasimius e i suoi Sette Fratelli, la catena montuosa che degrada verso il promontorio di Capo Carbonara, ci accoglie nella sua splendida baia turchina, con un porto turistico e le due isole di Cavoli e Serpentara sullo sfondo. Vinciamo la tentazione di sostare tra queste spiagge fini e da buoni “inseguitori” del Giro continuiamo a pedalare fino a Capo Boi, l’unico Gran Premio della Montagna di questa terza tappa.
La strada scorre velocissima, piatta come il mare calmo che ci tiene compagnia fino a Quartu Sant’Elena, immersa nelle saline e punteggiata di chiese e torri.
La Maglia Rosa espugna Casteddu
Finalmente arriviamo a Cagliari, Casteddu in sardo. Incastonata nel Golfo degli Angeli, la città si sviluppa tutta attorno allo storico Castello di San Michele, cinta come Roma da sette colli. La sua fondazione si perde nella leggenda, ma la storia dei popoli che l’hanno attraversata è tangibile tra le aree archeologiche (Necropoli di Tuvixeddu, Anfiteatro Romano, ecc.), le vie e i monumenti del centro.
Questo traguardo di tappa ci fa restare in città per una notte e gustarne la bellezza anche sotto le stelle, che sembrano sfiorate dal campanile della Cattedrale e dalle numerose torri che svettano nel centro storico e sono simbolo delle varie dominazioni, come la Torre dell’Elefante, lascito del casato pisano, quando Casteddu era nota come “Chiave del Mediterraneo”.
Dopo una passeggiata “defatigante” tra le deliziose spiagge del Poetto e Cala Mosca, ci immergiamo nella tradizione autentica della città che, riposti da poco i costumi folkloristici della Festa di Sant’Efisio (1 Maggio), si racconta anche attraverso la sua cucina tipica.
Il Giro saluta la Sardegna con un bella aragosta alla cagliaritana e un brindisi a base di Cannonau, in attesa di approdare su un’altra isola, la Sicilia, e scoprire nuove meraviglie d’Italia con #ViaggiArtGiro100!
Eliana Iorfida
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