Luogo - Area Archeologica
Area archeologica di Antas
Luogo:
Fluminimaggiore (Carbonia-Iglesias)
L’area archeologica, situata nella splendida valle di Antas, comprende un tempio, tre tombe a pozzetto di epoca nuragica ed un modesto abitato.
Il sito ebbe dapprima una destinazione funeraria (inizi IX sec. a.C.), come attestato dalle tombe rinvenute presso il tempio. Ciò che oggi vediamo del tempio è il risultato della riedificazione, realizzata dai Romani nel III secolo d.C, dell’importante tempio punico costruito attorno al 500 a.C., subito dopo la conquista cartaginese dell’isola, e modificato attorno al 300 a.C. secondo il gusto punico ellenistico. Come è testimoniato da un’iscrizione, il tempio era dedicato al dio chiamato dai Romani Sardus Pater Bab(a)i, identificabile con il dio cartaginese guerriero e cacciatore Sid, che costituisce a sua volta la trasposizione della divinità locale Babai. Proprio a questa divinità può essere associata la statuina in bronzo, di fattura nuragica, nuda e con copricapo che impugna con la mano sinistra una lancia e con la destra benedice, che è stata rinvenuta presso una delle tombe.
Il tempio, costruito con calcare locale, è costituito da una gradinata d’accesso, di cui restano solo tre gradini, e il podio, realizzato in opus quadratum. E’ articolato in un pronao, con quattro colonne sul prospetto e due sui lati, tutte sormontate da capitelli ionici, e in una cella, con pilastri addossati alle pareti e pavimento di mosaico bianco. Nella parte posteriore sono presenti due piccoli vani (adyton bipartito) dotati di due cisterne quadrangolari, destinate alla conservazione dell’acqua lustrale. A circa 200 metri dal tempio si trova un modesto abitato di età tardo romana (IV-V sec. d.C.) composto da numerosi ambienti a pianta circolare e cinto da un muro, probabilmente utilizzato anche come luogo di produzione artigianale.
Il sito ebbe dapprima una destinazione funeraria (inizi IX sec. a.C.), come attestato dalle tombe rinvenute presso il tempio. Ciò che oggi vediamo del tempio è il risultato della riedificazione, realizzata dai Romani nel III secolo d.C, dell’importante tempio punico costruito attorno al 500 a.C., subito dopo la conquista cartaginese dell’isola, e modificato attorno al 300 a.C. secondo il gusto punico ellenistico. Come è testimoniato da un’iscrizione, il tempio era dedicato al dio chiamato dai Romani Sardus Pater Bab(a)i, identificabile con il dio cartaginese guerriero e cacciatore Sid, che costituisce a sua volta la trasposizione della divinità locale Babai. Proprio a questa divinità può essere associata la statuina in bronzo, di fattura nuragica, nuda e con copricapo che impugna con la mano sinistra una lancia e con la destra benedice, che è stata rinvenuta presso una delle tombe.
Il tempio, costruito con calcare locale, è costituito da una gradinata d’accesso, di cui restano solo tre gradini, e il podio, realizzato in opus quadratum. E’ articolato in un pronao, con quattro colonne sul prospetto e due sui lati, tutte sormontate da capitelli ionici, e in una cella, con pilastri addossati alle pareti e pavimento di mosaico bianco. Nella parte posteriore sono presenti due piccoli vani (adyton bipartito) dotati di due cisterne quadrangolari, destinate alla conservazione dell’acqua lustrale. A circa 200 metri dal tempio si trova un modesto abitato di età tardo romana (IV-V sec. d.C.) composto da numerosi ambienti a pianta circolare e cinto da un muro, probabilmente utilizzato anche come luogo di produzione artigianale.