San Giovanni e…il Sogno d’una notte di mezza estate
In tutto lo Stivale, oggi si festeggia San Giovanni Battista, un giorno molto particolare, durante il quale il mondo naturale e quello soprannaturale si fondono, l’impossibile diventa possibile e accadono prodigi e meraviglie.
Dal paganesimo a oggi, le date del 23 e 24 giugno sono oggetto di riti propiziatori e veglie per difendersi dagli spiriti maligni. Il legame con la “terra” è molto forte in questa festa: secondo un’antica credenza, il sole “fuoco” si sposa con la luna “acqua”. Da qui i riti dei falò e della rugiada, ma anche il ruolo di tutte le piante e le erbe della terra che, in questo breve ma intenso arco di tempo, assumono forza e potere.
La notte di San Giovanni è anche collegata all’albero di noce. In molte zone d’Italia si usa raccogliere le noci ancora acerbe, ricoperte dal mallo, per preparare il nocino, tipico liquore dalle proprietà magiche. Una credenza medievale narra che, in questa notte, le streghe volano in cielo per radunarsi sotto il grande noce di Benevento, ultimo rifugio per le condannate al rogo, e qui trasformasi in spirito per rifugiarsi nel suo tronco e riacquistare la libertà al momento dell’abbattimento dell’albero.
In Molise vi è l’antica usanza d’interpretare le varie forme assunte nell’acqua dal piombo fuso. Sempre in questa data, le ragazze, per saper se si sposeranno entro l’anno, lasciano due cardi sul davanzale della finestra: il mattino seguente, a seconda della posizione assunta, sarà possibile esprimere la tanto e sospirata previsione.
La festa di San Giovanni Battista è la festa religiosa più importante di Ragusa. Celebrata una messa solenne, con l’esposizione del reliquario d’argento a forma di braccio, viene invocato l’osso radio del Santo per ottenere conforto dalle calamità e guarigione.
“Se queste ombre vi hanno offeso, pensate (e cada ogni malinteso) di aver soltanto sonnecchiato, mentre queste visioni vi hanno allietato. E questo tema ozioso e futile non più di un sogno vi sarà utile. Gentili amici, non rimproverate; miglioreremo se perdonate…”
(“Sogno d’una notte di mezza estate”, W. Shakespeare)
Domenico Casaleno
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