L’immortalità dell’arte: la Fenice di Venezia
Quando si dice “l’immortalità dell’arte” si pensa a un’opera, a una creazione consegnata all’eternità della memoria culturale. Anche i luoghi talvolta sono veri e propri “highlander” e nessuno merita maggiormente questo epiteto come quello di cui parliamo oggi.
Il Teatro La Fenice di Venezia
Emblema della tenacia italiana; più volte caduto nel baratro della distruzione anche ad opera della follia umana, ma sempre risorto per riprendersi il posto che gli spetta nell’Olimpo dell’arte. Di cosa stiamo parlando? Ma del leggendario Teatro La Fenice di Venezia.
Alcuni psicologi sostengono che il nome possa influenzare il destino della persona che lo porta, lo stesso principio varrebbe anche per le cose materiali, proprio come dimostra il nostro caso!
Alla fine del Settecento Venezia contava sette teatri: il più lussuoso era il Teatro San Benedetto, ceduto dalla famiglia proprietaria, i Grimani, alla Nobile Società dei Palchettisti che, a sua volta, fu costretta a cederlo ai nobili Venier (proprietari del terreno sul quale sorgeva la struttura).
La Società si propose di costruirne immediatamente uno nuovo, più grande di quello perduto, chiamandolo Gran Teatro La Fenice, in onore del mitologico e immortale uccello in grado di risorgere dalle proprie ceneri, per simboleggiare la rinascita della Società dalle proprie disavventure. Il Teatro venne inaugurato nel 1792.
E mai nome fu più provvidenziale: il 13 dicembre del 1836, probabilmente a causa del mal funzionamento di una stufa, un incendio provocò il crollo parziale del Teatro, che proprio come la Fenice risorse un anno dopo, inaugurato con la prima assoluta di “Rosmunda in Ravenna”, di Giuseppe Lillo. Molte furono le prime assolute che videro La Fenice scenario di capolavori assoluti, come “Belisario” di Gaetano Donizetti, “Rigoletto” e “La Traviata”, di Giuseppe Verdi.
Ma il medesimo destino crudele si ripropone il 29 gennaio 1996, quando un devastante incendio doloso distrugge nuovamente il Teatro. Ci volle una notte intera per domare il rogo.
Tutto il mondo piange la perdita di uno dei teatri più belli, dalla straordinaria acustica e protagonista da sempre della vita operistica, musicale e culturale italiana ed europea.
Ma se è vero che il nome trasferisce determinate peculiarità a chi lo porta, dal dolore di quell’ennesima tragedia crebbe la volontà di ricostruire lo storico Teatro “com’era, dov’era” (riprendendo il motto che in passato aveva già accompagnato la ricostruzione del Campanile di San Marco). Il 14 dicembre 2003 La Fenice risorse dalle proprie ceneri con un concerto inaugurale eseguito dall’Orchestra e dal Coro del Teatro La Fenice, diretti dal Maestro Riccardo Muti.
La storia del Gran Teatro La Fenice di Venezia è la storia di un destino e di un nome
”che non soltanto corrisponde all’essenza dell’oggetto, ma è quell’essenza, e dunque le sorti dell’oggetto sono condizionate da quelle del nome”.
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