Per la Candelora dall’inverno semo fora!
Il 2 febbraio è il giorno della Candelora, ovvero la data in cui la Chiesa Cattolica celebra la presentazione di Gesù al Tempio ed è usanza benedire le candele, simbolo del Cristo che illumina le genti.
Ma la Candelora, come suggerisce il nostro titolo, è anche associata alla fine del ciclo invernale e per questo motivo si ricorda anche come Festa delle Luci. Insomma, uno di quegli appuntamenti in cui il sacro sfuma facilmente nel profano…
Dai Lupercali alla Festa dei Femminielli
Come tutte le feste legate ai cicli della natura, anche la Calendora affonda radici nei riti pagani e pre-cristiani, nello specifico nei Lupercali (Lupercalia), festeggiamenti celebrati in onore del dio Fauno nel mese purificatorio di febbraio.
Secondo un’altra ipotesi, i Lupercali ricordano il miracoloso allattamento di Romolo e Remo da parte della lupa e venivano perciò celebrati all’interno di una grotta posta sul colle Palatino dove, secondo la leggenda, i mitici fondatori di Roma sarebbero stati cresciuti e allattati.
In Irpinia la Candelora viene celebrata con un grande evento al quale partecipano migliaia di persone, definito dalla gente del posto come la “Juta” o “Festa dei Femminielli. L’Abbazia di Montevergine si trasforma per l’occasione in una meta di pellegrinaggio molto particolare, durante il quale si rievoca il 2 febbraio del 1256, quando la Madonna di Montevergine (nota anche come Mamma Schiavona), commossa dal sentimento di due amanti omosessuali incatenati sulla montagna e condannati a morire di freddo o sbranati dai lupi, li salvò scaldandoli con la sua luce. In ricordo del miracolo, la “Juta” si festeggia con balli pagani e abiti sgargianti.
I proverbi sulla Candelora si sprecano e riguardano quasi tutti le variazioni climatiche in attesa della sospirata fine dell’inverno:
“Per la Santa Candelora dall’inverno semo fora,/ma se piove o tira vento/nell’inverno semo dentro”
Redazione
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